9THE PARTY
I cuochi avevano fatto del loro meglio per la cena nuziale e molti degli asgardiani più umili che erano stati invitati alla festa, si accomodarono ai loro posti a tavola con degli enormi sorrisi sul volto e dimenticandosi quasi delle buone maniere, iniziarono immediatamente a gustare quei piatti prelibati.
Anche Thor che si era seduto al suo posto a capotavola accanto al Padre degli Dei, non aveva quasi atteso di toccare la sedia, che già aveva incominciato a divorare la sua razione di carne ben cotta con un vorace appetito.
Lo stesso non poteva certo dirsi dello sposo che, seguito docilmente dalla giovane donna che aveva appena preso in moglie, era rimasto a fissare il proprio piatto colmo di cibo, senza alcun tipo di interesse, scoccando alle volte delle occhiate quasi disgustate verso il Dio del Tuono che sembrava molto soddisfatto e aveva ritrovato immediatamente la sua solita baldanza.
Loki ovviamente immaginava che il vero Theoric, in una occasione come quella, avrebbe attaccato il cibo quasi con la medesima impazienza di Thor, ma lui non si sarebbe comportato come una belva affamata; anche perché in quel momento non aveva un briciolo di appetito.
Distrattamente Loki scoccò un'occhiata alla giovane donna dai lunghi capelli biondi che gli stava seduta accanto.
Sembrava perfettamente a suo agio in quell'atmosfera satura di falsità e mangiava lentamente la propria porzione, abbozzando un sorriso cortese a tutti coloro che le rivolgevano la parola.
Per il Dio degli Inganni gli invitati a quella festa non facevano altro che mostrare loro sorrisi fasulli recitando a memoria congratulazioni che avevano imparato a ripetere come pappagalli il giorno precedente; vuote e banali.
Invece lei ringraziava gentilmente e restituiva a tutti quanti sorrisi altrettanto smaglianti ma all'apparenza colmi di una incomprensibile sincerità.
Sigyn in quel momento era raggiante come solo una donna nel girono del proprio matrimonio con l'uomo amato poteva essere.
Non poteva certo immaginare che al suo fianco non era seduto il vero Theoric, ma un suo sostituto.
Un uomo falso e meschino con addosso la maschera della rettitudine.
Un lupo famelico, travestito da agnello.
Loki stava ancora pensando a quanto quella donna fosse sciocca e credulona, quando improvvisamente una voce femminile , dolce e gentile s'innalzò dalla sedia al suo fianco.
<< Sei silenzioso, marito mio e non hai ancora toccato cibo. Non ti senti bene, per caso? >>.
La voce di Sigyn lo sorprese tanto da farlo sussultare, mentre lui si rendeva conto che era la prima volta che la sentiva parlare.
Aveva sentito la sua voce quando l'aveva spiata di nascosto da dietro la grande porta che conduceva alle prigioni, quando quella mattina stessa aveva cercato di fuggire da Asgard spaventando le donne che si erano frapposte fra lui e la suddetta libertà chiacchierando come oche nel corridoio della residenza reale; ma ella non gli aveva mai veramente rivolto la parola di persona.
Ora invece lo stava facendo e stava parlando direttamente a lui; o per meglio dire a quello che ella credeva essere suo marito Theoric.
Per un breve attimo, Loki rimase quasi interdetto, incapace di tornare a volgere il suo sguardo sulla donna che gli sedeva accanto, timoroso che in qualche modo ella avrebbe potuto scorgere la menzogna nascosta dietro alle apparenze.
Ciò nonostante l'incertezza del Dio degli Inganni durò solo un istante; poi esso, certo di non poter essere smascherato se solo si fosse comportato come avrebbe fatto vero Einherjar, si costrinse a rispondere con un minimo di cortesia, immaginando che Theoric avrebbe di certo parlato con gentilezza e garbo alla giovane moglie.
Il Dio degli Inganni non riuscì comunque a dare la giusta inflessione al suo tono di voce che rimase distaccato e quasi glaciale, privo dell'amore che avrebbe dovuto certamente scaturire dalle parole di un uomo appena sposato alla donna che amava.
<< Non tacevo per causa tua. Questa giornata mi ha dato molte cose a cui pensare, >> borbottò, e questa non era proprio da considerarsi come una bugia a tutti gli effetti.
Gli occhi di lei, brillanti e sinceri continuarono a guardarlo intensamente per qualche altro minuto.
