20. Little secrets and big lies
🦋eccoci🦋
JACKSON POV
-Mi stai evitando?-
-Chi, io? No Blaze.-
Sono tutto concentrato ad aggiustarmi la giacca, pur di non guardarlo negli occhi.
-Jackson.-
Con una mano sfila veloce il cappello ed un ciuffo gli castano ricade sulla fronte, fino a coprirgli gli occhi chiari.
-Senti, non hai degli altri amici?- lo ammonisco impulsivamente.
Sono nervoso, la sua vicinanza mi rende sempre nervoso. E poi non voglio che gli altri ci vedano confabulare.
Lui intanto solleva un sopracciglio e prende a scrutarmi di sottecchi.
-Ah perché io e te saremmo amici?-
E devi sempre fare queste cazzo di domande dopo che mi sono scolato due birre?
-Voglio parlarti.- asserisce poi con voce decisa.
Io mi appoggio al bancone del bar evitando il contatto con i suoi occhi grigi.
-Parla invece di stare a rompermi le palle.-
Dapprima mi guarda male, poi mi fa un cenno indicando il gruppetto di Amelia e delle ragazze.
-Non qui.-
Perdo l'appiglio alla superficie quando Blaze mi cinge il braccio trascinandomi con sé.
Da quando Blaze prende tutta questa iniziativa?
-Vedo che conosci bene il posto..-
Ridacchio con il puro scopo di prendermi gioco di lui, non appena lo vedo spingere una maniglia per aprire una porta vicino a quella dei bagni.
-Ci lavoravo l'anno scorso qui, non ti ricordi?-
La sensazione dei nostri corpi sudati in quel ripostiglio si fa viva.
-No.-
Ed è un no secco il mio, ma Blaze trattiene un sorrisetto sghembo. Di solito ci resta male quando lo tratto così, ora invece sembra piuttosto convinto di ciò che dice.
-Sicuro Jax?-
Cazzo come dimenticarmelo.
Ce l'avevi di marmo quando ti ho infilato una mano nei boxer.
-Non mi sembra che tu ti sia tirato indietro...- bofonchio in mia discolpa.
-Sì ma hai preso tu l'iniziativa.-
-Ero solo ubriaco.- mi giustifico a fatica.
- Certo, come tutte le altre volte che mi hai baciato?-
Mi dà sui nervi il suo modo di fare. S'impunta su bacini, carezze e cazzate come fosse una bambinetta alla prima cotta. Non lo sopporto, perché poi mi guarda negli occhi e riesce pure a farmici sentire in quel modo. Così strano.
-James era appena stato mandato in riformatorio e io mi sentivo solo, che cazzo vuoi che ti dica? Che quello che abbiamo fatto ha avuto qualche importanza per me?-
Blaze ci rimane di sasso, ma invece che andarsene o mettere su la faccia da cucciolo smarrito come fa di solito, questa volta sembra più tenace.
Lancio un'occhiata rapida all'ingresso di quello stanzino: ha lasciato la porta socchiusa, vuole davvero solo parlare?
Attorno a noi stoviglie inutilizzate, qualche scorta di liquori e frutta secca in lattina.
Blaze si spinge con più convinzione verso di me, io mi ritraggo andando a sbattere contro un tavolo sgangherato con sopra lastre di calici bicchieri che iniziano a dondolare pericolosamente.
Il fragore del vetro che si schiantata a terra mi fa sobbalzare.
Ma il casino che ho fatto sul pavimento non sembra catturare la sua attenzione: Blaze mi sta guardando confuso, forse il mio comportamento lo stranisce.
Lo sa che non mi tiro mai indietro, infatti di solito è lui a ritrovarsi con le spalle al muro, ma ora la porta è rimasta aperta e io non voglio che qualcuno ci veda.
-Quindi secondo te saremmo amici?- incalza lui facendomi perdere la pazienza ancora una volta.
-Non ho detto questo. Dovevi parlare? Arriva al punto Blaze.-
Ma purtroppo, anche se non l'ha ancora detto, ho già capito qual è il punto.
I suoi occhi chiari sembrano ancora più belli quando sono confusi.
Muove le labbra, sembra voglia parlare ma si trattiene.
E mi devo trattenere anch'io.
Non posso baciarlo. Non ora.
Perché ne ho così tanta voglia? Dannato Blaze.
Preme una mano sul mio petto con così tanta audacia da farmi deglutire.
- Come siamo temerari oggi...- lo canzono torturando il piercing al labbro.
-Hai paura che i tuoi amici ci scoprano, vero?-
Ah ecco cos'è...sente di avere il coltello dalla parte del manico.
Resisto finché posso, finché non lo afferro dalle spalle e le sue labbra inumidite da una veloce passata di lingua diventano mie.
È solo un bacio, ma c'è qualcosa di troppo intenso nelle nostre lingue che si rincorrono. E la sento la sua voglia di approfondire quel bacio, facendolo diventare benzina che cola lenta sul fuoco, fino a creare un incendio.
-Jackson...-
Avverto la sua vena vibrare sotto alla mia lingua mentre lecco avidamente il suo collo teso e rigido.
-Rilassati cazzo non ti sto facendo niente.- ringhio succhiando con avidità piccoli lembi mentre spingo il metallo del piercing contro la sua pelle calda, provocandogli un gemito di piacere.
-Jax non voglio.. fare...questo. Io.. voglio soltanto parlare.- soffia eccitato.
-Parla se ci riesci.-
Affondo le mani nel tessuto della maglietta per prendermi il suo corpo e portarlo contro di me, ho un sussulto quando sento il mio petto scontrarsi con il suo.
-Stai facendo lo stronzo come al solito.- biascica scuotendo la testa.
Cerco i suoi occhi, ma sono sfuggenti. Sta provando a resistermi.
-Non sto facendo lo stronzo.-
Sto solo facendo quello che mi sento di fare, cazzo! E poi perché devi sempre voler parlare!?
Faccio scivolare una mano lungo il suo torace che si muove come impazzito sotto al mio tocco avido. Non sto a chiedermi perché lo faccio, questo ragazzo mi manda in tilt il cervello.
Di sicuro non provo niente per lui.
Però perché mi sento così in colpa per quello che abbiamo fatto?
Con le labbra ancora pulsanti e gli occhi stretti a due fessure si stacca da me. Sembra combattuto.
-Che diavolo è successo con mio padre?
Mi irrigidisco.
Lo sapevo cazzo.
-Che intendi Blaze?-
Devo stare attento alle parole che uso.
-Ti voleva parlare quel giorno che eravamo in corridoio. Di cosa?-
-Cazzate sul rendimento scolastico... i crediti.- borbotto svogliatamente.
-Senti non sono stupido. Hunter me l'ha fatto capire chiaro e tondo.-
Lo fisso senza rispondere mentre lui mantiene un'aria da duro che non gli appartiene.
-Siete stati voi a ridurlo così.-
Non riesco a mentire ancora, così non apro bocca.
