14. Knew he was a killer first time that I saw him
🌸✨🌸
JUNE POV
Non ho idea di dove mi stia portando, l'unica cosa che riesco a vedere è che stiamo facendo il giro intorno alla casa.
Diamine, sono a testa in giù!
Ci sono delle scale in legno.
Scricchiolano sotto ai suoi passi pesanti.
Stiamo scendendo. Ottimo.
Sto andando all'inferno.
Una porta?
Siamo appena rientrati in casa?
È buio.
- James!!!-
Oddio ma dove siamo?
Non ci posso credere.
Lo sento emettere un mugolio rauco quando prova forzare una porta, che dopo qualche strattone violento finalmente si apre.
-James!!!- urlo ancora, in preda al panico.
-Chiamami ancora una volta James e ti tiro uno schiaffo.- sputa lui lanciandomi a terra.
-Ahia! Ma i tuoi genitori l'educazione non te l'hanno proprio...-
È ancora a petto nudo?
-..insegnata...?-
Lo rimprovero e in quell'istante vengo scossa da un brivido.
Mi accorgo che sto tremando, non è solo la paura, qui dentro fa freddo. C'è odore di umido.
-Ragazzina del cazzo.- sputa dall'alto, prima di addentare una sigaretta spenta.
Non vedo quasi nulla, devo abituare gli occhi all'oscurità, riesco solo a notare la scintilla lucida di due occhi blu come il vetro, poi il suo profumo, che arriva ad impregnarmi prima le narici, poi il cervello con una velocità disarmante.
Mi guardo intorno. Ma dove sono?
È dannatamente buio.
O mio Dio. È uno scantinato.
Sono state poche le volte che ho avuto così paura per la mia stessa vita.
A dirla tutta...forse questa è l'unica volta.
-Che cosa... cosa vuoi farmi?-mormoro indietreggiando sul pavimento polveroso e freddo.
James rimane in piedi, fermo con il suo volto spigoloso tagliato di traverso dalla luce esterna che proviene da una piccola finestrella.
"Oddio non vorrà mica..."
Mi abbasso subito il vestito sulle ginocchia e chiudo le gambe con un gesto istintivo.
Lui sogghigna con decisione.
-Hai paura adesso?-
-No!!- strepito a gran voce.
Solleva un sopracciglio chiaro, un gesto involontario dinanzi alla mia tenacia.
-Ah no, eh?-
Il suo tono di voce si fa così profondo che inizia ad incutermi timore per davvero.
-Sto ancora aspettando. Non mi fai paura!-
Non ho il coraggio di alzarmi in piedi, però una domanda mi esce così spontanea che non posso trattenerla.
-Stavi davvero per uccidere un uomo quando avevi tredici anni?-
La sua espressione dapprima divertita cambia all'improvviso.
La mascella tesa si contrae in un morsa serrata, mentre il suo sguardo si affila diventando tagliente. Si sporge verso di me facendomi sentire ancora più insignificante su quel pavimento buio.
-E a te chi cazzo l'ha detto? Eh?-
Era meglio tacere, come sempre
-È stato Will? Te l'ha detto lui?-continua a fissarmi con quello sguardo soffocante.
-No!-
- Cazzo!- lo sento imprecare con astio. -Lo sapevo che avresti portato solo guai. Volevo portarti qui e metterti un po' di paura ma ora che ci ripenso...-
La sua espressione pungente non promette niente di buono.
Indietreggia arrivando alla porta.
-... con una come te è meglio andarci pesante. Sappi che hai trovato pane per i tuoi denti, Biancaneve.- biascica con la sigaretta in bocca.
-Cosa stai.. -
Mi rivolge un ghigno svelto.
Ed è allora che capisco.
-Hunter no!-
-Non mi credi capace?-
Lo vedo posare la mano sulla maniglia della porta con una velocità che non mi lascia neanche il tempo di pensare a cosa fare. I miei riflessi sono anestetizzati dalla paura.
-Questa è per avermi tirato un pugno in faccia, stronza.-
Poi il tonfo della porta che sbatte violentemente.
Mi ha chiuso nello scantinato di William.
Io non ci posso credere.
Mi getto verso la porta con uno slancio disperato.
Era la mia festa.
Era il nostro appuntamento, stava andando tutto così bene....
E ora sono prigioniera.
Provo ad urlare un paio di volte, ma come da previsione nessuno riesce a sentirmi e a venire in mio soccorso. C'è troppo baccano al piano di sopra.
