11. The harder the climb, the better the view

I nuovi jeans che ho coprato solo solo un po' più attillati del solito.

Continuo a guardarmi e riguardarmi allo specchio. Mentirei se dicessi che mi sento insicura solo per l'uscita imminente con William.
Mi sento insicura per le mie cosce. Sono enormi?
E se Taylor avesse ragione? Ripenso alle parole di James Hunter. L'ha detto per prendermi in giro, di sicuro non gli piace il mio culone.

Metto una maglietta bianca che lascia scoperto un filo di pancia e pettino i lunghi capelli biondi appena lavati.
Poi quel pensiero. Dovrei truccarmi?

Non ci pensare neanche June

Non lo faccio mai, non dovrei cominciare adesso solo per piacere ad un ragazzo.





-Come hai detto che si chiamano?-

-Amelia, Poppy e Ari.-

-E sono tutte ragazze?-

-Mamma...-

Lo so che non dovrei dirle bugie, perché se mi dovesse succedere qualcosa.... tipo se venissi rapita, sgozzata e buttata in un fosso, mia madre non saprebbe neanche con chi mi trovavo realmente. Però se le dicessi che esco con un ragazzo mi darei la zappa sui piedi da sola. L'interrogatorio non avrebbe più fine, meglio evitare.

Mi molla davanti all'Arcade con una faccia sospetta. - Dove sono le tue amiche?-

- 2021 chiama mamma!! Secondo te dove sono? Mi aspettano dentro!-

- Alle undici e mez...-

Non la lascio finire che sono già fuori dall'auto.

Entro nella sala giochi e vengo abbagliata da colori psichedelici, luci intense e musica assordante. C'è gente che beve, gente che gioca e gente che chiacchiera. Vedo anche qualche ragazza della mia scuola.

-June sono qui!-

Il cenno di una mano in lontananza, poi la voce di William, finalmente.

-Sono felice di vederti.- dice con un sorriso spontaneo.

William sembra più carino del solito questa sera: una t-shirt aderente e una giacca color militare che ricade sopra a dei pantaloni scuri.
Ed il suo solito ciuffo voluminoso.
Ma soprattutto, i suoi occhi cristallini.

Mi guardo intorno con fare discreto,
"Non c'è traccia dei suoi amici in giro. Ora sì che si ragiona".

-Vieni sediamoci.- mi invita lui indicandomi un tavolo.
Ci addentriamo in una zona che sembra la classica tavola calda americana degli anni ottanta.

-Ti ha accompagnata tua madre?-

-Sì...-

-Che tipo è?- domanda accomodandosi sui divanetti di finta pelle rossa.

-Una pazza...-

William corruccia le sopracciglia chiare, è disorientato.

Oh, no perché dico sempre cose a sproposito!?

- Cioè... è un'artista.- aggiungo imbarazzata. Sto giocherellando con le mie stesse dita.

Iniziamo davvero bene, complimenti June

Ma d'altronde come biasimarmi? Non sono mai stata da sola con un ragazzo. Oltretutto è una specie di appuntamento, il mio primo appuntamento.
Cosa dovrei dire?

- Che genere tratta?- chiede lui con voce calma.

William sembra davvero interessato a me, quasi non ci credo.
Per un attimo avevo anche pensato che la nostra uscita fosse uno scherzo architettato con quei delinquenti dei suoi amici.

- Ehm.. stile moderno, contemporaneo ma con qualche ispirazione realista...- inizio a farneticare cose che ho sentito dire milioni di volte da mia madre durante le sue mostre.

- Roba figa?- chiede lui.

- Roba strana. - Lo correggo facendolo scoppiare a ridere.

- Sei figlia unica? Tuo padre?-

Sono figlia unica? Dobbiamo davvero affrontare questi discorsi al primo appuntamento?

Povero William, non sa che macigno brutale e noioso è la mia vita.

- Ehm.. mio padre si è risposato, vive ancora in Virginia.-

- Sei nata lì?-

- Esattamente.-

Esattamente in mezzo alle campagne.
Ripenso alle parole di Taylor.

