12. Boys, hard lips and broken bones
Ci saranno due pov diversi in questo capitolo
BLAZE POV
Sono le undici e diciotto minuti. Sto aspettando Amelia e Poppy, intanto provo ad ordinare un cappuccino al bancone dell'Arcade.
Non sopporto stare da solo in mezzo a troppa gente, il respiro accelera involontariamente. L'ansia è sempre dietro l'angolo. Cerco un contatto di sguardi con il barista, ma questo è troppo occupato a servire le ragazze che buttano le loro scollature generose sul bancone, attirando magicamente la sua attenzione.
-Oh scusa non ti avevo visto.-
Una spallata.
Marvin e Jackson.
E la gomitata del biondo dritta nello stomaco.
-Ma che ti prende?-
Chiedo massaggiandomi l'addome, mentre quel bullo del suo amico sogghigna con quegli occhietti da strafatto. Non lo sopporto.
-Io vado ai divanetti.-
Jackson sorride e lo fa in quella maniera che ho ben impressa nella mente, con la bocca che si allarga e le fossette che si scavano profonde nelle sue guance. Poi la sua mano calda sul mio bicipite. -Tu non divertirti troppo Sissy.-
Si lecca labbro, lasciandomi a guardare la sua schiena possente mentre si allontana.
Non starò qui a torturarmi, che stia con chi gli pare.
A me non riguarda più.
Tiro fuori il cellulare che vibra impazzito.
- Blaze?- Sento la voce di Amelia.
- Vi sto aspettando da dieci minuti ma dove siete? Tra mezz'ora devo essere a casa!-
- Mio fratello ha fatto storie, comunque tranquillo.. arriviamo.-
- Non datemi buca.- sputo prima di riagganciare il telefono.
Ora non c'è Tiffany, c'è un'altra ragazza sui divanetti rossi con lui.
Non mi volto a guardarli, ma qualcosa mi dice che dovrei.
E quando Jackson non mi stacca gli occhi di dosso mi sento morire. Perché fa così? Non basterebbe lasciarmi in pace?
La ragazza gli sta sbaciucchiando collo.
Ho bisogno di darmi una sciacquata al volto.
Rinuncio ad ordinare e mi faccio strada per raggiungere il bagno. Anche qui l'arredo è stile anni ottanta e le luci un po' troppo psichedeliche per essere un bagno di un locale.
E poi c'è troppa gente,a fatica raggiungo il lavandino.
"Smettila di darmi il tormento." Non faccio altro che ripetermelo in testa, ma poi non ho mai il coraggio di dirglielo in faccia, quando lo vedo.
- Togliti non vedi che devo passare?-
Un ragazzo alto e tatuato si innervosisce quando per sbaglio gli vado addosso.
- Scusa.-
Mi agito e senza volerlo vado a sbattere con quello che mi stava alle spalle.
-Merda mi hai versato la birra addosso, guarda dove cammini coglione!- sbraita quest'altro.
Non faccio in tempo a rispondere che una voce mi prende alla sprovvista.
- A chi avresti detto coglione?-
Jackson afferra dalla canottiera il ragazzo alle mie spalle per poi dargli uno strattone.
Non so come comportarmi, sento che sta per iniziare una rissa e a me verrà un attacco di panico così forte che dovrò chiudermi dentro al cesso.
Fortuna che però gli animi si placano in fretta.
-Andiamo, non ho voglia di attaccarmi con questi ragazzini- dice il tatuato guardandoci con aria snob.
Resto senza respiro, premuto contro il lavandino. -Mi hai difeso?-
- Non era mia intenzione.- sbuffa Jackson risistemandosi il colletto del giubbotto rosso. Non smette di guardarsi allo specchio, non mi calcola di striscio.
-Però l'hai fatto.-
-Patetico sfigato.- sputa sottovoce.
Mi si rompe il fiato quando lo sento pronunciare quelle parole così crudeli. Ma non sono le parole, è la maniera in cui mi guarda che mi fa rabbrividire. Come se guardasse sè stesso allo specchio e non accettasse l'immagine riflessa.
Lo sguardo del rifiuto.
