15: LIKE A NIGHTINGALE IN CAGE
La lama del pugnale stretto nella mano di Loki brillò minaccioso sulla gola della giovane donna e Sigyn singhiozzò leggermente nell'avvertirne il contatto gelido contro la propria pelle.
Era accaduto tutto tanto rapidamente che ella non aveva potuto fare niente per sfuggire alla presa salda del Dio degli Inganni.
Lui le si era avvicinato senza produrre alcun suono, agile come un felino e quando Sigyn aveva avvertito il braccio forte dell'uomo che le circondava la vita aveva sentito il proprio cuore mancare un battito.
Non aveva avuto bisogno di guardarsi alle spalle per comprendere di chi fosse quella mano che le stringeva la vita con forza quasi eccessiva, trascinandola con se lontano da Thor e dal Padre degli Dei.
Aveva subito capito che era Loki ad averla raggiunta e contemporaneamente si era resa conto dell'errore che aveva commesso mettendosi fra lui e il Dio del Tuono.
Ma sopratutto, ciò che ella non avrebbe mai dovuto fare, era voltare le spalle al Dio degli Inganni.
Si era comportata come una vera e propria sprovveduta, troppo presa dall'orribile pensiero che Odino, pur sapendo che lei era andata in moglie a Loki e non al vero Theoric, l'avesse lasciata comunque sola in compagnia di quell'impostore, per tutto quel tempo.
L'aveva lasciata alla mercé del fratello pazzo di Thor; di quello che tutti evitavano e temevano come uno dei più crudeli guerriero venuto dalle lande desolate della tanto temuta Jotunheim.
Quella rivelazione l'aveva sconvolta a tal modo che Sigyn si era dimenticata che Loki era ancora presente nella sala e che la stava osservando con quei suoi occhi verdi, indagatori e acuti.
Quando lui l'aveva afferrata per la vita, Sigyn aveva puntato i piedi scalzi al suolo, opponendo resistenza con tutta la forza che possedeva, cercando di evitare quello che ormai era già segnato.
Ma poi lui, in un lampo le aveva puntato contro alla gola il pugnale; quella stessa arma che lei, poco prima aveva usato contro di lui nella stanza matrimoniale, cercando di dissuaderlo; sperando di obbligarlo a dirgli che fine avesse fatto il vero Theoric.
Allora, Sigyn non aveva potuto fare nient'altro che smettere di opporsi.
Adesso, se ne stava perfettamente immobile nella stretta possessiva e brutale del Dio degli Inganni, quasi senza respirare, timorosa che se solo avesse mosso un muscolo, lui avrebbe affondato la lama, togliendole la vita.
Alle sue spalle, Loki si concesse un lungo sorriso trionfante, nel vedere l'espressione confusa e allarmata che riempì gli occhi di Thor e degli Einherjar lì presenti.
Nessuno si era aspettato quella sua mossa e questo era un bene.
Loki da un lato, con Sigyn stretta fra le braccia; Thor, Odino e il gruppo di Einherjar dall'altra, si fronteggiarono per un attimo senza che nessuno osasse parlare.
Poi, fu il Dio degli Inganni a muoversi per primo.
<< Dimmi, Lady Sigyn, come ci si sente ad avere un pugnale puntato contro? >> domandò all'improvviso e la giovane donna dai lunghi capelli biondi, stretta in quel suo abbraccio crudele, sobbalzò violentemente.
Il sorriso cupo del Dio degli Inganni si accentuò, mentre esso si rendeva conto con una punta di cattiveria che era davvero riuscito a spaventarla.
<< Non è una bella sensazione, vero? >> continuò, piegandosi verso la donna e abbassò la voce fino a farla diventare un sussurro appena percettibile.
<< Lasciami andare! >> urlò lei, agitandosi di nuovo fra le sue braccia, scalciando terrorizzata.
<< Non ti facevo così combattiva. >> replicò Loki digrignando i denti, cercando di tenerla avvinta a sé, senza badare alla propria forza; a quanto le stringesse le braccia e la vita: << Comunque non sperare che ascolti la tua richiesta. Tu mi servi ancora. Fin quando sarai così vicina a me, Thor non oserà colpirmi. Giusto, Dio del Tuono? >>.
Gli occhi verdi che Loki sollevò vero il fratello dai capelli biondi erano crudeli e colmi di una fredda minaccia che esso non tentava minimamente di dissimulare.
<< Loki.... Abbassa il pugnale e allontanati da Lady Sigyn. >> ordinò immediatamente Thor, muovendo qualche passo verso il principe dai capelli neri.
<< E se io decidessi di non ascoltare il tuo consiglio, Thor? >> domandò immediatamente Loki, aggrottando la fronte: << Sai che non è mai piaciuto prendere ordini dagli altri; sopratutto se a impartirmeli eri tu; l'orgoglioso figlio di Odino che crede sempre di fare la cosa giusta. >>.
La sua voce si indurì: << Che vuole sempre salvare il mondo. >>.
