Pesto
Lunedì mattina, poco più tardi del giorno precedente, Harry si alzò dal letto, e si infilò in doccia. Iniziò, mentre si insaponava, a riflettere su cosa avrebbe potuto insegnare quel giorno a Louis,e di conseguenza su ciò che avrebbe dovuto poi comprare al mercato.
Aveva già organizzato che sarebbe passato da Louis verso le sette del mattino, perchè di lunedi il traffico di gente non era tale a quello del fine settimana. Non aveva precisato l'ora il giorno prima, quindi sperava che Louis si sarebbe fatto trovare pronto abbastanza presto.
Sciacquando via lo shampoo dai suoi ricci castani, ripensò alla mattinata passata con il cuoco, e gli venne spontaneo sorridere.
Uscí dalla doccia dopo poco, si legò un asciugamano in vita e si diresse verso la camera per vestirsi.
Ancora con il petto nudo e la maglietta in mano si preparò la colazione, e solo dopo si asciugò i capelli.
Quando finalmente fu pronto, prese il cappotto, le chiavi dell'auto, e uscí di casa. Guardò l'orologio, sette meno un quarto. Non avrebbe mai voluto far tardi, nonostante non avesse preso un appuntamento concreto con nessuno, ma mentalmente stava seguendo una scansione oraria abbastanza rigida, e perciò desiderava seguirla. Salí in macchina e impostò il navigatore verso l'indirizzo di Louis, e appena arrivò lì di fronte, si bloccò.
Louis viveva in un appartamento come lui, e quindi, in un palazzo. Nei palazzi ci sono i vari citofoni, con il cognome di ogni proprietario, ma Harry non aveva idea di quale fosse il cognome di Louis. Controllò ancora una volta l'orario, in maniera più nervosa, si erano fatte le sette. Sperava con tutto il cuore che qualcuno di quel palazzo uscisse di casa per andare a lavoro, ma dopo una decina di minuti, non successe niente.
Allora si fece coraggio, scese dalla macchina e si avviò verso l'ingresso, decidendo quale persona avrebbe voluto erroneamente disturbare alle 7:10 di lunedí mattina.
Poi vide delle braccia tatuate fuoriuscire da una finestra in apertura, e successivamente una mezza figura affacciarsi a essa.
Fece per chiamare il ragazzo che aveva riconosciuto essere Louis, ma decise invece di osservarlo, e vedere cosa avrebbe fatto .
Lo guardó portarsi alla bocca una sigaretta, e accenderla subito dopo, mentre sembrava guardare il cielo. Harry notò solo dopo che era a petto nudo, e non riuscì a trattenersi dallo scrutare i suoi tatuaggi sparsi non solo per le braccia, come aveva già notato il giorno precedente, ma anche sul petto.
Per i successivi cinque minuti non si azzardò a proferire parola, per non disturbare il ragazzo moro semi-nudo, intento a finire la sua sigaretta; ma lo sguardo di quest' ultimo presto andò ad abbassarsi e posarsi sul riccio ragazzo che lo fissava dalla strada.
"Che ci fai qui a quest'ora ?" gli chiese, spegnendo il mozzicone ormai finito sul davanzale e buttandolo giù per strada. Harry fece a meno di riprendere quel comportamento, e gli sorrise.
"Buongiorno anche a te! Sono venuto a prenderti per andare al mercato. Ora scendi, perchè sono le sette e un quarto e si sta facendo tardi. Ti aspetterò in macchina"
Harry salí in macchina e accese la radio,facendo partire Creep dei Radiohead da Spotify.
Dopo dieci minuti Louis scese di corsa, tenendo la felpa e il giubbotto in mano. "Si congela cazzo" si lamentò, avvicinandosi di fretta alla macchina di Harry. Gli sorrise leggermente e salì in auto, infilandosi la felpa. Hary abbassò la musica e mise in moto, dirigendosi verso il mercato.
"I wish I was special.... so fucking special" borbottò senza accorgersi di star cantando a voce alta, provocando di conseguenza uno sguardo stranito da parte del passeggero di fianco a lui. Si zittì subito dopo e si concentrò sulla strada.
