17. Curiosity killed the cat
🌻🌻🌻
2 settimane prima
🌻JACKSON POV🌻
-Dovete fare una cosa per me.-
James arriva all'Arcade con uno sguardo così intenso che mi fa rabbrividire.
È nervoso, impaziente e lo è più del solito.
-Ci sto.-
William.
Perché William non ascolta neanche cos'ha da dire James.
Lui è sempre dentro, a prescindere.
-Allora?-
James fissa Marvin che se ne sta stravaccato su una sedia, mentre annuisce poco convinto.
- Marvin non ho sentito. Apri quella fottuta bocca del cazzo e parla.-
Non tollero la sua aggressività, tantomeno quando la riversa su di noi.
-E rilassati! Che cazzo hai preso?- domanda Marvin con la sua voce sempre rallentata.
-Va bene, comunque.- annuncia quest'ultimo, nel notare l'espressione adirata del nostro amico.
James mi ruba la bottiglia di birra dalle mani per trangugiarne un sorso.
E poi il suo sguardo tagliente finisce dritto su di me.
L'anello debole. E lui lo sa.
-Non so di cosa si tratta.-
Ovviamente a lui non piace questa risposta.
-Devi davvero saperlo?- chiede sollevando un sopracciglio, poco prima di compiere un giro del tavolo per venirmi davanti.
Respira, Jackson
- Beh, non sarebbe male.-
James si lecca le labbra guardandomi.
- Perché...c'è qualcosa...-
Poi si avvicina al mio viso, spingendo i suoi occhi blu con violenza nei miei.
-...che tu, Jackson, non faresti per me?-
-Io...-
-Tu faresti qualsiasi cosa per me, vero?-
È così vicino che riesco a sentire il suo respiro di menta e birra.
Inspiro a lungo per calmarmi ma è stata un'arma a doppio taglio, il suo profumo di bagnoschiuma mi arriva dritto alle narici.
Abbasso lo sguardo.
E lui sorride vittorioso.
-Bene. E ora che anche Jackson è dei nostri...-
William mi guarda corrucciato.
Mi domando cosa gli passi per la testa e sono sicuro che lui si chieda cosa passi nella mia.
-Il preside Manor.-
La voce rauca e graffiata di James ha un non so che di solenne in questo momento.
-Cos'ha fatto?- domanda Marvin.
-Ancora niente.- sputa William deciso.
-Il problema è quello che vorrebbe fare. Noi dobbiamo impedirglielo.-
-Non lo so.- mi alzo in piedi di scatto, ma poi mi risiedo.
Tutta questa faccenda mi rende nervoso, mentre lui se ne sta lì come niente fosse, con le mani nelle tasche della giacca di pelle e le labbra immobili intorno al filtro della sigaretta.
-Cosa c'è da sapere, Jax? Vuoi dirmi che se tu hai un problema, io non ti aiuto a risolverlo?-
Perché sa essere sempre così maledettamente convincente?
-Scusa tanto James, se dopo l'ultima volta che hai risolto un problema, io ora non ho più intenzione di darti ascolto.-
Il mio affronto diretto blocca il vociferare dei nostri amici.
Lui guarda i ragazzi, loro non emettono un fiato. Sanno che ho ragione.
-Tu vieni, Jax. E come al tuo solito non dovrai fare un cazzo di niente.- mi ordina prima di uscire del locale sbattendo la porta come una furia.
Già...ma sta parlando del preside.
Non so se posso fare una cosa del genere a Blaze.
🌻JUNE POV🌻
William sospira, prima di allungarmi un pacco di biscotti mentre mi scorta verso la palestra. La macchinetta non ha fatto i capricci oggi, che evento memorabile.
- E poi sono crollato. Ho dormito dalle sette di pomeriggio ci credi?-
A meno che tu non sia così bravo a raccontare palle da poter vincere un Oscar...
Non gli rispondo ma continuo a camminare a testa alta.
-Mi dispiace davvero June. Spero solo la serata non sia stata troppo noiosa senza di me.-
La sua fronte è corrucciata e le sopracciglia sollevate gli conferiscono un'aria sperduta.
Certo che ti credo, solo non mi va di dartela vinta al primo colpo
-La mia serata? Noiosa direi di no. Fastidiosa di sicuro.- borbotto sottovoce quando in palestra entrano dei ragazzi in tenuta sportiva.
- Ma quindi in questa scuola educazione fisica la facciamo a classi miste?- chiedo confusa.
-È la tua prima volta?-
William cerca il mio sguardo mentre io annuisco fissando la porta.
-Auguri.- dice lui.
-Perché? Tu dove vai?-
- Vado in classe a ripassare. Ho la giustificazione. Di solito qui si trasforma in una battaglia maschi contro femmine. Niente di veramente educativo.- spiega prima di darmi un bacio sulla guancia che mi lascia ancora più stranita.
- June.-
Il saluto di Ari è particolarmente freddo, quando mi passa a fianco.
- Scusa se ieri me ne sono andata senza salutare... Tu eri sparita!- provo a richiamare la sua attenzione, ma lei non risponde.
-Ciao Will.- dice poi sbrigativa, senza neanche darmi retta.
Ma che ho fatto ora?
-Allora ci vediamo dopo June, okay?-
Faccio un cenno a William, per poi guardare Ari raccogliere i fluenti capelli castani in una coda alta.
Vorrei chiederle che le prende, ma non voglio essere appiccicosa. Magari ha solo litigato con Brian.
Mi risistemo i miei soliti pantaloncini, mentre lei indossa una gonnellina corta.
A guardarla bene, la maglia che metto per fare ginnastica sembra una camicia da notte più che un pigiama. Chissà se in confronto ad Ari assomiglio davvero un maschiaccio vestita così.... Il mio dubbio trova risposta non appena dalla porta entra un'altra crocchia di ragazzi che ha occhi solo per Ari.
-Poppy è indisposta....- biascica lei arrivando davanti alla prof, che se ne sta seduta in panchina. Non la considera nemmeno, è troppo presa a sistemare dei fogli nel registro.
- Non so se dispiacermi per lei perché è l'unico essere sulla faccia della terra ed avere le mestruazioni tre volte al mese... o perché ben presto vorrò parlare con uno dei suoi genitori.- tuona minacciosa la prof.
- La mia materia preferita, Marvin..-
Eccolo.
Ci mancava.
Ora sì che la mattinata è ufficialmente uno schifo.
La sua voce arrogante, quando riecheggia per tutta la palestra, riesce ad essere ancora più insopportabile.
James sfila con il mento verso l'alto, passando davanti ad Ari senza guardarla minimante.
-Di prima mattina, non c'è niente di meglio...- asserisce poi con lo sguardo assottigliato, rivolto ad un muro di ragazze con i leggings attillati.
Taylor gli si para davanti bloccandogli la visuale.
-Immagino che qui non sia niente che tu non abbia già visto senza mutande addosso, vero?-
Lui sogghigna con fare presuntuoso, poi mi guarda leccandosi le labbra.
-Può darsi.-
Gli volto le spalle all'istante, non gli darò modo di rivolgermi la parola ancora. Non mi è piaciuto come mi ha trattata ieri sera, ma a dirla tutta.... non mi piace mai, forse perché è proprio lui a non piacermi.
E poi mi ha presa in giro davanti a tutti e mi ha fatto sentire debole. Questa cosa non riesco a sopportarla.
-June facciamoli neri!-
Amelia entra come una scheggia dalla porta, rivolgendomi un sorriso.
Poi sbuffa appena vede James.
È più forte di me, mi metto a scrutarlo di nascosto: sono proprio curiosa di sapere con che occhi la guarda, dopo ciò che li ho sentiti dire a casa di Poppy.
Ma poi che cosa gli ho sentiti dire? Non ci ho capito niente.
La cosa più assurda è che non c'è una ragazza intorno a me che non riesca a staccargli gli occhi di dosso. Non capisco davvero cosa ci sia da guardare, i miei occhi si posano sulla sua canotta da basket, è talmente larga che gli si vede tutto.
Cioè sì...è alto, ha un fisico atletico, delle spalle larghe... Alla fine è un bel ragazzo, ma così come lo sono Jackson o Brian..
Anche se..
-Che cazzo ti guardi?- mi chiede quando mi scopre a fissarlo.
-La tua faccia da stronzo che tra poco verrà bersagliata di palle.-dico d'istinto.
Pizzico la lingua tra gli incisivi, ma ormai è troppo tardi.
Lui si avvicina a me, con le mani sui fianchi.
-Attenta ragazzina che ci metto tre secondi esatti ad infilartele in gola le palle.-
E certo, diciamolo davanti alla prof, come se niente fosse
-E non parlo di questa.- aggiunge poi facendomi vedere la palla con un ghigno irritante.
Io l'afferro velocemente, solo per sbattergliela con violenza contro stomaco.
-Ahia cazzo!- Lui ringhia un lamento piegandosi in due.