-I tuoi invece?- chiedo curiosa.

- Possiamo cambiare domanda?- mi rimbalza lui con sguardo serio.

Ah.

-Oh scusa, non voglio farmi gli affari tuoi ma visto che la mia famiglia è disastrata... pensavo..-

- La mia è a posto, ma è il nostro rapporto a essere disastrato.-

- Mi dispiace. Vogliamo ordinare?- propongo con l'intento di levarmi da quell'impiccio.

-Sì certo.-
Lo vedo fare un cenno ad un cameriere per poi porgermi un menu appiccicaticcio.

- Che consigli?-

- Qui fanno un frappè al cioccolato fantastico, ma magari se vuoi qualcosa di più leggero...-

- Oh, guarda...mi inviti a nozze. Per me un frappè bello grande.- esclamo d'istinto, ignara della figura da scaricatrice di porto che sto facendo. William però non si lascia impressionare dai miei modi poco raffinati e mi osserva affascinato.

- Wow, la prima cheerleader che non si fa paranoie su cosa ordinare..-

Miseriaccia, pure mia madre dice che sono troppo golosa

- Giuro June, in senso buono.- insiste lui mordendosi il labbro.

Mi distraggo dalla sua bocca disegnata facendogli la prima  domanda che mi viene in mente.

-In che guaio mi sono cacciata con sta storia delle Cheerleaders, dimmi la verità, Will...-

Lo guardo scoppiare a ridere di gusto.

- Dipende da quanto hai fatto incazzare Taylor..- sorride lui lasciandomi ammirare sue piccole fossette sulle guance.

-Comunque a parte gli scherzi, essere capo cheerleader ha i suoi vantaggi. Poi vale come attività extra scolastica. Come il football, lo odio ma sono obbligato a giocarci.-

-Davvero?-

La mia richiesta però non trova risposta, William giocherella le dita sul tavolo e senza scollare gli occhi dal menu fa la sua scelta.

-Io comunque andrò di succo di frutta.-

Succo di frutta. Really?

-Analcolico?- chiedo quasi incredula.

Lui annuisce, passandosi nervosamente una mano sul ciuffo biondo.

-Non bevi?-

Lo so, sono curiosa...ma siamo qui per conoscerci no?

-Dipende dai periodi, questo è un periodo così.- spiega lui.

-Che non ti va di bere?-

Mi osserva con occhi seri. -Che non posso.-

-Intendi per gli allenamenti di football?-

William non risponde ma si alza in piedi.

-Vado ad ordinare, c'è troppa gente e se aspettiamo al tavolo.. non ci serviranno mai più.-

- Dovrebbero assumere più personale..- bofonchio mentre lo guardo camminare verso il bancone per fare la fila.

The weeknd rimbomba nelle casse. La musica è alta ed il vociferare è diffuso, ma inizio a sentirla in lontananza quella voce.

-L'hai fatto nella mia macchina?-

Quando mi volto vedo la testa bionda di Jackson che spicca tra la folla dei ragazzi nel locale.

-Hei guarda che io lascio tutto pulito.-

Oh no. C'è anche lui.

-E se lo facevo io nella tua macchina, Hunter?-

-Che schifo, cazzo! Non provare a dirla neanche per scherzo una cosa del genere, Jackson!- lo sento esclamare con voce arrabbiata.

Jackson porta un giubotto rosso, di quelli da football americano, di James Hunter vedo solo spiccare la testa, ha una capigliatura impeccabile e una smorfia arrogante sul viso.
E quando li vedo camminare fianco a fianco verso il bancone, mi faccio piccola sul divanetto nella speranza non mi notino.

- Ma guarda un po' chi c'è...- abbozza Jackson con aria canzonatoria.

James Hunter si volta di scatto. Indossa una maglietta bianca con sopra la sua giacca di pelle.

Ed ecco che il divertimento è appena andato a farsi benedire.

-Che cazzo ci fa qui, quella?-

Quella ha un nome, ma forse il tuo microcervello fatica a ricordarselo.

Serro le labbra e faccio finta di niente, mi guardo in giro nella speranza che William torni al più presto.