Vorrei sprofondare.
E se non mi sentisse nessuno fino a domani mattina?
Mia madre chiama la CIA, sicuro. Perché la polizia di Los Angeles non basterebbe.
Cosa faccio!?? Cosa faccio?!
Primo pensiero: esco di qui e lo uccido!! Sì, questo piano mi piace. Ma come ci esco da qui?Provo a forzare la porta, ma è una di quelle vecchie serrature che si aprono solo con una mano esperta, oppure con una chiave.
Quando ormai ho le dita sfracassate e doloranti per gli inutili tentativi, mi viene una idea.
Il telefono?
Maledizione, se avessi i miei jeans adesso, lo avrei con me..invece indosso questo stupido vestito!
Il cellulare l'ho lasciato nella borsa di Poppy.
Mi viene da piangere.
Lo odio.
"Non demordere June, non puoi farlo."
Inizio a guardarmi intorno. Vecchie lastre di legno accatastate, cianfrusaglie di ogni sorta, scorte di vini. Non c'è niente che possa servirmi.
A parte quella panca.
Sarà pesante da spostare?
Provo ad applicare un po' di forza contro la vecchia carcassa di legno che si muove lentamente, stridendo sul pavimento. Dio se è pesante. Sto iniziando a sudare e mi prudono le guance. Le dita mi fanno male, nelle mani non sento più passare la circolazione da quanta pressione sto applicando per spostarla.
"Fa uno sforzo June"
L'unica cosa che mi dà la forza di continuare è l'immagine mentale di me che prendo a schiaffi quell'idiota.
Do un'ultima spinta con tutta la forza che ho in corpo.
Oddio. È stato un parto ed io sono l'esatta copia di quelle ragazze sudate e sconvolte che si vedono nei film quando hanno appena partorito.
Non appena i miei occhi si posano sulla panca però, mi rendo conto che sono riuscita nell'intento di trascinarla proprio dove volevo io.
Vi salgo sopra e con le mani raggiungo la piccola finestrella che da sull'esterno.
Oh no, è ancora troppo in alto.
Compio qualche saltello.
Lo scricchiolio che proviene da sotto ai miei piedi non promette nulla di buono, perciò faccio presa con i palmi della mani contro il davanzale, ma non riesco a sollevare tutto il mio peso sugli avambracci.
Maledizione, June, devi riuscirci!
Un respiro, lungo poi mi concentro e ci riprovo, come fosse un esercizio di ginnastica.
Sento le spalle scricchiolare ma finalmente riesco ad arrivare con la pancia sulla finestra.
Mi sporgo a guardare giù.
Merda, ma sono rovi?
Non ci posso credere!
Chi diavolo ha piantato delle rose e ha lasciato che crescessero i rovi, proprio davanti alla finestra da cui mi devo buttare io?!?
Che se ne vada a fanculo il destino! Perché il mio sembra un fottuto scherzo.
Ci penso un attimo. Le soluzioni sono due: o aspetto qui nella speranza che James Hunter venga morso dai sensi di colpa e venga a riprendermi, oppure mi getto giù con la consapevolezza che sembrerò un gatto randagio, dopo. Non mi fido di quello stronzo, di sicuro non sto qui ad aspettarlo. Mi siedo sul davanzale, tentando di prendere le misure. Se ci arrivo con i piedi per terra, non mi spacco le ginocchia e i graffi ci saranno sì, ma almeno non finisco all'ospedale.
Se invece casco male, non solo mi rompo un braccio, ma mi ritrovo la faccia completamente sfregiata e piena di spine.
Favoloso. Era proprio questo il finale di serata che mi aspettavo quando ho detto sì alla proposta di William di venire alla festa.
Diventare un cactus vivente.
Getto lo sguardo dentro allo scantinato buio.
Forse è meglio...
No, col cazzo che io rimango qui!
Prendo un respiro, poi mi getto ad occhi chiusi.
Lancio un urlo quando qualcosa mi striscia contro la pelle trafiggendomi il retro della coscia.
- Merda!-
A fatica esco da quel grumo di rovi, sono senza ossa rotte e ho solo un un paio di spine nei capelli, con qualche graffietto qua e là.
Mi passo una mano sulla gamba destra. Sto sanguinando?
Oh, no.
La parte peggiore non è questa. Mi si è rotto il vestito.
C'è uno strappo verticale che arriva fino all'inguine.
"Ora lo uccido. Lo ammazzo con le mie mani davanti a tutti!"