-Non ho tempo di farvi lezione oggi, quindi giocate a pallavolo. Avanti, sfaticati. Scegliete i capitani.-
-Certo prof.- dice Ari sorridendo.
-Non voglio vedere pallonate in faccia, pugni o calci. Non siamo in un ring, capito?-
James sbuffa.
-Capito?- insiste lei guardandolo.
-Che palle prof...- sputa lui facendo un sorrisetto divertito a Jackson che lo guarda scrollando la testa.
-Maschi contro femmine. Vediamo cosa sapere fare. Io sono il capitano della mia squadra.- annuncio ai ragazzi, senza paura.
-Ma sentila Biancaneve... E chi ha detto che tu...- James prova a prendere parola ma io lo blocco sul nascere.
-Vi lasciamo anche il vantaggio della palla. Noi ci prendiamo questo campo. Muoviti Hunter hai già parlato abbastanza, passa ai fatti.- asserisco prima di voltargli le spalle.
La prof di educazione fisica mi fa cenno con il pollice alzato senza sollevare la testa.
-Finalmente qualcuno che fa chiudere il becco a quell'uccellaccio.-
- Questa è violenza verbale prof!- replica James con tono offeso.
-Comincia a giocare o te la faccio vedere in presidenza la violenza verbale, Hunter.-
Sorrido soddisfatta, lui mi lancia uno sguardo arrabbiato carico di un solo significato "ora te la faccio vedere io".
E ovviamente non si smentisce. La partita inizia e se c'è una cosa che fa per tutto il tempo, è schiacciare sempre e solo su di me. Riesco a rispondere, ma il problema è che non riesco a concentrarmi a giocare, perché ho il terrore mi arrivi una pallonata ai mille chilometri orari in piena faccia.
-James hai rotto il cazzo, smettila.- lo rimprovera Marvin.
-E tu perché non vai a fanculo nella squadra delle signorine, Mar?-
Così quando tocca a me schiacciare, non posso nascondere un sorrisetto soddisfatto.
Ora te la faccio vedere io.
Lui mi fissa dall'altra parte del campo. È come se gli altri giocatori non esistessero, ho la concentrazione tutta su di lui.
Con un tocco di mano sistema i capelli che gli ricadono sulla fronte. Porca miseria quanto è odioso. E poi fortuna che ho mangiato sei fette di toast con la nutella questa mattina, perché guardarlo mi mette un certo vuoto allo stomaco.
Okay, concentrati June mi dico prima di tirare.
E sì la pallonata arriva secca e decisa come l'avevo prevista.
Arriva anche in pieno viso, come avevo deciso io.
Solo che ho appena preso in pieno il povero Blaze.
-Oh dioooo no!!! Blaze!!! Scusa!!-
Si tiene una mano sul viso dolorante, con l'altra mi fa cenno che va tutto bene.
James ride di gusto, ma smette quando la prof lo fulmina.
-Finiscila di ridere e portalo in infermeria, Hunter!-
-Cosa?? E perché io??-
-Perché sei il capitano.-
-Ma mi divertivo cosi tanto...-
-Avanti!-
Poi mi rivolge un labiale che è impossibile da non riconoscere.
-Ti odio White.-
Io gli rispondo alzandogli il dito medio. Cos'altro dovrei fare?
🌻BLAZE POV🌻
-Quella cogliona di White...-
James borbotta in continuazione finché non siamo in infermeria.
-Non c'è bisogno che vieni con me. Davvero...puoi andare a fumarti una sigaretta se vuoi.-
Lui non mi dà retta e quando mi siedo sul lettino, mi afferra il mento tra le dita.
- Fammi vedere.- dice poi ispezionandomi lo zigomo nero.
-Guarda che cazzo di botta ti ha dato...-
-C'è l'aveva con te.- biascico fissandolo dritto negli occhi.
-Appunto. Pensa che mira del cazzo che ha quella ragazzina..-
-E come mai ce l'hanno tutte con te?-
-Non lo so, Blaze. Dimmelo tu...gira un po' di frustrazione in classe?- si morde il labbro.
Maledizione.
Sbuffo tenendo lo sguardo alto.
Non voglio distrarmi e finire a guardarlo con occhi che non dovrei.
Si asciuga la fronte leggermente sudata, così come la canottiera. Riesco a vedergli l'addome abbronzato e segnato dai cubetti imperlati di sudore.
Sguardo alto, Blaze
-Vale sto stesso per Taylor? Anche Tiffany sembrava stranamente agguerrita.- aggiungo poi.
-E allora? Ma dove cazzo è Carmen?-
Inizia ad agitare la tendina che separa i due lettini in cerca dell'infermiera.
-È l'effetto che fai a tutte le ragazze?- gli chiedo con l'intento di infastidirlo.
-E il problema sarebbe...?-
-Che tutto il genere femminile ti odia.- ridacchio.
-Blaze... Blaze...se quello lo chiami odio, spera di essere odiato come me.-
Poi però si ferma per scrutarmi con attenzione.
Non c'è bisogno di fare gli striscioni, lo sa che non ho il minimo interesse per le ragazze.
E penso sappia anche che Jackson è innamorato di lui, solo che fingere di non saperlo gli è più comodo.
-Sai Blaze... non è importante il tipo di reazione che provochi sul viso di una ragazza..- esclama dandomi un pizzicotto sullo zigomo già dolorante.
- Ahi!-
-...Devi guardare quello che le provochi più in basso..- conclude poi, posando una mano calda sulla mia coscia fasciata solo dei pantaloncini sportivi.
Sento la mia temperatura schizzare alle stelle.
-In... in che senso?-
-Le mutande Blaze. Nelle loro belle mutandine da brave ragazze.-
Perché deve essere sempre così volgare?
Ma poi, la sua mano sale pericolosamente, fino a quasi ad arrivare in prossimità del mio inguine.
Sento le vertigini.
-Ti sei mai chiesto che effetto fai alle ragazze Blaze?-
Un nervoso cenno di no con la testa mi esce spontaneo.
Mi sta provocando.
-E....- lo guardo passarsi la lingua tra le labbra con una lentezza quasi dolorosa -....ai ragazzi?-
Mi distraggo per qualche istante, mentre lui stringe quegli occhi blu, come se fingesse di pensare.
-Perché sai... io me lo chiedo spesso..-
Bastardo manipolatore.
Sono disorientato.
Si chiede spesso che effetto fa ai ragazzi?
In che senso?
Poi in un secondo lo perdo di vista. Sento il suo profumo alle spalle, mentre il suo braccio mi finisce intorno al collo.
-Hai parlato con papino, Blaze?-
-N..no.-
-Digli di stare attento alle sue prossime mosse.-
Deglutisco con fatica.
-Cosa? Che mosse?-
-Oh lui sa perfettamente di cosa parlo..-
James stringe la presa intorno al mio collo per poi rilasciarla del tutto.
Mi esce un colpo di tosse, quando mi viene davanti.
-E digli pure che te l'ho detto io.-
🌻JUNE POV🌻
- Comunque ci tengo tantissimo a farmi perdonare per ieri.-
Non mi aspettavo che William venisse a prendermi in palestra, a fine lezione.
-Ti sei addormentato come un vecchietto, va bene. Sei già perdonato- mi sforzo a sorridere.
Lui si scompiglia i capelli chiari con fare imbarazzato.
-No, dico... anche per non essere venuto a studiare a casa tua.-
Ad un tratto però, il suo viso dapprima sorridente si incupisce.
-Tutto okay?- domando facendomi seria.
- Ieri pomeriggio i miei mi hanno trattenuto...-
-Non mi avevi detto che erano partiti?-
Ci scontriamo per un istante in uno sguardo eloquente. Sguardo in cui ci scambiamo una verità innegabile: lui ha appena mentito e io l'ho appena capito.
-Ah, ben sì infatti..Per telefono.-
Ah. Ecco. Sembrava tutto troppo bello per essere vero.
-Ci vediamo oggi?- chiede rivolgendomi i suoi occhi come due specchi cristallini.
Stavolta lo guardo dritto nelle pupille.
Cosa vuoi da me William?
Perché ho come l'impressione non sia sincero?
Però se mi dicesse bugie e non volesse vedermi, non sarebbe così pressante per organizzare un altro appuntamento, no?
La verità è che io non voglio stare appesa ad un filo come mi ci ha fatta sentire ieri. Non fa per me.
-Okay Will, ma sappi che questa è l'ultima volta che...-
Le sue labbra sopprimono le mie parole con un bacio a fior di labbra.
-C'è tua mamma a casa oggi?-
- Sì- rispondo sulla difensiva.
-Va bene..-
-Va bene cosa, Will?- lo guardo stranita.
Si è bevuto il cervello?
-Voglio conoscerla.-
Si è decisamente bevuto il cervello.
-Oh beh... insomma..-
-Perché no?- sbuffa lui sollevando le spalle.
Perché non siamo ancora a quel punto.
