81. Addii e arrivederci (1/2)
♫ Zedd, Elley Duhé - Happy Now ♫
Il match si era concluso con una sonora sconfitta, perdendo contro una delle squadre favorite della Ivy League.
Nonostante bruciasse, i nostri compagni sapevano che si sarebbero potuti riprendere battendo i cugini di Yale, due settimane più tardi. Fino ad allora era importante continuare a seguire i corsi del nuovo semestre che era ormai iniziato.
Il professor Lynch sarebbe stato il nostro tutor, e in quella mattinata ci avrebbe enunciato le possibilità che il mondo del lavoro aveva da offrirci.
Pertanto, provavo una certa emozione nel condividere l'aula magna con tutti i 347 studenti del corso di studio in Economia & Management, classe 2023.
Tutti tranne...
«Sei afflitta per qualcosa, Amy?» Nathan stava giocherellando con due matite facendole scontrare più e più volte tra di loro come fossero spade laser. Nonostante il suo temporaneo momento di svago, sapevo che quella finta calma non era altro che nervosismo celato da un candido sorriso.
Scossi il capo per diniego. Non avevo timore di qualcosa, ma più che altro di ciò che "qualcuno" avesse potuto fare.
«Credi ci raggiungerà o starà per conto suo? Qui ci sono tutti i suoi amici non vedo motivo per cui dovrebbe sedersi con chi non conosce. Gli abbiamo persino preso posto accanto a Matt per non sentirsi oppresso dalla mia presenza!» stavo rimuginando un po' troppo sulle conseguenze del mio rapporto con Dylan.
Ero seduta tra Nathan e Cassidy, vicina anche a Stephan, mentre Josh e Matt erano nella fila successiva.
Nathan smise di giocherellare. Sembrava ebbro di gioia grazie a quel fantastico sorriso finto che elargiva a tutti, ma sapevo bene che stava solo provando a sistemare i miei casini per non pensare ai suoi. Mi mise una mano attorno le spalle, mentre con l'altra mi mostrava l'intera aula magna gremita di studenti più o meno diligenti.
«In questo fantastico mondo credi davvero che ci sia qualcuno con cui Dylan potrebbe legare o avvicinarsi più di quanto non abbia fatto con noi?» La domanda retorica di Nathan non legittimava il mio malessere, ma comunque mi sforzai di immaginare svariati scenari.
Seduti in prima fila c'erano i secchioni senza scrupoli, capaci di rubarti appunti spacciandoli per propri al fine di conseguire una media più alta dei quattro quinti della classe. Un elogio personale al proprio curriculum già eccellente. Provai a ipotizzare un universo in cui Dylan entrava in collisione con loro e l'unica cosa che ne ricavai fu un bell'omicidio di massa; di certo a O'Brien non importava essere il migliore, ma gli avrebbe dato fastidio avere qualcuno di così opportunista a un raggio inferiore di un miglio da lui.
Squadrai successivamente i banchi laterali. Entrambi i settori ospitavano la buona parte degli studenti più libertini. C'erano giocatori di football, di baseball, basket e di chissà quali altri sport, oltre che le cheerleader universitarie. Solo Nathan, Matt e Josh avevano avuto il suo beneplacito, per gli altri non ci sarebbe stato scampo alle battute argute e commenti fuori luogo. Forse ci avrebbe provato con qualche ragazza, come era solito fare, senza concludere nulla. Quei giovani erano tipici passare le proprie serate tra alcol e feste; Dylan non era tanto attratto da quegli elementi, quanto da chi vi partecipava.
Pertanto, chi altro avrebbe potuto colpire Dylan e conquistarlo?
Anche se non lo dava a vedere, lui preferiva di gran lunga l'interiorità dell'essere che la superficialità dell'ego. E forse non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce per evitare che qualcuno lo compatisse. Era fatto così. Per far breccia tra i suoi pensieri dovevi essere la voce fuori dal coro che coglieva la vivacità dei colori nel suo mondo in bianco e nero.
«Guarda lì. Forse ho trovato una coppia che potrebbe fare al caso suo. Quei due sono sempre da soli, non sorridono mai e rispondono in maniera scorbutica se interpellati. Non sembrano male, che dici? A me ricordano qualcuno.» Nathan era tremendo.
