capitolo 18

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ALBERT


Albert raggiunse la stazione di polizia e subito il suo sguardo cercò Nate.

Erano due settimane che era cambiato. Stava sempre sulle sue, voleva passare del tempo con Nate ma il collega dai capelli biondi sembrava improvvisamente evitarlo.

In effetti, da quando Albert gli aveva dato del transfobico, l'amico aveva smesso di parlargli. Ma in un primo momento non se ne era nemmeno accorto, troppo preso da Logan e dai loro progetti di coppia.

Albert raggiunse la sua scrivania e fu felice di notare che Nate era già arrivato.

Mentre si sedeva alla sua scrivania, pensò alle parole che avrebbe usato con lui.

Quando Nate tornò alla sua scrivania, Albert lo guardó.

"Hey, nell'ora di pranzo devo passare in ospedale, vado a trovare Robert, vieni con me?" Chiese fissando il collega che si irrigidì.

Nate sollevò lo sguardo e lo guardó.

"A pranzo non posso, ho preso un impegno" rispose e Albert sollevò un sopracciglio, scettico.

"Ok" fu tutto quello che disse, prima di volgere la sua attenzione al PC.

Decise da quel momento in poi che avrebbe evitato di rivolgere la parola al suo migliore amico. Non aveva le palle per affrontarlo e dirgli cosa gli succedeva?

Avrebbe smesso di parlargli. Semplice.

Evitare di parlargli fu abbastanza semplice visto che con loro c'era anche Fay. I due continuavano a parlarsi a monosillabi e Albert si chiese se Nate fosse ancora convinto di farla cacciare dalla squadra.

Fortunatamente l'ora di pranzo arrivò in fretta e i tre si allontanarono velocemente dalla stazione di polizia.

Albert rimase immobile ad osservare Nate allontanarsi verso il parcheggio e sospirò. Gli dava fastidio quel suo non parlargli.

Che cosa diavolo stava succedendo tra di loro? Si chiese Albert mentre si allontanava e si dirigeva in ospedale.

Possibile che anni di amicizia fossero finiti così, all'improvviso?

Con la testa piena di pensieri cupi, Albert entrò in ospedale e si scontrò contro Robert che stava passando in quel momento. Il biondo alzò gli occhi su di lui e quando lo riconobbe il suo sguardo sbigottito mutò e gli gettò le braccia al collo, sorridendo felice.

"Albert! Come mai sei qui? Problemi?" Chiese il poliziotto guardando dietro le spalle di Albert.

"Va tutto bene. Sono qui solo perché volevo vedere come te la passavi…"

Rob alzò gli occhi al cielo e sbuffó.

"Niente di che. Il collega con cui sono stato assegnato qui è di una noia mortale. Cerco di non morire di noia…" borbottò Robert mentre si recava alle macchinette.

"Caffè?" Chiese.

"Un the, grazie" disse Albert con un sorriso.

Albert sorrise mentre lo guardava.

“A voi come va, invece?” chiese il poliziotto e Albert sorrise.

“Il lavoro sempre al solito, per quanto riguarda la squadra non so cosa risponderti. Nate e Fay sembrano non prendersi affatto, Nate l’ha offesa e da quando io l’ho rimproverato non mi rivolge più la parola. Anni buttati in pratica. Direi che va bene…”

Robert lo guardò, triste.

“Cavolo, mi dispiace un sacco” disse Robert, seriamente dispiaciuto. “Nate non mi sembra un ragazzo violento, che cosa gli è successo?”

“Sai che Fay è la nipote del capo e questa cosa a Nate non va proprio giù e ogni volta che restiamo da soli non fa altro che criticarla…” disse Albert sollevando le spalle mentre Robert annuiva e afferrava il bicchiere di the che il collega gli stava porgendo.

“Non deve essere una bella situazione” disse Albert quando il suo sguardo si spostò improvvisamente alle spalle del collega che si voltò di scatto, riconoscendo Louis avvicinarsi alle macchinette.

