[Selfish]

[...]Like a river, always running
I keep losing you[...]
([...]Come un fiume, sempre in movimento
Continuo a perderti[...])

A svegliarlo fu il freddo.
Un freddo non dovuto alla brezza leggera proveniente dal balcone, anzi, più che vero e proprio freddo era mancanza di calore. Il calore di Steve.
Socchiuse pigramente gli occhi, facendoli viaggiare su quel lato terribilmente vuoto del letto. Dovette reprimere un moto di fastidio. D'altronde, non era abituato a svegliarsi da solo in quel letto gigantesco, non più dall'ultimo mese. Si alzò lentamente, stiracchiandosi. Lanciò un'occhiata distratta alla sveglia elettronica posta sul comodino: 8.02, segnava.

«Friday, dov'è Steve?» chiese, infilandosi la prima maglietta che gli capitò a tiro.

Neanche il tempo di farla rispondere, che sentì la moto del Capitano parcheggiare sotto casa. Passandosi una mano tra i capelli, cercando di dare un senso alla matassa informe che erano diventati, uscì dalla stanza. Si diresse verso l'ingresso per poi appoggiarsi al muro, le braccia conserte aspettando il suo ingresso. Lo accolse con uno di cui sorrisi che l'inventore rivolgeva solo a lui, di quelli di una dolcezza insospettabile in uno come Tony Stark. Si diresse pigramente verso di lui, mettendo su un cipiglio barbaro.

«Spero che la missione che l'ha costretto a lasciare il letto sia stata di vitale importanza, Capitano.» lo apostrofò, il tono severo mitigato dal sorrisetto che non lasciava le sue labbra.

In tutta risposta, Steve gli porse una scatola di ciambelle fumanti, rispondendo al suo sorriso con uno altrettanto dolce.

Nel piegare le labbra all'insù, il biondo sentì un nodo stringergli la gola: non era una bugia anche quella timida curva? Aveva vagato in sella alla propria moto senza meta, cercando inutilmente di fare ordine tra i propri pensieri, fin quando aveva visto il sole spuntare all'orizzonte. Per lunghi istanti aveva preso in considerazione l'idea di fuggire, sparire, per non dover tornare dallo sguardo fiducioso e ignaro di Tony, per non essere più costretto a mentirgli. Il proprio egoismo aveva trionfato di nuovo, però. Si era fermato a prendere le ciambelle alla pasticceria preferita del moro, sia per giustificare la sua assenza, sia per riveder spuntare quel sorriso che a lui solo rivolgeva, un sorriso destinato a scomparire non appena si fosse spezzata l'illusione.

Tony gli sottrasse rapido la confezione dalle mani, prima di sorridergli soddisfatto: «Bravo il mio soldatino.»

Il biondo rise, ma la sua fu una risata leggermente forzata a causa dei pensieri che gli ronzavano in testa. L'inventore, che non faceva che mascherare i propri pensieri con espressioni artificiose, non poté non accorgersene. La luce nel proprio sguardo repentinamente cambiò. Infilò una mano nella scatola sottraendone velocemente un dolce glassato.

«Che hai?» gli chiese, dando poi il primo morso, senza staccare neanche per un istante gli occhi ambrati dai suoi cerulei.

A volte Steve rimaneva stupito dalla perspicacia del compagno, di solito così concentrato su se stesso da non curarsi minimamente di chi o cosa lo circondava.

«Niente.» fu rapido a rispondere, forse un po' troppo rapido. Sotto lo sguardo indagatore di Tony, non poté far altro che aggiungere: «Mi chiedevo solo quanto ancora durerà la quiete prima della tempesta.»

Non era proprio una menzogna, quella. Era passato un mese dall'ultimo evento catastrofico/apocalittico/potenzialmente mortale, ma entrambi erano a conoscenza del fatto che quella "pace" non sarebbe durata a lungo. Dopotutto, le premesse c'erano tutte. Victoria Stark era arrivata da un'altra dimensione solo per metterli in guardia, e, a test genetici fatti, non c'era motivo di dubitare di lei. L'Oltre - l'organizzazione che nella loro dimensione portava il nome di "Hydra" ma molto più potente di quest'ultima, considerato che aveva preso possesso del proprio mondo riuscendo a spazzar via o "assorbire" le stesse minacce che erano bastate a reprimere l'Hydra – stava arrivando.