-Cosa le dico.. cioè come ti presento..-
-Tu mi piaci June e non mi importa come vuoi chiamarla questa cosa. Io vorrei continuare a vederti.-
Non è carino che io abbia dei dubbi su di lui, però voglio solo essere sicura di non prendermi una cantonata micidiale in faccia.
-Magari non a casa mia oggi, ok? Facciamo una volta che non c'è mia madre. Fidati, non la conosci.-
Ha detto che ha la casa libera, perché non posso andarci io da lui?
Ci stiamo dirigendo alla porta dell'uscita dalla palestra, quando una sagoma ci attende.
James Hunter sta a braccia incrociate, sembra un sicario e sta aspettando proprio William.
-Ci vediamo dopo.-
-Okay.- biascico senza degnare nessuno di uno sguardo.
- June?-
Will mi richiama, mi volto rapidamente.
-Allora da me oggi pomeriggio?-
Non voglio stare lì con loro un secondo di più, perciò annuisco poi esco dalla palestra a passi lenti, estremamente lenti.
Se solo si dicessero qualcosa prima che io fossi completamente lontana..
-Stasera?- gli chiede James.
Tendo l'orecchio.
-Sì certo.- risponde Will.
Non c'è esitazione nella sua voce limpida. Ma sì certo, cosa?
Sorrido alle ultime ragazze che escono dalla palestra, poi mi spiaccico contro la porta per ascoltare.
-Sicuro?- continua James
-Sì. Non chiedermelo più.-
-Pensavo che stare con Miss Perfettina del cazzo ti facesse cambiare idea.-
-Secondo te posso raccontarle una cosa del genere?-
Devo smetterla di origliare o mi farò solo male
-E perché no?- lo punzecchia James. -Non è quella........giusta?-
Il suo tono sarcastico mi offende, ma di cosa mi stupisco? Ogni volta che quel vandalo apre bocca, io mi sento offesa.
-Cazzo James, ma non puoi fare il serio una volta?-
Stringo i pugni nell'udire quelle parole.
"Serio?" Dire che sono quella giusta per William, è così tanto assurdo?
C'è un momento di silenzio.
Forse è meglio che io vada prima di sentire qualcosa di cui potrei pentirmi amaramente.
🌻
-Vuoi che...-
-Vengo io! Guarda che mi ricordo perfettamente dove abiti, Will.-
-Va bene.-
-Okay a dopo.-
Sto per mettere giù la chiamata, quando lui mi blocca.
- June?-
Resto in silenzio.
-Non vedo l'ora..-
- Già. A tra poco.-
C'è qualcosa che mi frena con William e probabilmente sarà così finché non sarò completamente sincera con lui e non gli esporrò tutti i dubbi che ho nei suoi riguardi.
Metto giù la conversazione poi scendo in garage a prendere la mia bicicletta. Nonostante i mille traslochi, lei è rimasta intatta.
-A cosa dobbiamo l'onore di tirare fuori quel vecchio ammasso di ferri?-
Quando arrivo in cucina, per poco non mi accorgo di mia madre che sta appollaiata come un gufo sulla sedia.
-Mamma!-
-Un ragazzo?-
-Vado a studiare da Amelia.-
- Deve proprio essere carino se nell'ultima settimana non hai fatto altro che uscire...-
- Ma che dici??-
Fingo un tono scandalizzato, ma lei è troppo furba.
- Ti accompagno io da Amelia allora...-
- Ma no dai. Voglio farmi un giro, è così una bella...-
Sposto la tenda per guardare fuori dalla finestra. Si sta per mettere a piovere.
...Una bella giornata di merda
-Va beh io vado.-
-June fermati un attimo. Voglio parlarti.-
Mi fermo sullo stipite della porta dove lancio gli occhi al soffitto.
-Sì, ti ho già detto che ci vengo a quella stupida cena!-
-Mi fa piacere, ma io volevo dirti un'altra cosa e non penso ti farà piacere....-
La guardo mentre se ne sta seduta in cucina a sfogliare sull'iPad una carrellata di opere d'arte digitali che qualsiasi essere con un po' di cervello riterrebbe inguardabili.
- Sto aspettando, mamma.-
Lei posa l'iPad sul tavolo e incastra gli occhiali da vista tra i capelli biondi e sottili.
-Mi hanno offerto un lavoro fisso.-
- Ma tu hai già un lavoro.-
- E dai June.. intendo una cosa seria.-
Ah perché dipingere nella speranza che qualcuno si compri i tuoi quadri non è un lavoro abbastanza serio?
-Abbiamo bisogno di soldi mamma?-
-Potrei aver fatto qualche errore di valutazione...-
Sbuffo incrociando le braccia al petto. Sempre la stessa storia.
Vorrei dirlo a voce alta, ma quando la vedo strofinarsi la fronte con aria assorta, inizio a preoccuparmi anch'io.
-Mi stai dicendo che ..... stiamo già scappando?-
Record. Neanche un mese abbiamo resistito questa volta.
Maledizione, questa però sarebbe l'unica volta in cui mi dispiacerebbe per davvero però...
-No, ma che hai capito! Ci sarebbe un'opportunità di lavoro qui.-
-E perché allora non dovrebbe farmi felice?-
-Beh tu sai che in passato ho insegnato...-
Oh no no no
Vorrei mettermi le mani sulle orecchie per non sentire quello che ha da dire.
-Nella mia scuola no, mamma.-
- È che Jordan mi ha detto che nella vostra scuola stanno cercando una supplente d'arte per quest'anno..-
Jordan? Il tizio che l'ha invitata a cena ora le trova anche il lavoro? Seriamente?
Le volto le spalle all'istante.
-Ah, June.-
-Eh.- replico seccata.
-C'era un divisa maschile tra i tuoi vestiti, io l'ho stirata ma sappi che..-
- Okay, facciamo così: io non ti chiedo cos'hai fatto per farti raccomandare da Jordan e tu non fai domande sulla divisa.-
- June White!-
Il suo urlo di rimprovero si fa lontano quando tiro su il cappuccio della felpa ed esco sotto alla pioggerella con la mia bici.
🌺
Arrivo a casa di William verso le sei e mezza.
-Ehi.-
Sono talmente agitata che quasi non mi rendo conto abbia provato a baciarmi sulla soglia della porta d'ingresso. Io sono rimasta come un ghiacciolo, immobile.
Fortuna che lui non sembra esserci rimasto troppo male.
- Tolgo le scarpe.- esclamo indicando le converse zuppe d'acqua.
L'ultima volta che sono stata in questa casa, non solo era piena di gente, ma lui mi ci aveva pure cacciata via a calci in culo.
Metaforicamente parlando.
Eppure la sensazione di quel ricordo è così spiacevole e pungente, che sembra tutto fuorché metaforica.
-Vieni, andiamo in cucina a studiare.-
Ah.
Certo, sono qui per studiare ma... pensavo potessimo parlare un po'.
Seguo la sua maglietta bianca fino alla cucina che si affaccia sul giardino.
Per un attimo, attraverso la finestra rivedo il nostro primo bacio.
- Vuoi cominciare con fisica o inglese?-
- È uguale.- rispondo tirando fuori il libro d'inglese.
La pioggia scroscia battente sul vetro, regalandoci quella melodia di sottofondo che è sempre riuscita a farmi concentrare al massimo quando faccio i compiti.
-Vuoi qualcosa da mangiare?- mi chiede William dopo un'oretta di studio.
I suoi occhi chiari si perdono nei miei.
-No. Vorrei vedere camera tua.-
William resta confuso per qualche istante.
Non so come mi vengano, eppure mi escono prima che il mio cervello se ne accorga a quanto pare.
-Oh. Okay.- biascica lui senza troppa convinzione.
Così saliamo in silenzio al piano superiore. Lui non dice una parola.
Forse mi sarei dovuta fare gli affari miei, è chiaramente infastidito dalla mia richiesta e...
L'immagine che mi si presenta davanti genera il caos nella mia testa.
Niente.
Non c'è niente in quella stanza. Una parete nera ed una bianca.
Ed un letto.
-Wow. Ehm .. minimal?-
Non riesco a dire altro, anche William pare essere a corto di parole.
- La riempio di cose in certi periodi, poi la svuoto in altri.-
Un sapore amaro mi si fa in strada in bocca.
- In che senso?-
Dovrei annuire e dire "oh interessante" invece che fare mille domande, ma è più forte di me.
William però sembra non respirare.
-Stai bene?- abbozzo un sorriso, nella speranza che il suo "sì" sia convincente.
Lui annuisce.
Non mi pare proprio.
La sua ombra contro il muro sparisce nel momento in cui si siede sul letto.
-Tutto ok?- insisto io.
Cerco il suo sguardo, è lo stesso che mi ha detto quelle parole bellissime alla festa di Poppy... eppure non lo sento. C'è qualcosa di invisibile tra noi che ci tiene distanti, non riesco a capire cosa.
