21. Il potere del trucco

<Come non lo sai?!> chiese Roberto in un verso strozzato e disperato, fissando il fidanzato con gli occhi totalmente spalancati.
<Non ci ho pensato! Ero preso dalla situazione e non ho pensato alle conseguenze! E nemmeno tu!> puntualizzò Bruno.
<Ero anche io preso dalla situazione... ed ero anche agitato, specialmente all'inizio!> si difese il piemontese.

<Ok, siamo stati due idioti in preda agli ormoni, ma dobbiamo trovare una soluzione. Sicuramente entro domani mattina non andranno totalmente via. Specialmente quelli che hai tu, si vedranno molto.> notò il biondo.

<Sicuro? Io te ne ho fatto anche alcuni belli rossi... scusa, probabilmente domani si vedranno.> si scusò il castano, abbassando lo sguardo.
<Non ti devi scusare, mi é piaciuto e non mi pento di aver fatto una cosa del genere. E, onestamente, quelli belli rossi sono il minore dei tuoi problemi.> ammise il trentino.

<Cosa ho sul collo?> chiese ad alta voce il piemontese, alzandosi dal partner e andando verso lo specchio appeso in camera.
Appena notò cosa avesse sul collo, il fiato gli si mozzò in gola.
Era pieno di segni violacei e bordeaux, c'era davvero poca pelle rimasta anche solamente rossa.

<C-cosa hai fatto?! Sembra che tu mi abbia divorato il collo!> esclamò Roberto, sfiorando le zone più violacee, contraendo la faccia nel dolore perché pulsavano leggermente.
<Tu sei sempre delicato in tutto quello che fai... io meno, te lo dico sempre. E per quanto ero preso e, ecco, volevo sentire... le tue reazioni, quindi ho perso un po' la cognizione.> spiegò Bruno, colpevole.

<Per domani sarà impossibile che spariscano!> si lamentò il castano, mettendosi una mano fra i capelli.
<Non possiamo farci vedere così, ma neppure possiamo nasconderci tutto il dì!> aggiunse poco dopo, girandosi sconfortato verso il fidanzato.

Il trentino fissò le coperte, riflettendo come fare. Da soli, non avevano alcuna speranza. Non sapevano assolutamente che fare o come nascondere quei segni.
La logica diceva di chiedere a qualcuno.
Ma a chi?

Coinvolgendo qualcuno, avrebbero dovuto ammettere di essere in una relazione.
Aveva bisogno di qualcuno capace di tenere un grande segreto e di cui si fidasse...
Gli arrivò l'illuminazione.

<Ho una idea!> asserì Bruno, sporgendosi, prendendo il proprio cellulare dal comodino e andando su WhatsApp.
<È una buona idea o è un'idea e basta?> lo interpellò il castano, guardandolo confuso.
Dopo qualche secondo di silenzio il trentino rispose: <È un'idea che spero sia una buona idea.>

<Oh buon Dio, dimmi che non siamo fottuti.> supplicò Roberto, borbottando a bassa voce, la fronte poggiata contro il muro.
<Vieni qua, per favore.> gli propose il biondo, alzando le coperte per farlo stendere.

Il piemontese tentennò qualche secondo prima di avvicinarsi e rannicchiarsi sotto le coperte, con solo la testa dagli occhi in su che spuntava.
L'ex austriaco prese ad accarezzargli i capelli, evitando la zona con il ricciolo, l'altra mano impegnata a scrivere messaggi.

'Potresti venire in camera mia appena puoi? Ho un bisogno urgente di aiuto.' scrisse.
'Cosa è successo?' gli arrivò quasi all'istante.
'Preferirei non dirlo per messaggio. Per favore, vieni qui, ho bisogno del tuo aiuto! Sono in difficoltà.' spiegò il trentino.