-Però...che onore avere White, la capo cheerleader, qui con noi.-  ridacchia Jackson fermandosi davanti al mio tavolo.

-Non la voglio qui.-

E non è una battuta.
James Hunter non sta ridendo. Ma non ride mai?

-Ma che ti ha fatto? Lasciala stare, dai andiamo.- dice il ragazzo rasato e taciturno arrivando alle loro spalle.

Già che ti ho fatto!?

Non dico nulla perché provocarlo innescherebbe la miccia per una discussione e dato che mi sembra parecchio nervoso, meglio lasciar perdere.

-Vado a scolarmi quattro birre. Certe facce da cazzo non le reggo proprio senza ubriacarmi.- lo sento dire a denti stretti.

-Ma certo. Diamo la colpa del tuo futuro da alcolista agli altri!-

Stavolta non l'ho solo pensato, l'ho detto sul serio.

-James no!-Jackson sgrana gli occhi nell'udire le mie parole.

Oh oh.

Lo scatto che fa verso il mio tavolo è rapido, ma entrambi i suoi amici lo bloccano.

Mi lancia un'occhiata così furente che penso voglia distruggermi con uno sguardo.

Disprezzo puro.

-E voi che la difendete anche..sa solo abbaiare come una cagna.-

Mi porto una mano sulla bocca, sono senza parole.

Era solo una battuta, ma questo che problemi ha?

-James, dai. Calmati.-
Jackson lo trattiene dal braccio, ma lui vorrebbe venirmi davanti e sbranarmi.

-Ti faccio male. Hai capito? Prova a parlarmi ancora e ti giuro che ti farò passare la voglia di aprire quella bocca da succhia cazzi.- mi minaccia con occhi stringenti.

Sento il cuore martellare come un tamburo nel petto. È la rabbia a fare questo rumore assordante.

-James, Dio mio! Smettila. Ha solo fatto una battuta.- Insiste il suo amico rasato.

Fortuna che arriva William, perché sono così scossa che mi viene quasi da piangere.
Lo guardo increspare la fronte prima con uno sguardo allarmato prima verso di me, poi verso i suoi amici.

-Che succede?-

Sento le guance paonazze per l'imbarazzo, nonché per la rabbia furente che provo per quell'essere disgustoso.

-Stavamo andando via.- esclama Jackson con uno sguardo strano.

Vedo James Hunter scuotere la testa con gli occhi iniettati di sangue, poi ci voltano le spalle e se ne vanno.
In qualche modo sembra che William abbia quel potere con lui. Quello di farlo sparire dalla circolazione.

-Come fate a sopportarlo?- chiedo senza giri di parole.

-È il mio migliore amico.-

-Non è una motivazione sufficiente. Ha problemi di autocontrollo, è maleducato, un violento.- sputo secca giocherellando con i bracciali che ho al polso.

- Che ti ha detto?-

Non rispondo, ma guardare in basso è una replica più che eloquente nel mio caso.

-June...Che gli hai detto?-

-Niente che è un alcolizzato.-

Vedo la mascella di William stridere appena.
-Non devi mai fare battute sull'alcolismo a James. Fa lo stronzo, sopratutto con le ragazze ma... ha i suoi problemi.-

-Parecchi direi.-

Ingiustificabile.

E poi quali problemi?
Le solite cavolate del padre violento e la madre assente? Lo odio, non me ne frega niente delle sue paturnie.

-Non roviniamoci la serata con queste storie tristi, però..- dice William con l'intento di cambiare discorso.

Capirai. Tutti hanno delle storie tristi, ma questo non ti da diritto di comportarti da emerito bastardo. Questo però me lo tengo per me perché non voglio ferire William, sembra che ci tenga per davvero a quel vandalo.

-Che ne dici se torniamo a noi due?-

La dolcezza della voce di William mi scuote le membra, rilasso i muscoli del viso lentamente.

-Sì, ti prego.- sospiro.

-E così hai cambiato tante scuole?-

Inizio a contare con le dita sotto al suo sguardo divertito.