“Albert? Che ci fai qui?” chiese il rosso sorridendo al poliziotto, mentre si avvicinava alle macchinette e selezionava una cioccolata.

“Sono venuto a trovare Robert, siamo colleghi, non so se lo conosci…” disse indicando il biondo e Louis sorrise.

“Lo conosco già” disse sorridendo mentre Robert prendeva la cioccolata dalla macchinetta e la porgeva al rosso.

“Ecco a lei, signor Weasley” disse il biondo con un sorriso e a quelle parole Albert aggrottò le sopracciglia.

“Weasley?” chiese guardando confuso Louis che annuì.

“Si, è il mio cognome…” disse il rosso portandosi il bicchiere di plastica alle labbra e ad Albert si perse nei suoi pensieri.

Quel cognome non gli era nuovo. Lo aveva già sentito da Cormac Mc Laggen.

Albert si avvicinò al futuro infermiere e lo prese da parte.
“Devo chiederti una cosa…” disse allontanandosi da Robert che li stava guardando incuriosito.

“Che è successo?” chiese Louis preoccupato.

“Conosci per caso un Charles Weasley?” chiese guardandolo dritto negli occhi e Louis annuì.

“Ovvio. E’ il fratello di mio padre… Perché?”

“Ha per caso un figlio che va alla Black Angel City High School?” chiese il poliziotto e lo sguardo di Louis si fece cupo.

“Che è successo? Ha avuto un incidente? E’ successo qualcosa? E’ per questo che sei qui?” chiese Louis agitato.

Albert negò con la testa.

“No, non ha avuto alcun incidente, io… ho chiesto aiuto ad un collega che fa l’investigatore per il tuo amico Kayden e pensa che il secondo figlio di Antonin Dolohov sia questo ragazzo che è stato adottato da Charles Weasley…”

Louis rimase imbambolato.

“Thorfinn ha vissuto anni in orfanotrofio prima di essere adottato… Tu dici che?” chiese Louis, un po' emozionato e preoccupato.

“Potrebbe, ma servirebbe la prova del DNA, lo sai meglio di me….” Disse Albert e Louis annuì.

“Si, ho… capito…” disse Louis passandosi una mano tra i capelli.

“Cazzo… Ora che ci penso, si assomigliano!” disse Louis. “Ma se i miei zii lo scoprissero starebbero male, lo hanno desiderato tantissimo, hanno passato anni e anni in ansia perché non riuscivano ad adottare, hanno sofferto tantissimo…” disse Louis.

Albert allungò una mano sulla sua spalla con fare protettivo.

“Hey, non succederà nulla, non glielo toglieranno, è solo che i due potrebbero davvero essere fratelli. Il mio amico detective mi ha detto che il padre biologico sta per morire, non ha molto tempo…”

Louis annuì.

“Da quel che so, Kayden ha detto che non vuole saperne nulla di quell’uomo, che non è suo padre e Thor credo che dopo tanta sofferenza non gli importi affatto chi sia il suo padre biologico…”
Albert annui e poi controllò l’orologio.

“Cavolo, è tardissimo, perché quando sono in pausa il tempo passa sempre in fretta?” si lamentò Albert, scappando letteralmente dall’ospedale, salutando velocemente Robert.

Albert afferrò il cellulare in tasca e chiamò Nate per avvisarlo del suo ritardo, ma il cellulare del suo collega squillò a vuoto. Rassegnato, raggiunse la stazione di polizia, trovando Nate già seduto alla scrivania.

“Hey, tutto bene? Ultimamente mi stai evitando, possiamo parlare?” chiese Albert avvicinandosi al collega che sollevò lo sguardo e annui, distrattamente.

Da quella vicinanza, Albert notò sul collo dell’amico e collega un succhiotto che quella mattina non c’era.