-Jax io mi fidavo di te.-
Merda
Se solo le cose non fossero così complicate...Blaze capirebbe ne sono sicuro. E ad un tratto vedo la sua fronte distendersi e i suoi occhi farsi due specchi limpidi.
-Puoi dirmi perché l'avete fatto?-
Come fa ad essere così dolce e comprensivo anche in queste circostanze? Maledetto Blaze, ecco perché non riesco a resisterti.
-Non posso, io.. non so se capiresti.- tentenno indeciso.
-Provaci.-
Lo spazio è pressoché inesistente tra noi, sento il battito accelerare vertiginosamente, mentre il mio petto ed il suo collidono. Forse ci sarà tempo per parlare, ma ora sento che devo baciarlo ancora.
E non ho nessuna voglia di chiedermi il perché.
Hai solo bevuto Jackson
E chiaramente anche lui fatica a ragionare quando mi ha di fronte, sennò la sua bocca non si aprirebbe in questo modo, incitandomi ad andare più a fondo con la mia lingua che cerca la sua.
-Shhh!!- Mi scollo dalle sue labbra invitanti per una frazione di secondo.
-Cosa c'è!?- chiede sottovoce, passandosi una mano tra i capelli.
-È James.- dico facendogli segno di stare in silenzio.
Lo riconosco dai passi.
E quando lo sentiamo parlare oltre alla porta, lo riconosce anche Blaze.
Mi lancia un'occhiata spenta, quasi delusa.
-Ci sarà sempre lui prima, vero?-
-Chiudi quella bocca.-
Lo blocco contro il muro con una mossa decisa, lui però mi tira con sé facendo scontrare i nostri respiri accelerati.
-Non ne hai abbastanza di me?- lo provoco mentre mi addenta il labbro, tirandomi il piercing con i denti per poi risucchiarlo tra le labbra.
Mi fa eccitare, maledetto Blaze. Iniziamo a baciarci lentamente, ma ho le orecchie sull'attenti.
Avverto la voce tentennante di una ragazza.
-Tay non lo ammetterebbe mai, è stata davvero malissimo per te.-
È Tiffany.
-Ma non sparare cazzate.-
-Ti ama James.-
Sta parlando di Taylor, quella ama solo se stessa, lo sanno tutti.
-Ha detto che mi vuole morto. Devi avere qualche problema di comprensione, Tiff.-
La voce graffiata di James arriva distante, non sembra abbia voglia di parlare.
-Smettila Hunter, lei farebbe qualsiasi cosa per te, anzi l'ha già fatto.-
-Ho bisogno di tempo e lei mi stressa tutti i giorni con quella cazzo di storia.-
-Beh lo fa perché se suo padre lo scopre si incazza seriamente e potrebbe anche denunciarti! Hai poco tempo.-
-Lo so cazzo, ma non vogliono restituirmela.-
Blaze stacca immediatamente le labbra dalle mie e mi guarda.
Oh no
Mi riavvicino, ma stavolta è lui a farmi cenno di stare in silenzio.
-Stai facendo di quello che ti chiedono Jamie?-
Non sento la risposta, c'è troppo casino fuori.
-Vieni da me dopo..- insiste lei.
-Tu la morale non sai proprio cosa sia eh...-
-Ha parlato il santo. Abbiamo scopato per tutta l'estate mentre lei era in vacanza con i suoi, te lo sei già dimenticato?-
-Non ne ho voglia.-
-È per la cugina di Marvin? Quando hai un pezzo nuovo da aggiungere alla collezione non riesci a resistere vero?-
-Fai così perché ti ho detto di no, Tiff?-
-Faccio così perché non cambierai mai!!-
Sento prima dei passi, poi il rumore dei tacchi allontanarsi.
Blaze mi guarda accigliato.
-Cos'è sta storia?-
-Boh. James si fa sia Taylor che la sua migliore amica. Sai che novità.-
-Non fare finta di non aver capito Jax, non parlo di questo. Di cosa parlavano prima?-
Mi guardo in giro, tentando di nascondere la sensazione di gelo che mi pervade. Come glielo dico?
-Niente di che... Il solito. James sta nei guai con gente per nulla raccomandabile.-
Tiro l'asticella metallica del piercing con fare nervoso, non posso dirgli di più.
-Cosa c'entra il papà di Taylor? Mio padre ha a che fare con questa storia?-
Prendo un respiro profondo e comincio a girovagare per la stanza.
-Non tradirò mai James se è quello che mi stai chiedendo.-
-Certo! Perché sei innamorato di lui.-
Non sollevo lo sguardo neanche per un attimo, come se le scritte impresse sulle buste sigillate di caffè fossero più importanti.
-No, non è per questo. È il mio migliore amico e lui non mi tradirebbe mai.-
-Beh apprezzo la tua lealtà ma.. sembri un po' troppo preoccupato per una persona che è solo "un amico".- sputa acido, voltandomi le spalle.
- Blaze.-
- Eh?-
-Vorrei poterti raccontare tutto, davvero... ma non posso.- mormoro appoggiandomi ad un grosso cubo che ha tutta l'aria di essere un frigobar.
Blaze torna a guardarmi. Ed è sempre l'unico a guardarmi in quel modo, come se mi capisse per davvero.
-Vuoi realmente sapere come stanno le cose tra me e lui?-
Lo vedo annuire con convinzione.
-Siamo amici. Vorrei solo proteggerlo, ma ormai è troppo tardi. James è nei guai fino al collo.-
Blaze si avvicina accigliato, provo a sporgermi per baciarlo di nuovo, ma lui si ruota il capo impedendomelo.
-Sei andato. Completamente.- dice con voce quasi rotta.
-Blaze..-
-Senti io non faccio da ruota di scorta a nessuno.-
- Perché dici così?-
-Sei innamorato di lui, solo non vuoi ammetterlo.-
Inizio a grattare le Jordan sui vetri rotti sparsi sul pavimento.
-Non sono innamorato proprio di nessuno. Sono solo confuso okay? Non sono neanche sicuro che...-
Blaze mi scoppia a ridere in faccia.
Lui è così sicuro di quello che sente, io no. Qual è il problema?
-Quando è stata l'ultima volta che hai baciato una ragazza? L'ultima volta che ti è piaciuta una ragazza?-
- Non è così facile...-
-E invece lo è. Perché con lui non sembri farti problemi nel dimostrargli il tuo affetto.-
Affetto? È questo che vuole Blaze da me?
-No. È un amico e in quanto tale fa uscire il mio lato protettivo, è solo questo.-
-Quello stronzo?-
Mi tiro su dritto con la schiena in un gesto rapido, Blaze tutto ad un tratto appare molto più piccolo rispetto a me.
-Non parlare di lui in questo modo.- ringhio aggressivo.
-Non mi difenderesti mai così.- conclude prima di lasciarmi a guardare le sue spalle allontanarsi.
Provo a bloccarlo sulla porta prima che possa andarsene sul serio.