-Mhm... circa sette. No, aspetta otto. Se conto la prima che ho frequentato in Virginia.-

-Come fai ogni volta a ricominciare? Sì insomma.. nuova casa, nuovi amici...-

-Beh, in qualche modo... ci sono abituata. Ho la mia valigia con il mio piccolo mondo, me lo porto sempre dietro e in qualche modo... mi sento a casa.-

-Di cosa è composto il piccolo mondo di June White?-

Libri, quaderni degli appunti, solitudine.

Troppo patetico da dire ad un ragazzo bello come lui?

-Mi piace leggere.- dico di getto, senza pensarci.

-Da piccolo leggevo fumetti ma poi ho smesso. Preferisco i film.-

Lo ascolto affascinata.
Il suo tono di voce è sempre così calmo, riflessivo. Forse William è troppo paziente, ecco qual è il suo difetto. È troppo buono e i suoi amici ne approfittano di lui..

Sì, mi piace fare la psicologa indovina da due spicci.

- Scrivi anche?- chiede curioso.

Annuisco.

- Davvero?- sembra incredulo ora, lo vedo da come solleva entrambe le sopracciglia.
-Anche io.- aggiunge poi con una punta di imbarazzo.

Lo guardo toccarsi la nuca con la punta delle dita.

Okay, ora sono io ad essere incredula.

-Cosa scrivi?- mi domanda prendendomi di sorpresa.

-Aaaaahm... cose...-

Personali, un po' troppo per raccontartele.

-Scrivo dei miei stati d'animo. Fondamentalmente...ciò che mi passa per la testa..- ribatto.

-Figo, vorresti diventare una scrittrice?-

-Oh, no no no. È solo un mio modo per...è uno sfogo.-

Vedo William toccarsi nervosamente il collo pallido, per poi annuire, come se capisse.

- Tu cosa scrivi?- provo a chiedere con la speranza di non sembrare troppo impicciona.

-Cose che... mi passano per la mente. Secondo te, cosa spinge le persone a scrivere?-

- Bella domanda. Secondo me devi averle vissute le cose prima di raccontarle e poi...per me la scrittura è un po' come lo sport per alcuni. Per me è terapeutico scrivere.- spiego.

-Capisco benissimo.. bisogna avere una certa sensibilità- aggiunge lui.

-So che non la dimostro.- dico io facendolo scoppiare a ridere di gusto.

-Ma no che dici. Sai essere tosta, ma questo non è sinonimo di insensibilità. Ti ho vista in palestra con Taylor Heart.-

Premo con entrambe le mani sul viso come per fermare l'imbarazzo.

-Mamma mia che figura.-

Una ragazza intanto ci serve i nostri ordini.
E io mi getto sul frappé come se non mangiassi dal 2016.

-È buonissimo!-

Sono estasiata, datemi cibo buono e mi conquisterete.

-Te l'avevo detto!- ride lui.

-Vuoi assaggiare?

-Sì tu?-

Annuisco, intanto ci scambiamo i drink.

-E con gli amici come fai?- domanda curioso, succhiando dalla mia cannuccia.

-Beh ....non ne ho avuti molti negli ultimi anni, sinceramente-

-Oh...-

Per avere amici come i tuoi, meglio non avercene proprio.

-Will. Devo parlarti.-

In un secondo sento di nuovo lo stomaco sottosopra. Quell'arrogante di James Hunter viene davanti al nostro tavolo.

Resto ad occhi bassi, non voglio guardare la sua faccia odiosa.

- Ora.- aggiunge con tono impaziente.

William si alza in piedi e lo porta via per non farmi sentire cosa si stanno e per dire.

Ma June ha le orecchie lunghe. Molto lunghe.

-Lasciami una serata per me.-

-Una serata per scoparti White? che schifo.-

Schifo, gli faccio schifo

-Non fare lo stronzo. Perché ce l'hai tanto con lei, che ti ha fatto?-

Il mio collo si tende.

-Devo dirtelo, non lo vedi da solo?-

Cosa?

-Non è detto, James.-

Coooosaaaa???

