1. Vodka a fragola

Per questa prima oneshot mi sono ispirata ad una canzone.

►Songfic: Michele Bravi - Solo per un po'
► Yoonmin
► Smut - Lemon
► 1200 parole

▪Yoongi riceve del sesso orale▪


1.Vodka a fragola.

Mattonelle bianche. Anzi no, mattonelle non più bianche per lo sporco. Ora sono grigiastre come se fossero impregnate di fumo. Forse, semplicemente, lo sono.

Pavimento blu, ruvido. Non sono semplici piastrelle, sembra il terreno di una strada sdrucciolata, anche se mi trovo in un bagno pubblico: sarà per permettere agli ubriachi di non scivolare nel proprio piscio? Oppure agli innamorati di scopare senza cadere?

Beh, io non sono né innamorato né ubriaco, o forse un po' brillo, - avrò bevuto si e no due bicchieri di vodka, - ma non devo pisciare.

Erano sette i bicchieri? Oh, allora dovrei liberarmi già che sono qui.

Mano sui pantaloni. Ma non è mia. Di chi è?

E' così piccola, e paffuta, e morbida, ed arrapante. Sa toccarmi, sa eccitarmi.

Sfioro quella manina e la aiuto ad abbassarmi la cerniera. Poi esco il cazzo e piscio.

«Yoongi hyung sta' attento, diamine!»

Rido. La sto facendo un po' ovunque. «Non è colpa mia se mi arrapi e poi non riesco a direzionarlo» e rido ancora, ma non ho ancora dato un volto a quella mano soffice e a quella voce acuta: non sarà mica un bambino?

Mi volto di scatto. Capelli rosa, guance paffute e corpo snello, - che controsenso, anche se mi ci rivedo, - occhi vispi, curiosi e lucidi... forse d'alcol. «Tu sei ubriaco?» chiedo senza rendermene conto.

«Giusto un po', Yoongi hyung»

Pronuncia il mio nome in maniera sensuale, sexy e provocante: non ci pare questo ragazzino che ha tutta l'aria di un esserino innocente. Spero sia maggiorenne perché me lo voglio scopare, o forse erano già questi i nostri piani visto che siamo entrambi dentro un cesso di una discoteca? di un pub? di uno strip club? mah, chi lo sa, non lo ricordo più, non so nemmeno il nome di questo ragazzo così ambiguo. Eppure lui, il mio, se lo ricorda bene.

«Mi ricordi il tuo nome?» chiedo mentre cerco di risistemarmi il cazzo nelle mutande.

Ma lui mi blocca le mani. Io lo fisso. Lui mi fissa. Si lecca le labbra prima di pronunciarlo. «Jimin» sussurra ad occhi semichiusi, mentre mi accarezza i dorsi delle mani dolcemente.

Jimin. E' così soave, mi sa' di piccolo ed adorabile proprio come lui, gli sta bene. «Non me lo scorderò» sussurro sentendomi leggermente in imbarazzo. Vorrei mangiarlo e stritolarlo tra le mie braccia.

«Fatti ricordare anche tu» mi dice malizioso, continuando ad accarezzarmi le mani che ho ancora sul mio cazzo ormai duro come il marmo.

Deglutisco. Questo ragazzino mi rende nervoso.

La testa mi gira, per l'alcol o è l'effetto delle sue provocazioni?

Abbasso la tavoletta del cesso e mi ci siedo, con ancora il pene all'aria ed ora le sue mani sono posate lì, immobili, sul glande e mi fanno sudare. Deglutisco ancora, anche se non c'è più saliva. Socchiudo gli occhi e lo tiro verso me, mettendolo cavalcioni sul mio bacino e lo bacio.

Sapori contrastanti invadono la mia bocca, già fatta di vodka alla fragola, e affondo le dita tra i suoi capelli dallo strano colore rosa confetto, che ora stringo senza un motivo preciso.

Un flash. Ho bevuto solo vodka alla fragola perché - "mi piace il rosa" mentii per poterlo abbordare avanti il bancone del bar - anche se, in verità, è tutto fuorché rosa quel dannato cocktail dal sapore troppo dolciastro per i miei gusti.

"Non ti credo" mi disse. Come poteva credermi? Ho un teschio tatuato sul braccio, eyeliner nero, capelli neri, giacca nera, tutto nero: sono palesemente un punkabbestia. Eppure la sua chioma così chiara e zuccherosa non mi dispiace.