Poi ella mormorò, con una punta di umorismo nella voce: << Debbo forse intuire che anche alla festa del nostro matrimonio tu stia pensando ai tuoi doveri di Einherjar?! >>.
Loki non replicò, così ella proseguì, indicando vagamente il punto dove il Padre degli Dei era seduto: << Lo stesso Odino sta partecipando alla festa e siede al posto d'onore. Asgard non corre alcun immediato rischio, al momento, perciò perché per un istante non smetti di pensare e torni qui.... Da me? >>.
Così dicendo posò dolcemente una mano soffice su quella robusta e callosa del falso capitano delle guardie di Asgard; una mano enorme che Loki non sentiva sua; come del resto nulla di tutto quel corpo ingombrante e muscoloso.
Turbato da quell'inatteso contatto, Loki s'irrigidì, spostando quasi a rilento il proprio sguardo dalla sottile mano che stringeva la sua al bel volto della donna al suo fianco.
Lei lo stava adesso fissando con intensità e una lieve preoccupazione nello sguardo.....
Una preoccupazione e un amore sconcertante.
Per un istante Loki rimase colpito dalla bellezza di quella giovane donna e dalla fiducia che le leggeva negli occhi limpidi.
Un'intensa emozione pervase il corpo del Dio degli Inganni, mentre esso si scordava per un attimo di tutti i suoi biechi progetti; si dimenticava di non desiderare affatto quella vita; e scordava ogni suo proposito di fuga.
Quelle emozioni durarono tuttavia solo pochi attimi, prima che una gelida razionalità tornasse ad impadronirsi della mente e cancellasse dal cuore di Loki quei sentimenti totalmente sbagliati.
Una voce interiore gli stava dicendo di non lasciarsi incantare dalle moine di quella smorfiosa, ricordandogli con prepotente brutalità che lo sguardo che ella gli stava rivolgendo in realtà non era indirizzato a lui, ma a quel tanto odiato Theoric.
Con un moto di furente rabbia nel cuore, dandosi del perfetto idiota solo per aver ceduto a quegli sdolcinati sentimentalismi per un solo istante, Loki sollevò il proprio bicchiere colmo di vino, lo tracannò in un sol sorso e se ne versò immediatamente un secondo.
Stava riempiendo il calice per la terza volta, senza una precisa motivazione ma pensando solamente che, così facendo avrebbe potuto guardare altrove ed ignorare le occhiate così tremendamente buone di quella fastidiosa donnicciola, quando la voce di Thor giunse al suo udito; un attimo prima che il legittimo proprietario si avvicinasse a lui ridendo allegramente: << Ora si che ti riconosco,
Theoric! >>.
Loki, sforzandosi di ignorarlo, per evitare di venire spinto dalla collera a reagire alle parole del fratello con una mossa troppo impulsiva, tornò a deglutire una nuova sorsata di vino, domandandosi cosa diamine mettesse tanto di buonumore il Dio del Tuono.
<< Theoric è angustiato per qualcosa che, a quanto sembra, non ha alcuna intenzione di
rivelare. >> spiegò Sigyn, con una discrezione e una gentilezza che servirono solo a irritare ancora di più il già spazientito Dio degli Inganni, arrogantemente seduto al suo fianco sulla sedia destinata allo sposo.
<< Oh, Theoric, amico mio, sei sgarbato con Lady Sigyn. Non dovresti comportarti a questo
modo. >> lo rimproverò Thor, senza nascondere tutto il proprio divertimento: << Non ti è mai stato detto che in un buon matrimonio non debbono esserci segreti o bugie? >>.
Ridacchiò, interrompendosi per sorbire un sorso di vino dal calice che aveva portato con lui.
Loki sorrise con una smorfia sprezzante pensando che se Thor avesse saputo la verità, non avrebbe parlato a quel modo con lui; il più bugiardo fra tutti gli abitanti di Asgard e sollevò il calice a sua volta, accorgendosi solo allora che era vuoto.
<< Non dirmi che stai ancora pensando a Loki? >> lo interrogò quindi il figlio di Odino, prendendo posto sulla sedia, in quel momento vuota, direttamente di fronte a quella occupata dal falso Einherjar, senza minimamente sospettare che l'uomo a cui stava rivolgendo quella domanda era proprio il fratello celato al di sotto di un potente inganno.
