15. È solo divertimento

Pink Floyd - The Wall

In pochi minuti, la sala gremita di ospiti si era svuotata lasciando me e i miei amici in attesa dei modelli. Richard era ricomparso nella confusione.

Il più entusiasta della sfilata era stato Stephan, tant'è che riempì di complimenti gli stilisti non appena fecero ritorno. Emma si offrì di scortarlo dietro le quinte per visionare dove era avvenuta la magia.

«Ne sarei onorato!» aveva detto il brunetto porgendo il braccio.

Margot ci raggiunse pochi minuti più tardi radiosa in volto, mentre Nathan intratteneva una conversazione con Dylan, Eric e Josh.

«Ma lo sai che il tuo amico con quell'aspetto da nerd è davvero carino?» confidò trasognante la modella. Cassidy squittì irriverente, mentre Nathan, remore di aver udito le parole di Margot, divenne paonazzo in volto.

La mia amica non era l'unica a lanciare sguardi lascivi. Avevo intercettato più volte Eric osservare nella nostra direzione. Che fosse interessato a Margot? Si sarebbe spiegato l'allontanamento da Emma.

Seppur non troppo convinta, richiamai l'attenzione per presentare Richard. Il quale era rimasto in disparte fino a quel momento. Quando addussi al fatto che quell'ultimo frequentasse il nostro stesso college iniziò un dibattito su quale angolo del campus fosse il migliore per una corsa mattutina. Tutte cose che a me non interessavano affatto.

Mi allontanai osservandoli da lontano, tutti loro. Che quello fosse l'inizio di una grande amicizia? Mi sarebbe piaciuto. Osai anche sperarlo. Ma la mia fiducia venne meno quando mi ricordai che né Richard, né Dylan avevano la facoltà di sopportarsi a vicenda.

Il cugino di Nathan, difatti, mi si avvicinò per intrallazzare. Gli chiesi cosa pensasse di Josh, poiché volevo tastare i suoi ricordi passati.

«Ti ricordi di quando ti dissi che un tipo mi avesse invitato a una festa appena atterrato a Los Angeles? Sai, il mondo è davvero piccolo.» Sbuffò gettandosi a sedere su uno dei tanti sgabelli. Si stava annoiando o forse era infastidito.

«Non dovrebbe essere una cosa positiva?» commentai. Nel frattempo Cassidy e Margot mi fecero segno che sarebbero andate dietro le quinte per poter regalare alla prima un abito della sfilata. Sorrisi ritornando con l'attenzione verso il mio interlocutore.

«Tutto il contrario.» Dylan si sporse in avanti affondando la testa tra le mani cariche di tensione. Ingoiai la saliva amara. Forse avevo osato troppo.

«Perché?» domandai seriosa. Sapevo benissimo cosa fosse accaduto quella sera, ma volevo avere una risposta dal Dylan sobrio che mi era mancata per tutte quelle settimane. Una giustificazione al suo comportamento.

«Perché è successo che quella sera ho perso completamente il controllo e la lucidità. Mi sono lasciato andare in maniera molesta» rispose passandosi la lingua sulle labbra.

Alzai gli occhi al cielo sedendomi al suo fianco. Stava scadendo nell'ironia come suo solito. «Non me lo sarei mai aspettata» pronunciai sarcastica.

Dylan afferrò la mia seduta trascinandomi verso di lui così da ritrovarci a pochi centimetri. Un ciuffo di capelli si pose davanti ai miei occhi a causa di quel brusco movimento non calcolato. Slegai le braccia mettendo una certa distanza tra di noi.

Si avvicinò al mio orecchio sistemando con due dita la ciocca castana che si era posato davanti ai miei occhi poco prima. «Non far finta di non sapere, Lilian» soffiò. Mi si drizzò la schiena e un brivido la percorse per intero.

Voltai lo sguardo. La bocca socchiusa e il respiro leggermente accelerato come il battito del mio cuore. Lui sorrideva, trionfante, come se mettermi in imbarazzo fosse stata la sua scommessa personale e avesse appena vinto. Non distolse lo sguardo fino a che una mano non mi si posò sulla spalla e io tornai alla realtà, interrompendo quel momento fuori dal tempo.

Mi alzai di scatto, scrollando il vestito come se della polvere si fosse depositata sopra.

«Io vado a casa» iniziò Richard. «Volevo salutarti, se non disturbo» aggiunse beffardo guardando oltre la mia spalla con stizza. Sentii la sedia spostarsi e una presenza dietro di me emergere a confronto.

«Nessun disturbo» mi affrettai sorridendo nervosa. «Ce ne stavamo andando anche noi, vero, Dylan?» mi voltai, ma tutto ciò che ottenni fu un cenno del capo.

«Ti aspetto fuori» acconsentì senza salutare.

«Non è un cattivo ragazzo» provai a giustificarlo.

«Non ce n'è bisogno, Amanda.» Era sprezzante di rabbia. Non osai ribattere. Lui aveva avuto modo di conoscerlo, mentre io avevo visto solo un piccolo momento del suo vero essere.

«Dovremmo rifarlo qualche volta» concluse dileguandosi tra la folla, portando con sé Stephan, appena ritornato dal tour con Emma.

«Amico davvero interessante» mi confidò la ragazza al mio fianco.

«Sono felice voi abbiate fatto amicizia. Ma, a proposito di simpatie, tra te e Eric?» allungai il collo nella direzione in cui il biondino parlava con Josh e Nathan.

«Siamo concordi nel rimanere amici, Amy» rispose scrollando le spalle.

«Sei sicura? Sai, prima Josh mi ha confidato che ti ha visto... beh, insomma...» cercai di spiegarmi nel miglior modo possibile.

«Cosa ha visto Josh?» domandò sbiancando.

