Chapter 23.

Lella's pov

Bacio dolcemente le labbra del mio ragazzo, mentre lui intensifica il bacio, facendomi sedere sulle sue gambe.

Porto le mie mani sui suoi ricci, che mi mandano fuori di testa, e glieli scompiglio, mentre lui sposta le sue labbra sul mio viso, lasciandoci su qualche bacio piccolo, facendo così sospirare il mio cuore.

Improvvisamente il campanello suona e ci allontaniamo lentamente, ma senza sganciare l'uno lo sguardo dell'altro.

- Chi può essere a quest'ora?- chiede lui, indicando l'orologio appeso alla parete che segna le diciannove.

- Non lo so, non sto aspettando nessuno.- mi alzo dalle sue gambe e mi dirigo alla porta velocemente, curiosa di sapere chi ci sia.

La porta si apre cigolando, dove ricordarmi di farla controllare, e gli occhi della mia migliore amica mi appaiono davanti. Ha lo sguardo disperato, le lacrime che le rigano le guance candide ed è completamente inzuppata dalla pioggia che non cessa di scendere da quelle che ormai sono ore.

- Lella- si butta tra le mie braccia e io la stringo forte - ho bisogno di te-.

Continua a piangere disperata e dei forti singhiozzi le fanno mancare l'aria, costringendola a prendere dei respiri continui per respirare regolarmente.

Sciolgo l'abbraccio e la faccio entrare dentro casa, per poi condurla nel divano accanto alla stufa per scaldarsi un po', visto che è gelata.

Nicolò ci raggiunge in soggiorno pronto a chiedermi cosa stia succedendo, ma si zittisce alla vista di Deianira in queste condizioni. Vedo la preoccupazione nei suoi occhi, ma cerca di mascherarla con l'indifferenza.

È troppo testardo per mettere da parte il rancore che ha per Giovanni e per chiedere alla sua migliore amica cosa ha, cosa stia succedendo.

- Io vado- sono le sue uniche parole, poi mi stampa un casto bacio sulle labbra ed esce da casa mia nonostante lo stia fulminando con lo sguardo.

Non sono d'accordo sulla sua presa di posizione con Deianira, per niente. Dovrò parlargli seriamente, non può fregarsene di come lei sta solo per il litigio che ha avuto con Giovanni e perché non accetta la sua relazione con lui.

Sento la porta chiudersi, segno che lui è andato via, e presto completamente la mia attenzione a DD.

- Ehi- le accarezzo il viso, cercando di farla calmare - hai voglia di dirmi cosa è successo?-.

Lei prende un respiro profondo e tira su con il naso. - Sono andata a letto con Arturo- sgrano gli occhi immediatamente - pensavo che anche per lui fosse stato speciale, invece mi ha cacciata via appena Yalda l'ha chiamato, dicendo che lui ama lei e che non può farle questo-.

- Stai scherzando?- quasi urlo, indignata e infastidita dal comportamento del mio amico. Se Nicolò sapesse questa cosa vorrei vedere se attaccherebbe ancora Deianira in questo modo - Tu che gli hai detto?-.

- Solo che credevo che per lui era valso qualcosa- singhiozza disperata - e che già aveva tradito Yalda, ma lui non ha voluto sentire nulla-.

- Ma questo non è lui.- mi alzo in piedi nervosamente, ormai urlando - Dovrà fare i conti con me ora-.

- No.- quasi sussulta - No. No. Non parlargliene, voglio solo dimenticare questo. Non voglio che lui sappia che ne ho parlato con qualcuno, non voglio che questa storia la sappia qualcun altro. Promettimelo!-.

Sbuffo nervosamente e mi sposto i capelli sulla spalla destra, con fare quasi meccanico, cercando di non uscire da qua per recarmi da Arturo e farlo tornare in sé.

- Va bene.- affermo con riluttanza e mi risiedo accanto a lei - Cosa senti, piccola?-.

La vedo socchiudere gli occhi e poi portarsi le mani sul cuore, come se volesse scacciare via qualcosa che la sta opprimendo. Mi distrugge vederla così affranta.

- Vuota- i suoi occhi spenti e malinconici agganciano i miei - come non mi sono mai sentita. È come se avessi avuto la terra mia e poi me l'avessero tolta da sotto i piedi e mi avessero fatto cadere con la faccia a terra, deridendomi poi di essere caduta!-.

Continua a piangere senza sosta e si porta le mani sul viso, cercando di nascondersi, come se volesse sparire dalla faccia della Terra.

- Ehi amo- la stringo in un abbraccio - lui non è in sé. Non lo sto giustificando eh, ma so che non è in sé. Non avrebbe mai fatto una cosa del genere l'Arturo che conosco io, e nemmeno quello che conosci tu. Tu sei una ragazza speciale e lui lo sa, credimi. Non ha mai smesso di pensarti, mai-.

- Allora perché mi ha trattata come se fossi solo un oggetto?!- chiede con gli occhi da bambina colmi di lacrime.

- Magari è spaventato dall'idea che tu sia ancora importantissima per lui- ipotizzo - e sta cercando di girare l'ostacolo, nel peggiore dei mondi, ma lo sta facendo-.

Lei scrolla le spalle e fa per dire qualcosa, ma si zittisce quando un singhiozzo esce dalle sue labbra, così appoggia il viso sulla mia spalla, continuando a piangere.

Vorrei poter fare qualcosa per alleviare le sue pene, ha già sofferto tanto nella sua vita, non merita altro dolore.

Vorrei capire cosa succede ad Arturo. Lui non è così, ne sono sicura.

*

- Daje, dimmelo.- sbuffa Nicolò, pizzicandomi ripetutamente la gamba - Forza, amore-.

Scuoto la testa davanti alle sue parole e sbuffo. - Piantala, è inutile che continui a chiedermelo, non ti dirò nulla.- gli punto un dito contro - Invece che stare mezz'ora a chiedermi cosa è successo, avresti potuto, e dovuto, chiederlo a lei ieri-.

- Abbiamo litigato, lo sai.- sbuffa - Daje, vojo sape' che c'ha. Sembrava disperata, quindi te tocca dirme tutto-.

- E invece non ti dirò nulla, Rapisarda.- ribatto - Lo sai che non lo farò, gliel'ho promesso-.

- Ma che è? Se me o dici non è che je dico che o so, daje. - mi prega mettendo su una finta faccia da cucciolo bastonato - Ho bisogno de sape', se qualcuno le ha fatto male devo intervenì-.

- Se ci tieni così tanto alzi il sedere e vai a chiederle scusa e a chiederle che ha.- propongo lanciandogli un'occhiata malefica - Perché di solito si comportano così gli amici. Hai ragione se dici che Giovanni non ti piace, ma stai sbagliando a prendertela con lei-.

- Io non ce vado da lei, finché non se rende conto che sta a sprecà er tempo suo e a dignità sua appresso a quel mongoloide- alzo gli occhi al cielo davanti alle sue parole e decido di lasciar perdere.

Non riuscirò mai a fargli cambiare idea, è troppo testardo e orgoglioso per ammettere di aver esagerato nei modi.

Dovrebbe rendersi conto di quanto Deianira ha bisogno di lui, e in fondo, forse, se n'è già reso conto, ma non farà nulla per lei, non direttamente almeno.

Lo conosco troppo bene, cercherà di rimanere aggiornato tramite me, fingendosi disinteressato, ma io so che prima o poi dovrà farci pace.

Un legame di fratellanza non si può spezzare, mai.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top