Sigyn osservò Thor, mentre un'espressione leggermente turbata si andava lentamente disegnando sul suo giovane viso di fanciulla.
Poi ella passò a scrutare il volto del fasullo Theoric, domandandogli: << Stai pensando ad un uomo.... Durante la cerimonia per il nostro matrimonio?! >>. Nella sua voce adesso c'era una nota diversa. Lei era sempre preoccupata, ovviamente, ma aveva pronunciato quelle ultime parole con umorismo, forse cercando di sdrammatizzare quel momento.
<< Esatto! >> rise allegramente Thor con la sua solita baldanza, senza lasciare a Loki un solo istante per rispondere e dando un'amichevole manata sulla spalla dell'altro: << Sta pensando ad un uomo e ovviamente al proprio lavoro. Non è forse così, Theoric? >>.
Loki gli scoccò un'occhiata truce, riuscendo solo a desiderare che tutta quella inutile farsa avesse al più presto una fine.
Si mosse a disagio sulla sedia e tornò automaticamente a riempire il calice dinnanzi a lui, senza tuttavia bere.
Si sentiva oppresso in quell'armatura rigida e luccicante che non gli apparteneva; intralciato nei movimenti, prigioniero di un corpo possente fin troppo simile a quello del suo odiato fratello.
Poi, cercando di moderare il tono della sua voce, intensificando l'influsso magico che celava il suo vero essere dietro alla maschera di Theoric, tornò a mentire all'indirizzo del Dio del Tuono; replicando alle sue ultime parole: << Stavo pensando che avrei dovuto esserci io fra gli uomini che stanno danno la caccia a tuo fratello. >>.
<< Se è per questo, dovrei essere anch'io sulle tracce di Loki, ma non temere.... >> parve cercare di rassicurarlo Thor, sorridendo di nuovo; lievemente, bonariamente: << Quando ti sarai ripreso; quando il matrimonio sarà concluso, ci uniremo alle ricerche e fermeremo la folle fuga di mio fratello. >>.
Tacque un istante, per inghiottire il vino contenuto nel suo boccale tutto d'un sorso e Loki si affrettò ad imitarlo, senza pensare troppo a quello che stava facendo; accorgendosi solo dopo qualche sorsata di star iniziando a bere un po' troppo.
Rabbrividendo involontariamente per la scarsa cautela che stava dimostrando in quelle ultime ore, Loki tornò a posare il calice sul tavolo, fissando il metallo luccicante di cui era composto come se di colpo questo si fosse tramutato in un mostro orrendo e molto pericoloso; cosa che per altro non era poi tanto lontana dalla verità, visto che il Dio degli Inganni aveva sempre odiato l'ubriachezza e gli stati d'animo che essa poteva portare con se.
Loki detestava perdere il controllo sugli eventi ed in quel momento aveva la sgradevole impressione che ciò stesse per l'appunto accadendo.
Se avesse conosciuto in anticipo le conseguenze che sottrarre l'identità del capo degli Einherjar avrebbero comportato, quella mattina sul Bifrost non avrebbe di certo mai barattato la sua vita in cambio di quella di quel Theoric.
Ma ormai quel che era fatto non poteva essere modificato.
Doveva solo pazientare e non lasciarsi prendere dalla fretta.
Tutto sarebbe andato secondo i suoi piani.
Avrebbe solo dovuto attendere ancora qualche tempo e, a cerimonia conclusa, avrebbe ricominciato ad agire.
Loki non fece quasi nemmeno in tempo a concludere quel rassicurante pensiero, quando la voce possente del Dio del Tuono tornò a farsi sentire, allegra come suo solito: << Sempre che la sposa ce lo conceda. Non sarebbe giusto privarla del suo uomo subito dopo le nozze; non trovi anche tu, Theoric? Di certo, sarai impaziente di passare qualche tempo con la tua donna! >>.
A quelle parole, Sigyn abbassò leggermente il capo, arrossendo in viso con una timidezza incredibile.
Il volto del Dio degli Inganni, sempre ben celato sotto a quello di Theoric si fece invece ancor più teso di quanto già era stato in precedenza e la maschera magica che esso portava tremolò leggermente, facendosi più sfumata; come l'immagine lontana di un uomo che stesse camminando nel deserto.
Fortunatamente, il Dio del Tuono stava sorbendo un altro sorso di vino e non si accorse di nulla.
Che cosa stava dicendo Thor?