-Lo vedrai, mi darai ragione. È proprio come dico io.- sputa James riempendosi il petto come un pavone nella stagione dell'accoppiamento.

-Senti non mi importa, la ragazza mi piace.-

-Ragazza? Questa è la tipa che non te la da neanche dopo tre settimane di seghe mentali.-

Ah perché tre settimane sarebbero sufficienti, nella testa di quel criminale?

- James, me l'avevi promesso.-
Il tono di William si fa più duro.

-E tu mi avevi promesso che mi avresti aiutato stasera, Will.-

-Dopo, non ora.-

-Perché vuoi stare qui a parlare con lei?-

-Magari a me va di parlare con lei.-

-Cazzate.-

-Non sono cazzate. Sono con lei questa sera. June è bella, intelligente e mi piace. Smettila di fare il coglione.-

taglia corto William prima di girargli le spalle. James però lo blocca prima che possa tornare da me.

-Ma è una ragazzina.-

-Senti io ti rompo le palle quando stai con Stacy, Bonnie, Tiffany o chi cazzo ne so??-

-Taylor, hai dimenticato Taylor!- aggiungo io sarcastica.

Mi copro immediatamente la bocca con le mani. Oh no

Vedo James digrignare i denti bianchi come un cane alla catena.

-Non deve rivolgermi la parola, Will.-

E poi se ne va con aria di superiorità, come se fossimo noi i poveri idioti e lui il migliore sulla faccia della terra.

-Amicizie impegnative, eh...- sospiro quando William torna al tavolo.

-Già.. -

-Lo so che non capisci June, ma James è davvero un amico.-

Non mi va di ribattere, non voglio litigare al primo appuntamento con un ragazzo che obiettivamente non ha fatto nulla di male. Anzi, mi ha difesa e ha speso parole molto belle nei miei confronti. Non dovrei avercela con lui.

Finiamo il frappè e cominciamo a parlare di scuola. Pur di evitare di parlare di James mi diletto in una lunga riflessione sulle falle del sistema educativo scolastico americano.

-Facciamo un giro fuori? Anzi no, sai cosa? Voglio sfidarti a bowling!- esclama divertito.

-Non hai scampo William Cooper. Ti stai mettendo contro la campionessa indiscussa di bowling!- esclamo puntando il dito verso l'altro con fare solenne.

Ovviamente non è affatto vero.
Gli zuccheri del frappé mi danno alla testa, o forse sono solo felice per aver sentito William pronunciare quelle parole.
"È bella, intelligente, mi piace."

Sono chiaramente su di giri, ma la giostra si ferma in fretta.

Il cellulare di William suona proprio mentre usciamo dalla zona caffetteria per raggiungere il bowling.
I suoi occhi si fanno strani.

-Rispondo a mio padre. Arrivo.- dice lasciandomi sulla porta.

Esco fuori nell'aria tiepida e notturna.
Devo però aver preso l'uscita sbagliata perché non siamo entrati da qui, questo dovrebbe essere il retro del locale.

-Tutto bene?-

Una voce ormai conosciuta mi sorprende nella notte.

Quando alzo lo sguardo il gruppetto di amici di William mi prende alla sprovvista.
Stanno seduti su delle panchine a fumare con delle facce tutto fuorché raccomandabili.
Mia madre chiamerebbe la forestale e la guardia nazionale se sapesse che parlo con gente così.

-Hei White, non ti mangiamo mica.- ridacchia il ragazzo rasato con due occhi lucidi ed arrossati.

Fingo di non averlo sentito e prendo a camminare nel buio, ma poi mi rendo conto che forse è meglio tornare indietro. Non c'è nulla se non una stradina sterrata davanti a me.
Ops. Direzione sbagliata.
Dio mio che figura.

-June! Ma dove vai? Vieni qui. Will arriva subito.- sento Jackson ridacchiare, mentre una ragazza mora gli sta seduta sulle ginocchia.

Prendo un grosso respiro e mi siedo sulla panchina vicino alla loro.
Lancio uno sguardo alle ragazze che sono lì con il gruppetto.
Saranno i vestiti o il trucco pesante ma... io sono così diversa da loro.