Poi un sorriso gelido come l'inverno gli stirò le labbra sottili: << Dimmi, valente Thor. Che cosa faresti se decidessi di non ascoltare le tue parole? >>.
Come sempre la collera era amica di Loki ed in quell'istante lui era molto infuriato.
Infuriato perché si era lasciato ingannare come uno sciocco da Thor e da Odino.
Infuriato con Sigyn perché non lo aveva aiutato nella propria messinscena ma, al contrario, si era messa contro di lui, ostacolandolo per ben due volte.
La collera era quasi sempre un motivo di distrazione per gli altri, ma non per Loki.
Al contrario, lo aiutava a pensare con maggior lucidità e freddezza e in quel momento lo stava aiutando ad allontanare gli effetti del vino e delle erbe inibitrici; a ragionare con maggior lucidità e con la sua solita astuzia.
<< Se tu decidessi di non ascoltare le sagge parole di mio figlio, ti ritroveresti con le lame di mille spade Einherjar puntate al cuore! >> Odino non si mosse, ma continuò a scrutare il figlio dai capelli neri, con l'aria solenne e severa di chi ha capito ogni cosa e ha già la situazione in pugno.
Negli occhi di Thor adesso c'era una profonda collera, mista a qualcos'altro, forse dolore nel constatare che il fratello sembrava essere ancora più folle dell'ultima volta che lo aveva visto.
In quelli del Padre degli Dei, invece c'era soltanto indifferenza.
Sembrava che a lui, al contrario del figlio prediletto, non importasse molto della sorte di quella donna che Loki teneva imprigionata.
Stringendo le labbra con astio, Loki mosse qualche passo a ritroso, trascinando con sé Sigyn.
Poi, senza mai staccare lo sguardo da Thor e dal Padre degli Dei, le domandò: << Che cosa ti avevo detto riguardo gli Einherjar? >>.
Sigyn non rispose, ma chiuse gli occhi per un istante, cercando di evitare di tremare al contatto della lama gelida sul suo collo.
Voleva essere coraggiosa; per opporsi al fratello oscuro di Thor, ma non riusciva a smettere di pensare all'arma affilata con la quale l'uomo alto alle sue spalle la stava minacciando.
<< Te lo ricordi, vero? >> continuò ad insistere Loki, strattonandola per poter avvicinare le sue labbra ad un soffio dall'orecchio destro di lei.
<< Mi... Mi dicesti che erano.... >> Sigyn esitò, la sua voce ridotta ad un sussurro spaventato.
<< Che cosa? >> le domandò di nuovo Loki: << Dillo, avanti! >>.
<< Erano miei nemici. >> sussurrò Sigyn con voce tremante.
<< Esatto, ed ora non trovi che lo siano veramente? Anche Thor... E Odino?! Loro ti hanno mentito e ingannato; così come hanno ingannato me. Loro sapevano che sotto alle sembianze di Theoric c'ero in realtà io, ma ti hanno comunque lasciata sposare con me; senza badare a ciò che avrebbe potuto accaderti. >>.
La sua voce si faceva di minuto in minuto sempre più insinuante, mentre Loki ritrovava la propria fiducia in sé stesso; il proprio lato più menzognero e astuto: << Tu per loro non sei nulla, Sigyn. Vogliono solo usarti come se tu fossi una marionetta. Usarti per riuscire a catturare me. >>.
Se fosse riuscito a convincere la donna che Odino e Thor non erano i buoni, lei avrebbe potuto aiutarlo nella sua fuga.
Con quella donna dalla sua parte, dubitava che il Padre degli Dei avrebbe osato continuare ad inseguirlo.
Anche Thor avrebbe esitato; perché Loki sapeva che nessuno dei due sarebbe stato tanto crudele da rischiare di fare del male ad una giovane donna.
Poco importava se lui la odiava per ciò che fino ad allora lei gli aveva fatto; perché aveva osato ostacolare i suoi piani, distruggendo l'illusione a cui esso aveva ancora una volta dato vita.
Avrebbe sopportato la sua vicinanza, almeno fin quando sarebbe stato lontano da Asgard.
Le avrebbe fatto credere di stare dalla sua parte e poi, l'avrebbe tolta di mezzo una volta per tutte.
<< Odino ed il principe Thor non mi hanno mai minacciata con un pugnale puntato alla gola. >> mormorò all'improvviso ella, con la voce ridotta ad un sussurro appena percettibile: << Se desideravano qualcosa da me non hanno mai dovuto fare null'altro che chiederlo con gentilezza. >>.
Scosse il capo, disperata.
<< Gentilezza? >> scattò Loki, scuotendola con forza per le spalle: << è stato forse una gentilezza da parte loro lasciarti sposare a me? è stata una gentilezza farti passare la notte in mia compagnia? Avremmo potuto consumare la notte di nozze come nostro dovere e tu, non avresti nemmeno mai immaginato di giacere con me invece che al fianco del tuo Einherjar prediletto. >>.