'Ora mi sto preoccupando. È un problema serio o un problema idiota e imbarazzante?' lo interrogò la sua unica possibilità di salvezza.
'Dipende dai punti di vista, credo.' 'Però ho davvero bisogno di aiuto e cerca di non dare nell'occhio venendo qui, ti prego.' rispose lui.
'Ok, ok, mi stai facendo venire ansia. Arrivo subito.' affermò la sua fonte di speranza.

<Ok, ho chiamato i rinforzi. Spero ci possa aiutare.> sospirò Bruno, chiudendo gli occhi.
<Chi hai chiamato?!> chiese esterrefatto Roberto, gli occhi spalancati. Sembrava quasi comico, così rannicchiato sotto le coperte, con solo le sopracciglia e gli occhi ad esplicare i suoi stati d'animo.

<Beh, l'unica che mi è venuta in mente fosse abbastanza affidabile. Sa che sono gay e non l'ha mai lasciato trapelare. Non sa dei miei sentimenti per te, però. Oh beh, lo scoprirà ora.> rispose un po' vago il biondo.
Qualcuno bussò alla porta.

<Bruno? Posso entrare?> chiese Anna al di là della porta.
<Sì, entra pure. Grazie per essere venuta.> la ringraziò il trentino, scendendo dal letto per andare ad accoglierla.

La romagnola entrò velocemente nella stanza, chiudendosi la porta dietro. Nel mentre il piemontese, per ansia e paura (da incazzata era stata decisamente spaventosa, ok?!) si nascose totalmente sotto le coperte.

La ragazza fissò l'amico preoccupata, in cerca del problema, aggrottando le sopracciglia al notare le condizioni del suo collo.
<Quelli sono succhiotti?!> domandò esterrefatta Anna, indicando il collo altrui.
<Sì.> rispose Bruno, senza giri di parole, anche se il tono era vagamente vergognoso.

<Ma- come? Con chi?!> chiese ella, per poi spostare lo sguardo dall'amico e notare un bozzolo sul letto, sotto le coperte <Chi c'è sotto le coperte?>
Dopo qualche secondo di silenzio, in cui il trentino si voltò ad osservare la persona nascosta, sospirò e lo spronò: <Dai, su, mostrati. Non puoi nasconderti lì sotto all'infinito. E se non lo fai tu, ti tiro via io le coperte.>

Ci fu un po' di movimento da parte del bozzolo e finalmente una testa spuntò e poi anche un busto, dato che il piemontese si mise a sedere.
Anna spalancò gli occhi, stupita, aprendo leggermente la bocca ma rimanendo muta.
<A-Anna...? Stai bene...?> chiese preoccupato Roberto, guardando il fidanzato e chiedendogli silenziosamente che fosse successo.

Il biondo poté solo fare spallucce, spaventato da tale reazione.
La romagnola parve risvegliarsi e girò di scatto la testa verso Bruno, indicando nel mentre colui seduto sul letto, e chiese: <È lui quello che ti aveva fatto capire di essere gay e di cui non mi hai mai detto nulla?>

<Sì, è Roberto. Per questo non te lo potevo dire, capisci che...!> provò a rispondere il trentino, ma venne interrotto.
Infatti la ragazza alzò lo sguardo al soffitto e chiese retorica: <Come mai non ci ho pensato prima?! Era così ovvio, dannazione!>
<N-non ti disgusta che noi...?> domandò il piemontese, incerto.

<Allora, se intendi riguardo il fatto che siete due ragazzi, assolutamente no, sono lesbica, credo di potertelo dire a questo punto. Punto secondo, se è perché siamo "fratelli"... eh. Non condividete sangue o, per meglio dire, territori, e vi conoscete da relativamente poco... Personalmente, più che miei fratelli siete nei amici e colleghi. La mia unica sorella vera e propria è Sofi.> spiegò la ragazza.