-Perché lui è mio amico ma tu...-
- Io cosa, Jax?-
- Tu non sei mio amico, te l'ho già detto.-
Blaze affila lo sguardo come a voler capire meglio le mie parole.
-Non riesco a resisterti, lo capisci cazzo?- sputo sbattendo forte la mano sulla porta.
-È solo questo? Vuoi toglierti uno sfizio con me?!-
La sua voce sembra rotta dall'emozione. Non lo sopporto questo suo lato. Mi fa sentire debole.
Se c'è una cosa di cui sono sicuro è che tra me e Blaze c'è una chimica troppo forte da tenere a bada. Ed ho una fottuta paura che più provo a nasconderla, più questa situazione mi scoppierà in faccia.
- Se non ti sta bene così allora non mi cercare più.- taglio corto rivolgendogli una smorfia di disappunto.
Mi si ferma il respiro quando incontro i suoi occhi grigi, ormai lucidi da un velo di lacrime.
Ho bisogno di uscire da qui.
E così non ci penso due volte e lo faccio. -Vaffanculo Blaze.-
Dentro all'Arcade non c'è più nessuno dei miei amici, così mi butto fuori a prendere una grossa boccata d'aria.
-Ma dove cazzo eri finito! Volevamo andarcene!-
Marvin si sbraccia appoggiato alla macchina.
-Tu volevi andartene.- sottolinea James seduto alla guida.
-Grazie per avermi aspettato.-
Mi rivolge un'occhiata stanca e per nulla allegra quando mi infilo nel sedile del passeggero. Vorrei passare la serata a parlare con lui, ma la cugina di Marvin si è unita a noi e già prevedo cosa succederà da qui a poco.
Dicono di tenere gli amici vicini ma i nemici ancora di più. E James sembra esser d'accordo con questo detto perché finiamo sempre lì, al Club 0. È gestito da delinquenti ormai milionari grazie a droga, gare clandestine e gioco d'azzardo.
Marvin lo adora perché è peggio di uno strip club dove le ragazze servono ai tavoli mezze nude.
William non può farne a meno di andarci, sopratutto quando ci sono le gare, mentre James non si fa mancare nessuna delle attività menzionate.
-Gareggi?-
-Non stasera.-
La cugina di Marvin è appiccicosa come non mai. Abbiamo appena messo piede lì dentro, il tempo di trovare un posto a sedere che lei gli lancia le braccine intorno al collo, James si scansa infastidito. Mi viene da ridere perché so quanto gli dia noia essere braccato in quel modo da una ragazza.
-Allora è vero quello che dicono di te?- la sento sussurrare spiaccicata al suo orecchio.
-E cosa dicono?- domanda lui con un sorrisetto malizioso, sapendo già a cosa si riferisce.
-Che scopi da Dio.-
-Dovresti provare prima di parlare.- dice lui accarezzandole la coscia.
E poi cominciano a baciarsi in maniera indecente, così distolgo subito lo sguardo.
-Andiamo.- lo sento dire nonostante la musica sia fortissima.
-Bravi andate a fare una dimostrazione pratica.- borbotto carico di nervoso, quando li vedo andare via mano nella mano.
Tracanno giù il fondo di birra che ha lasciato James, poi mi guardo intorno. Che posto di merda.
-Ma tu non dici un cazzo?- rimprovero Marvin che dopo una canna non capisce neanche più dove si trova.
-Cosa devo dire?-
-James starà facendo la lavanda gastrica dalla gola a tua cugina.-
-E a me fregherebbe perché?-
Marvin non mi calcola di striscio così mi volto verso William che ovviamente è perso nei suoi pensieri.
-Ti piace proprio eh?- lo stuzzico
-Sì. Da impazzire.- sorride lui.
Secondo me Will soffre di innamoramento facile, coma fa a piacergli così tanto una senza neanche conoscerla?
-Siete usciti tante volte?-
-No ma non mi ci vogliono dieci appuntamenti per capire che è stupenda.-
-È carina.- borbotto fingendo che mi importi qualcosa dell'aspetto fisico di June White.
-È figa..trovamene una che senza trucco sia così bella.-
-Ah vedo che ti sei svegliato Marvin.- lo prende in giro Will.
- Anche meglio di Ari?- domando guardando William dritto negli occhi.
Lui tira fuori il cellulare, chiaro segno che non ha nessuna intenzione di sfiorare l'argomento.
- Lascia perdere Ari. June non è solo bella.- dice senza scollare gli occhi dallo schermo.
-Va bene, come ti pare. Arrivo.- lancio una pacca sulla spalla a Will e mi dirigo al bagno. Ho bevuto troppe birre.
Di solito lo spettacolo in quel bagno è raccapricciante, mi ritrovo a scansare coppiette ubriache, preservativi usati e vomito sul pavimento. Ma stasera non c'è nessuno, sarà che è ancora molto presto.
Emetto un sospiro di sollievo e mi infilo dentro all'orinatoio.
Sento dei rumori ma con il sovrastare della musica ci faccio poco caso.
-Cazzo vacci piano.-
La voce la riconosco.
E poi un inequivocabile gemito.
-James James James James.- ripetuto all'infinito che mi toglie ogni dubbio.
Mi si blocca la pipì dallo schifo.
Sento la parete di fianco alla mia colpita da un tonfo più forte, poi tutto finisce.
-Era tutto vero allora...-
Che troia questa, la odio
-Tieni.- sento la voce di James ad un certo punto.
-Secondo te ho fatto sesso con te per un po' di roba?- esclama lei inorridita.
-Non è quello che volete tutte alla fine?-
Li vedo uscire dal bagno.
Ma cosa mi è saltato in mente quando ho lasciato la porta socchiusa?! In realtà pensavo non ci fosse nessuno..
Mi nascondo il più possibile, mentre attraverso la sottile fessura li vedo arrivare agli specchi.
James ha le guance arrossate e i capelli arruffati, si lava le mani poi si china sul lavandino.
-Ti piace sempre esagerare, vero?-chiede la ragazza passandogli una mano sulla schiena mentre lui tira su con il naso poi la guarda con occhi vuoti.
Lei gli allunga una mano provando a sfiorargli il viso, ma James ovviamente si ritrae.
-James, mi dispiace tanto per te.-
-Non voglio la pietà di nessuno, tanto meno la tua dato che non sai un cazzo di me.-
-In fondo sei un bravo ragazzo...Hai solo bisogno di riaggiustarti in qualche modo . Perché sei rotto da qualche parte...forse qui.-
La vedo fare una smorfia dispiaciuta mentre gli poggia una mano sul cuore.
Quante cazzate spara questa?
-Non mi toccare.-
-James..-
E lui ovviamente se ne va, lasciandola da sola e confusa.
-Dov'è?-
Torno dai ragazzi che stanno facendo una partita a biliardo senza calcolarmi minimamente.
-Boh.-
Una ragazza mi viene vicino dicendo qualcosa, ma la musica è troppo assordante per riuscire ad udirla. Spero lei senta me però.