Nel tragitto non chiacchierarono molto, anzi, quasi per niente; il silenzio era parecchio imbarazzante, e Harry tentò più volte di spezzarlo ma con scarsi risultati.
"Cosa facciamo oggi?" sbottò all'improvviso il moro, mentre scendevano dall'auto e si dirigevano verso i banchi del mercato.
"Pesto."
*
" C'era bisogno di comprare questi fiori così..... odorosi?" Louis seguì Harry nel suo appartamento appena aperto, lamentandosi di dover tenere in mano la busta che il riccio gli aveva affibbiato contenente dei lunghi e bianchi tulipani che spuntavano e andavano a penzolare sulla testa di Louis a ogni passo che faceva.
Harry ridacchiò, e invitò Louis a entrare nel suo appartamento. Avevano deciso di andare al suo appartamento perchè la cucina era scomoda, e sarebbero stati disturbati dal personale di continuo, cosa che avrebbe irritato parecchio Louis.
Casa di Harry era piccola, non particolarmente grande, ma era molto accogliente. La cucina era arredata sui toni del verde e bianco, ed era forza la stanza più spazioso dell'intero appartamento, sicuramente per la profonda passione di Harry nel cucinare. La sua camera era dall'altra parte, sempre ordinata, e aveva un piccolo balconcino su cui ci si poteva affacciare e guardare la città in pace e serenità totale. Nel salotto c'era un divano , una poltrona, e di fronte una tv, nonostante Harry non fosse amante della televisione, o almeno, così si poteva dire dall'ampissima libreria di fianco a essa, colma di libri di ogni genere, ma soprattutto, di cucina.
Si diresse verso la cucina e poggiò la busta con il basilico sul bancone. Poi prese da sotto il lavandino, da una piccola credenza, un lungo vaso che riempì d'acqua.
"Puoi metterli qui" disse a Louis, che non se lo fece ripetere due volte e infilò con forse troppo entusiasmo i fiori nel vaso, facendolo barcollare. Arrossì un poco per l'imbarazzo causato dalla quasi rottura del vaso e poi chiese dove fosse il bagno per lavarsi le mani.
" Lì infondo, a sinistra" gli rispose il riccio che si lavò le mani nel lavabo della cucina e si arrotolò le maniche della felpa, pronto per mettersi al lavoro. Il pesto non era una ricetta per niente difficile, ed erano solo le nove di mattina. L'ora e mezza precedente l'aveva passata insieme al moro a passeggiare per il mercato e poi per la città in posti che neanche avevano mai visto, mentre Harry ammirava il paesaggio attorno a lui e Louis lo seguiva come un cagnolino perchè non aveva idea di dove stessero andando. A un certo punto si erano anche persi, e nessuno dei due si trattenne dal ridere perchè stavano vagando per Londra e non riuscivano a trovare l'auto.
Harry sperava che avrebbero impiegato del tempo a preparare il pesto, magari Louis avrebbe gradito rimanere pranzo da lui. Non che fosse attratto da lui o qualcosa del genere, ma gli avrebbe fatto piacere la sua compagnia.
Quando Louis tornò dal bagno, il riccio lo chiamò per farlo mettere a fianco a lui, e iniziarono a lavorare.
Harry pensava all'aglio, a pesare olio, pecorino, parmigiano e pinoli,mentre Louis lavava accuratamente le foglie del basilico togliendo i gambi. Il processo più lungo era asciugare bene il basilico, cosa che aveva fatto lamentare più volte Louis, ma fu ripreso parecchie volte da Harry perchè 'se le foglie sono bagnate la salsa viene scura e amara' .
Quando arrivò il momento di mettere le foglie nel mortaio, perchè nonostante Harry avesse un ottimo frullatore, se lo avesse fatto a mano sarebbe uscito più buono, Louis insistette per pestarlo, ma con risultati pessimi perchè anzi che ruotare il pestello, schiacciava violentemente il basilico facendo schizzare via tutta la crema che stava venendo fuori e soprattutto l'olio che Harry stava versando durante il procedimento; come risultato, senza dubbio, si ebbe la faccia del riccio sporca di verde e anche , dopo, il muro bianco di fianco a loro.