LOUIS

Fine Marzo

Louis si passò una mano sulla fronte, sbuffando. Quel giorno faceva caldissimo, nonostante fosse solo la fine di marzo e il giorno prima le temperature si fossero abbassate di parecchi gradi, costringendolo quel giorno ad uscire con una maglia pesante.

Suo zio Harry era davanti a lui ed inclinò la testa da un lato per poterlo osservare.

“Non devi ammazzarti, te lo ripeto ogni volta!” lo sgridò l’uomo e Louis alzò gli occhi al cielo.

“Sto bene, ho solo caldo” disse Louis al quale, un secondo dopo, caddero a terra tutte le decorazioni per il pranzo Pasquale che si sarebbe tenuto entro tre giorni.

“Lo vedo.” Lo prese in giro Potter e Louis sbuffò, abbassandosi, seguito dall’uomo che lo giardò.

“Oggi non sei qui” disse aiutandolo a rimettere sul tavolo le cose cadute e Louis sospirò.

"Che hai?"

Louis si morse il labbro inferiore, guardò lo zio e sospirò.

"A Natale era venuto qui un ragazzo, si chiama Kayden. io e lui… ci… beh siamo amici e mi ha detto che sua madre gli ha detto di avere un fratello da parte di padre…” raccontò Louis, fissando gli oggetti sul tavolo.

Harry rimase in silenzio, in attesa.

“E… io ho chiesto al ragazzo di un amico, che fa il poliziotto, di aiutarmi a trovare questo ragazzo..” disse Louis, sedendosi poi ad una sedia.

“Lo hanno trovato?” chiese lo zio, sedendosi accanto a lui.

Louis annuì.

“Già. E… il problema è che noi sappiamo chi è…” disse Louis guardando lo zio.

“In che senso sappiamo chi è?” chiese Harry confuso.

“Il fratello da parte di padre di Kayden” disse Louis. “Ha detto l’investigatore privato che suo fratello è cresciuto in un orfanotrofio ed è stato adottato..”

Harry sbarrò gli occhi smeraldo dietro le lenti tonde degli occhiali.

“Stai dicendo che il fratello di Kayden è Thor?”

Louis annuì.

“Esatto. Ho scritto un messaggio a Kayden per vederci, perchè voglio parlarne con lui prima, ma non mi ha risposto ed io… Non lo so. Non so come diavolo comportarmi... “ disse Louis stringendosi nelle spalle.

“Vuoi parlarmene?” chiese Harry fissandolo negli occhi e Louis sospirò.

“Non so che dire. Lui non mi cerca praticamente mai, quelle rare volte che si fa vivo mi scrive tre messaggi e basta, sparisce per delle ore e molto spesso per giorni e settimane intere, poi io sono impegnato con l’Università e con l’ospedale… Quando cominceranno seriamente gli esami ed io dovrò stare più ore in ospedale sarà davvero un casino!” disse sconsolato Louis. “Forse non è destino per me avere una relazione. Devo restare single a vita… o cambiare mestiere…”

Harry stava scrollando la testa.

“Certo che ti meriti una relazione e non devi affatto cambiare mestiere! Sul fatto che lui non si faccia mai vivo… magari non è una cosa negativa, anche io e Draco non ci sentiamo per delle ore se lui ha degli impegni…”

“Ma tu e Draco convivete e lavorate anche insieme. Alla fine la sera Draco torna a casa da te. Da me chi è che torna? Io non valgo abbastanza per nessuno. Aveva ragione Aaron. Forse devo davvero restare solo, faccio schifo!” disse Louis passandosi una mano tra i capelli.

“Non fai schifo. Poi sei giovane, ne hai di tempo per trovare l’anima gemella. Guarda me… mi ci sono voluti anni per trovare Draco…” disse Harry ma Louis scrollò la testa.