-Non c'è niente, è solo che mi sento a disagio a fare entrare qualcuno qui.- taglia corto senza troppo entusiasmo.
- Non volevo risultare invadente, cioè era solo una curiosità la mia..- tento di giustificarmi.
- Non c'è mai stata nessuna ragazza..- dice poi.
Mi siedo a fianco a lui mantenendo le distanze, come se sentissi d'aver già invaso i suoi spazi a sufficienza.
-Non essere nervoso..cioè... io lo sono più di te.-
Provo a rassicurarlo, ma intrecciare le dita e mordicchiarmi le labbra in questo istante, non è segno di grande tranquillità.
- Ho la sensazione che non ti fidi di me, June.- William muove il ginocchio con fare nervoso.
Hai chiaramente un segreto e io devo saperlo, non mi importa a che costo.
- Beh... in parte è vero.-
-Puoi venire più vicina?-
Scivolo sul materasso per posizionarmi proprio accanto a lui, infine poggio la testa contro la sua spalla.
-C'è qualcosa che vorresti dirmi?-
-Ho paura di spaventarti...-
Sento la sua testa farsi pesante sulla mia.
-... e farti scappare via.-
- Perché semplicemente non provi a dirmelo?-
Lui slega il nostro contatto per guardarmi fisso negli occhi.
-Preferisci la verità o restare con me, June?-
Oh merda.
C'è solo la melodia della pioggia contro i vetri, a fare da sfondo al mio silenzio.
-Preferirei sapere la verità e restare con te.-
Forse avrei dovuto rispondere più velocemente, perché lui scuote la testa.
-Vieni ti faccio vedere cosa tiene mio padre quassù.-
William mi prende per mano accompagnandomi fuori dalla sua camera.
Percorriamo le scale fino a raggiungere il piano superiore.
-Non ci credo..- sospiro quando spalanca una vecchia porta in legno.
C'è un mondo lì dentro.
-Era un'antica soffitta, mio padre l'ha trasformata in libreria.-
Ed è la cosa più bella che abbia mai visto.
Perdo di vista William perché i miei occhi, seguiti a ruota dalla mie dita, cominciano a sfiorare delicatamente tutti quei libri, come fossero pietre preziose. Alcuni sembrano essere davvero volumi vecchissimi.
-Sapevo che ti sarebbe piaciuto.- sussurra accerchiandomi da dietro.
-Sai tentando di sedurmi Will?- sorrido quando sento le sue labbra solleticarmi l'orecchio.
-Scherzi vero? Ti ho già sedotta. No?-
Ruoto la testa in cerca della sua bocca, ma poi mi fermo prima di baciarlo. C'è qualcosa che vuole dirmi in questo momento, lo sento.
- Puoi dirmi quello che vuoi. Davvero, non ti giudicherei.- mormoro sulle sue labbra.
La mia voce è poco incisiva, quasi come se neanche io ci credessi per davvero.
Forse è perché so di dare quell'impressione, di una che giudica.
Lui però non parla, perciò mi faccio avanti io.
-Will... ti ho sentito parlare con Hunter, oggi.-
È inutile girarci intorno.
-Abbiamo un appuntamento per vederci stasera. Niente di che.- bofonchia lui massaggiandosi la nuca.
- Di che appuntamento parlavate?-
- Niente di che... te l'ho appena detto.-
La sua voce trema appena, lasciando trapelare la bugia che ormai è chiara ai miei occhi.
-Allora.. posso venire con te?- lo provoco.
Non ho intenzione di cacciarmi nei guai, ma voglio vedere la sua reazione.
E la sua faccia cambia improvvisamente.
-No.-
Respiro lungo.
-E se sapessi dove andate e non devi più tenermelo nascosto?-
-Come fai a saperlo?! Cazzo, James mi ammazza!-
Bingo.
-Chi se ne frega di James, voglio venire con te.- insisto.
William comincia a ticchettare con un dito su uno dei ripiani che compongono la libreria.
-È.... pericoloso.-
Pericoloso?
Poppy aveva parlato di gare.
Che sia questo?
-Non mi importa voglio venire con te lo stesso.-
Abbasso la testa ma non posso fare a meno di guardarlo negli occhi.
-No.-
C'è un attimo di gelo infinito che interrompo con un gesto repentino: gli volto le spalle.
-Vabbè io me ne torno a casa.-
- Aspetta, June. Non ...-
-Non è un ricatto, Will. È solo che così non mi sta bene.- spiego quando lui mi prova a rincorrermi giù per le scale.
-In che senso?- mi chiede prima che possa arrivare alla porta.
- Mi dispiace, non... tra di noi non credo... non può funzionare.-
China la testa, ha capito perfettamente cosa sto dicendo.
-Ci sono troppi segreti e io... è meglio finirla prima che cominci a provare qualcosa per davvero.-
L'ho detto ad alta voce, non riesco quasi a crederci.
Sento le mie spalle modellarsi contro la porta, William curva le labbra all'ingiù.
Probabilmente vedermi così restia e pronta a fuggire, non era ciò che si aspettava.
-Perché...dimmi perché ti ostini a fissarti su una cosa del genere...-
-Perché voglio che ti fidi di me, Will. E se sin dall'inizio non siamo sinceri l'uno con l'altro, non ha senso vederci. È inutile anche solo provarci.-
Qualcosa si blocca nel suo sguardo limpido, come se trattenesse un'emozione. Chiudo gli occhi quando con un movimento rapido si avvicina alle mie labbra per baciarle.
-Va bene.- lo sento sussurrare contro la mia bocca socchiusa.
-Dici sul serio?-
-Sì. Anch'io vorrei tu ti fidassi di me.-
Non posso reprimere il sorriso spontaneo che si disegna sulla mia bocca.
Ma sono ovviamente ignara del guaio gigantesco in cui mi sto per cacciare.
Jackson ci viene a prendere con la sua Porsche rossa fiammante, la sera stessa.
La sua testa color sabbia fuoriesce dal finestrino insieme ad una nuvola di fumo aromatico.
- Ciao June.-
Incontro i suoi occhi azzurri e lucidi.
- Jackson.-
Il suo viso è leggermente arrossato, sotto ad una chioma di capelli spettinati.
Vorrei dire a William che Jackson non mi sembra in condizioni di guidare e non perché io sia troppo bacchettona, ma perché si sta fumando una canna mentre è al volante.
-E se ci ferma la polizia?- chiedo sottovoce a William che mi risponde con un sorriso.
Ma che domande faccio?
Già grazie che non ci sia venuto a prendere quel teppista.
- Lo sai che s'incazzerà, vero?- sento dire a Jackson, dopo qualche minuto di tragitto.
-Tu non preoccuparti.- taglia corto William muovendo la gamba con fare nervoso.
Ormai è calato il buio, ma il posto in cui arriviamo, seppur poco illuminato, io lo riconosco. È lo stesso luogo in cui eravamo venuti a recuperare James Hunter.
Jackson si ferma nel parcheggio, che a differenza dell'altra volta, oggi è strapieno di macchine. Oltrepassiamo il locale e proseguiamo a piedi fino ad un postaccio che non ho mai visto.
Sembra una vecchia pista abbandonata. È inquietante qua fuori, c'è poca luce ed è pieno di gente strana. Io vorrei solo che Will mi prendesse per mano.
-Ma non erano go-kart?- chiedo indicando lo sterrato, quando vedo quella che sembra pista, ma in realtà è molto più grande e senza recinzioni.
- Ma quali go-kart....- ridacchia Jackson.
Tutte le nostre chiacchiere di circostanza cadono nel vuoto, non appena vedo James Hunter da lontano. Riconosco la sua giacca di pelle, mentre se ne sta a chiacchierare con un gruppetto di ragazzi più grandi.
-James!- lo richiama Jackson.
Lui si volta per salutarli, ma poi i suoi occhi finiscono pesanti su di me.
La sua mascella si irrigidisce duramente.
-No. Ditemi che è un cazzo di incubo.-
- Sta tranquillo. Dopo ti spiego.- taglia corto William, come se le sue parole bastassero a calmarlo.
James lo afferra dal braccio.
-Glielo hai detto? Porca troia, hai dovuto per forza racontare tutto alla tua fidanzatina del cazzo?-
-Perché non ti calmi? Non le ho detto niente!- William si divincola dalla presa a fatica.
-Perché cazzo glielo hai detto??-
-Non gliel'ho detto, smettila!-
Vedo William prendere un grosso respiro, prima di parlare sottovoce.
-Lo sapeva già.-
Quanto mi piacerebbe che anche James parlasse sottovoce, perché quello che dice è, come al solito, raccapricciante.
-Ti è bastata l'idea di farti una scopata, ti è bastato questo per tradirmi!? -
Sono anni che non piango, eppure ogni volta che gli sto vicina ha quel potere di farmi sentire uno schifo.
-Smettila.- ringhia William andandogli ad un centimetro dal naso. James lo punta con il mento alzato.