-Levati dal cazzo.-
Poi afferro una birra dal vassoio che porta tra le mani ed esco da quel locale afoso.
Quando si tengono le gare, questo posto si riempie sempre in modo assurdo, ma quando non ci sono eventi, l'esterno diventa deserto. Sembra davvero un luogo abbandonato.
- Sei qui.-
James sta seduto su un vecchio tavolo da gioco sgangherato che probabilmente sarà stato un flipper, una decina di anni fa.
- Tutto okay?-
Lui non annuisce ma continua a fumare, la luce violacea del neon crea dei riflessi cromatici sui suoi zigomi appuntiti.
-Ti regge quell'affare?-
- Di sicuro non ci regge in due.- sbuffa prima di accovacciarsi sul terreno polveroso.
Mi lancia un'occhiata persa.
Vorrei abbracciarlo.
No, non posso.
Così mi siedo a fianco a lui, sicuramente è sporco per terra ma poco mi importa.
Cosa farebbe Will? Scherzerebbe per fargli tornare il buon umore.
E Marvin? Gli chiederebbe come scopa sua cugina. Che coglione.
Vorrei essere come loro, invece sono me stesso e purtroppo fa schifo essere me stesso.
Lo vedo abbassare lo sguardo, come a nascondere il viso nel colletto della giacca di pelle.
Fanculo, lo abbraccio.
Gli circondo entrambe le spalle con il braccio, stringendolo verso di me.
-Se hai bisogno io sono qui.- sussurro con il viso ad un soffio dalla sua guancia accaldata.
-Sei l'unico a capirmi Jax.-
-Perlomeno ci provo.-
James ruota il capo, i nostri profili si sfiorano.
-Hei vuoi ficcarmi la lingua in bocca?- scherza con un ghigno che svanisce rapido.
-Che cazzo dici.- mi schiarisco la gola allontanandomi all'istante.
-Cosa c'è che non va?-
-Tutto alla grande.-risponde lui mordendosi l'interno della guancia.
-Scopi tutte le sere di cosa ti lamenti?- gli lancio un buffetto contro il braccio.
Ecco cosa direbbe Marvin.
Lui scrolla le spalle. - Potrei farne a meno, mi basterebbe uscire da questo casino. Austin mi tiene per le palle.-
-Gliene devi ancora tanti?-
Annuisce mentre io tiro giù un sorso di birra.
-Dimmi dai.-
-Che cazzo devo dirti..- sputa accendendosi una sigaretta.
-Voglio che mi dici cosa c'è che non va.-
Stringe le palpebre per inspirare quel veleno, poi lancia gli occhi al cielo.
-Non mi va di lamentarmi, va tutto bene.-
-James ..- insisto.
-Vuoi davvero saperlo? Mettiti comodo che la lista è lunga. Taylor mi sta con il fiato sul collo perché se suo padre lo scopre ci ammazza. Devo continuare e venire qui tutte le sere a vendere questa merda ma è più quella che mi faccio che quella che vendo. Devo tenere d'occhio Will perché non ci sono i suoi, a casa mio padre rompe il cazzo. Come se non bastasse, se continuo a non studiare non la finisco più questa fottuta scuola. E poi non vedo mai mio fratello...-
Si blocca per prendere un respiro, inspirandolo tutto dalla sigaretta.
-Dio senti che cazzo di lagna sono diventato.- biascica mentre il fumo abbandona le sue labbra pronunciate.
-Non puoi ridare i soldi alla famiglia di Austin chiedendoli a tuo padre?-
Tento di trovare la soluzione più ovvia.
-E se mi chiede come mai devo soldi a sta gente cosa gli dico? La verità?-
Perdo un battito.
-Merda no.-
-E poi a Austin e alla sua famiglia non gliene frega un cazzo dei soldi.
Vogliono essere sicuri che io tenga la bocca chiusa, perciò non mi molleranno mai.-
-Non avremmo dovuto chiedere aiuto a gente come loro.- sputo nervoso.
-No.- lo vedo mordersi nervosamente l'unghia dell'indice.
-È stato Will. Non sei stato tu a chiamarli, James.-
-C'eravamo insieme.-
-Sì ma l'hai fatto per lui. E ora sei l'unico a pagarne le conseguenze.-
Gli passo la birra che lui afferra prontamente.
-L'unica cosa positiva è che quello stronzo del preside fa quello che gli abbiamo chiesto. Credi che Blaze sospetti qualcosa?-
Faccio segno di no con la testa.
-Sa che c'entriamo noi ma non sa perché.-
-Come fai a saperlo..-
-Lo so e basta. Vuoi tornare dentro?-
-Marvin sbava su ogni cameriera mezza nuda che passa e Will non fa che parlare di quella June White, secondo te voglio tornare dentro?-
Scoppiamo a ridere, poi mi ripassa la birra.
🦋 JUNE POV 🦋
-Quindi la cena a casa tua per domani sera è confermata?- domando in viva-voce a William, mentre sono tutta intenta a rifarmi il letto.
Oggi ho pure ordinato camera mia, che evento mondiale! Spero che serva a qualcosa, vista la brutta litigata con mia madre di ieri sera.
-Ti do conferma più tardi per la cena. Che ne dici di tenerti libera stasera?-
- Per?- chiedo con un sorriso a fior di labbra.
- Vederti, anche solo un'ora... ieri eravamo davvero in troppi..-
-Okay, fammi sapere.-
Non riesco a smettere di sorridere, ripensando al bacio di ieri sera.
Saluto William, poi scendo nella giungla ad affrontare la belva.
-Mamma?-
E lei riconosce immediatamente il mio tono da bambina sperduta.
-No, non se ne parla. Tu stasera non esci.-
Eccola, April la sensitiva che legge nel pensiero. Il tutto mentre svuota la lavastoviglie.
-Va bene.-
-Non pensare che basti mettere un po' a posto quel rifugio per barboni che era diventata camera tua e...-
Sono solo un po' disordinata, non così tanto come vuol far credere lei.
- Va bene.- ripeto mentre lei sventola piatti e tazze, neanche fosse al mercato.
Ad un tratto si ferma e mi squadra.
- Va bene cosa?- chiede confusa.
- Va bene, farò le ripetizioni a Jasper.-
Mia madre spalanca gli occhi.
Non te lo aspettavi eh, dilettante?
-Ehm...e posso sapere come mai hai accettato, signorina?- domanda prendendo subito il cellulare.
Scommetto che sta già scrivendo a "Mr. Intenditore di quadri e di cene imbarazzanti."
-Se lo faccio...Posso uscire, no?-
Mi guarda sospettosa.
-Mamma?-
-Sì. Ma come e quanto lo decido io. Va a vestirti.-
- Perché?-
-Alle cinque sei da Jordan.-
Sbuffo. Sto iniziando a sviluppare un certo fiuto per i guai e sono sicura che stavolta sarà una via senza ritorno.
🦋
-Hola Jordan.-
L'uomo mi sorprende sulla soglia di casa con una canottiera bagnata e due braccia muscolose.