<Beh, io le uniche che considero mie sorelle sono Marie, Rita e Rosa, ma perché le conosco da più tempo e si è instaurato un certo legame. Bruno non l'ho mai visto come un fratello, solo come un amico... beh, fino a poco fa.> raccontò Roberto.

<Aspetta... ti sei comportato di merda con Bruno perché stavi negando i tuoi sentimenti?!> indagò ella.
<U-una sorta-> rispose l'interpellato, spaventato che l'altra potesse diventare di nuovo una belva.
<Non è questo il punto. Ti ho chiamato per questo problema.> Bruno tornò al fulcro della questione, indicandosi il collo.

Anna scrutò lui e poi l'altro, arricciando le labbra in un sorrisetto divertito e commentando: <Wow, Bruno, non pensavo fossi così passionale solo soletto. Roberto almeno ha avuto pietà di te, tu invece no, l'hai assalito, poveretto!>
Roberto ebbe l'impulso di coprirsi il volto con un cuscino, ma si trattenne e chiese: <Puoi aiutarci a far svanire questi segni? Non possiamo farci vedere così!>

<Palesemente no, se non volete sbandierare la cosa. E capisco la vostra ansia, terrò tutto segreto. Non posso farli svanire su due piedi, ma sicuramente posso nasconderli finché non spariranno da sé! La nostra magia elementare non è abbastanza efficace nel nasconderli, specialmente se sono come i tuoi, Roberto.> spiegò ella.

<E come li nascondiamo?> la interpellò Bruno.
<Con un po' di trucco, miei cari!> asserì Anna, per poi mordersi l'interno guancia e aggiungere: <Ma, a pensarci, il mio fondotinta e correttori sono decisamente troppo scuri per voi.>
Al piemontese venne voglia di tornare sotto le coperte, nascosto e protetto dal male del mondo. Il trentino voleva felicemente raggiungerlo.

<Su, non disperate, ho un'idea! Mi dispiace farlo in segreto, ma non c'è altra scelta: dovremo prendere in prestito il fondotinta e il correttore di Marie senza che lei lo sappia, lei ha una carnagione più simile alla vostra.> affermò la romagnola.

<A me va bene.> scrollò le spalle il biondo <Se servisse aprire la porta chiusa a chiave, posso sempre farlo io con la magia.>
<Non chiude mai la porta a chiave, hai campo libero Anna, va' e raccatta quel che serve.> notò il castano.
<Allora vado e torno qua al più presto!> promise la ragazza, sfrecciando fuori dalla stanza.
<Spero riesca davvero a nascondere i segni che ho...> borbottò il piemontese, stringendo le coperte.

Il trentino si avvicinò di nuovo al letto e si sedette accanto a lui, prendendogli le mani fra le proprie (almeno ci provò, dato che le sue erano più piccole).
<È brava ed è sicura di quel che dice, saprà il fatto suo.> affermò Bruno.

Roberto annuì piano, alzando la testa per guardarlo, abbozzò un sorriso e commentò: <Beh, o questo o indossiamo una sciarpa in casa. E io qua ho solo una sciarpa invernale pesante, farei la sauna al collo.>
Il biondo ridacchiò brevemente, notando: <Non te l'ho mai vista addosso.>

<Beh, la tengo solo in casi eccezionali che qua a Roma faccia davvero freddo. Il che non accade mai, ma meglio prevenire che curare. Quando in inverno torno a Torino, invece, oh, me la prendo sempre su! Da novembre a febbraio è d'obbligo, non mi piace avere il collo freddo.> spiegò il piemontese serenamente.

<A me invece le mani, ma qua non c'è problema. Quando invece torno a Trento e Bolzano d'inverno, spesso indosso i guanti. Pazienza che alcune cose siano più difficoltose da fare, ma è sempre meglio che vedere le mie mani totalmente bianche eccetto che sulle nocche rosse.> raccontò il trentino.