Al collage non sempre si aveva la fortuna di trovare la propria cerchia di amici. Chi ci riusciva spesso si identificava con un gruppo di elementi che sarebbero poi stati i punti cardini di quell'avventura, ma era un processo talmente personale e difficile da prevedere. Io ero convinta che da sola non ce l'avrei mai fatta, per quanto determinata sarei potuta rivelarmi, sapevo che non avrei potuto sopportare il peso di quella vita troppo a lungo. Ero ancora una ragazzina impaurita.
«Ma tu non eri più un tipo da "gli opposti si attraggono", Nate? Non credo che mettere due leoni in una gabbia a lottare per un pezzo di carne sia la mossa giusta» feci osservare al mio amico.
Nathan si massaggiò la mascella rimuginandoci. Liberò le mie spalle dalla sua presa per enfatizzare la sua tesi. «Io penso che al mondo ci sia un'anima gemella per ognuno. Avere degli interessi in comune è la base per una relazione sana e in quel caso i presup-». Il bruno distolse lo sguardo verso la classe per portarlo alle mie spalle, interrompendosi di colpo.
Quando mi voltai per capire le ragioni che avevano mosso Nathan, trovai Dylan: interdetto e adirato. Il tutto con in sottofondo la risata di Cassidy.
«Leoni, anime gemelle e opposti che si attraggono un corno. Andate al diavolo! Seriamente mi avreste affibbiato a Pastella e Whisky o qualsiasi di quegli altri sfigati? Guardate c'è anche George che ci sta salutando. Ignoratelo, per favore. Ora fatemi posto, sempre se me ne avete lasciato uno, prima che cambi idea e mi vada a isolare da qualche parte.» Dylan era lì dall'inizio della conversazione? E perché Cassidy non ci aveva minimamente avvisato?
«Proprio qui, O'Brien! Ti faccio spazio!» Matt si alzò indisturbato, dandogli un buffetto sulla spalla. Dylan sembrava... okay. Almeno non aveva sbraitato. Anche Josh lo aveva salutato senza problemi.
Interrogai con lo sguardo la mia vicina di banco, la quale mimò uno "scusa" aprendosi in un grosso sorriso. «Non vi stavo prestando granché attenzione, a dir la verità, poi ho notato qualcuno farmi ombra e alzando lo sguardo ho intravisto Dylan che arricciava le labbra con aria arcigna. Mi pare non l'abbia presa proprio bene il fatto che stavate sparlando di lui e che lo avete paragonato a Pastella e Whisky: in effetti sono un po' inquietanti... e poi perché quel tizio continua a salutarci? Lo conoscete, per caso?» Cassidy si grattò la nuca e provò a ignorare quel bizzarro personaggio di George per quanto possibile.
«Pastrik e Whiskott non sono neanche male, se non consideri il loro... il loro odore e le loro abitudini. Cioè, togli quella bambola voodoo dell'uno e le cicatrici sui polsi dell'altro, sono persone adorabili e non chiamateli con quei soprannomi, potrebbero rimanerci male. Persino George... sorridete e salutate come sto facendo io, da brave.» Ed eccolo lì il paladino Josh in azione per liberare dalle catene della corruzione i deboli e i disadattati.
George, al nostro cenno, sembrò illuminarsi.
A fare da fanalino di coda al nostro gruppo, vi erano Carol che Nicole: le due ragazze del falò in spiaggia delle scorse settimane
Dall'alto della mia posizione era possibile intravedere come la seconda, con i suoi lunghi boccoli biondi, si fosse completamente ripresa dall'incidente e come interagiva, in maniera molto affabile, con Josh. Lui le era stato vicino fin dal primo giorno di ricovero, il senso di colpa aveva lasciato posto a qualcos'altro.
Le era rimasto accanto fino all'ultimo istante.
Carol, invece, era più timida e interagiva poco. Probabilmente, tra le due, lei era quella rimasta più scioccata dall'accaduto non nutrendo più molta fiducia nel prossimo.
La loro presenza significava che altri sarebbero stati cancellati dalla memoria collettiva.
Richard stava trascorrendo il suo tempo in carcere in attesa di giudizio, mentre i gemelli Greg e Steve si erano presi formalmente "una pausa universitaria". Anche se tutti sapevano che era stato il Consiglio Studentesco stesso a proporre un ritiro volontario sulla base delle accuse rivolte dalle due laureande al più stupido dei due fratelli. Steve lo aveva seguito a ruota nonostante non c'entrasse nulla, per quella volta.
Avrebbero svolto dei servizi socialmente utili per ripagare il loro debito con la giustizia. Chissà se sarebbe mai bastato.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top