Chapter 17.
Mi alzo il cappuccio sulla testa, per passare inosservata, mentre mi avvicino al palazzo di Arturo.
Sento i brividi percorrermi dalla testa ai piedi quando vedo il suo cognome e quello della mamma scritti sul citofono, l'ultima volta che sono stata qua è stato prima di lasciarci. In realtà credevo non ci avrei mai più messo piede, ma il mio ex ha insistito perché gli portassi l'anello qua, lontano da occhi indiscreti. Gli ho proposto di vederci alla Dark House, ma ha rifiutato perché nessuno sa che è stato a casa mia.
Sbuffo frustrata e suono al campanello per poi allontanare il dito, come se fosse incandescente e potessi ustionarmi da un momento all'altro.
La sua voce risuona dal citofono e appena lo informo che sono io il cancelletto si apre, permettendomi così di entrare nel cortile. Mi guardo leggermente intorno e sorrido debolmente ricordando tutti i bei momenti passati qua con lui.
- Sei una nanetta, non mi fanno paura le tue minacce- le sue labbra si increspano in un sorriso e la mia rabbia svanisce piano piano davanti alla sua dolcezza, così mi siedo sulle sue gambe e lui annienta la distanza appoggiando le sue labbra sulle mie, regandomi un bacio che mi dona miliardi di emozioni diverse e mi fa sentire speciale, unica, mentre mi tiene stretta a lui.
Una signora mi passa accanto salutandomi così sussulto ed abbandono i miei pensieri, odio ripercorrere questi momenti ormai passati con lui. Mi fa sentire debole e persa per un attimo, vorrei sapere perché.
Smetto di fissare il muretto dove eravamo solito sederci ed entro dentro al palazzo, andando dritta fino al suo piano, senza incontrare nessuno nel tragitto, per fortuna, non ho nessuna voglia di fare conversazione con vecchie conoscenze e di dare loro spiegazioni.
Suono campanello dell'appartamento di Arturo e lui mi apre in un secondo, come se mi stesse aspettando dietro la porta. I suoi occhi castani si incastrano nei miei e mi invita ad entrare. Il suo sguardo brucia su di me, lo sento addosso quando gli volto le spalle per entrare.
- Sembri un'evasa- commenta ridendo, così mi giro verso di lui, e noto che mi sta osservando dalla testa ai piedi, senza pudore.
- Dovrebbe essere un complimento?- mi maledico sentendo la mia voce tremare. Avanti che diavolo mi sta prendendo? Sembro una ragazzina imbarazzata di sedici anni.
- Non prenderla come offesa.- sorride sbilenco - L'ho detto solo perché hai il cappuccio e ti guardi in giro come se qualcuno potesse acchiapparti all'improvviso-.
Annuisco comprensiva e mi perdo a osservare la casa, inutile dire che qui dentro nulla sembra cambiato, le cose sembrano rimasta immutate, a parte qualche soprammobile nuovo, una foto appesa alla parete destra, che ritrae Arturo e la sua nuova tipa, e un disco d'oro appeso accanto.
- C'è una vostra foto appesa- commento, non riuscendo a trattenermi - allora è una cosa molto seria-.
- Lo è.- taglia corto - Hai l'anello? Se Yalda si accorgesse che mi manca sarebbe capace di ammazzarmi-.
Sorride dolcemente e il mio stomaco si stringe. È un regalo che gli ha fatto lei? Non ne avevo assolutamente idea, in realtà non mi è nemmeno passato per l'anticamera del cervello.
Frugo nella tasca destra dei miei jeans e afferro l'anello, per poi passarlo al suo legittimo proprietario. Sussulto quando le nostre mani si toccano, per poi alzare di scatto e spontaneamente lo sguardo sul suo. Il mio ex tiene la mia mano nella sua e mi accarezza dolcemente il dorso con il pollice, senza mai mollare il mio sguardo. Sento un peso dentro lo stomaco e, ancora una volta, mi sento come una sedicenne che non sa controllare le sue emozioni.
- Sei più bella di allora, sai?- mi sussurra con voce roca - Sei molto più donna, se così si può dire-.
Sento il sangue affluirmi alle guance e lo continuo a guardare incantata, senza essere capace di dire qualsiasi cosa di senso compiuto.
Smette di sorridere di botto e molla la mia mano, per poi mettersi l'anello al dito.
Sento il cuore rallentare di botto e lo guardo attentamente, cercando di capire perché il suo atteggiamento è cambiato di scatto nel giro di pochi secondi.
- Arturo, cosa c'è che non va?- il mio tono di voce è titubante, ho paura di parlargli, è come se mi sentissi di troppo e invadente, buffo no? Mi sento a disagio con la persona con cui ho passato anni interi della mia vita, con la persona con cui ho vissuto momenti di intimità e amore.
- Cosa?- chiede ridendo senza umorismo - Impossibile che tu non lo senta. Non senta il bisogno di baciarmi. Perché io lo sento, sento il bisogno di baciarti, di averti mia, e tutto questo è sbagliato. Sbagliatissimo, io sto con Yalda, la amo, mi ha aiutato un botto e non potrei mai farle male. E, inoltre, anche tu stai con un altro.-.
Sgrano gli occhi davanti alle sue parole, mentre il mio cuore inizia ad accelerare nuovamente, tanto che temo possa uscirmi dal petto, da un momento all'altro.
- Io non so che dire...- rifletto un attimo, anche io quando mi ha accarezzato la mano ho provato quello che lui dice? Impossibile, non ho sentito nulla, se non un gran senso di nostalgia, ma credo sia abbastanza normale davanti a quello che credevo il grande amore della mia vita.
- Evidentemente ami Giovanni più di quanto io creda- bofonchia - se non hai sentito nulla. Scusami, Deianira, sono stato di troppo. Se non ti dispiace io ora dovrei andare dai ragazzi e dovrei prepararmi...-lascia la frase in sospeso, ma capisco immediatamente che sta invitandomi ad andare via.
Annuisco comprensiva e, senza pensarci, gli regalo un abbraccio veloce per poi scappare via dell'appartamento, prima che abbia la lucidità di ricambiare e/o aprire bocca.
Sento il cuore pesante e le lacrime che fanno pressione sui miei occhi per scendere, mentre mi alzo nuovamente il cappuccio ed esco dal palazzo, allontanandomi velocemente, con la consapevolezza che non metterò più piede là dentro e che Arturo farà di tutto per evitare un incontro con me, per la gioia di Giovanni.
Dovrei essere impassibile davanti a quello che è appena successo nel suo appartamento, invece sento solo un gran senso di vuoto dentro me.
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