-June! Scusa mi stavo allenando.- dice asciugandosi la fronte imperlata di sudore.
-Oh non ti scusare.-
Cioè fa pure
-Jasper, è arrivata June!-
Metto un piede in quella casa, ma a differenza dell'altra volta ho tutti gli allarmi attivati nel mio cervello.
Jasper mi guarda in cagnesco dal tavolo della cucina.
Andiamo bene. Saranno due ore di strazio, già lo so.
-Allora.. da dove vuoi cominciare?-
Il silenzio è tombale.
- Dove siete arrivati?-
Sbuffo, tanto lui non fa che fissarmi senza parlare.
- C'è un argomento in cui vai peggio?-
Finisco a guardarmi intorno. Questa cucina è grande quanto tutta la nostra casa, porca miseria.
-Iniziamo con un'analisi del testo?-
Jasper si tira su il cappuccio della felpa nera, poi allunga il libro di inglese sul tavolo, intanto io mi siedo di fianco a lui.
-È un modo per dirmi di stare zitta, vero?-
Lui ridacchia e capisco che in qualche modo ce la potremo fare.
Parlo da sola per un'ora intera e quando lo vedo sbadigliare, propongo di fare una pausa.
Lui sta con gli occhi appicciati al cellulare, perciò ne approfitto per chiamare William che non si è più fatto sentire da questa mattina.
Lo so che dovrei seguire i consigli di Amelia e lasciare che sia lui a cercarmi...ma voglio sapere cosa faremo domani.
Dovrò incontrare i suoi genitori per davvero? Cioè vorrei saperlo per lo meno..
Dopo innumerevoli tentativi, finalmente risponde.
-Will! Sono qui da Jasper, a che ora vengo stasera?-
-June ehm... va bene se ti richiamo dopo che ora non posso parlare?-
Oh.
-Va bene.-
Metto giù la chiamata.
Jasper mi sta guardando ridacchiando.
-Che c'è?-
Lui disegna sul suo quaderno un cuore con sopra il mio nome e quello di Will.
-Dovrei ridere? Sembra una pesca, sei pessimo a disegnare! Avanti andiamo di matematica ora.-
Fingo di essere arrabbiata per provocargli una reazione, ma lui mi lancia in testa un quaderno.
Respira June, conta fino a cinque.
-Senti... vuoi che ti aiuti con i compiti di matematica, giusto?-
Fa cenno di sì senza levarsi il sorrisetto divertito.
Sta comunicando, è già qualcosa.
-Come andiamo tutto bene?-
Jordan entra in cucina lasciando una scia di profumo maschile. Ha la canotta zuppa e i capelli biondi appiccicati alla fronte.
- Sì certo.-
Guardo Jasper che non sembra minimamente turbato dal fatto di avermi tirato un quaderno addosso proprio un secondo fa. Di sicuro non ha paura di suo padre.
-Jasper è molto...-
Silenzioso. Ma non dire "silenzioso" adesso.
-Percettivo.-
-Bene ne ero sicuro.- annuncia suo padre prima di lasciargli un bacio sulla testa.
-Vado a farmi una doccia. June se volete fare una pausa per uno spuntino, il frigo è pieno. Fa come fossi a casa tua.-
-Grazie mille.-
Sorrido finché Jordan non esce dalla cucina.
-Mhmmm, sì certo. Faccio come fossi a casa mia...- bofonchio sarcastica.
Tutto molto bello, finché non arriva Mr. simpatia a rivendicare il suo territorio come un buon cavernicolo che si rispetti.
Già me lo immagino.
"Tu via donna. Questa essere casa mia."
E io che provo a spiegargli che suo padre mi ha voluta qui e lui "non me ne frega un cazzo!"
Mi sorprendo a sorridere.
Jasper mi fissa incuriosito.
- A proposito..Dov'è quel pazzo di tuo fratello?-
Lui fa spallucce.
-Tuo padre ti vuole bene.-
Jordan sembra essere molto affettuoso, chissà la loro madre com'è.
Non posso chiederlo a Jasper.
O forse sì?
-Non avete molte foto in questa casa vero?-
Lui sorride, è sveglio per essere un ragazzino di undici anni.
-Che c'è da ridere?-
Si alza e va in salotto, così lo seguo incuriosita.
Allunga un braccio per indicarmi il mobile antico che torreggia nel soggiorno, è composto da vetrine e scomparti colmi bicchieri di cristallo. Mi fa cenno di guardare più in alto, così lo faccio.
C'è una foto nascosta dietro ai soprammobili.
-Posso prenderla?-
Jasper fa segno di sì con la testa.
Mi metto in punta di piedi e afferro la cornice leggermente sverniciata.
Sembra una foto di famiglia, scattata proprio in questo salotto. Riconosco solo Jordan, era un po' più magro rispetto ad ora. Sta accanto ad una donna molto bella dai lunghi capelli rossi, lei tiene tra le braccia un neonato. A fianco a loro c'è un'altra coppia che non conosco, poi ci sono due bambini piccoli seduti a terra. La foto è un po' sbiadita ma i due hanno la faccia conosciuta.
-Che strano. Mi sembra di conoscerli.- dico a Jasper che mi fissa attento.
-Sembrano... sembrano... Amelia e Brian questi due bambini con i capelli scuri.- mi stupisco delle mie stesse parole.
Lui non risponde, ma più li guardo e più me ne convinco.
-Sono loro?-
Jasper si prende la mia attenzione piantando il dito su un punto preciso della foto. In un angolo c'è un bambino che avrà si e no cinque anni, con una bandana in testa, una spada in mano e l'espressione arrabbiata.
Scoppiamo a ridere entrambi.
-Ma Rambo aveva capito che era una foto di famiglia o pensava di andare al carnevale della scuola?-
Continuiamo a ridere a crepapelle, finché non sentiamo dei passi ravvicinati.
Jasper si fa serio all'improvviso.
-Che cosa cazzo ci fai qui?-
Giuro che ce l'avevo la risposta pronta, ma sto ridendo talmente tanto che mi ha colto di sorpresa questa volta.
Nascondo la foto dietro alla schiena e lo guardo fisso negli occhi.
-Sto dando ripetizioni a Jasper, me l'ha chiesto tuo padre.- dico sotto al suo sguardo freddo e tagliente.
Mi si incastra il respiro in gola quando James muove un passo verso di noi, poi si ferma.
Gli faccio una radiografia veloce: capelli spettinati, pantaloni della tuta scuri ed una maglietta grigia e aderente.
-Scordatelo White.- sputa venendomi più vicino.
-Senti lo faccio per mia madre, io neanche ci voglio stare qui. Ti è chiaro??-
Jasper abbassa lo sguardo.
Oh no, porca miseria! Per rispondergli a tono, ho appena offeso Jasper. Non era mia intenzione.
—Che cosa c'era da ridere?-
Jasper scuote il capo ma James è ad un soffio da me, perciò tiro fuori la foto.