-Io dovrei smetterla? Guarda che a lei non gliene frega un cazzo di te, Will.-
Vorrei urlargli che non è vero, ma Jackson mi lancia un'occhiata indisponente.
-Come da previsione, stanno per litigare. Contenta?-
Jackson mi ricorda mia madre, è sempre così acido con me..
-Ma secondo te è colpa mia?- gli chiedo allargando le braccia.
Mi basta perdermi in quell'attimo a parlare con Jackson, che William mi sfugge via.
-Jax dammi le chiavi. Arrivo subito.-dice passandomi a fianco con fare sbrigativo.
- Ma dove vai.....?-
Compio una rotazione su me stessa per seguire la sua traiettoria, mi gira la testa.
Dov'è andato ora?
Mi guardo intorno con maggior attenzione, perché fino ad ora non avevo ben realizzato dove ci trovassimo. Sento urla e schiamazzi provenire da ogni parte.
Oh mio dio, che posto malfamato. Nell'aria c'è odore di fumo e pericolo. Vedo gente che ha tutto l'aspetto di essere losca, tant'è che se dovessi immaginarmi spacciatori o delinquenti, me li immaginerei proprio così.
- E dai... che cazzo ti cambia che lei sia venuta qui?-
Jackson allunga una sigaretta a James e prova a tranquillizzarlo, ma lui sembra essere troppo su di giri per ascoltarlo.
-Jackson ma tu non vuoi mai capire un cazzo?!-
Mi sta ignorando e io non posso che esserne felice. Gli lancio un'occhiata veloce: giacca di pelle nera ed una maglietta dello stesso colore, sopra ad un paio di jeans scuri.
Che fantasia, eh.
-Will ha fatto una cazzata.- dice poi piantandomi i suoi occhi blu addosso come due pistole cariche.
Non riesco più a trattenermi, è più forte di me.
-Non è colpa sua, non me l'ha detto lui.- esclamo in difesa di William.
A giudicare dall'espressione di disprezzo che si disegna sul suo volto, sarebbe stato meglio stare zitta.
James mi lancia in pieno viso la sua collera, con un'occhiata sottile.
-Chiudi quella fottuta bocca del cazzo tu.-
Fuma nervosamente una sigaretta, incurante del fastidio che mi provoca il fumo negli occhi.
-William l'ha fatto per me. Gliel'ho chiesto io, l'ho praticamente messo alle strette..Non puoi avercela con lui!- insisto.
-No, infatti io ce l'ho con te. Stammi alla larga.- asserisce voltandomi le spalle per tornare dai suoi amici.
Mi guardo in giro ancora una volta.
È davvero pieno di gente.
Will è sparito, ma dov'è finito Jackson adesso?
Inizio seriamente ad avere paura.
-Bellissima... non ti ho mai vista da queste parti. Ti fai un giro come me?-
No, non credo di aver capito.
-Come scusa?-
Mi stringo nella mia felpa tentando di farmi così piccola da rendermi invisibile, ma ahimè non funziona.
Un tizio mi viene davanti invadendo il mio spazio vitale, è pervaso da un odore di alcool così forte che mi provoca un senso di nausea.
-Lavori qui?- continua, fregandosene del fatto che io abbia girato la faccia da un'altra parte per non guardarlo.
- Allora? Lavori al club o no?-
Lui si fa insistente. Le cose sono due: o comincio a correre, o comincio a correre.
-No io...-
Faccio un passo indietro, ma vado a sbattere contro qualcosa di solido. Ne riconosco immediatamente il profumo.
-Ma non ti vergogni, cazzo? Non lo vedi che è una ragazzina?-
James è alle mie spalle mentre sputa fumo in faccia a quel tipo poco rassicurante mandandolo via.
-Grazie.-
-Sta zitta.- sussurra nel mio orecchio.
Mi giro di scatto perché vorrei chiedergli cosa ci facciamo qui, ma siamo troppo vicini e per un attimo perdo il filo.
Invece lui non sembra avere problemi nel starmi addosso con quegli occhi assottigliati.
-Guarda che mi so difendere da sola.- dico punta nell'orgoglio.
Cioè in situazioni normali sì, qui è tutto così losco che sembra di stare in mezzo a dei veri criminali.
-Non mi sembra.-
Lo vedo continuare a seguire con lo sguardo un gruppetto di ragazzi più grandi, che lo fissano in cagnesco da lontano.
- Chi sono quelli?-
Lui sbuffa infastidito.
-Finisci male, White.-
- Perché dici così?-
-Tu non devi sapere un cazzo.-
Quei ragazzi si dicono qualcosa tra di loro poi cominciano a puntarci con occhiate poco amichevoli.
Non mi sento affatto al sicuro qui.
James continua a fumare, mentre io provo a nascondermi dietro di lui.
- Ti ho detto di starmi lontana.- mi fulmina quando mi avvicino così tanto al suo braccio che per poco non lo sfioro.
- Non lo so, White... vuoi anche abbracciarmi, cazzo?-
-Posso starti vicino?-
-Sparisci. Ti ho detto...-
Lui mi guarda accigliato, probabilmente si starà chiedendo il perché del mio comportamento così strano, poi si accorge del gruppetto poco distante da noi che continua a fissarmi.
Sembra conoscerli.
-Basta che non mi tocchi.-
-Ah certo perché secondo te io non vedo l'ora di toccarti! Mi fai schifo!- sbraito avvicinandomi ancora di più.
Sogghigna come se avessi appena detto l'assurdità del giorno.
-Certo certo, continua a ripetertelo magari prima o poi ci credi.-
- Cosa ci facciamo qui?- domando senza nascondere il broncio, anche se in realtà quella che provo è più paura che tristezza.
-Che cazzo di faccia hai?-
Ma l'educazione?!
Certe volte dice delle cose che mi lasciano senza parole.
-È la mia e se non ti piace girati da un altra parte.- rispondo acida.
Lui però mi punta con uno sguardo serio.
- Dimmi una cosa Biancaneve, come facevi saperlo?-
Ehm..
-Ti ho fatto una cazzo di domanda.-
-L'ho sentito dire. Ne stavate parlando a scuola.- sparo la prima cosa che mi viene in mente.
-Sei bugiarda. Ti sembra un posto per te questo?-
- Ah già perché questo è posto solo per gente cattiva e misteriosa come te, vero?-
Lui mi squadra da capo a piedi.
- Ma poi come cazzo vai in giro?- ridacchia guardandomi la felpa enorme che mi compre quasi fino alle ginocchia.
-Come mi pare. E poi ero da Will a studiare.-
-Appunto. Poveraccio.-
Devo cambiare discorso o finisco per prenderlo a schiaffi.
-Non capisco perché ti fa arrabbiare tanto che io sia qui...è pieno di ragazze. Guarda!-
Indico a caso intorno a me, trovando un paio di ragazze qui e là. Alcune hanno dei vestiti così corti ed attillati che lasciano poco spazio all'immaginazione. Di sicuro nessuna sta con i jeans come me.
-Lo sapevo che non ti saresti fermata.-
Il suo sorrisetto odioso mi dà sui nervi.
-A fare cosa, scusa?- chiedo scocciata.
-A curiosare.-
Lo so che non dovrei alzare la voce perché in questo momento non sono nella posizione per farlo, però il suo essere così arrogante mi urta a livelli massimi.
-No e sai una cosa!? Non mi fermerò finché non scoprirò perché William fa tutto quello che gli chiedi! Anche una follia come questa!-
-A perché tu pensi che io...-
Scoppia a ridere lanciando la sigaretta a terra, poi la spegne con la scarpa.
-Non hai proprio capito un cazzo.-
-Di che diavolo stai parlando?- mi impunto, quando mi accorgo che un ragazzo si avvicina a noi.
Ha un filo di barba rossastra e un modo di fare piuttosto sgradevole.
- Hei Hunter.-
- Austin non è serata.-
-Sono qui per parlare con la bella signorina qui presente.- dice il ragazzo accerchiandomi le spalle con un braccio.
-Quanti anni hai?- biascica quest'ultimo. È chiaramente ubriaco.
-Meno di quelli che aveva tua madre quando me la sono scopata nel tuo letto. Sparisci Austin.-
Il tizio si allontana, mentre James mi afferra dal tessuto della manica della felpa.
-Senti, dato che attiri i peggiori maniaci... Stammi vicino. Ma ad una condizione. -
-Che condizione?-
-Che chiudi quella cazzo di bocca.- soffia con presunzione.
-Ti odio.-
- Sarà meglio.-
Un ragazzo alto ci si presenta davanti con un lungo cappotto, sembra uscito da un film di fantascienza.
-Hunter tocca a te.-
James non risponde, ma lo segue addentrandosi nel buio.
Ed è proprio quando lo vedo allontanarsi, che mi spavento sul serio.
-Dove vai? Non mi lasciare qui!- corro verso la sua direzione.
Il mio gesto incuriosisce il ragazzo alto che mi scruta con faccia confusa.
