Chapter 30.
Giovanni avvicina la sua bocca al mio collo e fa per lasciarmi un bacio, ma io, con una scusa, mi allontano.
- Vuoi ancora patatine, Gio?- mi alzo dal divano afferrando la ciotola celeste che è rimasta vuota.
Il suo sguardo diventa stranito in un attimo e mi maledico mentalmente. Se continuo ad allontanarmi, appena lui cerca un contatto, rischio che scopra tutto.
Dovrei stare più attenta, ma non riesco a fare come se niente fosse, non dopo tutto quello che c'è stato prima con Arturo.
- Che hai, Deianira?- chiede nervoso - Avanti, parla. Tre volte ho tentato di baciarti e tre volte ti sei spostata-.
Sgrano immediatamente gli occhi, non credevo l'avesse già notato. Non è sempre un bene quando una persona è troppo attenta a quello che fai.
- Devo parlarti di una cosa.- mi siedo accanto a lui, appoggiando nuovamente la ciotola sul tavolino - Però giurami che non ti arrabbierai.-
- Prima parla, poi vediamo.- basta sentire il suo tono di voce per capire che si sta alterando già senza sapere di cosa si tratti - Avanti, Deianì, ti ascolto-.
Sospiro debolmente e strofino le mani sui miei pantaloni, cercando di guadagnare così del tempo. - Senti, so che non sopporti i miei amici, ma io ho bisogno di loro. So che mi sono allontanata da loro, ma sto male da quando non li frequento più. Ti prego Gio, per quello che c'è tra noi, riprova ad avere un rapporto con loro. Prova ad andare d'accordo con loro, ancora una volta... fallo per me!-
- Seriamente Deianira?- scatta in piedi come una molla - Dopo tutto quello che ti hanno fatto? Che ci hanno fatto? Nicolò mi ha messo le mani addosso stamattina! Ti rendi conto?-.
Spalanco la bocca sbalordita dalle sue parole. Questo quando sarebbe successo?
- Gio, che stai dicendo?- chiedo con un filo di voce - Perché non me ne hai parlato prima?-
- È venuto a dirmi che devo smetterla di farti il lavaggio del cervello e mi ha dato una spinta, facendomi sbattere alla mia macchina. Non l'ho nemmeno stuzzicato.- sbotta, fuori di sé - E pretendi che io frequenti gente del genere?-
- Io non lo sapevo...- volevo che Giovanni si riavvicinasse al gruppo, in modo tale che capitassero più occasioni per stare con Arturo... ma pare che Nicolò non faccia nulla per rendermi la vita semplice. Come diavolo gli è saltato in mente di andare da lui e alzargli le mani?
- Ecco, vedi, non lo sapevi, perciò non farmi 'ste proposte di merda!- mi afferra per il polso e mi costringe ad alzarmi, facendomi digrignare i denti per il dolore - Tu devi stare vicina a me, solo con me, quelli ti portano solo nella cattiva strada-.
Lo guardo attentamente per qualche secondo, domandandomi mentalmente come sia possibile che Giovanni sia diventato così aggressivo da quando siamo a Roma. Non l'ho mai visto così a Londra, non mi ha mai alzato le mani. Invece, da quando siamo qua, non fa che essere così irruente nei miei confronti.
- Giovanni, mi stai spaventando...- gli occhi mi pizzicano - Ma che cavolo fai?-
- Scusa...- mi molla in un attimo e mette su uno sguardo pentito - Non so cosa mi prenda questo periodo!-.
Mi massaggio il polso che è arrossato a causa della sua presa e gli lancio un'occhiata maligna.
Non è la prima volta che usa queste parole dopo aver sbottato a caso.
- Voglio stare sola... vai Gio- nei suoi occhi appare nuovamente un lampo d'ira, ma prima che possa fare qualsiasi cosa, afferra il suo giubbotto ed esce da casa mia sbattendo la porta con tutta la rabbia che ha in corpo.
Mi lascio cadere sul divano, esausta da tutto ciò.
Magari il ritorno di Arturo ha sconvolto la mia mente, magari ora sono meno tollerante nei confronti di Giovanni perché vorrei passare il mio tempo con il mio ex e non con lui, ma, qualsiasi sia il motivo, non accetto che mi metta le mani addosso e mi tratti come un oggetto di sua proprietà.
Le cose devono cambiare, o lo lascerò senza se e senza ma, indipendentemente da tutto il resto.
*
Lella's pov
Accarezzo i capelli del mio ragazzo, che ha la testa appoggiata sulle mie cosce, mentre guardiamo un film alla tv.
- Stavo pensando, forse potremo invitare Deianira a pranzo domani.- propongo io - Così da farla riavvicinare a noi, perché se la allontaniamo per farle capire i suoi errori sembra che non ci frega di lei e sembra che stiamo dando ragione a Giovanni-.
Nicolò si alza di scatto e mi obbliga a un contatto visivo, visto che stavo osservando un punto indefinito davanti a me.
- Amò, me piace come idea, solo che sei sicura che verrà?- sembra quasi impaurito dall'idea che ci sia una piccola possibilità che lei non accetti il nostro invito - Magari preferisce sta co 'sto scemo qua, no?-.
Sorrido amaramente e appoggio la mia mano sul suo viso, accarezzandolo dolcemente. So quanto questa situazione gli stia dando fastidio e lo stia facendo stare male, ma nonostante tutto non lo dà quasi mai a vedere, cerca sempre un modo per farsi vedere forte.
- Lei è sempre lei, in fondo! Dobbiamo solo farle capire che può ancora fidarsi di noi, e che siamo noi quelli che la amano incondizionatamente, non quello.- sono sicura che potremo farcela. Magari con l'aiuto di Arturo, perché sono sicura che lei tenga ancora a lui, più di quanto creda lei stessa.
- Me fido sempre de quello che me dici tu, ma seriamente, vorrei tutto tornasse come prima.- mi stringe la mano tra le sue - Potremo farci aiuta da Artù. Non so perché, ma credo che lo ascolterebbe più volentieri di quanto ascolterebbe noi-.
Sorrido dolcemente sentendo che abbiamo avuto la stessa idea, confermandomi, così, che è la cosa più giusta.
Annuisco entusiasta e appoggio le mie labbra sulle sue, regalandogli un dolce bacio, mentre lui ricambia immediatamente, facendomi sentire come se fossi sulle stelle, in un solo attimo.
- Te vojo vede' sorride e farò de tutto per far sì che questo accada, Lella. Credime- mi sorride sincero e io lo abbraccio forte, consapevole che lo farà seriamente.
Come farei senza di lui? È la mia forza.
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