<< Loki. >> lo ammonì il Dio del Tuono, come se in quel momento il nome del fratello risultasse alle sue orecchie particolarmente odioso.
Mosse un passo in avanti e sollevò appena Mjolnir verso l'alto.
Immediatamente una miriade di piccole scariche elettriche attraversarono l'aria.
Voleva far tacere il fratello e tutte le parole insidiose che stava rivolgendo a Sigyn.
Aveva evidentemente capito il gioco di Loki e voleva impedire che lui riuscisse ad ingannare la donna con il solo suono della sua voce; con quelle parole per molti versi assai veritiere e perciò ancor più convincenti.
<< Stammi lontano Thor! >> lo ammonì l'altro, premendo con maggior forza la lama affilata del pugnale sul collo esile di Sigyn, che agitandosi leggermente fra le sue braccia, non riuscì a trattenere un singulto terrorizzato.
<< Ci conosciamo abbastanza, tu ed io, per sapere ciò di cui siamo capaci. >> continuò il Dio degli Inganni: << Posso farle davvero male se voglio e tu lo sai. Meglio se mi lasci andare subito, senza minacce....>>.
<< L'unico che minaccia qui, sei tu, Loki. >> affermò Thor mantenendo i suoi occhi azzurri come il cielo fissi sull'altro uomo dai capelli corvini e sul suo ostaggio.
Loki sorrise cupo: << Non illuderti di riuscire a essere più veloce di me. >>.
<< Non voglio essere più veloce di te. >> mormorò Thor, scuotendo lentamente il capo: << Voglio solo che tu non ti muova. Altri Einherjar stanno già arrivando, insieme a Sif e ai tre guerrieri e.... >>
<< Pensavo che Sif e gli altri fossero sparpagliati per la galassia alla mia ricerca. >> lo zittì Loki bruscamente.
<< Sono già stati richiamati da Heimdall ad Agsagrd. >> fu Odino questa volta a rispondere, muovendo un breve passo in avanti, con lo scettro dorato ben saldo fra le mani: << Fra non molto saranno qui. >>.
<< Per questo il guardiano del Bifrost non è ancora accorso qui con voi per cercare di impedire la mia fuga. >> comprese Loki tutto a un tratto.
Thor annuì: << Lui è rimasto al Bifrost per aprire e chiudere il passaggio ai guerrieri e quando saranno tornati, non potrai più nasconderti dietro a Lady Sigyn. >>.
<< Quando arriveranno, me ne sarò già andato. >>.
Il disprezzo nello sguardo del Dio degli Inganni si tramutò in odio, mentre esso puntava i suoi occhi verdi, brucianti di collera sul fratello.
<< Tu prova solo ad ostacolarmi, Thor e.... >> non concluse la minaccia, ma spinse la lama del puganle ancor più vicina alla pelle delle gola di Sigyn, che ansimò: << No.... No ti prego.... >>.
<< Smettila! >> urlò rivolto ancora una volta alla donna: << Smettila di piagnucolare! >>
Il bel volto di Sigyn sbiancò, mentre il Dio degli Inganni aumentava la stretta.
<< Se le farai del male, ti riterrai soddisfatto, fratello? >>.
Thor guardava adesso il fratello minore con ira, senza più alcuna ombra di affetto nei suoi confronti e il Dio degli Inganni ricambiò il suo sguardo.
Ma poi distolse per primo gli occhi, fissando per un istante il pavimento.
La tensione nell'aria era quasi visibile, attraverso le piccole scariche di elettricità che a tratti attraversavano il metallo di Mjolnir, sempre fermamente impugnato dal Dio del Tuono.
<< Lasciami la via libera, Thor. >> disse Loki, senza rispondere alla domanda dell'altro.
Thor non rispose e rimase in silenzio ad osservare il fratello ancora per qualche attimo; studiandone l'espressione dura; i lineamenti tesi del volto pallido.
Quindi, dopo un altro attimo di esitazione, il Dio del Tuono iniziò ad avanzare.
Loki sentì che Sigyn s'irrigidiva ancora di più fra le sue braccia e il Dio degli Inganni capì che era preoccupata per il principe dai capelli biondi, oltre che per se stessa.
Quella considerazione, stranamente, lo fece infuriare ancora più del necessario.
Tornò a tirare Sigyn a sé con maggior forza, aumentando la pressione della lama sul suo collo esile e strappandole un singhiozzo spaventato.
Nessuno aveva notato che Loki pur continuando a minacciare Sigyn, fino ad allora non le aveva mai fatto realmente del male.
Sembrava intenzionato a colpirla da un attimo all'altro, ma in realtà era sempre stato ben attento a non ferirla.
<< Allontanati da me! >> tornò ad intimare Loki, accorgendosi improvvisamente che la sua voce si era fatta più acuta, quasi isterica e tradiva tutta la sua perdita di autocontrollo: << Ne va della vita della fanciulla, Thor! >>.