Che lui avrebbe dovuto passare la notte di nozze al fianco di quella donna esile e gentile che gli stava seduta vicina?
Ma certo; d'altronde non era forse così che andavano le cose?
Una volta sposati, marito e moglie dovevano adempire ai loro compiti e dovevano passare la notte insieme, nella stessa camera.
Questo significava che lui avrebbe dovuto dormire nello stesso letto di Sigyn e che avrebbe dovuto anche......
Loki lasciò in sospeso quel pensiero a metà, perché la sola idea di dover restare solo con quella donna lo spiazzava e lo sconvolgeva allo stesso tempo.
Questo non lo aveva veramente previsto e una smorfia tornò a contrargli il viso, mentre i suoi occhi iniziavano a saettare furiosamente da una parte all'altra del tavolo, evasivi e agitati.
Fino ad allora aveva giocato le sue carte come meglio poteva, ma adesso il destino sembrava si stesse divertendo fin troppo a rimescolarle in modi che lui non aveva previsto; ostacolandolo, complicando ogni sua nuova mossa.
Loki avrebbe voluto mettersi a ridere come un isterico lì, dinnanzi a tutti.
Aveva sopportato per anni le idiozie del fratello maggiore, comportandosi con dignità e autocontrollo; più simile lui ad un Re che lo stesso Thor che era il vero figlio di Odino.
Aveva studiato, imparato cose che la maggioranza degli altri non sapevano.
Era diventato il più abile nell'utilizzo della magia e aveva affinato la sua arte dell'inganno con perizia e orgoglio.
Ma adesso, a parte continuare a recitare come uno sciocco quella parte che lui nemmeno desiderava veramente, a cosa gli sarebbero potuti servire tutto quello che aveva appreso?
Era stanco delle buone maniere.
Era stanco di quelle inutili moine di corte.
Stanco fino alla nausea di quella farsa del matrimonio.
Non sopportava gli invitati con le loro congratulazioni ed i loro inchini smielati; non sopportava i sorrisi di Thor all'altro lato del tavolo che sembrava divertirsi un mondo alle sue spalle, quasi sapesse che lui era in realtà Loki e che stava impazzendo nascosto sotto alle falsa identità di Theoric.
Ma più di tutto, il Dio degli Inganni non sopportava la bellezza abbagliante della fanciulla che aveva accanto, che continuava a lanciargli sguardi gentili che non erano rivolti realmente a lui.
Una donna con cui avrebbe dovuto passare la notte.
Ora si che desiderava davvero bere e non vedeva perché non avrebbe dovuto farlo.
Sembrava che tutti si aspettassero da lui che si comportasse come un bifolco.
Allora perché non accontentarli?
Doveva partecipare a quel matrimonio non programmato perché lui interpretava la scomoda parte dello sposo; tuttavia non era tenuto a farlo da sobrio.
Con questi pensieri nella mente, Loki tornò ad afferrare il calice posato sul tavolo dinnanzi a lui, per portarselo alle labbra e berne l'intero contenuto tutto d'un fiato.
Poi, riempiendo ancora una volta il proprio calice, il Dio degli Inganni si affrettò a riprendere parola, per evitare di dover pensare ancora a ciò che lo avrebbe aspettato quella stessa sera se non avesse trovato un modo per abbandonare non visto le sembianze di quel maledetto capitano degli Einherjar e al contempo per allontanare l'attenzione di Sigyn e dello stesso Thor dalle proprie scombussolate reazioni.
<< E una volta che avremo trovato Loki.... Che ne faremo di lui? >> domandò, cercando di imporsi un minimo di quell'autocontrollo che sembrava sempre più vicino dallo sfuggirli di mano.
Thor allontanò i propri occhi azzurri dal volto di Sigyn, per spostarli sul volto del fasullo Theoric e rispondere con assoluta convinzione: << Lo ricondurremo ad Asgard e una volta qui, cercheremo di farlo tornare alla ragione. >>.
<< Sei clemente con tuo fratello. >> sbottò fin troppo freddamente Loki, fissando il piano del tavolo dinnanzi a lui e il proprio calice, desiderando nonostante tutto di riempirlo ancora una volta: << Ma il Padre degli Dei non penso sia del tuo stesso parere. >>.
<< Mio padre è in collera con Loki, questo è naturale. >> ammise Thor di rimando, con un breve cenno del capo: << Ma forse riuscirò a far ragionare anche lui. >>.