-Perché questo sei Blaze. Un patetico sfigato.- ripete il biondo con espressione quasi schifata.
Ma come dargli torto?
Sono per davvero patetico.
E lui lo sa.
"Lo sono da quel giorno di pioggia del campo estivo, in cui dopo la partita a calcio, tu mi hai baciato e io mi sono innamorato di te."
-Smettila di darmi il tormento.-
Lo dico a voce alta, ma il mio cervello s'inceppa in pensieri disconnessi.
Avrei dovuto?
Non avrei dovuto?
E ora?
Lo guardo aprire poeta del bagno, poi mi spinge dentro con velocità.
- Mi hai rotto il cazzo, Blaze.-dice Jackson, prima di farmi aderire alla parete con una spinta dritta al petto.
Gli fisso le labbra.
Jackson si mordicchia il lato della bocca, manovrando il piercing che gli perfora il labbro inferiore.
Mi fa sentire così debole.
Poi non vedo più niente, non sento più niente.
Solo la sua bocca contro la mia.
JUNE POV
Maledizione, ma in che guaio mi starò cacciando?
Io e William ritorniamo davanti all'Arcade, precisamente davanti al gruppetto dei suoi amici.
-James le ha lasciate a te le chiavi?-
Marvin squadra William con aria altezzosa.
-Dove cazzo è finito Jackson?- domanda il ragazzo rasato senza considerare minimamente la richiesta.
-Ma...che chiavi?- chiedo confusa. Ovviamente nessuno mi dà retta, mentre il suddetto Marvin lancia le chiavi a William.
-Ma dove vai?- domanda poi con aria preoccupata il ragazzo rasato.
-Lo vado a riprendere.-
Il tono di William è più sbrigativo del solito, sembra abbia fretta di andarsene.
S'incammina verso il parcheggio ed io lo seguo senza ben capire cosa dovrei fare.
-Sei sicuro Will? Non è meglio se veniamo con te?- li sento dire in lontananza.
William solleva una mano in aria per far cenno di no ai suoi amici.
Ci fermiamo davanti ad una Mustang sportiva. Il grigio metallizzato risplende nella notte, sembra nuova di zecca.
-Perché devi guidare la sua macchina?- chiedo infilandomi in quell'abitacolo nuovo e profumato. C'è odore di menta e pini di montagna.
William non risponde, sembra troppo concentrato a metterla in moto.
- Devo fare attenzione, basta sfiorare l'acceleratore e questa schizza.-
E non si è ancora ammazzato l'idiota?
-Ma quale padre comprerebbe un auto del genere al figlio adolescente?- Dio, sembro mia madre quando penso queste cose.
-Mica gliel'ha comprata suo padre, lui gli avrebbe dato un calcio in culo piuttosto che comprargli una macchina sportiva.-
-Ma dove stiamo andando?-
William appare più nervoso del solito. Si passa una mano tra i ciuffi biondi.
-June...-
-Okay non sono affari miei. Dimmi solo.. perché stai guidando una macchina se hai detto che non hai la patente?-
- Me l'hanno ritirata.-
Fingo di non aver sentito.
-Perché non potevano andare loro?-
-È una cosa... senti, dobbiamo vedercela noi.-
Sto in silenzio, sono irrequieta ma William sembra esserlo molto più di me, tanto che ad un certo punto mette la freccia. E quando lo sento frenare bruscamente e spostarsi sulla corsia di emergenza, mi spavento.
-Will? Cosa succede?-
I suoi occhi cristallini sono puntati verso il parabrezza.
Nella mia testa mi sto facendo un applauso.
Sono con un ragazzo che non conosco affatto, in una macchina che non è la sua e lui guida senza patente. Aggiungiamoci che è notte e stiamo andando a soccorrere uno stronzo che odio.
Guardo l'ora sul cruscotto. E sono le undici e mezza passate.
Fantastico!
-Forse è meglio se ti riporto a casa.- dice con voce atona.
-Cosa? Cosa ti ha fatto cambiare idea, Will?-
-Non ho pensato, volevo.. forse è meglio se ti riporto indietro. Non è sicuro portarti con me.-
Ora mi sta facendo preoccupare sul serio.