Non poteva continuare con quella messinscena ancora per molto e lui ne era pienamente cosciente.
<< Tu non vuoi che le faccia del male, giusto? >>.
<< Lasciala libera! >> ripeté Thor aumentando la stretta delle dita sull'impugnatura di Mjolnir.
Sembrava pronto a scagliare il martello del tuono in testa al fratello da un istante all'altro, anche se non sembrava preoccuparsi veramente per la sorte di Sigyn, come se già sapesse che le parole del fratello non erano altro che vane menzogne.
Come se immaginasse che Loki non avrebbe avuto il coraggio di fare del male ad una donna.
Ci fu un momento di silenzio che sembrò interminabile, mentre Loki e Thor si fronteggiavano, poi Odino fece un passo in avanti, con calma, e afferrò il principe dai capelli biondi per un braccio, tirandolo indietro, quasi volesse placare la sua collera.
Poi si rivolse a Loki; ammonendolo: << Pensa a quello che fai, Loki. >>.
La voce del Padre degli dei rivelava una fredda ira.
Qualcosa non andava, ma Loki non riusciva a capire cosa fosse.
Con quella sua azione rapida e spiazzante, avrebbe dovuto ormai avere il controllo della situazione.
Invece non era affatto così.
Senza allentare la presa su Sigyn, Loki cominciò ad indietreggiare.
Si sentiva meschino ad utilizzare il corpo di una dama di compagnia come scudo contro la forza di Thor e la collera del Padre degli Dei, ma in quel momento la fanciulla era la sua unica protezione.
Con lei a coprirlo, nessuno avrebbe osato tentare di fargli del male; a meno che Odino ed il figlio prediletto non fossero improvvisamente ammattiti.
Se i loro posti fossero stati invertiti, probabilmente Loki non avrebbe esitato a colpire la donna pur di avere la meglio sull'avversario, ma sapeva che Thor ed il Padre degli Dei erano troppo buoni per compiere un azione tanto avventata.
Non avrebbero mai rischiato di fare del male ad una donna innocente.
Cercando di controllare il tremito delle proprie mani, Loki tornò a curvarsi verso Sigyn, annunciandole: << Potrei toglierti questa lama dal collo, se tu accetterai di aiutarmi. >>.
Fece una pausa, breve ma di effetto, poi continuò: << Passa dalla mia parte e aiutami ad andarmene da Asgard. In cambio sarai libera. >>.
Sigyn smise per un istante di dimenarsi e sussurrò la domanda che immediatamente le era sorta spontanea: << Libera? Da che cosa? >>.
<< Da questa prigione; dalle pompose etichette di corte; dal matrimonio con Theoric. >> replicò Loki scuotendo il capo: << Non dirmi che desideravi veramente legarti a quell'Einherjar impettito e sempre perfetto nella sua armatura d'oro, con quel suo ridicolo elmo e il mantello giallo. >>.
<< Io.... Io lo amo. >> riuscì a mormorare semplicemente Sigyn.
Adesso singhiozzava fra le braccia di Loki, il volto arrossato dalla disperazione, mentre ella tentava ancora una volta di divincolarsi dalla stretta insistente del principe traditore.
<< Non ti accorgi che Asgard è solo un'immensa gabbia dorata? >> tornò a domandarle lui.
<< Oh, si. >> sorrise, nel notare l'espressione sbigottita della donna che ancora teneva prigioniera: << E tu sei l'usignolo che vi è rinchiuso e che non potrà mai volare libero nel vento. >>.
<< Io non cerco la libertà. >> piagnucolò lei.
<< Tutti cercano la libertà. >> l'enigmatico sorriso sul volto affilato di Loki si accentuò ulteriormente.
<<... Anche tu? >> domandò ella, quasi automaticamente.
Loki per un breve attimo non rispose.
Sembrava indeciso su cosa dire; poi però le sussurrò:<< La libertà è solo una menzogna. >>.
E mentre pronunciava queste parole, con quel suo tono di voce quasi suadente ed in un certo senso ammaliante, sfiorò appena il lobo dell'orecchio destro della donna con le sue labbra.
Era stato un contatto lieve e del tutto casuale, ma fece fremere Sigyn dalla testa ai piedi; non solo per paura, ma anche perché all'improvviso le era tornato alla mente quel bacio che lui le aveva rubato tanto bruscamente nella camera matrimoniale, non appena lei aveva scoperto il suo inganno.
Per un istante ancora Sigyn non riuscì a fare altro che restare paralizzata nella stretta di Loki.
Lui sembrava deciso a farle del male, ma se allora era così, perché perdeva tempo a parlarle?
Perché voleva convincerla a stare dalla sua parte?
Per avere una difesa in più contro Odino e Thor, questo era ovvio, ma Sigyn aveva anche l'impressione che il Dio degli Inganni le stesse nascondendo dell'altro.
Cercando di farsi coraggio, decisa a non arrendersi al volere del fratello di Thor, Sigyn strinse la mano a pugno, replicando in un soffio spaventato: << Allora tu mi stai offrendo null'altro che una menzogna. >>.
