Capitolo 3 - La Radura Incantata
"Come lo sei venuta a sapere?" le chiesi.
"Non ha importanza!" urlò lei "Ma si può sapere perché sei così testarda? Quando lo sapranno sarò in guai seri"
"Ma di cosa parli?" mi lamentai io sempre più confusa.
La ragazza in nero quella mattina si era proprio svegliata dal lato sbagliato del letto. Appena avevo messo piede a scuola mi aveva spinta nel bagno delle ragazze e aveva cominciato a gridarmi contro. Mi chiedeva dove ero stata la sera prima e se avevo visto Will.
"Oh, stai zitta per un solo secondo! Cosa ti ha fatto?"
"Assolutamente niente! È stato molto gentile, mi ha riaccompagnata a casa da scuola, tutto qui! Ma di cosa ti preoccupi?"
"Sai, questa tua mania di non capire mai niente mi irrita tantissimo. Sul serio. Mi fa impazzire!"
Adesso era troppo.
"Io ti faccio impazzire? Mi fai ridere ... Sbaglio, o sei tu quella che mi fa il terzo grado su quello che ho fatto ieri pomeriggio? Insomma, neanche ti conosco! Non so nemmeno il tuo nome!"
"Cosa te ne importa del mio nome?" Gridò lei frustrata. Poi respirò a fondo, e mi guardò fisso negli occhi con quel suo sguardo gelido "Sto solo cercando di evitarti una brutta fine, d'accordo? Ora dimmi: è entrato in casa tua?"
"No" risposi sicura. Lei mi fissò dritta negli occhi, ferma immobile. Incredibile come fosse potente la sua capacità di farmi sentire in soggezione. Resistetti solo dieci secondi.
"Eh va bene, sì. Ma non è un problema"
"Oh, eccome se è un problema. Ha portato via qualcosa? Ha visto cose che non avrebbe dovuto vedere?"
"No, a meno che la mia cucina sia una cosa da non vedere. Aspetta ... mi stai dicendo che è un ladro?"
"In questo caso penso che te ne saresti accorta" Rispose lei, con quella sua solita aria da saputella. Cominciavo a detestare quella ragazza.
"Ascolta, sono sana e salva. Lui è stato gentile. Gli ho solo offerto una tazza di caffè ..."
"Oddio ..." sospirò lei.
" ... e poi se ne è andato" continuai "è molto carino, forse è per questo che lo detesti tanto. Sei invidiosa"
"Non ti illudere, quelli come lui piacciono a tutti. È facile cadere sotto il loro incantesimo ..."
" ... se è a questo che ti riferisci, ho già subito delle delusioni d'amore, so badare a me stessa" mentii spudoratamente "E soprattutto non ho mai detto che mi piace. Sei saltata alle conclusioni"
"Almeno questa è una cosa positiva" Disse lei.
Le lanciai un'occhiataccia.
"Senti, non so cosa ti sia preso. La prima volta che ti ho parlato mi hai mandata via e ora mi stai sempre attaccata"
"Credimi dolcezza, socializzare non è il tuo campo. Saresti molto più interessante se stessi zitta tutto il tempo"
"Senti da che pulpito viene la critica!" Dissi, cominciando ad avere una crisi di nervi. Notando che presto non sarei più stata responsabile delle mie azioni girai i tacchi e uscii dal bagno. Infuriata aprii la porta con violenza e mi incamminai a grandi falcate per il corridoio vuoto (La campanella era suonata da un pezzo). Sentivo la ragazza dagli occhi azzurri che mi chiamava e mi seguiva. Così decisi di svoltare l'angolo e sbattei contro una superficie dura.
"Will?" dissi "Oddio, ti conviene scappare, c'è la psicopatica proprio dietro ..."
Non feci in tempo a finire la frase che la ragazza fece la sua comparsa.
"Allora è un ossessione!" Disse frustrata "non dovresti essere in classe?"
"Smettila" le urlò Will. Non lo avevo mai vistò così arrabbiato. I suoi occhi verdi fiammeggiavano, e sembrava diversi metri più alto.
"Non mi fai paura spilungone figlio dei fiori!" rispose la ragazza "Devi lasciarla in pace!"