-Ti porti lei?- chiede il tizio mentre li seguo, ignara di tutto.
James si ferma e si volta appositamente per guardarmi. Ci fissiamo intensamente negli occhi e per un attimo mi trovo in soggezione.
Non c'è un'emozione sul suo viso, solo indifferenza.
-Sai che ti dico? Sì mi porto lei.-
- Cosa? Dove?-
Mi guardo indietro. Ci stiamo allontanando dal locale e dall'ammasso di gente.
Ma dove stiamo andando?!
-Okay- dice il tizio fermandosi in un casottino, dove si appunta qualcosa su un quaderno sgualcito.
Sento dei rombi in lontananza, ma al momento sono troppo presa da questa situazione assurda per farci caso.
-Dove devo venire? Hunter!?-
-Così ti faccio vedere che non è uno scherzo. Voglio vedere se hai ancora voglia di starmi tra i piedi.-
Ma non c'è tempo di battibeccare che James svolta l'angolo, uno stuolo di auto sportive attira la mia attenzione.
E quando tira fuori un paio di chiavi dalle tasche e apre la portiera di una macchina lussuosa, inizia a prendermi il panico.
Perché adesso mi è tutto chiaro.
-Ascolta io non ti ho chiesto di partecipare a Fast and Furious, volevo solo ...-
-Farti i cazzi altrui come al tuo solito.- James completa la mia frase prima di infilarsi in macchina.
-James ti prego!-
Non so perché lo faccio, ma apro la portiera ed entro nell'auto.
-Ora sta zitta.-
Lui mette in moto e in una manciata di secondi raggiungiamo la pista in cui c'è già un'altra macchina ad aspettarci.
- No! Dimmi perché..-
-Senti, se vuoi uscire apri la portiera ed esci. Se stai qui devi tenere quella bocca chiusa.-
Mi si blocca il fiato.
Cosa dovrei fare?
Guardo fuori dal finestrino.
Il tizio che prima ci ha accompagnato alla macchina ha una pistola in mano e...
Cosa?
È finta? Deve essere finta.
Stringo gli occhi per mettere a fuoco, poi guardo James che non fiata. Stranamente.
Si toglie la giacca restando con una maglietta aderente che mette in mostra il suo fisico scolpito.
Il petto si muove velocissimo sotto al tessuto nero.
-Stai bene?-
-Ma che cazzo si domanda è?!-
-Quella che ti ho appena fatto!!Voglio sapere se stai bene.-
Lui abbassa la testa senza rispondere.
-Dimmi solo che cosa si fa qui. È per soldi?-
Increspa il labbro superiore, come se la mia insinuazione lo offendesse.
-Si guadagnano soldi sì.-
-E tu hai bisogno di soldi?- esclamo incredula.
Nessuno della mia scuola ha bisogno di soldi, è più che ovvio.
-No certo che no.- risponde lui freddo.
-E di cosa....-
-Adrenalina, ti dice qualcosa?- Mi trafigge con uno sguardo gelido.
- No. Non può essere solo questo.- ribatto decisa quando lo vedo mordersi il labbro con violenza.
-Non hai paura di morire?-
-Magari ci spero, non ci hai mai pensato?-
Il rombo del motore mi fa sobbalzare.
- E devi dirlo prima di mettere in moto??- esclamo con voce acuta.
-Mettiti la cintura.-
Sento l'agitazione farsi strada sotto alla mia pelle.
-Come scusa?-
Lui mi guarda.
Prima brividi freddi, poi caldi.
- Mettiti quella fottuta cintura del cazzo e tieniti forte.-
Non me lo faccio ripetere un'altra volta. Nel momento esatto in cui sento il tuono di uno sparo, un'accelerata mi fa rimbalzare all'indietro cogliendomi alla sprovvista. Ed è così forte che mi spinge contro il sedile.
Chiudo gli occhi per la paura.
Non riesco a muovermi, non riesco neanche a girare il collo.
Sono immobile.
Il rumore del motore è assordante, mi penetra il cervello, ma dopo poco, una brusca frenata mi trascina con forza in avanti.
Ripro gli occhi. Forse era meglio non farlo. Fuori c'è poca luce ma vedo gli alberi schizzare ad una velocità impressionante attraverso il finestrino.
Poi tutto si ferma. Ma il mio cuore viaggia ancora ai duecento chilometri orari.
- Tu sei completamente pazzo!!!- urlo con tutto il fiato che ho in gola.
James scende dalla macchina, io sto ancora tentando di metabolizzare quello che è appena accaduto. Mi guardo intorno spesata e mi accorgo che siamo tornati al punto di partenza, dove una crocchia di gente sta applaudendo.
-Vuoi scendere??- mi intima aprendomi la portiera.
-Tu sei davvero... pazzo!-
Non sembro in grado di dire altro.
-Appunto sono pazzo, ora tornatene a casa!- sputa lui senza neanche guardarmi.
- Hei! Ma che cosa diavolo ci fai qui!? June??-
Quando esco dall'auto trovo William che ci osserva con aria interrogativa.
-Tutto ok?- chiede poi abbracciandomi.
Sto tremando come una foglia, mi meraviglio di come le mie gambe riescano ancora a camminare.
-Ma dov'eri sparito?-
-June, stai bene?- insiste Will nel guardare la mia faccia sconvolta.
-Ho un po' di nausea...-
- Non ci posso credere!- lo sento dire prima di slegare il nostro abbraccio per buttarsi sul suo amico.
-L'hai fatta venire con te, Hunter? Fai sul serio?!-
William sembra furioso, ma James gli rivolge un ghigno sarcastico.
-E allora? Tu l'hai lasciata qui.- risponde con indifferenza.
-Ma sei impazzito!? Perché l'hai fatta venire con te?-
Non credo di aver mai visto William così arrabbiato.
- Cos'è non ti fidi di me?- lo provoca James, prendendo un accendino dalle tasche dei jeans.
Non mi aspettavo di certo di vedere William dargli un brusco colpo sulla mano, con il solo intento di fargli cadere la sigaretta prima che questo l'accendesse.
- Oh cazzo.- sento la voce di Jackson che si curva in una nota di apprensione.
James prende un respiro lungo, quasi come a seppellire la rabbia che gli ha causato quel gesto così provocatorio.
-L'hai lasciata tu qui, amico.- dice poi scrollando le spalle, come se la cosa non gli importasse.
William però gli arriva sul muso.
-E se le fosse successo qualcosa?-
La risatina beffarda di James è insopportabile, sopratutto se accompagnata dallo schiaffetto affettuoso che dà sulla guancia di William.
-Ahi ahi... Qui Romeo non riesce più a pensare con il cervello ...-
Ma Will è troppo nervoso per ragionare.
Gli va ad un soffio dal viso prima di sollevare il braccio, come per sferrargli un pugno.
-Avanti colpiscimi. Non vedevi l'ora vero?-
-Will no.-
Jackson si mette in mezzo per dividerli.
Dio no, non voglio che litighino per me.
-Di a Biancaneve perché sei sparito. Avanti, fallo se hai le palle.-
-James, ma che cazzo ti prende??-
Jackson lo rimprovera, prima di prenderlo da parte per calmarlo, mentre William torna da me.
- Perche sei sparito Will!? Cioè tu mi hai lasciata qui.. io...-
Io non riesco a comporre una frase di senso compiuto e lui fa quasi fatica a guardarmi negli occhi.
-Avevo dimenticato a casa...-
-Cosa c'era di così importante a casa da lasciami qui?-
-Vieni, parliamo un attimo. Da soli.- mormora lui con voce bassa.
Poi mi prende la mano, ma non posso ignorare la parlantina di James che arriva un po' più lontana.
-Non dovevi portarla. L'hai fatta grossa la cazzata stavolta.-
-Perché dice così?- domando sedendomi su una panchina sgangherata. Controllo prima che non sia troppo sporca.
-James ha ragione, non avrei dovuto portarti.- biascica lui con voce mesta.
Inizio a guardare un punto fisso davanti a me.
-Perché siete qui? Dimmi solo questo. Non ti chiedo altro.-
William non fa resistenza questa volta.
-Siamo qui per un certo Ethan Austin.-
Indica il ragazzo con la barba ed il gruppetto che puntava James poco fa.
-L'ho visto.- mormoro controvoglia.
-Lui è il figlio del proprietario del locale. Lui e la sua famiglia organizzano gli eventi e.. ricattano James.-
-Perché?-
-Non posso dirti il perché. Lui deve loro un favore. Forse più di uno. Tutto qui.-
Mi volto a guardare William che sembra parecchio a disagio nel raccontarmi queste cose.
- Vuoi dirmi che è costretto a farlo?- chiedo incredula.
-È costretto a partecipare. Puntano soldi su di lui e lui deve vincere.-
-Deve?-
-Già.-
-E tu perché sei qui? Tu non partecipi, vero?-
La mia voce è quasi un lamento.