Loki non si aspettava quella risposta da parte sua e per un istante rimase immobile, esitante; mentre il pugnale che teneva ancora sollevato per aria vacillava leggermente nella stretta dalla sua mano.
Come poteva quella donna avere tanta paura di lui, eppure continuare a fare delle affermazioni così dirette.
Affermazioni di una semplicità ridicola ma, proprio per questo tanto disarmanti.
Lei riusciva sempre a ritorcere le sue parole contro di lui e Loki per un attimo si chiese come ella riuscisse a fare questo, quando nessun'altro mai ne era stato capace.
Una fitta di dubbio attanagliò la mente di Loki, ma lui la respinse, ignorandola con violenza.
Non doveva lasciarsi distrarre da quella donna.
Doveva mantenere la calma e continuare a pensare che adesso stava tornando ad avere la situazione nelle proprie mani.
<< Arrenditi all'evidenza, fratello! >> esclamò tutto a un tratto Thor, scuotendo il capo: << Lei non ascolterà mai le tue menzogne. Sa chi sei e non cascherà in uno dei tuoi subdoli trucchi. >>.
<< Opponiti a loro! >> continuò imperterrito a sibilare Loki, adesso con il volto tanto vicino a quello di lei che Sigyn poteva percepire il calore del suo respiro teso: << Tu sei mia moglie ed è a me da ora in avanti che devi obbedienza. >>.
Sigyn deglutì ed il filo della lama le premette gelido sulla pelle del collo, graffiandole la pelle.:<< ....No. >>
Loki sapeva che lei era sul punto di piangere.
Lo sentiva dal suo corpo esile che tremava nelle sue braccia; dal respiro spezzato e dal battito violento del suo cuore spaventato.
Le sue parole non stavano avendo su di lei l'effetto sperato; anzi, stavano solo riuscendo ad atterrirla più di quanto già non fosse.
Non la stavano avvicinando a lui; bensì la stavano allontanando ancora di più.
<< Bene! >> sbottò all'improvviso, premendo ancor più in profondità il pugnale: << Allora se è questo che vuoi.... >>.
Non riuscì a concludere la frase, perché Sigyn, completamente atterrita, aveva adesso ricominciato ad agitarsi nelle sue braccio, scalciando e dimenandosi come una furia.
Loki strinse i denti e inveì dentro di sè contro la stupidaggine di quella donna.
Se continuava così lui avrebbe veramente finito con il ferirla.
Avrebbe dovuto ignorare quelle inutili sensazioni che lei risvegliava nel suo corpo; ricordi di un Loki più gentile e controllato che non avrebbe mai osato minacciare una donna solo per proteggere sé stesso.
Quel Loki che lui era stato tanto tempo addietro, quando credeva ancora che Thor fosse suo fratello e che Odino lo amasse veramente come un figlio.
Avrebbe dovuto colpire veramente Sigyn, così avrebbe finalmente smesso di sentire la sua voce implorante che tanto lo disturbava e gli faceva perdere la concentrazione.
Ma stranamente non poteva farlo.
Non riusciva a farle del male e Loki si maledisse per la propria sentimentalità.
Attraverso la stoffa della lunga veste di lei; all'altezza del petto dove esso teneva la mano destra, aveva l'impressione di udire il battito accelerato del cuore della donna e questo lo confondeva ancora di più.
Lei aveva paura e non solo della vicinanza della lama al suo collo, ma dalla stessa presenza di Loki accanto a sé.
Il suo era un terrore tremendo che pareva riuscire a diffondersi attraverso il suo corpo tremante sino a quello di Loki; rendendolo insicuro e agitato.
Lui che raramente era stato un uomo impulsivo; ma che aveva sempre saputo mantenere la calma anche nelle situazioni più confusionarie o disperate, si ritrovava adesso a desiderare di agire il più in fretta possibile.
<< Loki, te lo ripeto per l'ultima volta; lascia libera Lady Sigyn. >> la voce di Thor, servì come sempre a richiamare Loki al presente.
<< Thor...Vuoi davvero che liberi questa donna? >> Il Dio degli Inganni tornò a farsi scudo con il corpo della fanciulla in lacrime, cercando di ignorare le intense emozioni che scuotevano il suo esile corpo.
<< Dovresti già conoscere la mia risposta! >> borbottò il fratello.
Adesso sul suo volto c'era un espressione decisa ed impassibile.
<< Oh, allora avevo ragione. A te interessa che lei resti viva. >> sorrise freddamente Loki: << Chissà cosa direbbe la tua adorata Jane se lo sapesse. >>.
Stava divagando, lo sapeva, ma lo faceva solo per prendere tempo.
La verità era che in quel momento non si sentiva forte abbastanza per poter ingaggiare una battaglia contro tutti quegli Einherjar armati; contro Thor e lo stesso Padre degli Dei.