Il Dio del Tuono sospirò, stringendo con forza la mano sul calice dorato colmo di vino che impugnava, smettendo per un attimo di parlare; aggrottando la fronte come se all'improvviso dei grevi pensieri avessero intaccato la sua solita allegria.
Stava pensando a Loki e, come spesso capitava quando Thor pensava al fratello, una cappa di tristezza calava su di lui, turbandolo.
Il fasullo Thoeric, sotto alle cui sembianze si celava proprio Loki, non mancò di notare l'espressione afflitta che all'improvviso aveva preso il posto della solarità dell'altro uomo e suo malgrado si chiese che cosa colui che un tempo era stato suo fratello maggiore, stesse pensando di lui.
Ovviamente non argomenti piacevoli.
Un tenue sogghigno sghembo tese le labbra del capitano degli Einherjar, solo leggermente nascosto dalla barba che gli adombrava il mento, mentre Loki pensava con una certa amarezza che l'unico sentimento che stava sempre riuscendo ad infondere nella gente era il terrore, la confusione, oppure come succedeva in Thor, la tristezza.
Ma Thor era sempre stato un idiota; un uomo fin troppo buono.
Lui non lo aveva mai capito e Loki era sicuro che mai vi sarebbe riuscito.
I suoi pensieri e le ragioni che muovevano le proprie azioni erano troppo complessi per la semplice mente del Dio del Tuono.
Per questo, anche quando erano stati fratelli, Loki aveva sempre avuto la sensazione di non essere mai veramente capito da nessuno.
Nemmeno adesso lo stavano capendo, né Thor, né men che meno Sigyn e questo era un bene, perché così, quegli inutili Asgardiani nei loro eleganti vestiti non avrebbero mai sospettato che sotto alla maschera magica di Theoric si stesse celando in realtà il principe traditore di quel regno dorato che era la stessa Asgard.
Thor ricominciò a parlare: << Per quanto sottrarre il trono al legittimo Re sia stata una mossa decisamente sbagliata e priva di onore, durante il suo dominio sulla Città Eterna, non posso certo dire che Loki abbia causato qualche disagio.... >>, tacque un istante, lasciando che il suo sguardo spaziasse per l'intera sala del banchetto; prima di soggiungere con ancor maggiore
gravità: <<..... Per nostra fortuna ..... >>.
Nell'udire quell'ultima frase, Loki sollevò di scatto il volto, fissando il Dio del Tuono con una scintilla di odio in quegli occhi azzurri che non appartenevano realmente a lui; prima di rispondere in tono acido, quasi senza rendersi conto di stare perdendo il controllo sulle proprie
emozioni: << Fortuna? Chi ti fa pensare che sia stata solo fortuna, Thor? Se Loki lo avesse desiderato veramente, avrebbe potuto creare il caos nella Città Eterna e nessuno lo avrebbe
fermato! >>.
Non appena ebbe smesso di parlare Loki abbassò il capo, fissando il vino contenuto nel boccale che aveva fra le mani, cercando al contempo di dominare la collera che altrimenti lo avrebbe di certo spinto a prendere Thor per il collo e a torcerglielo.
<< Thoeric, ma che cosa stai dicendo? >> la voce di Sigyn accanto a lui, parve rompere quell'incantesimo e Loki dovette all'improvviso rammentare a se stesso che non avrebbe mai dovuto esternare a quel modo i propri sentimenti.
Si stava comportando avventatamente e questo non era da lui e aveva l'impressione che Thor stesse giocando con lui; divertendosi a stuzzicarlo.
Ma questo era assolutamente impossibile.
Il Dio del Tuono non era mai stato un uomo perspicace e non poteva certo sapeva che in realtà quello con cui stava conversando non era il vero Theoric ma il principe dai capelli corvini e lo sguardo smeraldino.
Deglutendo lentamente Loki si costrinse a tornare a ragionare con lucidità e a scacciare una volta ancora dalla propria mente l'odio bruciante nei confronti di Thor e di tutti coloro che lo attorniavano; inutili e patetici esseri che non servivano a nulla fuorché ad intralciare la riuscita dei suoi piani; soggiunse: << Intendevo dire che forse Loki vuole regnare su Asgard, ma desidera essere un Re giusto. Rispettato e temuto, ma mai odiato. >>.