"Però ti trovo carino, un vodka a fragola lo bevo con piacere insieme a te" continuò tutto sorridente per poi sedersi di fianco a me ordinandone... due, tre? Ho un problema di memoria stasera, e non solo.

Il ragazzino si sta strusciando sul mio cazzo duro e sofferente, mentre incessanti ci baciamo ormai guidati solo dai nostri istinti animali. Dai suoi capelli, le mie dita scendono su tutta la schiena fino ad arrivare al culo dove finalmente trovo piacere e goduria nel solo senso del tatto.

«Fantastico» sussurro staccandomi da quel bacio bollente, per poi mordermi il labbro inferiore.

Mi fissa. Di nuovo. Con occhi liquidi, ansimanti. E' possibile? Lui si. Jimin. Jimin. Non devo dimenticarlo, non devo dimenticarti.

Si alza lasciandomi a bocca e cazzo asciutto, poi mi accarezza le guance. Deglutisce. Io deglutisco di conseguenza. Si inginocchia mentre continua a fissarmi. Mi sento così insicuro anche se sono ubriaco fradicio, ma chi è questo ragazzino? Come ci riesce? A proposito, è maggiorenne? Ah, non mi importa, non ora... infilo le mani tra i suoi capelli ed inizio a giocarci, e lui mugola. Mi guarda e geme solo per due carezze. Ho scelto la puttanella giusta. Jimin.

Abbassa la testa e prende il mio cazzo in bocca, ficcandoselo già tutto in gola. «Porca miseria!» urlo involontariamente.

Spalanco gli occhi e lui mi fissa mentre sale e scende con la testa.

Respiro a fatica. Mi sento bruciare sotto lo sguardo vispo e disarmante di questo ragazzo rosa. Tremo.

Ho in bocca il gusto dolce della fragola, e al contempo amaro dell'alcol.

Sento l'odore della passione, e al contempo la puzza di cesso.

Avverto calore, e al contempo brividi su tutto il corpo. Sudo freddo.

«Mi piacciono davvero i tuoi capelli rosa» dico senza un senso logico.

Lui mi afferra le palle ed inizia a giocarci, forse non contento del fatto che io non stia ansimando abbastanza. Non sono rumoroso.

Risucchia mentre gioca con i miei testicoli smorzandomi di volta in volta il respiro.

«Jimin» sospiro profondamente quando sento di essere quasi al limite e riversarmi in quella bocca accogliente.

Ingoia con gusto.

Un altro flash. Lui che gioca con la cannuccia del suo cocktail, - fissandomi nello stesso modo in cui mi sta guardando ora, - per poi tirare il liquido ed assaporarlo soddisfatto. "Ingoia il mio seme" pensai solamente, benedicendo il mio ancora poco buon senso rimasto.

I suoi occhi ora mi sembrano pieni, soddisfatti... ma un po' tristi.

Si pulisce la bocca con il palmo della mano e mi aiuta a rialzarmi. Io infilo finalmente il cazzo nelle mutande, per poi chiudere il bottone dei jeans e guardarlo un po' ansioso.

Si aspetta che ricambi? Non credo di riuscirci. La testa continua a girare, le gambe a tremare e la gola è assetata come non mai.

«Allora ciao, Yoongi hyung» mi dice sorridendo appena, dopo una decina di secondi rimasti a guardarci in silenzio. Poi lo vedo darmi le spalle ed aprire la porta. No, aspetta. Dovrei fermarlo?

Si sta allontanando sempre più, ed io rimango immobile senza sapere cosa fare: non so se davvero voglio che resti, d'altronde è solo uno dei tanti che mi faccio nelle mie giornate da "devasto".

Mattonelle bianche. Anzi no, mattonelle non più bianche per lo sporco. Ora sono grigiastre come se fossero impregnate di fumo. Forse, semplicemente, lo sono.

Pavimento blu, ruvido. Non sono semplici piastrelle, sembra il terreno di una strada sdrucciolata, anche se mi trovo in un bagno pubblico: sarà per permettere agli ubriachi di non scivolare nel proprio piscio? Oppure agli innamorati di scopare senza cadere?

Scorgo un capello, - come ho fatto a notarlo non lo so, - ma è rosa.

I suoi capelli rosa. E la vodka a fragola. Non credo riuscirò a berla di nuovo.

Ma com'è che si chiamava?

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