-Che cosa è successo a James?-
Aspetto una risposta, ma William sembra troppo interessato a guardare nel vuoto.
-Niente. L'hanno massacrato di botte.- finalmente risponde.
-Cooosa?- La mia mandibola s'incricca, ma mi riprendo subito. -Cioè voglio dire.. evvai! Ma come.. chi..-
-Lo sapeva e ci è andato lo stesso. È...ha dei casini che.. dimmi l'indirizzo di casa tua, lo metto sul navigatore, June.
-No, no. Voglio venire con te, Will.-
Finalmente sposta i suoi occhi cerulei verso di me.
Mi faccio carico di un po' di coraggio e continuo a parlare.
-Perché sembri davvero preoccupato e... non mi va di lasciarti da solo ora.-
William inclina lo sguardo, poi sorride. Sembra quasi che il mio interesse gli faccia piacere.
I miei occhi ricadono lenti sulle sue labbra perfette. Se penso che ci saremmo baciati a quest'ora...
-Allora è meglio andare. Se no chi lo sta a sentire dopo..-
-Immagino.-
Così dopo cinque minuti di stradine polverose, arriviamo in un posto che ha tutta l'aria di essere un parco a tema abbandonato.
-Che posto è?- riesco a chiedere, nonostante l'agitazione mi stia mangiando lo stomaco.
-Era un vecchio go kart. Ora è un locale notturno.-
Dal finestrino posso trovare conferma delle parole di William: c'è un grosso edificio di mattoni rossi dall'aspetto tetro e poco raccomandabile. In alto scoppietta un neon rotto con sopra una scritta in metallo penzolante. È tutto buio ma riesco a identificare una sagoma abbandonata a terra.
- Oh mio dio ...-sento William agitarsi.
-Perché non è venuto con la sua macchina fin qui?- domando confusa per la stranezza della situazione.
-Perché è nuova. E voleva rimanesse tale...- replica lui prima di scendere.
William si riaggiusta il ciuffo, poi mi fa cenno di aspettarlo in macchina.
"Cosa? Devo rimanere qui?"
Tra i mattoni, nell'edificio si staglia una porta da cui esce una luce al neon violacea. Sento una musica provenire da lontano, nel buio ci sono delle sagome, come dei gruppetti di ragazzi. Sembra tutto così losco. Osservo William guardarsi in giro, poi mi fa cenno di raggiungerlo.
-Puoi venire, June.-
Lo seguo con cautela, nascondendomi dietro alla sua schiena.
-Ma che cazzo, James... Lo sapevi!-
Il tono di William ha tutta l'aria di un rimprovero quando giungiamo davanti a James Hunter.
Ed io quasi non lo riconosco.
È un'ammasso di sangue e vestiti sporchi di rosso vermiglio.
-E quindi? Dovevo non venirci?- sputa trascinando un braccio sul terreno, per poi farsi leva ed alzarsi.
-Te l'ha ridata almeno?- chiede William, aiutandolo a sollevarsi.
-Ti sembra che me l'abbia ridata?- lo rimbecca James, indicandosi il volto tumefatto.
Le sue parole sono lamentele, finché non mi vede.
Ed i suoi occhi non promettono niente di buono.
-Ti dovevi portare anche lei, cazzo?- dice tutto di getto.
-Ringrazia che è venuto a prenderti, guarda come stai conciato!- rispondo prontamente.
-Ma sta zitta.- sputa accasciandosi con una mano contro il muro.
-Disse lo zombie.-
-Falle chiudere quella bocca Will.-
-Amico sei messo male..-
- Lo so ma...- James comincia a parlare, però poi si ferma nel momento in cui mi guarda, sembra non voglia parlare proprio perché ci sono io.
-Quindi, alla fine?- chiede William sottovoce.
Vedo James fare cenno di no, per poi scivolare nuovamente giù sul terreno polveroso.
-Maledizione, ma riesci almeno a camminare?-
La domanda di Will non trova risposta, perché James è troppo impegnato a cercare qualcosa nelle tasche.
