Chapter 28.

Nicolò's pov

Ho deciso di ascoltare il consiglio di Luke e di venire qua a parlare con Giovanni, visto che il problema principale è lui, sta facendo il lavaggio del cervello a Deianira.

Mi apposto sotto casa del suo ragazzo e aspetto qua, tanto a momenti dovrebbe uscire per recarsi a lavoro.

Il portone del palazzo si apre e lui appare davanti a me, così io attraverso velocemente la strada e lo fermo prima che entri in macchina.

- Tu?- chiede con un ghigno stampato sul viso, facendomi venire voglia di spaccargli questa faccia di merda che si ritrova - Cosa vuoi da me?-.

- Ho parlato co DD ieri, m'ha detto tutte le cose che lei stai mettendo in testa. Perché lo fai? Perché stai cercando di allontanarla dalla sua famiglia?- gli urlo, ignorando la gente che si gira verso di noi passandoci accanto.

- Tu che dici?- mi chiede ridendo nervosamente - Io amo Deianira e voi siete un qualcosa che la allontana da me. Tu, si vede un miglio, che sei un nostalgico di quello che eravate prima, che vorresti che tornasse con Arturo, ma mettiti in testa che ora lei è mia. Non starà mai più con lui, mai-.

- Brutto bastardo.- gli do una spinta, facendolo sbattere alla sua macchina con la schiena - Te rendi conto che Deianira non è un oggetto, che c'ha dei sentimenti e tu glie stai a fa male co tutte 'ste stronzate che le rifili ogni Santo giorno?-.

- Lei ama me.- sputa con rabbia, liberandosi dalla mia presa - Soffrirà magari all'inizio, ma poi si dimenticherà di voi, ed esisterò solo io per lei, come quando eravamo a Londra-.

- Tu sei 'npazzo psicopatico.- digrigno i denti nervosamente - Ma te senti quando parli? Me sembri 'n povero pazzo-.

Non si rende minimamente conto di quanto risulti ridicolo questo suo atteggiamento possessivo nei confronti della mia migliore amica, quale persona sana di mente direbbe e penserebbe una cosa del genere? Lei ha bisogno di noi, siamo indispensabili per lei, come lei lo è per noi, nemmeno il tempo e la distanza potrebbe logorare definitivamente il nostro legame.

- Sarò pazzo, sarò quello che vuoi. Però Deianira è la mia ragazza e dovete starle lontano, sopratutto il tuo amichetto drogato.- reprimo la voglia di mollargli un pugno e fargli chiedere quella fogna che ha come bocca.

Peccato che Deianira, ci metterei la mano sul fuoco, ama ancora Arturo... se così non fosse non ci sarebbe andata a letto.

Serro la mascella con rabbia e decido di andare via, prima che il mio autocontrollo vada a farsi benedire e lo faccia tornare a ragionare a suon di pugni.

Parlare con lui, cercare di farlo ragionare, non ha senso, non cambierà idea, non pensa al bene di Deianira. Questo non è amore, questa è chiamata ossessione. Se crede che mi farò da parte è completamente fuori strada, riuscirò a riportare le cose alla normalità.

Arturo's pov

Sono fuori dell'appartamento di Deianira da circa dieci minuti. Ho avuto la fortuna di trovare la porta principale del palazzo aperta, perché una signora stava portando su la spesa, e ne ho approfittato per entrare.

Ho in mano un suo orecchino, l'ha lasciato l'ultima volta a casa mia, perciò ho deciso di venire a restituirglielo... Ma in realtà questo è solo un pretesto, sono qua perché ho una gran voglia di rivederla.

Suono al campanello, senza pensare, e la porta si apre dopo qualche secondo. Deianira appare davanti ai miei occhi e il cuore accelera, come se fossi un ragazzino alla prima cotta, ma non posso reagire diversamente, è bellissima.

Ha i capelli legati con una pinza, ma qualche ciuffo le ricade sugli occhi, dandole un aspetto sexy e dolce allo stesso tempo, non so come sia possibile.

- Arturo, che ci fai qua?- il suo essere confusa e sbalordita la rende ancora più dolce - Mi era sembrato di capire che dovevo uscire dalla tua vita perché tu ami Yalda e fare l'amore con me è stato un errore... amore poi, per te non è stato nemmeno amore, sicuramente-.

Le porgo l'orecchino, senza dire una sola parola, e lei l'afferra accigliata. - Oddio, ecco dove era, stavo impazzendo a cercarlo. È un regalo di Gio- lo appoggia sul tavolino accanto all'ingresso e poi torna a guardarmi - Sei venuto per rendermi questo?-.

Io scuoto la testa e, senza pensare a nulla, anniento la distanza tra di noi, premendo le mie labbra sulle sue. La sento sussultare, ma si riprende immediatamente e ricambia il mio bacio, come se non stesse aspettando altro.

Chiudo la porta con una mano, senza smettere di baciarla, poi la faccio appoggiare al muro con la schiena e le bacio il collo e poi scosto poco poco la sua maglia, per baciarle la spalla destra. Amo la sua pelle, passerei ore infinite a baciarla, ogni singolo centimetro.

La sua mano destra finisce sui miei ricci, mentre appoggia la sinistra sul mio petto e mi accarezza dolcemente.

Cerca nuovamente la mia bocca con la sua e mi bacia con passione.

- Andiamo in camera.- sussurra al mio orecchio - Ho bisogno di te, non dirmi nulla... Ma io credo di amarti ancora, Arturo-.

La allontano leggermente da me, sentendola pronunciare quelle parole, e la scruto attentamente. Un po' stranito, un po' felice, un po' sorpreso.
Insomma, mille emozioni mi stanno stravolgendo.

Afferro il suo viso con le mani e la bacio nuovamente, per poi condurla verso la sua stanza da letto, che conosco alla perfezione.

La faccio sdraiare sul letto e la aiuto a levarsi la maglia, per poi sdraiarmi anche io, reggendomi sul materasso con la mano.

- Non dirmi che sono un errore anche stavolta.- smette di baciarmi per sussurrarmi queste parole, con la voce carica di speranza - Amami e sii consapevole di questo-.

Accarezzo debolmente il suo viso e annuisco debolmente, per poi levarmi il maglione e la maglietta, riprendendo a baciarla.

Non è stato un errore nemmeno l'altra volta, lei non è stato mai un errore, lei è ciò che mi fa sentire vivo, ancora oggi.

Ho voglia di lei, ho una gran voglia di amarla.

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