Per un istante il silenzio sembrò calare attorno a Thor, Sigyn e lo stesso Loki magicamente tramutato in Theoric, come se il tempo si fosse fermato, anche se in realtà nulla era cambiato e la festa per il matrimonio stava procedendo allegramente, accompagnata dalle voci concitate delle genti di Asgard.
<< Sembra quasi che tu riesca a comprendere le ragioni di quell'uomo. >> borbottò pensosamente Sigyn, spezzando all'improvviso quel silenzio innaturale che solo loro tre avevano potuto percepire.
<< La mia è solo una supposizione.... >> si schermì in fretta Loki, con un vago gesto della mano, tornando a sollevare il calice per sorbire una lunga sorsata di quel vino forte che in molte altre occasioni avrebbe trovato disgustoso, ma che in quel momento lo tentava come se fosse stato la sua unica salvezza da tutto quello che lo circondava.
Thor rivolse all'altro uomo un'occhiata interrogativa.
Poi, evidentemente giungendo alla conclusione che il vecchio compagno d'armi stesse scherzando, scoppiò in una delle sue fragorose risate, assestando al contempo una violenta manata sulle spalle dell'altro.
Loki incassò il colpo senza fiatare anche se ebbe la sgradevole sensazione che le sue povere costole venissero fatte a pezzi una ad una.
Thor non era mai stato particolarmente delicato quando esternava i propri sentimenti.
Probabilmente notando l'espressione dolorante comparsa sul volto barbuto dell'altro, il Dio del Tuono lo osservò perplesso.
Poi, a titolo di scuse, esclamò: << Perdonami. Dimentico sempre che sei appena uscito da uno scontro con mio fratello. >>.
Reprimendo l'impellente desiderio di prendere Thor a pugni in faccia, Loki sospirò, senza tuttavia riuscire a frenare la propria lingua e sbottando in un sussurro sibilante: << Non è la prima cosa e non sarà l'ultima che ti dimentichi, Thor. >>.
Per quel breve istante esso si era scordato di mantenere il controllo sulla propria voce ed essa era uscita dalle labbra di Theoric con la tonalità più sottile ed irritata del Dio degli Inganni.
Thor e Sigyn fissarono i loro occhi sull'uomo che sedeva accanto a loro; sorpresi da quella tagliente risposta; poi il Dio del Tuono borbottò in tono indulgente: << Comprendo il tuo stato d'animo. Quello con Loki non deve essere stato un incontro che può essere definito piacevole. >>.
<< Oh, al contrario, mio buon amico. >> replicò Loki in fretta, quasi senza riflettere, sorbendo un'altra robusta dose di vino: << Ho trovato che tuo fratello sia una persona molto .... >> esitò, cercando la parola più adatta, prima di concludere: << Ingegnosa. >>.
<< Fin troppo ingegnosa, oserei dire. >> Thor scosse il capo e trasse un breve sospiro intriso di frustrazione: << Devo ammettere che è sempre stato lui il più intelligente dei due. Anche mia madre Frigga lo diceva sempre. Loki era la mente ed io ero il guerriero. Insieme formavamo una bella squadra.... Quando ancora ci amavamo come fratelli. >>.
Sospirò di nuovo: << Poi Loki è cambiato. In lui c'è sempre stato una sorta di lato oscuro, ma lui riusciva a tenerlo a bada. Riusciva a controllarlo forse anche grazie alla nostra fratellanza. Ora... Non è più così... Purtroppo. >>.
Loki distolse lo sguardo per evitare che il fratello riuscisse a scorgere attraverso i suoi occhi le emozioni contrastanti che all'improvviso avevano preso ad agitarsi dentro di lui, rendendolo nervoso ed inquieto, tornando a inghiottire un sorso del forte vino asgardiano.
Perché Thor doveva essere sempre così sentimentale quando parlava di loro due e della loro passata amicizia?
Perché riusciva sempre a confonderlo?
Loki odiava Thor con tutto se stesso, questo era vero, ma non poteva dimenticare che un tempo lo aveva chiamato fratello e amico.
Quando il Dio del Tuono tornò a prendere la parola, lo fece questa volta con esuberanza ed entusiasmo: << Ma ora basta parlare di Loki. L'ombra di mio fratello non deve riuscire ad intaccare la bellezza e la serenità di questo lieto giorno ed io vedo che c'è qualcuno che richiede la presenza dello sposo altrove! >>.