-Eri carino.-
-Sta zitta.- sputa lui rubandomela dalle mani in malo modo.
Io e Jasper ci guardiamo ridacchiando. Le nostre risate cessano di nuovo, stavolta perché Jordan scende le scale e ci raggiunge. Gli butto un'occhiata veloce: si è cambiato per vestirsi elegante. Sta per uscire?
-Perché non tornate a studiare voi due?-
James ci invita ad andare in cucina con un cenno del capo.
Seguo Jasper uscendo dal salotto, ma non ci vuole un genio per cogliere l'aria tesa che si è creata tra lui e suo padre.
Così aiuto Jasper con i compiti di matematica, lui non apre bocca una mezza volta ma mette sempre il risultato corretto.
Ad un certo punto sentiamo la voce di James mescolarsi con quella del padre, stanno litigando furiosamente. Non so cosa fare, guardo Jasper che mi indica la porta, così corro a chiuderla. Non so cosa si stiano dicendo, ma Jasper si tappa le orecchie e chiude gli occhi.
Mi viene il batticuore a vederlo così. Sta chiaramente soffrendo.
Mi appresto alla cucina per prendergli un bicchiere di acqua fresca.
-Tieni bevi.-
Lui resta nel suo mondo per qualche istante, finché non decide di riaprire gli occhi e bere un po' d'acqua.
-Va meglio?-
-Sì.-
-Okay.-
No, aspettate un attimo.
Jasper ha parlato?
Ha detto una parola?
Ha detto sì?
Sento sbattere la porta d'ingresso, poi James viene a farsi un bicchiere di latte in cucina, come se fosse tutto normale.
Prima ero troppo impegnata a ridere della sua foto che non mi ero accorta di una cosa.
Sono a casa di James.
E lui si sta facendo gli affari suoi.
Vive la sta vita.
A casa sua.
E il suo profumo è dappertutto.
L'avevo completamente dimenticata, ma torna prepotente quella sensazione del sogno.
Anzi, incubo.
-Papà è uscito.- dice scartandosi un lecca lecca.
Ma quanti anni ha?
-Che vuoi?- mi acciglio quando sento il suo sguardo su di me.
-Sto facendo merenda, che cazzo vuoi tu White, è la vera domanda.-
- Shhh! Non conosci altre parole oltre a quella!?- esclamo indicando Jasper.
E poi vattene, ti prego.
Non riesco a concentrarmi se lui è nei paraggi.
-Che fastidio ti do? Tu continua pure con le tue ripetizioni. Dai.- mi sfida James.
Lo guardo poggiarsi sul bancone della cucina, tutto intento a succhiarsi la pallina rossa tra le labbra.
Non ci penso proprio a restare qui.
-Io e Jasper abbiamo quasi finito, possiamo andare sul divano?- chiedo fingendo un minimo di gentilezza che non si merita neanche. James scrolla le spalle senza staccare gli occhi dal telefono.
Un forte sospiro di sollievo abbandona il mio petto.
-Tua mamma dov'è?- chiedo ricordando la signora con i capelli rossi della foto.
Jasper non risponde ma accende la tv.
-Non viene mai qui?-
Fa cenno di no, poi abbassa lo sguardo.
-Oh.-
Mi si contrae il cuore in una morsa troppo stretta.
Non dovrei ficcanasare lo so, ma è più forte di me.
-Ti piace vivere con tuo padre?-
Lui annuisce svogliatamente.
-O era meglio prima con tua madre?-
La sagoma di Jasper si cristallizza, non ha più intenzione di rispondermi.
Mi chiedo però perché mi abbia fatto vedere quella foto, prima.
Ne avranno tante altre foto di famiglia, perché quella in cui c'erano anche altre persone?
E poi perché Brian e Amelia?
Magari voleva solo prendersi gioco del fratello.
Dopo un po' di ricerca, sceglie Rick e Morty su Netflix.
-Non è per adulti?- gli chiedo provando a non essere troppo invasiva. Ma d'altronde, sono pur sempre figlia di mia madre.
-Lascialo guardare quello che vuole.-
James mi fulmina con quelle parole prima di stravaccarsi sul divano a fianco a me.
-Allora?- domanda lui quando mi vede chiaramente irritata.
Sta succhiando il suo stupido stecchino, un forte odore di ciliegia mi arriva al naso.
-Fatti più in là.- sputo nervosa.
-Questo è il mio fottuto divano quindi se voglio mettermi comodo, lo faccio.-
-Sei .. -
-Sono? Dai sentiamo.- domanda lui divertito allargando ancora di più le gambe.
Mi trattengo solo per Jasper.
-Okay. Va bene, fa come ti pare.-
-Vedo che se fai come ti dico, ci capiamo io e te, White.- ridacchia sapendo che non posso nè prenderlo a sberle nè insultarlo.
Non mi volto neanche per lanciargli un'occhiataccia, perché sennò verrei ingannata dalla visione delle sue labbra rosse e turgide. No, non posso stargli seduta vicina adesso. Mi fa agitare.
- Io.. è meglio se vado a casa.- tentenno, ma Jasper mi porge un joypad.
- Okay una partita e vado. Domani riprendiamo inglese da dove...-
- Tu domani non fai proprio un cazzo. Non ci torni qui.- mi interrompe James con voce supponente
- La smetti di dire parolacce davanti a tuo fratello?? Sei insopportabile!-
- Io sarei quello insopportabile? Tu sei la rompicoglioni che viene qui a casa mia a dirmi cosa fare!-
Prendi un lungo respiro June, anche se con questo qui ce ne vorrebbero un migliaio per calmarsi
- Ah certo perché io..-
Ad un certo punto Jasper si tappa entrambe le orecchie poi si alza esasperato per andarsene in camera sua.
- Idiota.-
- Cretina.-
Abbiamo fatto scappare Jasper. E a quanto ho capito, lui non sopporta i litigi, né sentire urlare.
James sta al cellulare come un energumeno insensibile, ignorandomi completamente.
- È dolcissimo tuo fratello.-
Quando mi volto, lui gioca con la lingua sullo stecchino senza distogliere lo sguardo dal mio.
Sposto immediatamente la traiettoria, i suoi occhi blu sono troppo diretti non mi lasciano molto scampo.
-Perché sei ancora qui, White?-
-E tu perché devi sempre avere questo palo conficcato nel...-
Mi blocco quando lo sento buttare un braccio sullo schienale del divano alle mie spalle, come se nulla fosse.
-Dovevo andare da William... ma non mi ha più scritto.-
Non c'è bisogno di andare nei dettagli, tanto ti sta solo prendendo in giro come al solito. Non gli importa di quello che fai.
- Sei testarda eh..-
-Perche dormi sempre da Will?- chiedo spinta da un moto di coraggio.
-Fatti i cazzi tuoi.-
- Sei un fottutissimo disco rotto. Vado a salutare Jasper!- sbotto seccata.
- Posso?- busso in camera di Jasper che però non risponde.