-Vado a prendere la valigetta di pronto soccorso. Ce l'hai in macchina, dall'ultima volta?-
James annuisce svogliatamente. -È nel bagagliaio. E tu smettila di fissarmi.-
Ovviamente sta dicendo a me e in maniera tutt'altro che carina e garbata.
-Hai la faccia talmente sfracassata che sto tentando di capire quali sia l'occhio e quale sia la bocca. Non voglio di certo guardarti...sembri uno di quei quadri che fa mia madre quando disegna bendata.- dico chinandomi alla sua altezza, ad un metro di distanza di sicurezza.
-Tua madre disegna bendata? Un genio immagino, ecco da chi hai preso.- bofonchia portandosi una cartina trasparente tra labbra gonfie e segnate da tagli profondi.
-Ma no, cretino...è uno dei corsi che fa per i suoi allievi .. ah ma che ti importa!-
-Infatti non ti ho chiesto un cazzo, se tu che cominci a raccontare gli affari tuoi come se a qualcuno importasse qualcosa della tua vita da Winx senza super poteri.
Trattengo gli insulti, perché sarebbero troppi. Anche perché lui intanto si sta bellamente preparando una canna sotto ai miei occhi esterrefatti.
-Aiutami.- mi ordina ad un certo punto.
Lo osservo confusa: è grande e grosso, ma è conciato così male che è irriconoscibile.
Mi chiedo come non faccia a non essere dolorante. Io a quest'ora con quelle ferite piangerei dal male.
Sbuffo poi decido di dargli questa possibilità, lo sorreggo dal braccio aiutandolo a rimettersi in piedi.
-Perché hai lasciato la tua macchina all'Arcade?-
Lui sogghigna con il labbro spaccato. Non so cosa lo faccia tanto divertire.
-Chi ti ha detto sia la mia macchina?-
-Rimangio tutto, non lo voglio sapere.-
Scrollo il capo, mentre James si prodiga in una smorfia sofferente.
-Ti fa tanto male?-
-Secondo te?-
-Secondo me no perché ti sei calato l'impossibile prima, non sentirai neanche la lingua quando parli.-
È stato talmente veloce a prepararsi la sua sigaretta che quasi non me ne sono accorta.
-Sei attenta a quello che faccio, allora..-
Faccio cenno di no con la testa.
-Ti ho visto mangiare quella roba prima.-
-Mi anestetizza la bocca. E la faccia.-
- Ti anestetizza il cervello!-
Lui tira su il labbro tumefatto in un ghigno.
-Anche. Ma sopratutto...la lingua.- dice prima di leccare la cartina con una passata lenta ma decisa.
Il passo spedito di William interrompe i battibecchi che si spengono nel buio.
- Di che parlate?!-
- Della mia lingua.- spiega James con tutta tranquillità.
- Cosa?-
William apre la cassetta di pronto soccorso fissandoci incredulo.
- Ma no, non è vero..lascialo perdere.- mormoro versando un po' di acqua ossigenata su un batuffolo di cotone.
Tra labbro spaccato e sopracciglio sanguinante, non so cosa sia messo peggio.
-Hei! Ma che fai!?-
James mi afferra con violenza dal polso, portandomelo sopra alla testa, prima ancora che io possa avvicinarmi con l'intento di medicargli il viso.
-Guardati lo zigomo ce l'hai ridotto male, James.- dice William, per poi rivolgersi a me.
-Bisognerebbe disinfettargli le ferite sennò c'è rischio che si infettino, no?-
-E io cosa ne so? Ti sembra che abbia scritto in fronte "infermiera personale di James Hunter?"-sbotto acidamente.
William mi fissa esterrefatto per la reazione poco cortese e per nulla femminile che ho appena avuto.
Solo James ovviamente è divertito dal siparietto che si è creato.
"Fallo per William" mi dico mentre prendo un grosso respiro, voglio ritentarci.
-Non provare ad avvicinarti! Vuoi toccarmi, White?-
James mi punta un dito contro ancor prima che io possa di nuovo accostarmi a lui.
Mi alzo in piedi di scatto, non lo sopporto più.