Prendere in ostaggio quella misera dama di compagnia, fingendosi ancora padrone della situazione quando in realtà tutto stava andando per il verso sbagliato, era un modo come un altro per non pensare al proprio momentaneo stato di debolezza.
Fin tanto che esso fosse riuscito a tenere Sigyn vicina a sé; avrebbe avuto del tempo a suo favore per poter riflettere e organizzare le idee.
Loki si sentiva ancora inspiegabilmente debole e faticava a comandare il proprio potere magico, ma non per questo si sarebbe arreso.
<< Sta zitto, Loki! >> Thor mosse un altro passo verso l'altro e continuò a roteare Mjolnir nella mano destra.
<< Io tengo alla vita di Lady Sigyn, è ovvio! >>, annuì vagamente: << Tengo alla sua vita come a quella di ogni altro singolo asgardiano. >>.
<< Però anche lei tiene a te. >> commentò Loki inclinando leggermente il capo, come se stesse riflettendo su un particolare molto interessante: << Ha paura che io possa farti del male. >>.
<< Loki! Ora basta. >> lo redarguì l'altro, stanco dei giochetti del fratello: << Lasciala andare e smetti di cercare una via di fuga anche dove non esiste. >>.
<< Se non esiste una via di fuga; posso comunque crearla da me. >> annunciò Loki, ostentando una fasulla spavalderia.
<< E come; sentiamo. Sono proprio curioso di sapere come intendi andartene da qui. Non puoi certo gettarti dal primo terrazzo alle tue spalle. >> Thor indicò vagamente l'ampia balconata che, proprio a pochi passi di distanza dal punto in cui Loki si trovava, si apriva sulla vastità della Città Eterna: << Tu non hai mai saputo volare e... Francamente non credo possibile che tu possa farlo proprio ora, con i tuoi poteri magici fuori uso. >>.
Un lampo di incertezza scosse ancora una volta la determinazione del Dio degli Inganni, ma Loki cercò di ignorarla, replicando con un sibilo irato: << Non definitivamente fuori uso. >>.
Tacque un istante, prima di aggiungere: << Non ancora, Thor. E se davvero credi che io mi arrenda, sei un vero illuso. >>.
Nonostante quelle sue parole spavalde, Loki cominciò a spostare lo sguardo in modo febbrile e sfuggente.
Proprio come aveva detto Thor, non poteva gettarsi da una delle terrazze più alte del palazzo regale sperando di non subire alcun tipo di danno.
Sarebbe caduto nel vuoto, incapace di volare e probabilmente sarebbe atterrato malamente, ferendosi.
Ma Loki era disposto a correre il rischio, pur di non farsi catturare; pur di cogliere tutti impreparati.
Era disposto anche a questo per non vedere Odino e Thor di nuovo vincitori.
Il respiro dello stesso Dio degli Inganni si era fatto teso, adesso, mentre rifletteva, la mente attraversata da una miriade di pensieri.
I suoi occhi saettavano qua e la con la stessa rapidità dei suoi pensieri, alla ricerca di una via d'uscita da quella situazione e parevano quelli di un animale in gabbia, ancora spaventato ma furioso.
Furioso perché sapeva che nonostante tutto Thor aveva ragione e spaventato perché non si era aspettato di essere così debole; di poter esitare nel fare del male ad una donna che per lui non valeva niente.
Una donna che nemmeno conosceva.
Avrebbe dovuto sentirsi irritato dalla sua debolezza.
Le inutili lacrime di quella donna lo infastidivano; eppure Loki non riusciva ad evitare di provare un profondo senso di colpa che gravava sul suo petto come un enorme masso.
Un masso che minacciava di minuto in minuto di trascinarlo con sè verso il basso.
Cercando di ignorare quegli inutili sentimenti che lo avrebbero solo ostacolato e rallentato, Loki si impose di pensare solamente alle sue prossime mosse.
Ora che la sua mente aveva iniziato a funzionare con la solita efficienza, lui sapeva che tentare di sfidare ancora una volta il Padre degli Dei equivaleva a giocare con la sorte e che avrebbe finito con il pentirsene.
Non pensava di poter sopravvivere ad uno scontro con Thor e con tutte le guardie che lo stavano accerchiando sempre più strettamente.
Tuttavia non poteva arrendersi senza prima tentare di opporre un ultima resistenza.
In fondo era troppo orgoglioso per arrendersi al volere di Odino e del Dio del Tuono e tutto sommato non gli era occorso poi tanto tempo per ideare un nuovo piano d'azione.
Certo, non era uno dei migliori, ma poteva bastare.... Per ora.
<< Sarebbe così semplice per me ferirti.. >> mormorò con cattiveria; tornando ad abbassare lo sguardo sul volto desolato di Sigyn: << ..farti del male...>>.
Sigyn non era mai stata tanto terrorizzata in tutta la sua vita e quasi non ascoltava più le parole che il Dio degli Inganni le stava rivolgendo.