"no, sei tu che la devi lasciare in pace! La stai importunando!"
"Forse non mi sono spiegata bene ... posso essere molto convincente" Fece lei, avvicinandosi minacciosamente. Purtroppo neanche Will si tirava indietro. Temetti che avrebbero potuto uccidersi a vicenda.
"Non puoi dirmi cosa fare!"
"Oh sì che posso!"
"Ragazzi!" Sbottai, in preda alla rabbia "non ci sto capendo nulla! Potete smetterla? O almeno spiegarmi qualcosa? Vi conoscete?"
"No, non l'ho mai vista prima" Disse Will "Ma evidentemente vuole metterci i bastoni tra le ruote"
"Già, lo scopo era esattamente quello!" urlò lei.
"Piantala! Io esco con chi mi pare e piace. Will, ti va di uscire a pranzo insieme?" dissi io.
"Cosa?" fece la ragazza incredula "non ti rendi conto del guaio in cui ti stai cacciando".
Will la ignorò e annuì contento. "Ci sto"
"Bene, allora a dopo" Terminai la conversazione e mi diressi verso la mia classe, tremando in anticipo per quella che sarebbe stata la reazione del prof al mio ritardo.
...
Come promesso, appena uscita da scuola trovai Will che mi aspettava nel cortile. Era illuminato dalla luce del sole, sembrava ancora più bello del solito.
"Ehi" dissi io "hai qualche idea su dove andare?""
"Ci ho pensato su" Rispose lui "E ho trovato un posto molto speciale. Ti piacerà sicuramente, però è un po' isolato e dovremo camminare"
"Non ti preoccupare, ce la posso fare". Lo seguii attraverso dei vicoletti, e mi accorsi che ci stavamo dirigendo verso il boschetto, quello che mi aveva catturata pochi giorni prima.
"Will ..."
"Non preoccuparti, quando c'è bel tempo è decisamente meglio" disse lui, quasi leggendomi nella mente. Effettivamente non potei dargli torto. Non essendoci il fango e la pioggia, camminare era molto più semplice e presto giungemmo in una radura desolata, circondata da grandi alberi. L'erba verdeggiante era soffice come velluto, tanto che veniva voglia di togliersi le scarpe e iniziare a correre e a rotolarsi su di essa. Ovviamente cercai di trattenermi. C'era anche un piccolissimo ruscello dalle acque cristalline, che ne delimitava il perimetro. Ad allietare il tutto, il dolce canto degli uccellini, che ogni tanto svolazzavano proprio sopra le nostre teste. Ci sedemmo al centro della radura.
"Cosa ne pensi?" chiese Will ad un certo punto.
"Penso che questo posto sia fantastico ... avevi proprio ragione. Ci vieni spesso?"
"Qualche volta, per ricaricarmi. Amo stare a contatto con la natura"
"Già, anche io" dissi. Passarono pochi secondi di assoluto silenzio, spezzato unicamente dallo scorrere del ruscello.
"Cosa ti ha detto quella ragazza di me?" Chiese all'improvviso Will.
"Nulla di importante. È come se cercasse di tenermi alla larga da te ... teme che tu mi possa fare del male, non è stupido? Insomma, neanche ti conosce" risposi.
"Sappi una cosa" disse, avvicinandosi a me "Sicuramente non sono quello che tu ti aspetti, ma una cosa è certa: non ti farei del male per nulla al mondo" Quella frase mi lasciò un po' perplessa, ma era molto dolce. Lo guardai negli occhi, belli in modo singolare.
"Non ho mai avuto dubbi a riguardo" Eravamo così vicini, solo noi due. Mi sembrava di essere in paradiso. Ormai a separare il suo viso dal mio era solo un centimetro di spazio, così sottile. Non avevo intenzione di fermarmi. Chiusi gli occhi, pronta a sentire le sue labbra sulle mie, ma purtroppo ciò non avvenne. Aprii gli occhi. Si era spostato, allontanandosi.
"Adelya, mi dispiace ..." Farfugliò lui.
Arrossii come non avevo mai fatto prima.
"Io ... scusami, pensavo di ... non ti piaccio?"