«Che eri con un ragazzo?» ero titubante. Non volevo offenderla.

«Oh, sì... Te lo avrei detto a casa. Mentre ero dietro le quinte, si è presentato ed è successo quel che è successo. Ero nervosa che non ti dico ed è stato un vero toccasana sciogliere i nervi in quel modo» si confidò.

«Quindi hai trovato un rimpiazzo?» domandai spalancando gli occhi. «Non che non sia felice per te, ma non volevi qualcuno con cui condividere qualcosa?»

«Lo so, lo so... non alzare la voce. Potrebbe essere meglio di quanto credi» mi rassicurò lei.

«Lo spero per te, Emma, non tutti sono come Eric.»

«Hai ragione. So quello che faccio, fidati di me.» Mi strinse le mani facendomi gli occhi dolci. Come potevo dirle di no?

«Ma lo conosco?» chiesi incuriosita.

«Non penso, Amy. Quando sarò sicura della storia con lui te lo presenterò, promesso.» Annuii per quelle parole. Avrei solo dovuto aspettare, nessun problema. Dietro le spalle di Emma scorsi Nathan facente cenno che fosse ora di andare. Mi ero dimenticata che Dylan ci stesse aspettando.

«Emma vuoi che resti con te? Avete tutti un passaggio?» indagai frettolosamente prendendo la borsetta che avevo lasciato sulla sedia ricoperta dal raso bianco.

«Vai pure, le ragazze ci metteranno un'eternità per scegliere i vestiti e io devo sistemare qui. Ci vediamo a casa» mi diede il via libera. Annuii a mia volta, salutando Eric e Josh che sarebbero rimasti per il buffet.

Insieme a Nathan ci dirigemmo verso l'uscita del sontuoso hotel. L'aria si era rinfrescata e io rabbrividii nonostante la stola che avevo indosso.

«Dove hai parcheggiato?» domandai ingenuamente.

«Qui vicino, Dylan dovrebbe dovuto già essere qui» disse tra sé e sé. Si sfiorò il mento ricoperto da un leggero strato di barba ispida. «Deve essere successo qualcosa» commentò, infine.

Ci incamminammo notificando fin da subito il motivo della sua assenza. Tossimmo per attirare l'attenzione. Non potei evitare di sospirare pesantemente.

Dylan era sommerso da un gruppetto di ragazze che gli stavano facendo i complimenti per la sfilata commentando quanto fosse stato sexy in passerella. Stavano litigando per lui. Dylan sembrava essere compiaciuto di cotanto concitamento.

Quando si accorse della nostra presenza era oramai troppo tardi.

«Cugino, sei arrivato» ammise sorpreso, mentre una donzella era intenta a sbottonargli la camicia. Mi voltai per evitare di assistere a quella scena.

«Ci stavamo preoccupando. Pensavamo che...» provò a dire «Dobbiamo tornare a casa» concluse risoluto. Dylan rinvenne.

«Va bene ragazze, avete sentito il capo? Devo andare.» Poteva essere più imbarazzante?

Si sollevò un coro di "promettimi che mi chiamerai". Erano davvero senza pudore.

Dylan le salutò poco convinto, rientrando nella vettura. Quando la portiera venne chiusa, Nathan mise in moto.

«Non avrai intenzione di sentirle?» domandai inacidita.

«Sei gelosa, Lilian?» Era tutto un gioco per lui.

«No, sarebbe scorretto nei confronti di Cassidy» sottolineai l'evidenza, che a quanto parve a lui non era poi così ovvia. Strinse le labbra in una linea calante.

«Cassidy?» ripropose. Fu allora che mi innervosii. Gli diedi un colpo al livello del petto irto per riportarlo alla realtà. Il suo corpo assorbì l'impatto, mentre la mia mano indugiava un po' troppo. Quando me ne resi conto la retrassi come se fosse stato fuoco e mi stessi bruciando. Il suo volto mutò facendosi più docile.

«Sto scherzando! Anche se, con Cassidy non ho l'esclusiva» ammise scrollando le spalle.

«Che cosa vuol dire? Stai uscendo con lei e le piaci veramente. Non farmi irritare e spiegati!» Era necessario che mettesse le cose in chiaro. Nathan risolve uno sguardo preoccupato. Sapeva bene di che pasta fosse fatto il cugino, ma aveva evitato di rivelarmelo fino a che non fosse stato palese.

«Credo che l'amore sia stupido. È un suo problema se pensa ciò, io non ho mai detto che lei fosse l'unica per me. Passo dei bei momenti in sua compagnia, ma non l'ho mai illusa! Non sono fatto per avere una ragazza, non più. Per me, è solo divertimento» mi informò tornando a guardare davanti.

In quel momento capii che Richard avesse ragione. Lui era un codardo. Schiusi la bocca. Tutto ciò che gli importava era solo il suo ego.

«Lasciala se non hai intenzione di avere nulla di serio con lei» sentenziai. Quando Nathan svoltò per la strada che mi avrebbe condotto a casa, Dylan parlò.

«Se per te è così importante, lo farò» acconsentì il moro incrociando le braccia dietro la nuca.

♣♣♣♣♣

Cari Cursed, bentornati! 

Cosa pensate della sfilata e dei nostri nuovi modelli? Chissà cosa succederà in seguito!

Immaginavate che Dylan avesse potuto pensare quello sull'amore? Che fosse una cosa futile per lui? Ma ora cosa accadrà con la povera Cassidy?

Amanda è stata troppo dura con lui o pensate abbia ragione?

Rimanete aggiornate per i nuovi capitoli, e, se la storia vi piace, fatemelo sapere nel modo che preferite! Alla prossima, dalla vostra Red Witch,

Haineli

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