Jackson parte dalla punta dei miei capelli biondi per finire sui miei jeans, infine sulle Adidas.
Mi squadra dalla testa ai piedi. -Vuoi fumare?-

-No grazie- rispondo lanciandomi una ciocca bionda dietro all'orecchio.

Ma che mi è saltato in mente?
Perché mi sono seduta qui vicina a loro? Non devo provare niente a nessuno..

Quando William esce dalla porta del locale però, è ancora al telefono.

-Arrivo!- mi bisbiglia da lontano, facendomi cenno di aspettarlo con la mano.

- Allora June, ti piace davvero Will?- chiede una ragazza bassina.

Oh, Stacy.
Non l'avevo neanche riconosciuta per quanto ombretto blu elettrico ha sulle palpebre. Non rispondo, ma quando sollevo gli occhi vedo James Hunter alle spalle della ragazza. Mi sta fissando.

"Che ti guardi deficiente"

Ovviamente non lo dico a voce alta sennò scateno la terza guerra mondiale.

-Ma è la ragazza di William?- domanda la tizia in braccio a Jackson.

-Non è la ragazza di nessuno.-

James.
La sua voce è decisa, quasi cattiva.

Non fiato...sembrerò un imbecille ai loro occhi?
E chi se ne frega, voglio solo che William torni perciò me ne sto buona ed in silenzio.
Ad un tratto però, il posto sulla panchina accanto a me viene occupato.

Compio un balzo.

-Rilassati, Biancaneve. Nessuno sta disturbando il tuo appuntamento.-

- E allora che vuoi?-

James Hunter allunga un braccio sulla panchina, come a volermi circondare le spalle.

Pianto gli occhi davanti a me, nel tentativo di non guardarlo in faccia e di non cedere alle sue provocazioni.

- È vietato guardarti, adesso?-

La sua voce è fastidiosamente profonda.

-Ma smettila...se due secondi fa hai detto che non devo neanche parlarti, fai pace col cervello.-

Non li vedo con certezza, ma posso sentire i muscoli sotto al suo braccio slittare rapidi e tendersi duramente dal nervoso.

-James, lasciala stare...-
Jackson sta ridacchiando.

- È proprio figa però.-
Sento parlare il ragazzo rasato dietro di noi. E mi si accappona la pelle.

-La trovi più scopabile di me?- chiede la tizia che gli sta accanto.

Il senso di disagio mi pervade, comincio a guardarmi intorno finché non incontro quegli occhi color blu notte fissi su di me.
James Hunter corruga la fronte con aria superba, poi arriccia il labbro superiore prima di tirare una boccata di fumo dalla sua sigaretta che ha tutta l'aria di essere uno spinello.

- No più scopabile di te no.- sento rispondere da dietro.

Che schifo.

- Vorrei proprio sentire cos'ha da dire James...- scimmiotta Jackson.

Lui finisce di espirare lentamente quel fumo tossico, poi parla senza scollarmi gli occhi di dosso.

-Il culo me lo farei. La faccia no.-

È terrificante questo tizio, è abominevole. Ama vessare le persone e lo sta facendo senza motivo. È solo cattiveria innata la sua.

- Vieni qui, Bonnie.- dice poi tornando a fumare come niente fosse.
La ragazza mora ondeggia nel suo vestitino argentato per poi sedersi a cavalcioni su di lui che le passa la canna.

Mi alzo in piedi schifata.

-Tu ai miei occhi non lo saresti neanche se ti scolassi una bottiglia di alcol disinfettante, mi faresti comunque schifo da toccare.-

I suoi amici ridono per la mia battuta da bambina delle elementari.

-E di nuovo lo stai facendo, White.-

-Cosa?-

-Di nuovo con questa storia che ti credi meglio delle altre.-

-Mai detto questo.- replico incrociando le braccia.

Come posso non credermi meglio di una che gli sta seduta addosso a gambe aperte e si sta strusciando sulla sua giacca di pelle?