Indicò vagamente un gruppo di nobildonne che, con passo veloce e leggiadro si stavano avvicinando a loro.
Quando queste raggiunsero i due uomini, si inchinarono riverentemente a Thor; salutandolo, prima che una fra esse; una ragazza dai lunghi capelli bruni, decidesse di rivolgersi con estrema cortesia verso colui che tutte pensavano essere Theoric; esclamando: << Capitano Theoric, potremmo invitarla a danzare con noi? >>.
Loki rivolse loro uno sguardo frettoloso, disdegnando quasi immediatamente la loro offerta; cercando al contempo di nascondere l'ira e l'opprimente desiderio di ribellione.
Non era ancora diventato tanto idiota da mettersi a danzare ad una festa che per altro non era in suo onore e che lui avrebbe volentieri evitato.
<< Non credo di..... >> stava iniziando a lamentarsi Loki; prima di venire interrotto nuovamente da Thor che tornò ad annunciare: << Suvvia; non fare il timido! Sappiamo tutti che come ballerino sei un vero disastro, ma non mi pare gentile da parte tua lasciare che queste giovani fanciulle ballino tutte sole. >>.
Nell'udire quelle parole, parecchie delle signore lì riunite iniziarono a ridere, arrossendo in viso e alcune fra loro; evidentemente le più sfacciate, si decisero persino a chiedere allo stesso Thor se volesse danzare con loro.
Loki non stava quasi più ascoltando quello che il Dio del Tuono gli diceva e, se avesse dovuto dire tutta la verità, non era nemmeno molto convinto che tutte le donne che lo stavano invitando a ballare fossero fanciulle.
Molte fra esse avevano all'incirca la stessa età di Odino; e questo voleva dire che erano molto ma molto vecchie.
Scuotendo il capo, Loki si lasciò scivolare sulla sedia che occupava, come se avesse desiderato svanire sotto al tavolo.
Iniziava a sentire l'effetto del vino sul suo corpo.
La testa gli si era fatta leggera ed i pensieri restavano nella sua mente solo per pochi attimi, prima di prendere il volo come uccelli liberati dalla gabbia che li imprigionava.
E poi c'era quella sorta di innaturale euforia che minacciava di minuto in minuto di sopraffarlo.
Eppure in tutto quello non c'era davvero nulla da ridere.
Ecco il motivo per cui Loki aveva sempre odiato bere.
Mescolare vino e incantesimi era ciò che un maestro di magia con un briciolo di buonsenso non avrebbe mai dovuto fare.
Lui avrebbe dovuto mantenersi sempre lucido e in quel momento non lo era particolarmente.
In silenzio maledisse quelle avverse circostanze, scoccando un'occhiata rovente e quasi ostile alla donna che era stato appena costretto a sposare, che in quel preciso istante stava conversando con uno degli Einherjar più giovani; uno di quelli che aveva osato sfidare lo stesso Loki quella mattina.
Ma non era lui che l'aveva sposata in realtà; giusto?
Era quel Theoric e lui; Loki, avrebbe potuto abbandonarla lì, in quello stesso istante, senza provare un briciolo di compassione per lei che, senza nemmeno saperlo si era data ad un uomo che non era il suo promesso sposo.
Avrebbe potuto togliere quella maschera di finzione dal suo volto da un momento all'altro.
Avrebbe potuto ridere in faccia a tutti quanti e affrontarli uno ad uno, senza timore.
Eppure Loki non fece nulla di tutto questo.
Se c'erano delle costanti nella sua vita, quelle erano sempre state la calma e la pazienza.
Ed anche adesso avrebbe dovuto pazientare.
Sopportare e pazientare fino al momento più opportuno.
Senza fermarsi troppo a riflettere; cosa che per altro non gli veniva poi tanto facile in quelle ultime ore, Loki ingollò una nuova sorsata di vino, senza più ascoltare le parole del fratello e delle donne che facevano a gara per poter ballare per prime con il capitano delle guardie reali o magari, osando ancora di più, con lo stesso figlio di Odino.
A Loki non importava più nulla ormai.
Riusciva solo a sperare che quella maledetta festa potesse avere presto una fine.
O forse no.....
Perché in fondo il Dio degli Inganni non era nemmeno sicuro di volere che la notte arrivasse tanto velocemente.
Non era per nulla certo di voler condividere il proprio letto con quella donna sconosciuta chiamata Sigyn.
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