E poi c'era anche un altro problema, uno che riguardava Tony ma che non aveva ben compreso. Aveva ascoltato di sfuggita una conversazione tra i due Stark quando era sceso nel laboratorio per parlare un po' con l'inventore. Il moro aveva iniziato a trascorrere molto tempo tra quelle pareti con la "figlia", scoprendo in lei una mente acuta pari solo alla propria e, in qualche modo che non sapeva spiegare, si era sentito quasi fiero di quella ragazzina di diciassette anni capace di star dietro, come nessun altro prima di lei, alle sue folli idee e geniali invenzioni. I due stavano discutendo di qualcosa riguardo al reattore e all'Oltre, il tono grave quanto infervorato, quando il Capitano aveva fatto la sua comparsa. La discussione, poi, sembrava essere scivolata via e Steve si era detto che, probabilmente, non erano cose che gli riguardavano o che poteva comprendere. Con che diritto gli avrebbe dovuto chiedere di più, se era il biondo il primo a non dire niente all'inventore? Se ci fosse stato qualcosa di serio in ballo, Tony lo avrebbe informato, ne era certo.

«Non devi preoccupartene, Ghiacciolo, ho saputo che Iron Man se ne sta occupando personalmente, quindi possiamo stare tranquilli.» gli disse il moro facendogli l'occhiolino, prima di fiondarsi su di un'altra ciambella. Notando che però Steve non accennava a cambiare espressione, con un sospiro abbandonò il dolce insieme alla scatola. Gli circondò il collo con le braccia, avvicinandosi finché i loro volti non furono l'uno ad un soffio dall'altro.

«Che ne dici se ora vai a vestirti come si deve mentre io mi faccio una doccia e mi assicuro che Tory non mi hackeri la cartella con le tue foto da nudo, e poi usciamo?» gli mormorò suadente, le labbra a pochi millimetri dalle sue.

«Hai delle mie foto... da nudo?» gli chiese quindi Steve, un mormorio presto interrotto dalla voce squillante della ragazza che trillò attraverso gli altoparlanti sparsi per casa: «Ho detto che non mi devi chiamare così, Tony! E poi non ci tengo a vedere i nudi di quel vecchietto, grazie!»

«E dai, Tory, Tony, suonano bene! E poi ti assicuro che questo ultra-novantenne di "vecchio" non ha proprio niente.» rispose ad alta voce, per poi strizzare un occhio verso il Capitano.

Poi gli diede le spalle, incurante dei borbottii della Stark, incamminandosi verso la sala da bagno.

«Sbrigati Capiscle, ho intenzione di portarti in un certo posto e per arrivarci non ci vuole esattamente poco.» gli disse continuando a camminare, poi si girò brevemente verso di lui «Ma sono sicuro che ti piacerà.»

Tony gli rivolse un ultimo sorriso, di quelli tanto ampi e brillanti che facevano invidia ad Apollo stesso.
Steve ne fu abbagliato.

"Ancora un po', ancora un po' ", continuava a ripetersi.

Egoista.

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Ma ciao. Sì, sono ancora viva. Probabilmente non vi ricordate più neanche chi sono o della mia esistenza -.- Beh, se volete qui sotto vi faccio un riassunto delle puntate precedenti:

[ Lost Time ]
-Steve + Tony = <3
- Tony nel Portale per 3 anni

[ Lost Creatures ]
- Tony torna e scopre che Steve sta con Bucky
- Bucky viene rapito dall'Hydra e Tony fa cambio con lui
- Tony muore
- Si scopre che Steve è stato Captain Hydra
- Tony non è veramente morto grazie ad una strana tecnologia che ha sostituito il suo reattore
- Tony scopre che gli rimangono poco più di sei mesi di vita
- Tony chiede a Steve di sposarlo [e lui ovviamente accetta]
- Si apre un portale intra-dimensionale nel laboratorio di Tony e spunta una ragazzina che sarebbe la figlia di Tony nell'altra dimensione

[ Lost World ]
- Tony, Steve e Victoria nella villa a Malibu

Deeeetto questo, spero che mi scuserete [ o anche no ] per questa mia assenza diciamo un tantino lunga [giusto un tantino, eh ]. Però dai, ho già iniziato a scrivere il prossimo capitolo ^^ [Tutto questo solo per non farvi notare che mi sono presentata dopo secoli con un capitolo di passaggioNon uccidetemi però, okay? ❤️]

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