-Taylor dice così.-

-Tu e Taylor parlare anche wow a quando le nozze?-

- Jamie avevi detto che l'avevi scaricata!- sento la voce di Stacy nel buio.

Lui in tutta risposta si alza in piedi facendo barcollare Bonnie che stava per cadere sulla panchina con il culo per aria.

-Mi fai ridere.- dice armeggiando nelle tasche della giacca. Tira fuori delle pastiglie, poi le ricaccia dentro contrariato.

"Zitta, June. Non rispondere alle provocazioni. Immotivate, peraltro."

Ma quando mi viene davanti con il suo sguardo strafottente non riesco a calmarmi.

-Ridi anche? E dire che sembrava avessi una faccia sola. Quella da idiota incazzato.-

James Hunter è così vicino a me che penso voglia tirarmi uno schiaffo. Vorrei fingere che la sua presenza non mi sfiori minimamente, ma non è così.
Mi urta.
La sua faccia.
Così come il suo profumo.

- Dillo ancora. Avanti.-

Fa un altro passo di sfida verso di me, ma stavolta non indietreggio.
Voglio proprio vedere.
- Ah..dovrei ripeterti ancora che..che sei un idiota..?-

-Mai nessuna ragazzina del cazzo mi ha insultato.-

I suoi occhi si fanno scuri e piccoli, quasi crudeli, quando li butta ancora più a fondo nei miei.

-C'è sempre la prima volta.- ribatto ingoiando la saliva rumorosamente.

Lui mi lancia un'occhiata di disprezzo.

-Porterai solo guai.- sputa tastandosi le tasche dei pantaloni.
Lo vedo tirare fuori una bustina trasparente.

Fantastico! Questo ci mancava!
Il migliore amico del ragazzo con cui sto uscendo è un alcolizzato, nonché un drogato.
Che meraviglia, eh.

-Non ti meriti un amico come Will.- dico di getto quando vedo il contenuto della bustina.

-Tu non sai un cazzo.- biascica mentre affonda l'indice nella polvere bianca.

-Sei arrivata qui da due giorni e pensi di conoscere tutti ma non sai proprio un bel cazzo.- sussurra prima di succhiare con gusto il dito davanti alla mia faccia esterrefatta. Lo vedo riporre quella bustina in tasca per poi tirare fuori il portafoglio.

Che stronzo sfacciato.

-Pensi che a qualcuno importi della tua storia da teppista problematico? Pensi che freghi a me o qualcuno, di ciò che ti ha portato ad essere stronzo e tormentato?-

Sogghigna facendo scivolare la bocca a lato. Arrotola una banconota da un dollaro poi la incastra dietro all'orecchio.

-Ed è qui che la piccola ed innocente White si sbaglia.-

Tremo, scossa da un brivido sfuggente quando lo sento parlare in quel modo.

-Non sto parlando di me. Sto parlando di tutti gli altri, tutti quelli che tu credi di conoscere.-

Ripenso a Blaze.
L'ho visto baciarsi con Jackson?
E Amelia. Perché non mi può dire cos'è successo con Hunter?
Perché Brian lo odia a morte?
E William... È il ragazzo perfetto sì, ma perché il mio sesto senso mi dice che c'è qualcosa sotto?

E paradossalmente, il più stronzo di tutti, mi sembra anche il più sincero in questo momento.

-Sta facendo il coglione?-

William ritorna e così vengo rapita dai miei pensieri.

-Decisamente- bofonchio scacciando un sassolino da per terra con la punta delle scarpe.

James Hunter si allontana scrollando la testa, mentre William mi sorprende con una proposta.

-Ti porto via, June. Non è posto per te questo.-

Così dicendo, mi prende per mano.

Iniziamo a camminare in silenzio.
Sento il mio cuore fare un salto così grande che penso voglia schizzarmi via dalla cassa toracica.

-Vieni.- aggiunge poi, facendomi fare una deviazione fuori dal locale.
-Jackson ha parcheggiato nella stradina qui dietro. Voglio farti vedere una cosa.-

La mia mano si fa più calda in quella di William, mentre camminiamo l'uno a fianco all'altro.
Dimentico della rabbia, dimentico di James Hunter, dimentico di tutto. Sono al settimo cielo in questo istante.

