Capitolo 22: Speranze dell'ultimo giorno

Sono passati alcuni giorni dal mio compleanno, e ora ci troviamo all'ultimo dell'anno.

Quanto è trascorso in fretta questo 2018! A parte le ore di scuola. Avere dei compagni come li ho avuti alle medie - e come li ho ora -, è come puntarsi una pistola alla tempia e premere il grilletto.

In questo momento sto ritoccando il capolavoro che ho fatto, seduta davanti alla mia toeletta bianca.

Ho un'ansia che fa tremare ogni singola parte del mio corpo.

Non riesco ad allacciare la collana, visto che le mani non mi stanno ferme, quindi la poso sulla toeletta.

«Mamma» la chiamo per farmi mettere la collana.

«Eccomi. Perché mi hai chiamato?»

«Mi metteresti la collana?» le chiedo, facendo gli occhi da cerbiatto.

«Va bene» mi viene vicino e mi allaccia la collana. «Mi sembra ieri che eri un fagottino tra le mie braccia, e ora sei una donna».

Le vengono le lacrime agli occhi per l'emozione.

Nel momento in cui mamma sta bussando alla porta, mi ricordo che in quella casa abita anche Luca.

Cosa gli dirò? Ci parleremo, ci eviteremo, o faremo una scenata davanti alle nostre madri e a sua nonna? Questo è tutto da vedere.

Si sente che qualcuno sta arrivando ad aprirci la porta.

«Oh, eccovi. Tempismo perfetto» dice Augusta dopo averci aperto la porta.

La nonna di Luca si sposta per farci entrare.

Accediamo al suo salotto che è molto ampio, ma confortevole.

«Alessandro, vieni qui!» grida Augusta. Visto che non risponde, lei continua a gridare: «Alessandro Marco Antonio De Luca, vieni subito qui!»

«Verrò» si sente, credo, Luca dire questo dalla sua camera.

«No, tu ci raggiungi ora!» pronuncia Augusta come prima.

Si ode Luchetto che alza le sue chiappe dal letto, posa il telefono sulla scrivania e viene svogliatamente in salotto.

«Scusate Alessandro, è un po' triste» enuncia, mentre la sua mano sinistra si posa sulla schiena di Luca.

«Non ti devi scusare, Augusta, perché è normale essere tristi» dice mammina.

«È pronto» esclama Alessandra Mariani, la madre di Luca.

«Veniamo subito» dice Augusta.

Ci sediamo a tavola e mangiamo, discutendo di tante cose.

Una delle cose che noto particolarmente, è che Luca non mi guarda in faccia, ma nonostante questo partecipa alla conversazione.

Spero che riusciremo a parlarne, perché non sono in grado di nascondere i miei sentimenti e voglio rendere chiare le cose.

***
Dopo aver finito di mangiare il primo e il secondo, ci alziamo da tavola per circa un quarto d'ora.

Io vado in un posto isolato per messaggiare con Matty.

Appena lo trovo, compongo un messaggio, lo invio e aspetto una risposta.

Sento uno squillo. È Matty.

‘Noi abbiamo finito di mangiare da un pezzo’

‘Cosa stai facendo in questo momento?’

‘Sto chiacchierando con te, mi pare’

‘Giusto’

‘Dove sei?’

Glielo dico oppure no? Non so se lo vuole sapere.

‘Lo vuoi sapere davvero?’

‘Sì’

‘A casa di Luca’

‘Alessandro De Luca?’

‘Esattamente’

‘E perché?’

‘Sua madre e la mia sono amiche e lei ci ha invitate a cena’

‘Ah, ok’

Sta scrivendo. Ci sta mettendo un secolo.

Chissà che starà stilando?

Finalmente mi è arrivato.

'Cosa speri per l'anno che sta arrivando?'

Non credo sia un bene dirglielo. Mi devo inventare qualcosa. Forse so cosa affermare.

Mentre sto concependo il messaggio per Matty, sento un rumore provenire dal corridoio.

Sto avendo paura, non so cosa sia.

Chiudo il telefono per precauzione.

Quel rumore proveniente dal corridoio, si intensifica ogni secondo che passa.

Credo sia una persona.

La persona che stava arrivando è... Luca. «Ah! Mi hai fatto venire un colpo!» esclamo sollevata. Poi mi avvicino a lui e gli do uno schiaffo sulla sua guancia destra. «Ma che ti è preso?» gli impreco contro.

«Ma tu che ci facevi qui? Ti stavo cercando e, visto che ora ti ho trovato, ci andiamo a gustare il dolce preparato da mia mamma».

Ok, sono commossa. Lui ha pensato a me e alla mia voglia del morettino di sua madre, e io che ho fatto in compenso? Gli ho urlato contro come se fosse un insetto fastidioso da cacciare via.

Forse ho capito come mai mi sono innamorata anche di lui. Ma è praticamente impossibile che mi voglia ancora, visto quello che è successo tra di noi poco più di una settimana fa.

Mi prende per il polso sinistro e mi trascina nella sala da pranzo in cui Alessandra sta servendo il dessert da lei creato.

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