Cammino a passo spedito, non so cosa mi sia preso. Ho il vestito strappato, dovrei tornare a casa con la coda tra le gambe, invece mi sento ardere da un sentimento di vendetta che mi fa superare anche la previsione di fare una sonorissima figura di merda.
Prevista a breve. Molto breve.
Quando ritorno in quella casa con i capelli biondi ed arruffati, le gambe graffiate e il vestito malconcio, nessuno fa caso a me. Questo fa capire il livello alcolico della gente qui presente. "Andiamo bene! Avrei anche potuto urlare fino all'anno prossimo, nessuno avrebbe mosso un dito qui."
-Guarda chi è tornata! White in versione pornhub stasera!- dice Marvin, tastandosi la nuca rasata con la mano.
Eccoli.
Jackson ride stravaccato sul divano con una bottiglia di birra Corona in mano. Ha le guance rosse e le labbra ancora di più pronunciate del solito.
Ci sono altri ragazzi e ragazze al suo fianco. Ridono di me anche loro. Ma io non ho occhi per nessuno in questo momento.
Il mio sguardo si assottiglia.
Lo sto cercando con gli occhi iniettati di collera, sono concentrata come un ninja nella giungla.
-Beh se ti vestissi così tutti i giorni, saresti molto più figa.- aggiunge Jackson senza levarsi il tono canzonatorio dalla bocca.
-Se tu te ne andassi a fanculo, saremmo tutti più felici, Jackson!-
Dietro di me sento una risata che riconosco. Sguaiata e spavalda.
Mi volto di scatto.
-Che cazzo ridi?-
Ecco a voi, la raffinatezza di June White.
Fa che non ci sia Will nei paraggi.
-"Figa" e "White" nella stessa frase? Fa ridere, no?-
Sento un fremito sotto alle mani, quando James Hunter mi squadra da capo a piedi, senza neanche prendersi la briga di abbassare il mento.
Vorrei prenderglielo a capocciate.
-Sei un codardo.- sputo senza mezzi termini.
-Oh davvero?- sogghigna dall'alto.
-Già, te la prendi con una ragazza.-
Ma poi la sua faccia da schiaffi mi guarda con talmente tanta altezzosità che non ci vedo più dalla rabbia. Sollevo la mano in aria per tirargli lo schiaffo più forte della storia, ma lui con uno scatto felino mi afferra dal polso, spingendomi contro una parete. Sento addosso l'ombra delle sue spalle larghe ed abbronzate, ma ciò che vorrei non sentire è il suo profumo così buono in questo momento.
-Hunter non ti hanno insegnato che le ragazze non si toccano? Mhm?-
La presa intorno al mio polso si fa così pressante, che ho come l'impressione che non passi più sangue tra le mie arterie.
Ma poi lui deglutisce ed io resto a fissare la sua gola attraversata da fasci di nervi e vene, non riesco a guardarlo negli occhi. È troppo vicino, non ne ho il coraggio. Porcaccia miseriaccia, June!!
-Mi hanno insegnato che i ragazzi e le ragazze sono uguali. Eppure tu mi hai tirato un pugno quando avevo il naso già spaccato.- sibila con occhi lucidi e caldi.
È fatto?
Le sue labbra accentuate si muovono davanti a me, lasciandomi intravedere i suoi denti bianchi.
Menta, sicuramente.
Fumo e..?
Non ti distrarre June!
-È perché ti odio...- asserisco.
Poi una pausa voluta.
-...Edward.-
Nei suoi occhi blu notte vedo divampare le fiamme e improvvisamente inizio a sentire caldo.
Spinge fronte sulla mia con una brutalità che mi fa mugolare un lamento di dolore. Il mio collo si piega sotto alla sua forza mascolina.
Le sue labbra iniettate di veleno si schiudono lente, ed è un attimo che io mi perdo a guardarle.
Sono così vicine che riesco quasi a sentirne il calore.
-È solo Hunter per te, piccola...-
Sta per arrivarmi un insulto in piena faccia, ma una voce alle mie spalle mi fa trasalire.
-Cosa diavolo state facendo?!-
Mi risveglio bruscamente.
Le luci, la musica, la festa.
William.
-June, ti ho cercata dappertutto!-
I suoi occhi cristallini sono sporchi di dubbio in questo momento: mi sta guardando con sospetto.
Eravamo faccia a faccia, contro un muro. Fantastico.
Ci mancava solo questo.
Guarda prima le mie labbra, poi quelle di James.
"O merda."