Avrebbe voluto essere più forte, per riuscire a sfuggire alla stretta del Dio degli Inganni, ma purtroppo non lo era.
Avrebbe voluto fare qualcosa, qualunque cosa, che le permettesse di sfuggire al principe traditore, all'uomo che aveva sconfitto Theoric in battaglia e ne aveva tanto subdolamente rubato le sembianze per ingannare lei e tutti gli altri, ma non ci riusciva.
<< Più male di quanto non ti abbia fatto fino ad ora. >> continuò Loki: << Ma... Credo che non lo farò. >>.
Scosse il capo: << Sarebbe troppo crudele da parte mia ed io non sono un violento villano. >>.
Loki fece una pausa, mentre sulle sue labbra riaffiorava il sorriso ironico e freddo: << Invece penso che ti lascerò libera. >>.
Sigyn ebbe l'impressione che il fragore del suo cuore agitato cessasse all'improvviso.
Smise persino di respirare, tanto fu sorpresa.
Era sicura di aver capito male le parole di Loki, così domandò con un filo di voce: <<Co...Come?! >>
<< Vuoi la libertà, si o no? >> insistette Loki, dietro di lei.
Fra le sue braccia, la sentiva tremare.
<< ....Io. >> I lunghi capelli biondi le erano finiti davanti alla faccia e ad ogni suo singhiozzante respiro si muovevano, scostandosi dai suoi occhi, come una cascata di luce.
<< Si o no? >> si ostinò a chiederle Loki: << Decidi! >>.
<< ...Si... >> ansimò Sigyn senza riuscire a smettere di tremare, adesso incredula e stupita, sperando con tutta se stessa che quella fosse stata la risposta giusta da dare.
Le parole che Loki aveva pronunciato poco prima; cioè che la libertà è solo una menzogna, continuavano a turbinarle nella mente, impossibili da scacciare.
Significavano forse qualcosa?
Lei voleva la libertà che Loki sembrava offrirle?
Una libertà che forse era una bugia?
La desiderava, si o no?
La risposta che ella aveva dato ora era quella esatta?
Sigyn si augurava fortemente di si.
In caso contrario, si sarebbe accorta ben presto del proprio errore e lei era certa che non sarebbe stato piacevole.
Alle sue spalle Sigyn sentì Loki sospirare.
Poi, la voce del Dio degli Inganni tornò a farsi violenta, mentre lui apriva gli occhi di scatto, decretando come una sentenza: << Così sia! >>.
Poi, tutto avvenne tanto rapidamente che nemmeno Thor ebbe il tempo di muovere un solo muscolo per attaccare il fratello dai capelli corvini e gli occhi verdi.
Un attimo prima il Dio degli Inganni pareva fermamente deciso a non lasciare andare Sigyn, usando il suo corpo come uno scudo.
Un attimo dopo la spinse via, lontano da sé, con forza, verso il Dio del Tuono che, automaticamente allungò le proprie braccia per afferrare la donna in una stretta salda e rassicurante.
Quasi contemporaneamente, Loki fece guizzare la mano destra in avanti, facendo appello ancora una volta a quella magia che ultimamente continuava ad abbandonarlo con tanta facilità, gettando direttamente in faccia alle guardie, a Thor e allo stesso Padre degli Dei un globo luminoso che investì tutti i presenti con un bagliore accecante, sparpagliandosi in miriadi di scintille in tutte le direzioni.
Istintivamente tutti gli Einherjar si voltarono, riparandosi gli occhi, ed in quell'istante il Dio degli inganni si mosse.
Voltò le spalle a Thor e Odino e balzò verso la balaustra, conscio che quella era la sua unica via di fuga.
La sua unica opportunità di lasciare Asgard.
La sua ultima possibilità.
Immediatamente, due delle guardie che non avevano perso tempo a ripararsi lo sguardo dalla luce magica scagliata da Loki, tentarono di colpirlo, quasi a casaccio, ma il Dio degli Inganni fu veloce ad evitarli.
Si lanciò in avanti con un balzo, oltrepassando le sagome degli Einherjar evitando le lame delle spade ed era appena riuscito a raggiungere la balaustra, con le dita già posate sulla balconata, quando un nuovo colpo lo raggiunse al braccio destro, rapido ed inatteso, cogliendolo di sorpresa.
Si girò in fretta, per guardare in faccia il suo aggressore....
Ma non fu abbastanza svelto, poiché qualcun'altro alle sue spalle lo colpì su un lato del volto, facendolo volare per aria.
Una fitta lancinante gli esplose nella testa e in un attimo si ritrovò a terra, boccheggiante.
Quando andò a sbattere la schiena contro al suolo duro dell'ampio terrazzo sul quale ora si trovava, Loki chiuse per un istante gli occhi, senza fiato, cercando di ignorare il dolore che dalla testa pareva irradiarsi in tutto il suo corpo.
Un attimo solo.... E quando riaprì le palpebre si ritrovò dinnanzi la lama di una lunga spada, puntata al suo naso.