"Oops...." sussurrò Louis grattandosi la nuca per l'imbarazzo, e si allontanò subito dall'arnese che aveva causato il pasticcio. Guardò Harry che iniziò a ridere, trovandosi parecchio pesto che gocciolava dai capelli direttamente sulle labbra.
"È buono, però. Penso che anche il muro abbia apprezzato" disse, facendo poi per avvicinarsi al lavabo e prendere un panno per pulire il suo viso e il muro.
"Aspetta fammi assaggiare" Louis lo fermò e si avvicinò pericolosamente a lui, facendo entrare Harry nel panico.
Cosa voleva fare?
Il moro puntò lo sguardo sulle labbra di Harry, avvicinandosi ancora di più.
Stava per fare quello?
Poi passò solo il pollice sull'angolo della bocca del riccio, effettivamente più sulla guancia che sulle labbra, e prelevò un po' di salsa verde, portandosi il dito alla bocca, e lo succhiò.
"Hai ragione, buono. Sono proprio bravo" si complimentò e poi tornò a lavorare il pesto, questa volta ruotando il pestello, comportandosi come se non fosse successo niente di particolare.
Dopo mezz'ora erano fatte quasi le dieci, e Harry non sapeva come avrebbe potuto passare il tempo insieme a Louis per tentare di farlo restare per pranzo. Ma sinceramente, dopo quello che era appena successo, non si sentiva molto sicuro di stare a contatto ravvicinato con il ragazzo.
Infatti mentre Louis aveva ricominciato a lavorare le foglie era scappato in bagno, 'perchè non sapeva dove fosse sporco e aveva bisogno di uno specchio' , e aveva infilato la faccia nel lavandino sia per pulirsi, sia per calmare quella che sembra una sorta di eccitazione- ansia- panico per quello che Louis aveva fatto con il suo dito.
"Come mai hai preso dei gigli oggi?" gli chiese Louis mentre si dirigeva sul divano, stanco dall'apparente immenso lavoro che aveva appena finito.
"Sono tulipani, in realtá. Li ho presi perchè mi piacciono e hanno un valore simbolico"
"Sarebbe?"
"Amicizia" Harry si accomodó sul divano assieme a Louis, mantenendo peró le distanze. Aveva afferrato dalla libreria un libro di cucina francese, e lo stava sfogliando sonoramente per scegliere quella che sarebbe stata la sua cena.
Non passó molto tempo prima che Louis si alzasse e si dirigesse verso l'ingresso ad afferrare il giubbotto.
"Stai andando via?" chiede Harry, non troppo sicuro sulla risposta che avrebbe voluto sentire dalla voce di Louis.
"In realtà, si. Devo andare al locale, apriamo per pranzo anche oggi, e devo sistemare le cose che abbiamo comprato stamattina al mercato" gli rispose, infilandosi il giubbotto e rimanendo sulla porta.
"Ok, aspetta un attimo peró, prima devo darti questo- disse Harry mentre si alzava velocemente dal divano e camminava verso la cucina- ecco" prese un vasetto e ci infiló quasi tutto il pesto che avevano fatto, e lo chiuse. Prese successivamente una bustina, e un tulipano bianco. Infiló quest'ultimo insieme al vasetto dentro la piccola busta di cartone e andó in direzione del cuoco che aspettava sulla porta.
"Um... grazie" Louis accennò un sorriso e poi aprì la porta,uscendo;
"Ciao Louis, a domani!" Harry lo salutó, e poi si chiude la porta alle spalle, un po' deluso dal fatto che era solo metà mattina, e non sapeva cosa avrebbe fatto, da solo, per il resto del tempo. Avrebbe voluto che Louis restasse con lui, ma allo stesso tempo non sapeva come iniziare una conversazione perchè come lo guardava, ricordava il momento accaduto poco prima in cui lo aveva quasi baciato.
Tornò in cucina, per sistemare e pulire gli utensili usati dai due; ed era proprio quando mise a posto il mortaio , che vide sul bancone di legno marrone chiaro, un pezzo di scottex strappato dal suo rotolo appeso, in cui c'erano scritte delle parole:
"Questo è il mio numero, fammi sapere a che ora ci vediamo domani
Louis ;) "
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