BLAZE POV
-Hei Blaze non stare tutto solo. Vieni qua con noi.- mi richiama Amelia dal divano.
-E se ti vede tuo fratello?- le chiedo notando il gruppetto poco raccomandabile, seduto a fianco a lei.
-Mio fratello non c'è.-
-E dov'è?- Mi guardo intorno.
-Spero a perdere la verginità, finalmente.-
-Che schifo, dai!-
Amelia deve sempre dire cose a sproposito per farmi imbarazzare.
E sì, mi da fastidio sentire parlare di Brian e della sua "non- vita" sessuale. È il mio migliore amico, non riesco a vederlo in quel senso.
-Che fai qui con loro?- domando sedendomi vicino a lei, mentre i miei occhi saltano rapidi verso Jackson e Marvin che confabulano qualcosa. Poi resto a fissare senza alcuna emozione, le ragazze mezze svestite che ballano davanti ai loro occhi.
-Non sto facendo niente di male, sono qui con loro perché hanno un po' da fumare. Ma che problema c'è? Dai, mica ti mangiano!-
Non mi mangeranno, ma... Jackson è ubriaco.
Ecco il problema.
-Tiffany non c'è- annuncia Amelia strappandomi ai miei pensieri.
Se sapessi quanto me ne frega di Tiffany...
Mi riduco a guardare Jackson farsi una ragazza bionda mentre lei gli mette le mani sul cavallo dei pantaloni. E ben presto mi ritrovo con un broncio non indifferente. Persino Amelia se ne accorge.
-Mamma mia, Blaze... però che palle.-
-Scusa.-
-Se volevo stare con qualcuno di depresso, stavo con quello scorbutico di mio fratello.-
Le ragazze e la loro sensibilità.
Poi apre gli occhi come se si fosse resa conto della cantonata appena presa. -Scusa, non volevo dire... Non volevo usare quella parola. Ho fumato troppo!-
Amelia non sembra avere sensi di colpa in questo momento, ridacchia allegra e solo questo basta a convincermi.
-Dai, fammi fare un tiro.- dico di getto.
Lei mi passa la canna e Jackson finisce per non levarmi gli occhi di dosso da quel preciso istante.
-Tuo padre sta meglio?- chiede lei muovendo la testa a tempo di musica.
-Sì. Non capisco come sia possibile. Insomma una rapina in pieno giorno... -
Amelia sembra sempre completamente distratta mentre le parlo, ma in realtà mi sta ascoltando.
- Ma non gli hanno fatto niente..non l'hanno aggredito, no? Cioè, va bene che sia il preside più rompi palle della storia, però mi dispiace per lui.-
-Già... no, però si è preso comunque delle settimane di mutua.-
- Bello avere un prof in casa eh.- bofonchia lei abbassando lo sguardo.
-Ora che non viene a a scuola, mi controlla a vista d'occhio. Perché non esci mai? Perché non studi mai? Perché esci? Perché studi troppo? È impossibile da accontentare.-
-Beh è il preside della scuola, Blaze.- dice ridendo, come se il suo comportamento oppressivo fosse giustificabile.
-Che sfiga, quanto vorrei avere un padre più...- mi blocco prima di dire altro.
Gli occhi di Amelia hanno cambiato colore così rapidamente che mi sento una merda all'istante.
-Scusami. Davvero.-
E poi mi abbraccia. -Scusami tu.-
Finisce sempre così con lei. Amelia e Brian sono la mia famiglia. Mai nessuno mi capirà come loro due.
-Ora devo andare.- dice dopo aver slegato l'abbraccio al quale mi stavo lentamente abituando.
-Cosa? Mi lasci qui con questi animali? Ma dove devi andare? È ancora presto!-
-Ehm... ho ..-
Amelia sa mentire molto bene, ma ora non è nel pieno delle sue facoltà. Non è lucida e voglio solo assicurarmi che non si metta nei guai.
-Okay non voglio sapere. Ma tuo fratello almeno lo sa dove stai andando?-
-Uhhhh sì sì... -
Si trattiene, ma alla fine scoppia a ridere così forte che la sua risata fragorosa sovrasta la musica.
- Amelia?-
Poi la vedo prendere la giacca di pelle ed andare via.
-Hei Blaze!-
Jackson mi richiama per fingere di tirarmi una bottiglia in vetro.
Mi riparo istintivamente il viso con le mani.
Lui scoppia a ridere di gusto. -Che fighetta del cazzo.-
Porca miseria, quanto non lo sopporto.