Non era una delle comuni spade degli Einherjar, ma quella della stessa Lady Sif che ora torreggiava su di lui con un espressione decisamente poco allegra e cordiale sul viso; i capelli neri raccolti in una lunga coda e gli occhi che mandavo scintille di collera.
<< Fermo dove sei. >> lo avvertì.
<< Ho sempre pensato che tu parlassi troppo e a sproposito, Loki. >> un'altra sagoma entrò nel suo campo visivo e Loki riuscì a scorgere anche la massiccia figura di Volstagg; un sorriso teso sul volto rubicondo, nascosto al di sotto della lunga barba rossa.
Sembrava a disagio, mentre concludeva: << A quanto pare avevo ragione. >>.
Fra le mani stringeva l'enorme ascia da combattimento che si adattava adeguatamente alla sua mole, ma per lo meno lui non sembrava intenzionato a scagliala addosso a Loki, anche se il Dio degli Inganni sospettava che l'ultimo ad averlo colpito fosse stato proprio lui.
Nessuno degli altri sarebbe stato capace di sollevare Loki da terra per scagliarlo sul pavimento, qualche passo lontano dalla balaustra.
Con la donna guerriera e Volstagg , ovviamente c'erano anche Fandral e Hogun che se ne stavano ai due lati, con le rispettive armi ben salde in pugno.
Anche loro le tenevano puntate contro Loki, pronti a scattare in caso di necessità.
Non c'era ombra di Heimdall, ma il Dio degli Inganni sapeva che, pur non essendo presente, lo sguardo del guardiano della Città Eterna era sempre fisso su di lui.
Da adesso, sarebbe sempre stato vigile nei suoi confronti.
Ancora più vigile di quanto già non fosse stato in precedenza.
Deglutendo a vuoto, Loki tese il collo per cercare di guardarsi attorno, senza minimamente degnarsi di rispondere alle affermazioni provocanti dei tre guerrieri.
Poi, si fece avanti Odino.
<< Questi trucchetti da quattro soldi possono funzionare con gli altri, ma non con me e non certo con i miei più valorosi guerrieri. >> indicò vagamente Lady Sif e gli altri che, dopo essersi scostati appena da Loki, per lasciar avvicinare Odino, assistevano alla scena senza mai abbassare le armi: << Non siamo degli sprovveduti. >>.
Loki aggrottò la fronte, fingendosi tranquillo e rilassato anche in un momento come quello, sforzandosi di nascondere in ogni modo l'uragano che imperversava nella sua anima.
<< Volete forse dire che i vostri tanto declamati Einherjar lo sono? >> domandò.
<< No. >> replicò in fretta Odino: << Tuttavia loro non ti conoscono come ti conosco io. Ho imparato a mie spese a diffidare sempre da te e ad evitare i tuoi inganni. Sapevo avresti reagito d'impulso. Affermi di essere diverso da Thor, ma per alcuni versi non lo sei poi molto. >>.
<< Questa è un'offesa alla mia intelligenza. >> sbottò Loki, fremendo leggermente e fece per sollevarsi sui gomiti, venendo tuttavia immediatamente persuaso dal compiere il seppur minimo gesto da Sif che, agilmente tornò a puntargli conto il petto la lama della sua spada.
<< Ti sei sempre visto superiore agli altri, Loki. >> proseguì Odino guardandolo dall'alto al basso: << Ma se davvero lo fossi, adesso non ti troveresti in questa situazione. >> gli fece notare.
<< Guardati attorno. Guarda dove sei e come sei ridotto. >> Odino allargò le braccia per enfatizzare le proprie parole.
Il Dio degli Inganni fece come l'altro gli diceva, e mentre si guardava attorno, con gli occhi spalancati, si accorgeva che il Padre degli Dei diceva il vero.
Tutti gli Einherjar stavano tenendo adesso le loro armi puntate contro di lui.
<< Non puoi più fuggire. >> Odino scosse quasi mestamente il capo: << Non più. >>.
E all'improvviso, Loki si accorse di non poter più negare l'evidenza.
<< Dimmi, Loki, la tua pazzia si è spinta tanto in la da farti tentare ancora una volta di contrastare me, Odino, ed il potere dello scettro in mio possesso? >> lo interrogò ancora il padre degli Dei, alzando la voce: << Ormai dovresti sapere bene che non puoi battermi. >>.
<< Arrenditi Loki. >> da un punto indistinto del terrazzo la voce di Thor raggiunse l'udito del fratello, ancora costretto sul pavimento dalle armi che tutti gli tenevano puntate contro.
Allora, lentamente, mentre tutta la collera che fino ad allora lo aveva sorretto lo abbandonava, sostituita da una improvvisa e schiacciante insicurezza, Loki alzò le mani con le palme aperte verso il cielo.
Odino e Thor avevano maledettamente ragione....
Lui era stato sconfitto ed era saggio quanto bastava per capire che ormai non c'era più nulla che lui potesse fare per opporsi a loro.
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