<Ehi...> lo richiamò il castano, avvolgendo lui le mani attorno a quelle dell'altro, effettivamente tenendole nelle proprie <Se è solo per una questione estetica, non pensarci, davvero! Sei bello per come sei, al naturale.>
L'ex austriaco distolse lo sguardo, stringendo le mani a pugno, senza toglierle dalla presa altrui.

<Io non mi vedo bello e ho le mie motivazioni, ma tu non hai davvero ragione. Per me sei perfetto sotto ogni punto di vista e non potrei sognare di avere qualcuno di migliore al mio fianco, qualcuno che mi faccia dimenticare ogni tanto la paura dell'amore.> aggiunse l'ex sabaudo, seriamente.

Bruno ripensò alle loro serate insieme, quelle più felici e quelle in cui il fidanzato crollava sotto le ansie e i dubbi, singhiozzando spaventato e vergognandosi, perché sapeva di ferirlo. Ma per lui non aveva importanza, se non il benessere del castano.
Aveva fatto delle ricerche e c'era scritto chiaro e tondo che una persona filofobica ha bisogno di costante fiducia, riguardo se stessa, il partner e la relazione di per sé. Era l'unico modo in cui avrebbe potuto sconfiggere il suo terrore. Era pronto a fare di tutto per il fidanzato e sapere che riusciva a fargli sparire momentaneamente la paura lo riempiva di gioia.

Non resistette e, girando il volto, baciò il più alto sulle labbra.
Roberto si rilassò all'istante nel bacio, schiudendo le labbra e usando un po' la lingua.
Il trentino si staccò poco dopo con dispiacere, ma affermò: <Grazie per le belle parole, ma devo andarti contro su una cosa: tu sei stupendo, sia dentro che fuori. Non ci sono motivazioni per trovarti orribile. E non sai quanto mi renda felice sapere che posso far sparire quella tua paura, anche se per poco.>

Il castano, le guance rosse, sussurrò: <Mi dispiace, ma... non riesco a vedermi bello. È complicato e ti prometto che un giorno capirai. Per ora baciami e, ti prego, dimostrami che credi in quelle parole, perché io non le riesco a vedere vere.>

Il trentino non perse tempo e riunì le loro labbra, ma questa volta senza lingua, baciandolo più e più volte, dolcemente, ripetendo fra un bacetto e l'altro quanto l'amasse e quanto fosse bello.
Allora tolse le mani dalla presa altrui, accarezzandogli un fianco con una e con l'altra giocando con i capelli della nuca.
Il piemontese, invece, ne strinse una a pugno, tenendo una presa sulla maglietta altrui, e con la seconda gli accarezzò una guancia.

Anna in quel momento entrò in camera, ma lo fece silenziosamente e i due impegnati a baciarsi non si accorsero del suo arrivo. Ella stava per annunciarsi, ma quando registrò la scena davanti a sé si ammutolì e, sorridendo, chiuse la porta con delicatezza. Andò ad appoggiare con cura i trucchi sopra la scrivania nella stanza.

Nonostante la distanza, poteva sentire un po' confuso quello che diceva il biondo e il suo sorriso si allargò e intenerì.
Oh, erano decisamente innamorati l'un dell'altro.
Però aveva del lavoro da fare e più rimaneva lì, più era facile che qualcosa per gli altri non quadrasse. Si decise a interrompere il momento, tossendo un pochino per attirare l'attenzione.

I due fidanzati, al suono, si staccarono e girarono verso l'altra regione presente nella stanza, le loro guance che andavano a fuoco.
<D-Da quanto...?> provò a chiedere Bruno.

<Da pochi minuti. Non vi ho subito interrotti perché eravate davvero carini, anche se ho visto poco perché ero occupata a disporre i trucchi necessari qua. Mi dispiace avervi interrotti, ma il tempo è prezioso e prima iniziamo prima finiamo.> decretò la romagnola.