Jackson è aggressivo e strafottente, ma dopo qualche tiro e sorso di birra, sembra riscoprire un interesse tutto particolare per me.
E quando mi fa un cenno con la testa per indicare il piano superiore, mi irrigidisco.
"Maledetto, dovrei dirgli di no."
E così faccio, gli faccio cenno di no con la testa.
Lui solleva le sopracciglia bionde forate dal piercing, sembra stupito.
Poi si lecca le labbra prima di portarsi la birra alla bocca. Inizia a bere succhiando il liquido dalla bottiglia senza scollarmi gli occhi di dosso.
E all'istante i miei pensieri si fanno impuri. Terribilmente impuri.
E peggiorano quando arriva James Hunter a petto nudo, con i pantaloni della tuta, le labbra rosse e i capelli spettinati.
-Ma dov'eri?- chiede Jackson a quest'ultimo.
-Sbrigare una cosuccia...- risponde James dandogli uno schiaffetto affettuoso sulla mandibola. Si avvicina così tanto alle sue labbra che il mio cervello inizia a fare le capriole.
Jackson ha già le guance colorate dall'alcol, ma quando c'è James nei paraggi, io non esisto più. Sembra avere occhi solo per lui.
E quando ha bevuto, non è più così discreto nel lanciagli addosso occhiatine bramose.
Come dargli torto, quello stronzo sprigiona testosterone a metri di distanza. Se non fosse che è impossibile provare buoni sentimenti per lui, è il re indiscusso dei bastardi, Jackson a confronto diventa un agnellino.
E poi è scaltro e curioso come una volpe, non gli sfugge mai niente: mi becca in pieno proprio mentre li sto fissando.
-Blaze... Blaze...-
La voce roca di James mi da sui nervi, non sopporto quando stanno così vicini. Lo guardo sussurrare qualcosa nell'orecchio di Jackson, questo curva il collo mordendosi il labbro. Riesco a sentire il contatto piacevole del suo respiro da qui.
James è proprio senza scrupoli, non gliene frega un cazzo se il suo migliore amico gli sbava addosso, lui comunque ci gode.
Poi mi guardano entrambi. Mi stanno prendendo in giro, come sempre.
-Dove vai, James?-
Jackson allunga la mano verso il braccio dell'amico, vorrebbe toccarlo. Lo vedo. Poi però serra la mano a formare un pugno, poco prima di sfiorarlo.
- Poppy. Ci metto dieci minuti.- dice James ridendo.
-Dieci minuti? Allora c'è poco da ridere amico!- lo prende in giro Jackson.
-Ma che hai capito? Le faccio solo fare un giro sulla mia...macchina.-
Certo, un giro sulla sua macchina.
-Svelta la ragazza...- bofonchia Jackson con una punta di amarezza.
-Non sai quanto, cazzo. Mi annoio solo a pensarci.-
Il biondo si acciglia per qualche istante.
-Vacci piano con Molly, James.-
Quest'ultimo gli rivolge un ghigno malizioso.
- Tu pensa a farmi trovare una canna pronta quando torno.- dice mentre si allontana.
Molly? Ma non stava parlando di farsi Poppy?
Ah, ma cosa ne voglio sapere io. Staranno sicuramente parlando di droga.
Jackson annuisce senza scollare gli occhi dalla schiena abbronzata di James, tutta frastagliata di muscoli.
-Il tuo amichetto ti ha lasciato solo. Eh.-
La mia frase richiama l'attenzione del biondo che si infila una sigaretta dietro all'orecchio, poi mi viene davanti per puntarmi con occhi di sfida. -Geloso, Blaze?-
-Di te che sei innamorato del tuo migliore amico che non avrai mai? No, direi proprio che non ti invidio.-
Jackson mi afferra dal colletto della maglia per trascinarmi su di peso dalla poltrona con un gesto deciso. E lo fa senza sforzo.
- Non provare mai più a dire una cosa del genere.-
- Ho detto la verità.-
Sento le nostre labbra stridere.
Devo dirgli di no.
-Sta zitto, Blaze.-
Devo dirgli di no.
Ma senza neanche accorgermene ci ritroviamo in camera di William.
E tutto così in ordine qui dentro. La mia camera è sempre un campo di battaglia.
Come fa ad essere così ordinato?
- Senti Sissy non metterti in testa strane idee e sopratutto, se provi ad andare a dire in giro a una cosa del genere...-
-Hai il coraggio di negare? Non sai neanche contenerti quando ti sta vicino.- lo provoco.