William non sembra affatto il tipo da fare cose spericolate o illegali.
Mi aspettavo un bel "ma no, io accompagno solo James. Figurati!"
-Per me è un'altra storia June. È una scelta.-
Non c'è esitazione nella sua frase.
-Come può essere una scelta? Non capisco.- sussurro quasi senza fiato.
-June io.. ne ho bisogno.-
-Ma perché? Non ha senso!-
-Per me ce l'ha. Avevi detto che avrei potuto aprirmi con te.-
Porca miseria.. ha ragione, sono già pronta a giudicarlo senza neanche sapere cosa ci sia dietro.
Lui rompe il nostro contatto di sguardi per gettare gli occhi azzurri sul terreno polveroso.
-Come ti senti, Will?-
Lo vedo ingoiare un respiro pesante.
-Ci sono momenti in cui tutto ciò mi fa sentire vivo e momenti in cui..-
Prendo la sua mano quando sento la sua voce uscire un po' più tremolante.
Il mio gesto sembra dargli fiducia.
- Ci sono invece delle volte che vengo qui per sperimentare la sensazione opposta...-
- Cioè non lo fai perché ti fa sentire vivo..?-
Aiutami a capire, Will
- Ci sono volte in cui non riesco a non pensare a cose brutte June. Molto brutte. E finisco che non riesco più a reggerle, vorrei solo..-
-Cooper tocca a te.-
È tornato il tizio inquietante uscito da Matrix, con il suo quadernino sgualcito.
William mi rivolge un sorriso abbozzato, poi mi accompagna vicino ad un gruppo di persone.
-Resta qui con Jackson, okay? Dopo finiamo di parlare.-
Sono ancora scossa per le sue confessioni, non posso fare altro che annuire.
-Aspettami qui.- ripete prima di andarsene.
Ma io ovviamente non riesco a capacitarmi di ciò che ho appena sentito.
-Dove vai?- chiede ad un certo punto Jackson, quando vede che mi sto allontanando.
-June! Ti ha detto Will che devi rimanere qui!-
-Guardami Jackson!- mi indico il viso. Lui è disorientato, non capisce.
-Ho la faccia di una che si fa dire cosa deve fare?-
Jackson scrolla le spalle.
-Boh, fai te.-
Certo che faccio io.
E ho solo una cosa in mente.
L'ho già puntato da lontano, è seduto sul cofano di una macchina a baciarsi con una ragazza mora che non ho mai visto.
- Hunter?-
Lui finge di non sentirmi ma lo so che mi ha sentita perfettamente. Anche perché sennò non starebbe a guardarmi fissa negli occhi mentre lecca il lobo dell'orecchio di quella ragazza.
- Puoi per favore parlarmi un att...-
La sua mano scende in basso per sparire sotto al vestito della ragazza facendola ansimare.
Lo so che lo sta facendo apposta per farmi innervosire, ma neanche questo mi ferma.
-Sei proprio un vigliacco! Metti a repentaglio la vita del tuo migliore amico solo per i tuoi interessi!- sputo l'attimo prima di voltargli le spalle.
Lui salta giù dalla macchina.
- Come cazzo hai detto, White?-
- Ma avevi giurato che non eri fidanzato!- piagnucola la ragazza con una vocina da bambina.
Nessuno però la sta minimamente calcolando.
-Perché metti a rischio la vita di William se sai cosa prova?-
Lui mi ride in faccia, facendomi perdere letteralmente la pazienza.
- È questa da dove esce, sentiamo..-
-Forse dovresti mettere a rischio la tua, dato che per te non ha valore...ma non quella di William.-
Mi punta sollevando un sopracciglio, sembra stia per dire qualcosa ma alla fine scrolla la testa.
-Fatti una cazzo di vita e non rompermi i coglioni.-
Lo guardo accendersi l'ennesima sigaretta della serata.
-Ma perché William?! Perché non ti trascini dietro qualcun altro?!-
-Perché non lo chiedi a lui dato che ti piace tanto eh? Perché mi perseguiti cazzo!-
Stiamo alzando entrambi la voce, non finirà bene. Già lo so.
-Io non ti sto perseguitando! Pensi che ci sia un secondo fine? Se voglio sapere di più è solo perché vorrei aiutarvi!-
-Vuoi aiutarmi White?-
Scoppia a ridere di gusto, modellando le labbra pronunciate in un ghigno ricurvo.
-Mi abbasso i boxer così ti facilito il lavoro se vuoi aiutarmi.-
Mima il gesto di sbottonarsi i pantaloni.
-Fai schifo.-
-Faccio schifo. E molto più di quanto pensi. Contenta ora? Ti basta ad andartene?-
Assolutamente no
-Lo sai che William si sente così, lo sai che ha quei pensieri negativi...e tu lo porti qui? Vuoi farlo morire per davvero?-
Le mie parole sono così crude che in qualche modo riescono persino a toccare lui.
Il suo sguardo si rabbuia.
-Voglio solo aiutarlo.-
-No, tu non vuoi aiutarlo! Tu hai bisogno di un compagno con cui condividere le tue cazzate e lo stai trascinando a fondo con te, con la droga, la violenza e ora anche le corse illegali!-
James non sta più ridendo.
-Dio mio sei peggio di come pensavo Biancaneve.-
-Tu sei peggio di come pensavo! Credi davvero di poterlo aiutare così?-
-E come dovrei fare? Lasciandolo da solo come fanno i suoi genitori??
Sento il rombo di motori in lontananza, non posso fare a meno di notare la sagoma di William entrare in una macchina, prima che questa parta a tutta velocità.
Sento la rabbia salirmi dentro con una rapidità inaspettata.
E altrettanto inaspettatamente, la riverso contro James.
-Ti odio. Stai rovinando ogni cosa tra me e lui! Come vorrei non esistessi!-
Gli tiro un pugno contro il petto senza smuoverlo minimamente. La sua mossa è molto più efficace quando mi spintona contro un muro.
-Beh sappi che vale lo stesso per me, White. Stai rovinando un'amicizia che dura da una vita.- ringhia digrignando i denti bianchi.
E riesco a vederlo solo perché le sue labbra sono così vicine che per poco non mi sfiorano la bocca.
-James...-
-Sta lontana da William.-
Mi forzo a tenere gli occhi aperti, quando in realtà vorrei chiuderli perché non riesco a reggere il suo sguardo penetrante.
-Perché?-
-Perché non fa per te.-
Sono arrabbiata, gli sguardi sono tesi ma le sue labbra mi stanno confondendo.
-Hai capito ragazzina?-
-Pensi di potermi minacciare come fai con tutti?-
-E tu pensi di avere tanto coraggio?Sei solo una bambina inutile.-
Non importa che le abbia pronunciate una persona che per me non ha alcun valore, le sue parole sono pesanti come sassi nello stomaco.
Questo è troppo.
Lo spintono via e comincio a camminare spedita verso l'uscita di quel postaccio.
Non so cosa fare, ma di sicuro non voglio stare qui un secondo di più.
-White!-
Sento la voce di James ma poco mi importa delle sue cattiverie in questo momento.
- Fottiti non rivolgermi più la parola!- urlo addentrandomi nella notte.
E più cammino, più vengo percorsa dai brividi.
-Oh eccola è lei.- dice un tizio con le occhiaie che non ho mai visto.
Lancio un'occhiata furtiva alla mia sinistra.
Oh no, è quel gruppetto di prima e c'è anche quel ragazzo con la barba di cui parlava William.
Non mi piace per niente.
Cammino più spedita, sto praticamente correndo quando lui mi blocca la strada.
-Sai...io ho l'occhio per le ragazze nuove...-
-Cosa?-
Poi sento delle risatine e dei commenti provenire dal gruppetto.
- Non sarebbe troppo piccola per lavorarci?-
-Guarda com'è vestita.. sembra una liceale.-
Il tizio con la barba mi viene più vicino.
-Non ti farei fare neanche il colloquio, per me saresti già assunta.-
-Secondo me non ha diciott'anni. Non la puoi assumere.-
-Posso fare il cazzo che mi pare. Il locale è mio e poi...-
Si accosta vicino al mio viso.
-Mi piacciono quelle con l'aria innocente.-
-Come a me piace vedere la tua faccia di merda piena di sangue, Austin.-
James mi viene davanti, frapponendosi tra me e il tizio, lasciandomi a bocca aperta.
No non ti sta proteggendo, lo fa solo perché non riesce a stare lontano dai guai
-Ahh ma allora la biondina sta con te, Hunter?-
-La principessa non l'ha detto, pensavano fosse disponibile..- abbaia uno dietro di lui.
Mi gira la testa dalla nausea.
Non riesco a parlare, ma forse è meglio così.
Vedo James afferrare Austin dalla giacca.
-Hunter rilassati, non le abbiamo fatto niente. Ci chiedevamo solo se fosse abbastanza bella da poter lavorare nel club.- dice un ragazzo del gruppo.