-Domani che materia vuoi fare?-
Lui sta seduto al computer ma non si volta a guardarmi, tantomeno a rispondermi.
-Allora, vado...- annuncio senza smuovermi.
-Jasper?-
Niente, c'è di nuovo un muro.
-Non volevo dire che.. sì insomma quando ho detto che mia madre mi obbliga e non vorrei stare qui...-
Lui si mette su le cuffie non lasciandomi modo di spiegare.
-Okay, ricevuto. A domani.-
Mi sento stupida a parlare da sola, ma forse un po' me lo merito. Non avrei dovuto dire quelle cose, nè litigare con suo fratello davanti a lui. Di certo non volevo ferirlo o offenderlo, sembra molto più sensibile dei ragazzi della sua età.
Così riaccosto la porta ed esco dalla stanza.
Okay June, ora non è difficile. Muovi quei piedi raggiungi le scale per il piano inferiore e vattene.
Oppure...
-Dove cazzo credi di andare?-
James si appoggia allo stipite con le braccia incrociate e due occhi incandescenti sotto alle sopracciglia chiare.
Di sicuro non mi faccio abbagliare da due braccia abbronzate e muscolose.
-Paura che entri in camera tua, Hunter?-
-Tu provaci.-
Al fondo del corridoio ci sono due scatoloni e sulle pareti cornici con foto mancanti.
Non ci vuole Sherlock Holmes per capire che c'è qualcosa di strano.
-Vivete qui da poco?-
-No.-
-Che fine ha fatto tua madre?-
Scrolla il capo.
-Vuoi proprio sentirtelo dire di farti i cazzi tuoi o riesci a farteli di tua spontanea volontà per una fottuta volta?-
Lo chiede con le sue labbra gonfie e rosse, sento ancora il profumo di ciliegia.
Perché ho fatto quello stramaledetto sogno!?
Adesso mi fa sentire strana.
-Non sembrate neanche fratelli.- dico indicando la camera di Jasper.
-Che vuoi dire Biancaneve?-
-Lui è così sensibile.-
James sembra irritato dal mio modo di fare e non ha nessuna intenzione di nasconderlo.
-Non puoi entrare in camera mia e se non fosse per mio padre, non staresti neanche qui a casa mia.-
Faccio un passo indietro per non permettergli di starmi troppo vicino.
-Senti, per il quieto vivere..
Proviamo a non darci addosso.-
-Perché?- domanda lui con occhi serrati.
-Perché... abbiamo un compito da fare insieme.-
Assottiglia le palpebre nell'udire le mie parole.
-Che cazzo stai dicendo?-
-Me l'assegnato il vicepreside, quando tu non ti sei presentato nel suo ufficio.-
Lo vedo portarsi una mano sulla fronte a tirare indietro un ciuffo di capelli ribelli.
-Non ci posso credere. E quindi?-
- E quindi me ne occupo io, a patto che...-
Solleva un sopracciglio color cenere. Ho la sua attenzione adesso.
-Tu la smetti di prendermi in giro a scuola.-
Sogghigna mordendosi il labbro inferiore.
-Da quando ti credi sveglia?-
Respira June.
Lui è solo in cerca di schiaffi ma tu sei matura abbastanza da non darglieli. Anche se li merita tutti. Uno ad uno.
-Credo che tu debba accettare se non vuoi un brutto voto. L'ennesimo magari.- lo sfido a testa alta.
-Ti piace ricattare la gente, White?-
-Di solito con mia madre funziona. Chissà se funziona anche con gli sbruffoni come te..-
Ops, forse ho esagerato...
Le vene affiorano prepotentemente dalle sue braccia quando le spinge sulla parete alle mie spalle, circondandomi completamente.
- Va bene, ragazzina. Accetto il patto, ma facciamo anche che tu ti levi di torno. Ci riesci?-
Chiudo la bocca di scatto. La sigillo, come ad impedire al suo respiro caldo e dolce di penetrarvi.
-In che.... in che senso?-
-Tu non ti fai più vedere a casa mia e magari io mi faccio i cazzi miei e non racconto a William che Hood ha un debole per te.-
-Cosa? Non è vero!- strillo senza paura.
-Pensi che io sia nato ieri?-
Ma cosa sta dicendo??
-Senti non mi importa di Brian, voglio solo che le cose tra me e Will vadano bene.-
- Tu non sai in che mare di casini ti stai infilando, White...-
-Stai parlando del tuo migliore amico! E lo so che gli vuoi bene.. quindi... perché dici così?-
-Se dico una cosa del genere comincia a crederci.- asserisce serio.
Le sue mani diventano nocche bianche contro il muro e io mi sento in trappola.
Mi manca il respiro. Ma di sicuro non glielo darò a vedere.
-Hai così paura che io scopra quello che nascondi? È per la tua coscienza sporca vero?-
Lui solleva un lato della bocca solo per rivelare un ghigno compiaciuto.
-Fatti vedere ancora a casa mia e te ne faccio pentire di esserci venuta.-
- Mia madre mi obbliga, deficiente. Non ci verrei mai e poi mai di mia spontanea volontà.-
- Ah no?-
Non lo sopporto più, gli tiro una gomitata che lo fa allontanare tanto quanto basta.
Inizio a camminare lungo il corridoio, ho tutte le intenzioni di andarmene.
Ma poi mi fermo.
-Che cosa vuoi da me, James?-
Perché lo sento, vuole qualcosa. Non c'è bisogno di un sesto senso per capirlo. Gli basterebbe ignorarmi, ma lui non lo fa.
-Voglio che te ne vai, adesso.-
Non è affatto una bella sensazione quella che provo in questo momento, ma non gli darò la soddisfazione di vedere il mio stato d'animo.
-Vattene.- ripete non lasciando più margine di dubbio.
È tutto inutile. Non c'è verso. È un muro troppo alto da scavalcare e io ci non riesco.
🦋
-Perché Ari non è venuta?-
Poppy e Amelia fanno stretching sul prato, dopo un'oretta di prove.
- Via dalle palle, Marvin. Il tuo gruppo è quello.- sputa acidamente Amelia indicando i ragazzi che hanno appena finito una partita a basket.
-Voi andate pure, io scrivo a Will e arrivo.- borbotto mentre le ragazze lasciano il campo.
Mi tiro su i capelli in una crocchia sudaticcia.
Siamo ad ottobre ma fa un caldo insopportabile. Maledetta California, il giorno prima sembra inverno, il giorno dopo ci sono quasi 30 gradi.
- Magari te ne vai e ci lasci il campo?-
Jackson con la sua canottiera rossa e la sua carnagione pallida mi rivolge un'occhiata sprezzante, mentre Marvin mi guarda come non avesse mai visto una ragazza in vita sua.
- Magari Marvin vuole provare due passi, visto tutto l'interesse che ci mette nel cheerleading. Vuoi che ti presti il mio vestito?- domando con una smorfia impertinente.