Perché lo sto provocando? Perché mi da così fastidio?
Ah, già. Perché ti amo, cazzo.
-Tu vedi cose che non ci sono.-
La riluttanza di Jackson mi fa indispettire notevolmente.
Non ammette di provare un'attrazione per me, ma perché non può ammettere almeno l'ovvio?
Cioè che è pazzo di James?
-Quante seghe ti sei fatto pensando a lui eh?- lo provoco sfacciatamente, mentre ci fissiamo in cagnesco.
-Non sono cazzi tuoi. E ricordati che io non sono innamorato di lui, nè di nessuno.-
-Certo, e a me piacciono le ragazze.- ribatto sarcastico.
-Non sono come te.- dice restio, increspando il labbro superiore.
Ma io me ne frego della sua espressione da finto schifato.
-Ah no...?-
Il mio bacino sfiora la sua erezione imponente, causandogli un gemito.
Forse ho osato troppo, perché Jackson mi afferra dalla maglietta e mi volta faccia al muro con un gesto deciso.
Devo dirgli di no.
Lui è completamente premuto contro il mio corpo, mentre lecca ed assapora il mio collo con una serie di baci languidi.
-Sei ubriaco, Jax...- bofonchio reprimendo l'istinto di curvare la gola ancora di più per godere di quel contatto così piacevole che mi fa rabbrividire.
-Sono sempre ubriaco quando ti vengo a cercare.-
No, questo non glielo permetto.
Gli lancio una soffice gomitata al petto per allontanarlo, ma Jackson è talmente grosso che non la sente neanche.
-Perché non la pianti di fare lo stronzo per una volta?- ribatto voltandomi faccia a faccia, di fronte a lui.
-Perché a te piace, Sissy.- sussurra con occhi bramosi.
Diamine, mi fai impazzire.
-No invece.-
Ma tanto le mie parole si spezzano e cadono nell'aria, quando le nostre labbra si scontrano in una danza frenetica.
-Devi smetterla di trattarmi così, Jackson.-
-Che cazzo vuoi sentirti dire?- biascica senza interrompere il bacio.
Le nostre lingue viaggiano impazzite, sarebbe insano fermarci ora.
-Perché mi tratti di merda davanti a tutti?-
-Perché non sopporto la tua faccia e il modo in cui mi guardi .- sputa lui tornando ad assaltare la mia bocca con dei morsi avidi ed eccitanti.
Da un lato vorrei continuare a baciare le sue labbra ruvide all'infinito, dall'altro vorrei parlargli e mettere le cose in chiaro.
Lo spintono per staccarmi da lui.
-Però sei sempre tu a venire da me, Jackson.-
Lui corruccia la fronte serio.
-Cosa vuoi sentirti dire? Che non riesco a starti lontano?-
-È quello che mi stai dimostrando! Non sei stufo?-
Jackson si trascina una mano tra i capelli biondi, poi si schiarisce la gola.
-Stufo di cosa?- domanda senza guardarmi negli occhi.
-Delle bugie, di nascondersi.-
-Di che cazzo parli?- chiede avvicinandosi a me con fare aggressivo.
-Di me e te.-
-Parla per te, io non sono una fighetta.-
-Ah no?-
-No.-
-Quindi se ti bacio ancora, tu ti tiri indietro?- lo provoco.
Lui emette un ghigno sghembo.
- Sei tu che non riesci a resistermi, piccolo Blaze.-
Sento una pulsazione forte e decisa dentro ai pantaloni quando la sua bocca arriva dritta al mio orecchio, le sue labbra bollenti mi sfiorano il lobo mentre il contatto con il piercing freddo mi fa sciogliere.
-I tuoi amici lo sanno?- domando con voce rigida, reprimendo l'istinto di baciarlo ancora.
-Cosa? Che ho voglia di sbattermi il tuo culo da principessa? No che non lo sanno.- sputa con il fiato
corto. -E non sono cazzi loro.-
-Ti vergogni di me?-
No, cazzo! Stava andando tutto bene, perché devo sempre fare la figura del patetico..
Jackson scoppia a ridere, sembra un bambino innocente, ma le parole che pronuncia sono tutt'altro che ingenue.
-E quindi? Anche se fosse? Anche se mi vergognassi di te?-
Indietreggio non appena lo vedo avvicinarsi.
-Sai cosa? Non è di me che ti vergogni, Jackson. Ma è di te stesso!-
Poi gli volto le spalle e me ne vado.