-Non voglio toccarti, vuoi sapere cosa vorrei fare? Lo vedi questo e tutta la cassetta del pronto soccorso?? Vorrei ficcartela nel ...-
Guardo William. "Oh no"
-Mhmmm non farmi essere volgare!!- mi mordo la lingua per non cadere troppo si suoi livelli. "Sta calma, June"
-Provaci ragazzina e vediamo poi cosa non ti ritrovi tu nel tuo bel "mmhhh"!!- scimmiotta la mia cantilena con un'aria di superiorità che non riesco più a tollerare.
Lancio tutto a terra.
-Will senti io davvero non ho parole, non so come tu faccia a sopportarlo, sei anche venuto qui ad aiutarlo!-
-Ma chiudi la bocca una fottuta volta!-
-Non mi dire di chiudere la bocca, quando voglio aiutarti!- mi volto solo per guardarlo con efferatezza.
-June, James.. calmatevi, ci sono problemi più grandi.- William prova a farci ragionare.
-Vuoi aiutarmi Biancaneve? Impara l'educazione poi dopo ne parliamo!-
-Lui parla di educazione!- sbotto incollerita prima di voltar loro le spalle ed andarmene.
-Porca miseria Hunter, perché devi sempre fare così.. E tu dove...June dove vai?-
-Me ne vado, aiutalo da solo!- urlo lasciandoli indietro.
-Fermala WIll.-
-June, fermati.-
Ma è serio?
Sentire Will pronunciare quelle parole mi fa saltare su tutte le furie.
-Perché lo fai, eh? Perché fai quello che ti dice lui?-
-June non è così semplice, ci sono cose non sai.-
-Anche tu con queste cazzate? No voglio proprio sapere non hai un cervello funzionante, William?-
E il poverino resta a bocca aperta.
Sono impulsiva? Sì, sono impulsiva.
-Senti che stronza... eh io te l'avevo detto...- dice quell'altro, accendendosi la canna.
-Hunter zitto un secondo. June ti prego, non posso spiegarti ora..-
-Non dovrei frequentarti se sei amico di quel criminale. Mi dispiace.- ammetto ad occhi bassi.
-E tu che la difendi anche, Will. È proprio una puttana, cazzo-
Will prova ad afferrarmi dal braccio ma gli sfuggo per compiere un lancio verso James Hunter.
Sta in piedi a malapena, con il braccio contro la parete ma gli sferro un pugno sul naso così forte che... ho sentito crack.
-Spero che questo tu l'abba sentito, coglione!-
BLAZE POV
Turgida, come lo era stata la prima volta.
La sua lingua.
Jackson non bacia affatto come una ragazza, spero che lui pensi lo stesso di me.
E non perché ci sia qualcosa di male nel farlo come una ragazza, solo che è ... diverso.
Non c'è morbidezza, come quella volta che ho baciato Tiffany durante la bottiglia.
C'è solo ruvidezza, la stessa delle sue mani che premono dure e callose contro i miei fianchi, trattenendomi dalla maglietta, come a volermi tenere fermo.
È tutto così bello che mi manca il respiro, sono così preso dalle sue labbra che mi baciano avide, che non mi accorgo di come Jackson continui a spingersi con prepotenza contro il mio corpo.
E se dopo quel bacio al campo estivo, avevo pensato anche solo per un attimo, di essermi sbagliato.. ora non ho più dubbi.
Le ragazze non mi piacciono.
Con il respiro affannato si stacca da me, sono ancora immobile contro la parete sporca e fredda. Non ho avuto il coraggio neanche di sfiorargli quella mandibola segnata e mascolina, mentre lui mi ha messo le mani ovunque.
- Che cazzo ti guardi?- ringhia accigliato.
- Io...-
Jackson apre la porta del bagno e se ne va, lasciandomi senza respiro ancora una volta.
JUNE POV
-Cazzo!-
Le sue lamentele non mi interessano, né mi fanno paura.
Prendo a camminare spedita.
-June ma dove vai! Sei allucinante, James. Ma non riesci a trattenerti neanche adesso, è più forte di te??-
Sto ancora camminando quando sento James Hunter.