Quando arriviamo al vecchio pick-up di Jackson resto per un attimo delusa. Ci sono solo buio ed alberi intorno a noi.

Uno stupro, nel bosco, di notte?

Immagino la faccia di mia madre.

- Sali! Avanti!-

Guardo William salire sul retro del pick-up per poi raggiungere il tettuccio dell'auto. Lo seguo con fare titubante, ma quando mi porge la mano per farmi raggiungere la sua altezza, capisco subito: c'è tutta Los Angeles illuminata da lassù.

Ci sediamo entrambi a gambe incrociate sul tettuccio della macchina che sta parcheggiata su una collina, davanti a noi c'è solo un grosso strapiombo. E poi quell'infinita galassia di luci in lontananza.

-Com'è estesa. Fa impressione.-

- Era così in Virginia?-

- Eh... no.- Ammetto sfregandomi le mani per il freddo.

William però non se lo fa ripetere due volte e accoglie le mie dita infreddolite tra le sue, calde e rassicuranti.

"Come poteva essere così in Virginia, non c'eri tu!"

Ruoto il capo per incrociare i suoi occhi. Lui si fa subito nervoso non appena si rende conto di quanto sono vicini i nostri volti.

-Ti sporchi i jeans mannaggia...- lo sento borbottare.

-Ma no, tranquillo.-

-Potevo pensare ad una coperta scusa è solo che...-

Sento le sua mani tremare nelle mie.

-Non devi scusarti, Will. Davvero.-

-Non sono solito uscire con una ragazza.-

La sua confessione mi spezza.

-Ma non ci credo.-

-Già. E probabilmente era meglio tenermelo per me.-

Scoppiamo entrambi a ridere, forse per allentare l'imbarazzo che si è creato.

-Vuoi dire che non hai relazioni... come dire, stabili?- domando senza sapere neanche bene di che cosa io stia parlando.

-Vuol dire che non ho proprio relazioni.- ammette lui con occhi bassi.

-Ahhh c'è qualcosa in te che le fa scappare tutte!- esclamo ridendo.

È un ragazzo così bello e gentile... è più che ovvio che la mia sia una battuta.
Penosa, ma pur sempre una battuta.

William però non sta affatto ridendo.

"oh merda"

Guarda avanti a se con il naso rivolto leggermente verso l'altro.
-È che... vorrei solo stare con qualcuno che non sia superficiale e che sia affine a me. Che sappia andare oltre alle apparenze.-

Apparenze? Ma se sembri uscito da una rivista di moda!

-Chiamami stupido, ma... Appena ti ho incontrato mi hai dato questa impressione, June.-

Chiamami tu stupida se dovessi mai perdermi un'occasione come questa!

Lascio che l'istinto mi guidi verso di lui. Chiudo gli occhi, non ho bisogno di guardare perché sento i nostri respiri farsi vicini quando le nostre labbra si sfiorano.

Ma sta suonando.
Il suo stramaledettissimo telefono.

Riapro gli occhi cadendo rovinosamente dalle nuvole.
William ha già il cellulare in mano.
Lo fissa con disappunto.

-Oh no, è Hunter.-

Vorrei sprofondare.

Lui però risponde subito.

- James ma che cazzo... okay okay calmati. Sì, ho capito. Sì.-

Un'espressione di sollievo e vittoria mi si dipinge sul viso quando lo vedo mettere giù dopo pochi secondi.
Eppure non sono così fortunata come credevo, perché William scende con un balzo dal tettuccio della macchina.

-Vieni con me?-

Lo guardo nel buio.

-Ma dove??-

-Non ho tempo per spiegarti tutto ora. Andiamo.-

Sono ancora frastornata e non ho idea di cosa mi aspetterà questa notte.

- Okay, andiamo.- biascico prima di scendere giù dal pick-up.

Ehhh che ne dite del capitolo?

Nel prossimo capitolo prevedono guai ovviamente 🔥

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