JUNE POV
-Niente...-
Mi massaggio il polso con vigore,
James si stacca dalla parete lasciandomi libera di respirare. Poi inizia a sfregarsi la mascella nervosamente, lanciando in giro i suoi occhi vuoti.
È chiaramente fatto.
E io ancora che gli sto dietro.
Sarei dovuta andare direttamente da William.
- Posso sapere cosa succede?-
-Niente. Però la tua bambolina gonfiabile va in giro in questo modo, Will.- dice James indicandomi il vestito sfilacciato sul fianco.
Me lo tiro giù sulle cosce con una mossa istintiva, ma tanto ormai c'è poco da recuperare.
Lo sguardo di William è acqua ghiacciata in questo momento.
-Non voglio sentirti parlare di lei in questo modo.-
William non sta urlando, ma è comunque visibilmente teso quando si posiziona tra me e James.
-Già! Fai proprio schifo!- rincaro la dose, ora che sono spalleggiata da lui.
-Ti faccio schifo, White? Pensavi a questo l'altro giorno, nei bagni?
O forse lo pensavi stamattina in infermeria?-
Cosa sta insinuando?
C'è un tonfo alle nostre spalle, qualcuno è appena caduto da un tavolino ed alcuni ragazzi stanno ridendo a crepapelle. Ma William ci sta fissando con sguardo duro, è così serio che mi è impossibile perdere la concentrazione.
-Di cosa.. June, di cosa sta parlando?-
Non ci posso credere, riesce ancora ad avere il coraggio di parlare e presumere di avere ragione, dopo ciò che mi ha fatto!
- Non è affatto come vuole farti credere, Will.-
James sbuffa trattenendo un ghigno arrogante, poi scrolla la testa spazientito.
Fa per andarsene, ma William lo trattiene per il braccio.
-Adesso mi dici che cazzo succede, James.-
Un piccolo gruppetto di curiosi si forma intorno a noi.
- Senti amico, io non le ho fatto niente- sputa James, riprovando ad andarsene.
- E cosa ci facevi ad un millimetro dalla sua faccia?-
-Io? Niente! Senti se vuoi tenertela tanto stretta, mettile il guinzaglio alla gola. Non venire a rompere il cazzo a me.-
C'è un attimo in cui faccio fatica a capire bene cosa stia succedendo, ma quello che mi è chiaro è che William si scaraventa su di lui con un gesto improvviso, mentre due ragazzi lo trattengono per le spalle prima che possa arrivargli alla faccia.
-Devi smetterla di metterti sempre in mezzo.- sputa Will.
Ma James è così stupido e spavaldo che deve sempre fare la sua parte da bullo intimidatore.
- Sennò che fai? Eh?-
No, questo no. Anche se odio James in questo momento, non permetterò mai che litighino per me. Lui si merita una lezione, ma William non si merita di andare nei casini per colpa mia. E non voglio che a causa mia ci siano degli attriti tra due migliori amici.
- Non riesci per una volta a metterti da parte?- lo strattona William.
- Non ho fatto un cazzo.- dice James deglutendo forte.
Adesso ha paura?
Di William? Perché?
-Perché stavi con lui nei bagni?-
Oh, no. William sta parlando con me. Non mi aspettavo che mi puntasse il fucile contro, adesso.
- Io..non lo so..-
James scoppia a ridere.
- Sentila... non lo sa! È solo una stronza ficcanaso che ci metterà tutti nella merda!-
William però sembra non dargli più ascolto.
-Che cosa hai fatto June?-
IO?
Ora mi state veramente dando sui nervi.
-Ehi io non ho fatto proprio niente, ma siete tutti impazziti???-
James scoppia a ridere ancora, così sono costretta a dirglielo.
-Scommetto che smetterai di difenderlo dopo che ti racconto cosa fatto lui a me!-
Will mi scruta in attesa, mentre James non smette di fissarmi divertito. Non so che droghe si sia preso ma poco mi interessa, non sopporto la sua faccia arrogante.
-Guardalo!- esclamo esasperata, indicando James.
-Un attimo prima è incazzato col mondo ora ride...ma è bipolare? Sicuramente è bipolare! Un pazzo, nessuno vorrebbe avere vicino un pazzo come te! Nessuno!-
Riprendo fiato per la concitazione con cui ho pronunciato quelle parole.
Dopo la mia sfuriata però James non sta più ridendo. È serio.
E quando mi volto verso William quasi non ci credo. Non riesce neanche a guardarmi in faccia.