Il suddetto Austin però, sembra sentirsi superiore a tutti.
Sogghigna increspando le labbra in una smorfia inquietante.
- Io non devo giustificarmi proprio con nessuno. E di sicuro non devo chiederti il permesso se mi voglio scopare una delle tue amiche. Vero Jamie?-
E il tono che usa è veramente canzonatorio, ma James sembra non avere paura né di lui, né del suo branco.
-Certo, come no. Tu toccala e io ti ammazzo.-
Un coretto di sfida parte da quegli energumeni. Austin invece sembra essere particolarmente serio, aggrotta le sopracciglia in uno sguardo intimidatorio.
- Non ti conviene fare minacce, Hunter. Non sei nella posizione per farlo e poi... sbaglio o l'ultima volta ti abbiamo ridotto male?-
I ragazzi dietro ridono, James è costretto ad indietreggiare ma in quella frazione di secondo Austin mi afferra dal fianco trascinandomi verso di lui. Provo ad opporre resistenza, ma è del tutto inutile.
Vedo James serrare la mascella guardandolo in cagnesco.
- Lasciala andare.-
- Non ti conviene fare un passo falso, James...-
Perché lo minaccia?
Di che favore parlava William?
Ma poi perché io mi faccio queste domande mentre un tizio mi vuole aggredire?!
Chiudo gli occhi e capisco la gravità della situazione solo quando quell'essere mi scopre il collo dai capelli. Sento il cuore pulsarmi in gola ed il suo respiro pesante addosso.
-No! Lasciami!- strillo quando avverto la sua mano frugare sotto alla mia felpa.
Sono terrorizzata, non riesco a muovermi.
-Chissà come urla la tua principessa...-
Mi scaraventa a terra quando James si scaglia su di lui per tirargli un pugno così forte che lo tramortisce. La faccia del tizio si riempie di sangue, poi crolla sul terreno come un peso morto.
Ha completamente perso i sensi, sembra un manichino senza vita.
James abbassa la testa, giusto un attimo per guardarmi.
-Stai bene?-
Sto bene? Tu mi stai facendo sentire decisamente strana.
Ma gli amici di Austin ne approfittano del suo momento di distrazione e lo prendono alle spalle.
In secondo non capisco più nulla, succede tutto così velocemente che mi sembra di vivere in una scenda di un film.
Sono in quattro su di lui. Due lo tengono, mentre altri due lo stanno letteralmente massacrando di pugni nello stomaco. Lo vedo vomitare sangue, poi crollare a terra. E anche quando è per terra non smettono di tirargli calci.
-Vi prego basta!-
Ovviamente nessuno mi ascolta. C'è talmente tanto casino che arriva altra gente a dividerli.
Ho le guance rigate di lacrime, non me n'ero neanche accorta.
-Vuoi una mano amico?- sento dei ragazzi chiedere a James se ha bisogno di aiuto, ma Austin si risolleva da terra e li allontana con un solo sguardo.
-Questo stronzo non ha ancora capito chi comanda qui. - sputa prima di andarsene con i suoi amici.
James rotola sul fianco con entrambe le braccia strette contro l'addome.
-Perché sei così pazzo?-
Lui si tira su a sedere con una gran fatica.
-Stai piangendo?- chiede con una smorfia di dolore.
Mi asciugo le lacrime il più velocemente possibile.
- No! Ti aiuto?- chiedo mentre lo sto già aiutando a sollevarsi.
- No.-
Porca miseria se è pesante.
-Dove è Will? Voglio solo tornare a casa. Non ne posso più di stare qui.- esclamo con la voce rotta.
Lui mi fa un lieve cenno con il capo così lo accompagno al parcheggio.
Raggiungiamo la sua auto a passi lenti, poi con un lungo mugolio si abbandona sul sedile del guidatore.
-Erano in cinque ma non li hai visti?- domando afferrando il kit di emergenza da sotto al sedile.
Ormai siamo un tutt'uno io e quella valigetta.
-Pensi che non li abbia visti?-biascica con il labbro gonfio.
Non riesce neanche a parlare.
-Fammi spazio.- gli ordino sedendomi a fianco a lui.
- Sono stati loro anche l'altra volta?-
Sto imbevendo il cotone di acqua ossigenata sotto ai suoi occhi assenti.
-Che cazzo ti cambia saperlo?- sputa con fare irascibile.
Lo sento emettere un gemito roco e profondo quando spingo con più forza sul sopracciglio.
Visto così da vicino il suo viso fa letteralmente impressione. È così perfetto che mi chiedo come sia possibile che sia umano.
Ma magari non lo è, dato che non ha un cuore.
Non gli importa neanche di sé stesso.
-Non te ne frega proprio di niente....vero?-
Non risponde, io intanto mi metto in ginocchio sul sedile per sporgermi con facilità verso di lui.
- Tira su il mento.- gli dico mentre lui sta stranamente in silenzio.
Il taglio più profondo sembra avercelo vicino al labbro ma non riesco a guardarglielo, mi imbarazza troppo.
-Se giri la faccia verso di me, magari mi rendi il lavoro più facile..-
Mi aggrappo alla sua maglietta leggermente sporca di sangue per raggiungere la mandibola, perché sennò non ci arrivo.
-Cazzo ma devi proprio buttarti addosso a me in questo modo?-
-Sono vicina a te, non sono addosso.. ah, lascia perdere.-
Sbuffo, poi faccio per indietreggiare e levarmi da quell'impiccio ma lui mi afferra dalla felpa.
E mi punta dritta negli occhi.
- Finisci.-
Lo guardo leccarsi il labbro inferiore che trabocca sangue.
- Ti brucerà un po'.- sussurro prima di tamponargli la bocca rossa.
Lui non emette un suono, ma continua a fissarmi.
Sto iniziando ad agitarmi.
Quasi quasi lo preferisco quando parla.
Così mi mette in soggezione.
Forse è meglio se parlo io.
-Perché sei sempre così stronzo con me? Io non ti ho fatto niente.-
-Stronzo? Perché non apri quei cazzo di occhi ogni tanto, eh?-
-Che vuoi dire?-
Lo guardo tirare la testa all'indietro, per fissare il tettuccio.
-Se fossi stato così stronzo a quest'ora non avrei la faccia spaccata.-
Il mio sguardo ricade sul suo collo affusolato attraversato da vene e lividi.
Ha davvero un buon profumo.
E io sono davvero inopportuna in questo momento, lo so.
-Non avresti dovuto. Non mi avrebbero fatto niente.-
-Tu non vuoi mai ascoltare...te l'ho detto: non è posto per te questo. Avresti potuto piangere, non sarebbe fregato a nessuno.-
- Ma figurati...-
-No, figurati. Ti volevano solo scopare in cinque.-
Con un gesto nervoso mi metto i capelli dietro all'orecchio.
-Ma che cazzo dici..-
-Se non ci fossi stato io a quest'ora non saresti qui.-
-Certo, senza il tuo gesto eroico ora non sarei qui! Pensa che fortuna eh.-
Lo prendo in giro con una punta di imbarazzo, perché alla fine è quello che penso anch'io.
-Fa la spiritosa, intanto saresti da qualche parte a piangere con le mutande bagnate di sangue. Quindi sì ringraziarmi.-
-Mai.- dico ad un soffio delle sue labbra.
-Dio se sei testarda..-
Faccio per allontanarmi ma lui mi ferma dal polso.
-Torna a casa. Dammi retta.-
Stavolta ha ragione, non voglio più stare qui. Neanche per aspettare William.
Come ci torno a casa?
Lui è già qui, in macchina...
-Mi accompagni tu?-
La mia maledetta bocca ormai ha parlato.
James corruga la fronte per lanciarmi uno sguardo di superiorità.
-E tu pensi davvero che a me fotta qualcosa di te?-
-Preferisci che torno là? Vuoi avermi sulla coscienza?- lo provoco senza sbattere le palpebre.
-Che scassa palle che sei.-
- Quindi?-
-Muovi il culo, entra in macchina.-
🌻🌻🌻🌻
Ehhhh più cliché di così 😅
Nel prossimo capitolo avremo la famosa cena e tra poco finalmente scopriremo un po' di più di William.. 🤡
🌺GRAZIE PER I CONSIGLI che mi avete dato sui POV, lunghezza capitoli ecc.. vi accorgerete che io chiedo pareri, ma tanto finisco sempre a fare di testa mia 😅..
Comunque tornerò ai pov di massimo 2 personaggi per capitolo.
🌺Per chi ha fatto l'appunto su chi fosse il vero protagonista della storia, ad istinto mi verrebbe da dire James ma in realtà lo sono tutti i personaggi (chi ha visto SKINS sa di cosa parlo).
Diciamo che James e June sono i due protagonisti in assoluto.
🌺SCUSATE IL LINGUAGGIO di questa storia, ma i dialoghi sono coloriti per essere più veritieri possibili.
Bye chicass ♥️♥️♥️
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