- Mi ha tirato un pugno? Ma sei cieco? Anzi, è probabile che tu lo sia dato che vai dietro a quella frustrata isterica!-
Si dicono qualcos'altro, ma l'unica cosa che riesco a percepire sono le parole di James, seppur sussurrate.
-Will non è sicuro qui, perché la lasci andare via?-
-Perché preferisco farmi sbranare dai coyote piuttosto che starti a sentire!- urlo mentre cammino imperterrita. Non so dove sto andando.
-Lascia che ti accompagni a casa.- William accenna una corsetta verso di me, per afferrarmi dolcemente dal braccio.
- June, dico sul serio. Forse non lo sai ma c'è gente poco raccomandabile qui.-
Mi basta guardare William negli occhi che la rabbia comincia a sbollire. E quando prendo a guardarmi intorno, capisco che non hanno poi così torto.
-Okay.- sibilo con lo sguardo a terra.
Sono avvilita.
Che finale terribile per il nostro appuntamento.
Mi rintano nel sedile posteriore con il solo intento di stare in rigoroso silenzio.
Se torno a parlare riuscirò a farmi odiare anche William.
E non ne ho intenzione.
-Guido io- annuncia quel criminale, senza neanche degnarsi di ringraziare il suo amico.
-Sei sicuro?-
-È la mia cazzo di macchina o no?-
-Tuo padre non ti uccide se torni in questo stato?-
-Come se me ne fregasse qualcosa di quello che dice mio padre.-
Scrollo il capo.
-Wow tu si che sei ribelle.-
Maledizione, dovevo mordermi la lingua.
James Hunter si volta di scatto.
Ha il labbro spaccato a metà e il sopracciglio sta ancora sanguinando.
Mi guarda in cagnesco.
"Non fai paura a nessuno"
Discosto lo sguardo però.
-Chiudi quella bocca White o ti lascio in mezzo al nulla. Neanche gli animali selvatici ti sopporterebbero.-
- Sì certo..-
-Vuoi vedere?- chiede con voce decisa.
Mi fulmina dallo specchietto retrovisore, i suoi occhi blu si assottigliano in un'espressione minacciosa.
-James sta scherzando...June dove abiti?- William prova a calmare le acque.
Dopo avergli indicato l'indirizzo di casa, sento James sbuffare.
-Grandioso. Pure nel mio isolato.-
Quando ci fermiamo davanti ad una villetta a schiera poco distante da scuola, capisco che siamo arrivati da William.
Lui però indugia prima di scendere.
-Aspettaci un attimo. Me lo devi, James.-
Quest'ultimo si accende una sigaretta prima di lanciarci un'occhiataccia.
-Vedete di muovervi.-
-June posso parlarti un attimo, per favore?-
Dal tono di Will percepisco il disagio, la sua gentilezza stona con i colori troppo accesi della serata appena trascorsa.
Quando ci ritroviamo l'uno di fronte all'altro davanti alla porta di casa sua, l'attimo di imbarazzo è palpabile.
-Scusa è stato un disastro.- dice Will stringendosi nelle spalle.
-Non la prima parte.- replico d'istinto.
-Ti stavi divertendo anche tu?-
Vedo una leggera scintilla in quell'azzurro cielo.
-Sì-
-Ti giuro che ci sarà modo di.. vorrei vederti ancora, June.-
Con la mano mi sfiora il viso e qualcosa mi sfiora lo stomaco.
- Jack e Rose avete finito di salutarvi o sta lagna dura ancora tanto?-
La voce cupa di James Hunter interrompe qualsiasi momento di dolcezza che si stava per creare.
- Meglio che vada prima che si sveglino i miei. A domani June.-
Will lo dice sottovoce, poi muove la testa nella mia direzione.
Io resto ferma immobile.
Non so cosa fare.
Mi sento paralizzata dall'agitazione.
Che cosa devo fare?
Baciarlo ora?
Non mi sembra il ...
William decide di risolvere la questione per entrambi, mi lascia un bacio sulla guancia, poi entra in casa.