C'è un silenzio tombale intorno a noi.
Jackson, Marvin, tutti i ragazzi. Nessuno sta ridendo, eppure tutti mi stanno guardando.
Ma che ho detto?
-June?- La voce di William arriva rotta, frammentata.
-Cosa...?-
-Va via.- dice freddo e asciutto.
Che ho fatto ora?
-Voglio che te ne vai da casa mia. Adesso.-
Le sue parole sono più pungenti di quei rovi che mi hanno graffiato le gambe.
-Forse non avrei dovuto invitarti.-
-Cosa...-
Sono incredula, però trovo il coraggio per parlare ancora.
-Non lo volevo offendere in quanto tuo amico, però è insopportabile! Mi ha chiusa nello scantinato, lo capisci?-
-Non ha importanza.-
NON HA IMPORTANZAAA???
-A quanto pare te lo meritavi.-
James scuote il capo, sembra schifato da me.
-Lascia stare, James.- dice Will prima di voltarmi le spalle.
Cosa diamine sta succedendo?
-William!- Provo a richiamarlo ma è tutto inutile, mi lascia lì come una cretina mentre tutti ritornano a farsi gli affari propri.
Scappo via di corsa da quella casa nell'umiliazione più totale. Uscendo dalla porta vado a sbattere contro qualcuno che stava poggiato allo stipite.
-Scusa!-
-Hei ma cosa succede, June?-
È Blaze.
Mi asciugo rapidamente una lacrima.
-Stai bene Blaze?-
Sembra scosso. E pare avere l'aria di uno che ha appena pianto.
-Sì.. ho solo discusso con una persona. Ma a te che è successo?-
- Non l'ho capito, ci credi?-
Lui si volta a guardare verso l'interno della casa.
-William... non è come sembra.- dice sottovoce.
-Blaze...-
-E lo so che pensi io lo dica solo perché sono geloso di voi due, ma non è così.-
-Senti Blaze... ma tu e Jackson...-
Mi copro immediatamente la bocca. Ma cosa mi salta in mente? Perché devo sempre mettere il becco in cose che non mi riguardano?
-Cosa?-
-Vi ho visti..-
-Dove? Oh, mio Dio. June!-
Blaze non sembra affatto contento, ma un ticchettio mi sorprende alle spalle. Quando mi volto c'è Poppy che mi porge il mio cellulare.
-Amelia dov'è?- le chiedo confusa.
Lei è stranamente silenziosa e mi fa il segno della cerniera che si chiude sulle labbra.
Ricevuto non devo saperlo.
Quando mi giro verso l'uscita Blaze è già sparito e in un attimo ho perso anche Poppy.
Secondo Freud il nostro subconscio è caratterizzato da due forze opposte: la pulsione vitale ed il Thanatos, la pulsione di morte.
Normalmente una persona vive nell'equilibrio di queste sue parti contrapposte, che si controbilanciano.
In alcuni casi però, una delle due diventa preponderante e si rivela nella sua forma più drammatica: l'auto-distruzione.
Sono arrivata a casa e non ho neanche tolto le scarpe e la giacca di jeans.
La prima cosa che faccio è frugare freneticamente nel cassetto del bagno finché non riconosco la forma allungata.
Così prendo il mio arricciacapelli e lo attacco alla presa elettrica.
Mi siedo sul letto e fisso quella lucina rossa con la testa sgombra. Non riesco a pensare.
Finché non diventa verde.
È il via libera.
Presto passerà tutto.
🌟 Se il capitolo vi è piaciuto mettete la stellina, così so che posso continuare a scriverla 🌟
🌹Piccolo appunto🌹
Care ragazze,
Netflix, ahimè, non ha invitato un bel niente. Sarebbe bello, ma purtroppo non è così perché al mondo ci sono milioni di persone che soffrono e praticano autolesionismo.
Nelle mie storie ho sempre trattato questo tema e lo farò anche qui.
Dico "sempre" perché anche in Badlands, seppur venga solo accennato, è detto chiaramente che Juliet, quando era più piccola, si ustionava di proposito.
Ripeto, sarebbe bello, ma no... Ginny e Georgia non ha inventato nulla.
❌Non è mia intenzione romanticizzare questi atteggiamenti, né la violenza, l'abuso di sostanze o le malattie mentali. Sono semplicemente cose che esistono ed in quanto tali, reputo che vadano raccontate.❌
✨Fatemi sapere cosa ne pensate✨
😘
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