Il trentino annuì piano da dove era seduto sul letto, ancora rosso e sentendosi colpevole.
<Roberto, potresti venire tu qui per primo? Sei quello ridotto peggio ed è più saggio iniziare da te.> propose Anna e il piemontese, imbarazzato, si alzò e si andò a sedere sulla sedia da ufficio che c'era davanti la scrivania.

<Bravo. Ora vi spiego quel che faccio, dato che sicuramente vi ritroverete nella stessa situazione. Vi converrà prendere dei trucchi da tenervi fra voi due.> commentò la ragazza, prendendo il fondotinta preso "in prestito" da Marie e una spugnetta pulita.
<Sono così sicura che ci finirete di nuovo da come siete ridotti vi sono proprio piaciuti.> aggiunse la ragazza, sorridendo divertita.

<Anna, per favore, va al punto. È già imbarazzante così.> la pregò il biondo.
<Ok, ok. Prima di tutto, bisogna mettere un filo di fondotinta, questo qui, su tutto il viso e collo, ok? Così il colore della pelle sarà uguale e se anche varia leggermente dal colore delle braccia è normalissimo.> illustrò ella, mettendo un filo di fondotinta in alcuni punti del viso e del collo di Roberto, per poi picchiettare delicatamente con la spugnetta e stendere così il colore.

<Sembri essere ancora reduce della scommessa di due estati fa, dato che non ti lamenti della spugnetta.> notò Anna, passando al collo, stando molto attenta nello stendere, specialmente nei punti viola.
<Sì, ho ancora la memoria di quel costumino e della calzamaglia e del trucco che pareva interminabile. La matita per gli occhi non me la devi mettere, vero?! È stato orribile!> chiese Roberto, trattenendo versetti di fastidio quando picchiettava dove faceva male.

<No, no, tranquillo. Comunque siete stati tutti quanti truccati con cura... e non avrei mai detto che quel fucsia avrebbe potuto starti così bene, Roberto.> affermò la ragazza.
<Ok, ora metto la cipria, poca. Serve per fissare il fondotinta.> illustrò subito dopo, spolverando il castano di bianco su volto e collo.
<Dubito fortemente, specialmente con quella calzamaglia mi sentivo un insaccato.> borbottò il piemontese, mentre Anna chiudeva la cipria.

<Stavi bene.> replicò il biondo dal letto, senza rifletterci, arrossendo vistosamente appena realizzò.
Anche l'ex sabaudo arrossì e la ragazza ridacchiò, pungolando il più giovane: <Non mi dovrebbe stupire che te lo sei squadrato da capo a piedi la maggioranza del tempo. Cosa ti piaceva di più? Il costume, il trucco o le calze~?>

<Mi rifiuto di rispondere a questa domanda, ma posso dire che la cosa che ho più odiato erano i miei pantaloncini, continuavano a salire!> il biondo sviò la questione.
<Mh-h~> ridacchiò la romagnola, prendendo due correttori colorati.

<Ora ascoltatemi bene. Dato che i segni ancora si vedono, dobbiamo nasconderli. Il meglio è andare di colori opposti per annullarli. Per i segni più rossi bisogna usare il verde, per quelli viola il giallo. Ne usate appena il necessario per rendere più neutrale il colore, poi mettete su cipria, un altro po' del correttore della vostra pelle in quei punti e la cipria. Suppongo che potrete lavarvi tutta questa roba domani sera. Per allora saranno già spariti.> affermò la ragazza, iniziando a mettere i correttori ove necessario.

<Sicura?> chiese Bruno.
<Ovvio! Se pensi che mai sia capitata nella medesima situazione in tempi recenti, mi offendi.> affermò Anna, passando la cipria.
<Chi...?> domandò il biondo, non sapendo come mettere giù la domanda.