Se mi alleno voglio allenarmi, punto. Non voglio che qualcuno mi guardi il culo, perciò divento una iena.
- Se te lo togli ora il vestito, affare fatto.- ridacchia lui.
-June White nuda? Possiamo evitarci lo show dell'orrore? Grazie.-
Chiudo gli occhi quando sento le parole di James.
E io che credevo che avessimo un patto... ma di cosa mi stupisco?
Di uno che non si preoccupa neanche di invadere il mio spazio vitale, infatti mi ruba la bottiglietta d'acqua dalle mani e comincia a bere.
Gli lancio un'occhiataccia e me ne pento subito. La canotta da basket lascia scoperte le spalle possenti e gli si appiccia al petto lucido e abbronzato.
-Che vuoi? Che apriamo le audizioni anche per gli imbecilli come te?- sbotto urtata come non mai.
-Qualcosa in contrario? - sogghigna James.
-Sì, decisamente.-
-È solo perché sono un maschio?-
È solo perché sei stronzo
-Non è per il sesso a cui appartieni, ma è per la tua arroganza insopportabile.-
-La mia arroganza è tipicamente maschile. Così fai discriminazioni, White.- Mette su una voce da finto offeso.
Lo detesto con tutta me stessa.
Mi avvicino per parlargli nell'orecchio. Non voglio che gli altri ci sentano.
E poi perché diamine profuma così tanto se è sudato fradicio?
- Hai detto che non dovevo più rivolgerti la parola ma tu continui a parlarmi. Anzi, mi correggo, ad insultarmi.- sussurro a denti stretti.
- Indovina un po'?-
Si morde il labbro inferiore che si fa più gonfio.
-Spoiler: io posso fare il cazzo che voglio.-
Sto affilando lo sguardo carico d'odio, quando sento qualcuno che mi chiama.
-Hei June!-
Brian mi viene incontro sorridendo, ma quando vede James cambia faccia all'istante.
-Hei Hood. Vieni. Ti stavamo aspettando.-
E per poco non divento viola quando James mi mette un braccio intorno alle spalle, tutto divertito. Mi scanso immediatamente.
Mi sta prendendo in giro e lo fa chiaramente apposta, eppure Brian lo sta guardando in cagnesco ugualmente.
-Che cazzo ci fai qui con lei?- gli chiede Brian aggrottando lo sguardo.
O mio Dio, la faccia di James.
Si incattivisce, affilandosi così tanto da farlo sembrare un felino.
-Da quando devo chiederti il permesso per parlare con una ragazza?-
Un ghigno storto e capisco che sta per dirlo, glielo leggo negli occhi.
-Non lo faccio per scoparmi la tua.-
Se le cerca, non ci sono dubbi. La voglia di provocare è più forte dell'istinto di sopravvivenza. Sembra non avercelo affatto, perché è sempre in cerca di guai.
E i guai ovviamente, arrivano puntuali: Brian gli sferra pugno sulla mandibola così forte che ne ho percepito il rumore. Ma James barcolla appena, come se avesse appena ricevuto una carezza. Poi i suoi occhi blu diventano così profondi da sembrare petrolio.
Quando capisco che sta per fare la sua mossa, mi metto in mezzo per dividerli.
E se non muoio schiacciata già è un miracolo.
-No, James. Ti prego!-
Provo a mettergli una mano sul petto duro e ansante, sembra stia morendo dalla voglia di picchiarlo.
Fortunatamente alcuni ragazzi portano via Brian, intanto James sputa del sangue a terra.
- Non metterti mai più in mezzo hai capito!?!- urla cominciando a camminare a grandi passi verso gli spogliatoi.
-Sei un coglione e te lo meriti!-
Ma forse la cogliona sono io che lo sto seguendo.
Si sciacqua nervosamente il viso sotto l'acqua, poi si massaggia la mandibola.
-Ho visto quella foto.-
Il suo sguardo si ghiaccia. Io però continuo.
-Che è successo con Brian? Eravate amici vero?-
La lista delle risposte plausibili è lunga, ma James fa l'unica cosa che non mi aspettavo.
Si siede su una panca dello spogliatoio, raccogliendosi la testa tra le mani.
Mi guardo intorno spaesata.
Lo spogliatoio è vuoto e in lontananza sento il vociferare dei ragazzi nel campo.
Che faccio? Che diavolo faccio ora?
Me lo chiedo ma tanto il mio cervello dice una cosa e il mio corpo completamente un'altra.
Appena lo vedo tirare su il capo, gli accarezzo il viso ferito senza neanche pensarci due volte.
-Non è niente. Lasciami.-
-James? Stai..bene?-
Mi sorprendo io e si sorprende anche lui nell'udire la mia richiesta.
-Sicura a non essere tu a volere qualcosa da me?- chiede fissandomi attento.
-Come scusa?-
Mi viene da ridere. Come può pensare anche solo lontanamente..
-Perché fingi che ti importa di me?-
La sua domanda è tagliente. Ed è accompagnata da un'espressione seria, troppo seria.
E io non l'avevo prevista.
-Io non.. non è vero. Non mi importa di te.-
Ci fissiamo per qualche istante.
-Volevo solo sapere perché Will non è a scuola..-
Porta lo sguardo a lato facendomi insospettire.
-Sta bene? Gli è accaduto qualcosa? Me lo diresti vero, se così fosse?!-
-Jamie, ma che ti è successo!?-
Taylor entra nello spogliatoio riempiendolo di un forte profumo di Chanel che mi dà la nausea istantanea.
Si china su di lui e lo bacia sulle labbra. E James se lo lascia fare.
Non la vuole, è chiaro, perché se lo lascia fare?
Ma ha poca importanza ora, mi sento di troppo.
-E tu, sfigata? Te ne stai andando!? Non lo vedi che nessuno ti vuole qui?- si lagna lei, spostandosi i lunghi capelli biondi con fare da donna in carriera.
Guardo James che abbassa immediatamente gli occhi.
-Si certo, lo vedo.-
Io ci ho provato, più di questo non posso fare.
Esco dallo spogliatoio con la testa più confusa che mai e quando sono già fuori, mi volto a dare loro un'ultima occhiata.
Taylor lo sta abbracciando, ma lui mi sta ancora guardando.
🦋🦋🦋
Ragazze ho dovuto dividere il capitolo a metà sennò veniva troppo lungo e stasera non avrei potuto pubblicare.
Ammetto di non essere affatto soddisfatta del capitolo, ma ho deciso di postarlo comunque..
abbiamo aggiunto altri misteri 😅 che ne pensate?
🔴Una domanda importante!!🔴
Non il prossimo ma forse quello dopo, potrebbe essere un capitolo abbastanza 🔴
Vi ricordo che anche se finora non è successo niente, questa è storia che contiene argomenti forti.. perciò lo chiedo a voi: le scene 🔞 che non riguardano la protagonista, meglio tagliarle o metterle comunque?
Voi cosa preferireste?
Grazie e ricordatevi di mettere una stellina 🦋
♥️
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