-Ti dai una mossa o vuoi tornare a casa a piedi?-
Mi aspettavo una battuta sul bacetto casto che ci siamo dati io e William, invece niente.
Sembra che il suo amico non sia oggetto di scherno e prese in giro, solamente io lo sono.
- Non sarebbe una cattiva idea.- sbotto irritata sedendomi nel sedile del passeggero a fianco a lui.
Mi sta fissando con quegli occhi sottili e il brivido di paura che provo è tutt'altro che rassicurante, per un attimo mi chiedo cosa mi sia saltato in mente. Di stare in macchina con lui, da sola.
Ma sopratutto....di avergli tirato un pugno.
- Sai White, la serata è stata lunga e tu sei l'ultimo dei miei pensieri.- sputa mettendo in moto l'auto.
- Reciproco.-
- Ma te la farò pagare.-
Le sue parole mi distraggono dalla sua guida spericolata e tutto fuorché attenta.
- Cosa?-
- Quando meno te lo aspetti, più divertente no?- sogghigna con fare spavaldo.
-Senti, lasciatelo dire Hunter. Sei insopportabile.-
- Vuoi sapere perché hai il coraggio di dirmi in faccia una cosa del genere?- chiede poi stringendo gli occhi blu.
- Sentiamo. Forse perché non mi fai paura?-
- Sbagliato, ragazzina. Perché sono ubriaco e leggermente fatto.-
-O mio Dio! E come... stai guidando?!- esclamo spaventata.
-Esperienza. Comunque se fossi lucido, a quest'ora non parleresti tanto.-
- Ripeto, insopportabile.- sbotto infastidita.
-Mi hai tirato un pugno e io ti sto anche accompagnando a casa. Sarei insopportabile?-
Con uno sguardo furtivo finisco per osservare il suo profilo perfetto.
Il naso di James è così lineare e dritto, che non sembra venga preso a pugni spesso.
-Dovresti almeno andare in pronto soccorso.-
-Pensi sia la prima volta che mi picchio con qualcuno?- scoppia a ridere lasciandomi inebetita.
Sta parlando di una cosa orribile come la violenza, ma non ha paura? Non la reputa una cosa terribile?
-E tu pensi di parlare con una cretina che si fa impressionare dalla tua aria da bad boy?-
-No, penso di parlare con una cretina e basta.-
Si ferma davanti a casa mia, poi mi lancia addosso la cassetta di pronto soccorso che stava sotto al sedile posteriore.
- Ahia!-
-La crocerossina va a dormire con la coscienza più pulita se lo fa?- chiede incrociando le braccia al petto.
La sua maglietta bianca è tutta chiazzata di sangue e nei punti in cui gli fascia l'addome possente, è persino strappata.
-Andrei a dormire con la coscienza più pulita se non lo facessi!-
James sorride lentamente, poi si lecca labbro con la lingua.
Mi sento pizzicare sotto alla pelle.
-Parli troppo.- sputo osservando la cassetta di pronto soccorso semi aperta sulle mie ginocchia.
Che cosa vuole adesso? Che io gli medichi le ferite o no?
-Di solito sono di poche parole, chiedilo alle tue amiche.-
Quali amiche?
Mi sta provocando, come sempre. Anche perché non credo che né Ari, né Poppy sarebbero in grado di stare con uno come lui.
Chissà come ha fatto Amelia però...
- Vuoi scendere o che cazzo facciamo?- domanda quando siamo ormai fermi davanti a casa mia.
Non me n'ero accorta.
Mi chiedo come faccia a non patire le pene dell'inferno, conciato in questa maniera.
-Tu che fai, di solito vai a dormire in questo stato?-
-Di solito sono io a darle, non a prenderle.-
-Sì certo...-
Lo guardo accendersi la sigaretta tra le labbra carnose e tumefatte.
-Smamma ragazzina. Lo dico per il tuo bene.-
Vi è piaciuto il capitolo?
Ho provato questo esperimento di incrociare i due pov. Fatemi sapere!!!
Comunque i cliché ci sono tutti anche perché...
Dove lo trovi quello sulla moto che fa l'incontro di boxe prende un pugno e poi tu lo vai a medicare? Cit.
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