“A me non interessa nessun altro…” disse il rosso sospirando. “Io so che voglio lui ormai. Però non posso nemmeno rincorrere una persona che non sembra volermi, che mi scrive solo quando vuole lui e si fa vivo una volta ogni tanto. Sono passato da avere un ragazzo che mi stava sempre addosso, ossessivo e possessivo, geloso marcio che mi faceva pressione psicologica per tenermi legato a sé mentre ora non so più cosa sto facendo. Quando siamo insieme sembra tutto perfetto e sembra desiderarmi e volermi davvero, però le cose cambiano non appena ognuno di noi torna a casa. Non mi cerca, se gli scrivo non risponde e non visualizza. Capisco che il fratello possa essere geloso e volere Kay tutto per sé, ma io non ci sarò per sempre, mi scoccia e mi sento male anche al sol pensiero di lasciarlo indietro e non considerarlo più perché davvero mi piace. Mi piace davvero tanto! Lo vedo nel mio futuro, tra dieci, venti, trent’anni! Vedo solo lui. Eppure non so cosa me lo faccia desiderare visto che tra una cosa e l’altra ci saremmo visti cinque volte in tutto…” terminò sconsolato Louis e Harry lo fissava in silenzio.

“Perché non glielo dici?” fu tutto quello che disse Harry e Louis lo fissò come se improvvismente gli fossero spuntate tre teste.

“No che non posso dirglielo! Sarebbe imbarazzante dirgli che lo amo e tutto, mentre per lui sono un passatempo qualsiasi” disse Louis ripensando però a tutti i momenti passati con Kay, al modo in cui Kay lo ha sempre guardato e a come cercava sempre il contatto per primo.

Sapeva che Kay lo desiderava alla stessa intensità, allora perché spariva sempre? Louis non chiedeva molto, solo qualche messaggio, sapere se stava bene e nient’altro.

Harry sorrise imbarazzato.

“Stavo parlando di dirgli di Thor. Puoi vedere come la prende…” disse Harry e Louis si morse il labbro, imbarazzato.

“Ah, si. Scusa. Beh, potrei. E’ che non so come potrebbe prenderla suo fratello e poi… Gli zii Oliver e Charlie secondo te devono sapere la verità? Non vorrei che soffrissero al riguardo, dopo tutto quello che hanno passato per avere Thor…” disse Louis triste.

“Non hai un amico che va nella stessa scuola del fratello? Magari chiedendo a lui puoi sapere come la prenderà…” disse Harry.

“Io so che il fratello gli è molto attaccato e soffre molto stando lontano da lui. So che sua madre ha usato questa cosa per ferirlo, me lo ha detto Kay un giorno…” disse Louis triste e Harry sospirò.

“Devono sapere la verità e anche Charlie e Oliver. Se vuoi posso darti una mano…” stava dicendo Harry, quando il suo cellulare squillò, facendolo sorridere. “Devo rispondere disse Harry con un sorriso mentre si alzava e si portava lo smartphone all’orecchio.

Louis annuì e si appoggiò all’indietro sulla sedia mentre afferrava anche lui il cellulare. Come sempre aprì la chat con Kayden per vedere se aveva letto il suo messaggio, ma le spunte continuavano a restare grigie. Con un sospiro, mandò rapidamente un messaggio a Dion, chiedendogli di vedersi in Associazione per parlare. Il giovane gli rispose dopo un minuto, facendo sospirare sconsolato Louis.

NOTE: Mi sono appena accorta che la seconda parte del capitolo è "LARRY". Aiuto. AHAHHAHA (chi conosce gli One Direction sa di cosa sto parlando!!)

Comunque eccoci qui con un nuovo capitolo! Che ne pensate?

Lo scorso non è stato commentato praticamente da nessuno, mi aspettavo altre reazioni, sinceramente!!!

Comunque non so se lunedì ci sarà un aggiornamento perché il capitolo è rimasto fermo a metà perché dovevo concludere la One shot Omegaverse che trovate sul mio profilo (si chiama semplicemente "RACCOLTA DI ONE SHOT OMEGAVERSE".

Mi raccomando non chiudete la storia senza aver prima stellinato e/o commentato. A presto, Galaxy 💕✨

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