<Mi è capitato con varie umane incontrate in un locale gay in varie serate. Ogni volta che ritorno da lì è il minimo avere il collo rosso e viola.> rispose tranquillamente la ragazza.
<E con il trucco non ce l'hai mai fatto notare.> concluse Roberto.
<Esatto! Oh, ora ho finito! Sembri intoccato come, presumibilmente, eri un'oretta fa.> asserì la romagnola, adorando stuzzicarli.

Entrambi arrossirono, il castano si alzò e si diresse verso lo specchio, sorprendendosi di come non parevano esserci più succhiotti (anche se c'erano ancora, lì sotto).
<Wow... grazie, non si vede nulla.> si complimentò Roberto, evitando di sfiorarsi il collo per paura di rovinare il trucco.
<Di nulla, ma decisamente avete bisogno di andarvi a comprare i trucchi. Deciso, con una scusa o l'altra vi trascino da Sephora domani.> decretò Anna.

<Perché domani?> chiese il biondo, mentre veniva ricoperto per la prima "passata" di cipria.
<Perché così almeno potrete farvi altri segni domani sera, ma sicuri di poterveli coprire.> rispose ella.
<Ci vedi come dei depravati ormonati?> domandò il piemontese, imbronciandosi leggermente.

<Solo in evenienza. E comunque vi ho lasciato per una cosa come tre minuti e vi ho ritrovati avvinghiati a baciarvi, quindi...> rispose allusiva la romagnola, finendo di coprire i segni al trentino.
<Finito~> trillò, soddisfatta.

Bruno si alzò e andò verso lo specchio, stupito di avere il collo senza tracce.
<Fai i miracoli, Anna.> si complimentò il trentino.
<Di nulla. Riporto le cose al loro posto e vi saluto. Fino a domani sera non potrete baciarvi lì o sciacquarvi il collo, attenti. Vi assicuro che il vostro segreto è al sicuro e vi auguro una buona serata, piccioncini~.> ridacchiò Anna, uscendo poi dalla camera.

Roberto tentennò qualche istante, poi abbracciò forte il fidanzato, il quale ricambiò la stretta, anche se confuso. Il più alto affermò poco dopo: <Sono contento che ci abbia aiutato e ci supporti... Dio, non so come gli altri la prenderebbero, se...>

<Shhhh, non pensarci, brazedèl.> provò a tranquillizzarlo Bruno, accarezzandogli piano una guancia.
Il piemontese espirò lentamente e sembrò calmarsi.
<Ti va di tornare a letto e baciarci un po'? O vuoi solo coccole?> chiese il biondo, il tonno dolce.

<Entrambi... e sotto le coperte, se ti va.> rispose il castano, imbarazzato, sentendosi un po' infantile.
Il trentino gli prese le mani, lo portò fino al letto e sorrise mentre si mise sotto le coperte, esortando l'altro a fare lo stesso.

<Mi va benissimo, coccolone.> asserì il più giovane.
L'ex sabaudo si intrufolò sotto le coperte, abbracciando il fidanzato e rannicchiandosi un po', come se volesse occupare il meno spazio possibile.

Bruno lo abbracciò e lo baciò a stampo sulle labbra. Roberto sorrise e asserì a bassa voce: <Ti amo in ogni tuo aspetto e mi dispiace che la mia fobia rovini spesso le cose. Ma ci tengo a te e sai che puoi contare su di me, vero?>

Il trentino sorrise e rispose: <Certo che lo so e anche io ti amo. Solo che... sai già la situazione, non c'è molto altro da dire.>
<Quello che provi tu è importante. Quindi, se pensi qualcosa, anche di brutto, puoi dirmelo. Tutti abbiamo pensieri orribili ed è giusto sfogarsi, se si vuole.> affermò il castano, abbracciandolo meglio.

Il biondo lo baciò sul naso e, ad occhi chiusi, prese coraggio e raccontò vari dei suoi più tristi pensieri in quegli ultimi giorni, sentendosi ascoltato e amato.


N/A: Anna alla riscossa p.2
Ricordatevi sempre di votare :3

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top