"No, non sei tu. È solo che non mi conosci, non sai chi io sia, da dove vengo, la mia famiglia ..." disse lui, con tono gentile. "Te l'ho detto, non ti vorrei mai fare del male"
"Non mi interessa dove vivi o cosa hai fatto in passato, a meno che tu non sia un ex – criminale ..."
"Non direi di esserlo" rispose lui.
" ... allora" continuai "Non c'è nessun problema"
"Senti, non voglio che tu faccia qualcosa che non vuoi veramente"
"Ma io lo voglio" dissi, portandomi una mano al cuore. "Da quando ti ho visto la prima volta, ho capito che eri la persona giusta per me ..."
"Mi conosci solo da due settimane"
"Mai sentito parlare di amore a prima vista?"
"Sì" disse lui "Non penso che esista"
Mi avvicinai a lui. "Io invece credo di sì".
Le foglie degli alberi ci coprivano, quasi come fossimo in una capanna, e le loro ombre proiettate sul terreno creavano degli effetti ottici magnifici. Perfino gli uccellini avevano smesso di cantare, le acque del ruscello continuavano a scorrere intorno a noi. Era tutto perfetto.
"Non riuscirò a trattenermi ancora a lungo ... penso che dovrai fermarmi" sussurrai. E fu così che lo baciai. Appoggiai le mie labbra sulle sue. Erano incredibilmente soffici. Le emozioni che provai in quel momento erano innumerabili, troppo intense per essere descritte. Fu come levarsi un grande peso dallo stomaco, come se qualcosa dentro di me si fosse finalmente liberato. Eravamo una cosa sola, due anime che si completavano a vicenda, con lo stesso cuore. Sarete felici di sapere che lui non mi fermò, anzi ricambiò il bacio. Fu la cosa più bella che mi era capitata fino a quel momento nella mia vita. Ero al settimo cielo, quando lui si staccò di nuovo all'improvviso.
"Mi dispiace ..." disse balbettando "non avrei mai dovuto ..." stava piangendo. Tutto d'un tratto il cielo divenne scuro.
"Will, cosa succede?"
"Sono un traditore ..." disse lui, coprendosi il viso con le mani.
Io mi alzai e gli strinsi le mani, in modo da osservare il suo viso.
"Non lo sei. Non potresti mai esserlo"
"Come puoi dirlo?" chiese lui, frustrato, quasi arrabbiato.
"Questi occhi" dissi osservandoli "non possono essere quelli di un traditore"
"Adelya, stanno per succedere cose terribili, non posso evitarle" fece Will, con tono preoccupato, nel quale potevo cogliere una certa urgenza.
"Will, c'è sempre una via di fuga ... io ti posso aiutare ..."
"Non penso ..." Poi si illuminò improvvisamente "Ma su una cosa hai ragione: c'è una cosa che posso fare"
"Ti va di parlarne?"
"NO" disse lui, alzando il tono di voce. Poi fece un respiro profondo, posò le sue mani sulle mie spalle e continuò "Non posso, ma tu devi promettermi che mi amerai. Sempre"
"Mi ... puoi spiegare cosa sta succedendo?" chiesi io.
"No, te l'ho già detto. Ma ti prego, promettimelo ... non ci vedremo per molto tempo, forse ... forse mai più"
Scoppiai a ridere. Così anche la pioggia cominciò a riversarsi dal cielo plumbeo, e delle saette lo squarciarono.
"Lo prometto" recitai. Allora lui mi strinse stretta al petto, forte, così tanto da impedirmi di respirare, quasi.
"Allora, addio" disse.
"Ci vedremo domani a scuola, giusto?"
Come potete immaginare non rispose. Si limitò a fuggire via, in mezzo al bosco.Io mi ritrovai da sola, sotto la pioggia, in mezzo a quella radura che prima mi era sembrata così speciale. Sì, mi stavo bagnando tutta, i miei vestiti erano zuppi, e mi sarei presa una polmonite, eppure Will mi aveva lasciata ancora una volta senza parole. Ero cotta a puntino ... lo amavo, non c'era altra spiegazione. E lui, anche lui mi amava. Cosa avrei mai potuto desiderare di più? Povera sciocca, non potevo certo immaginare che la storia era appena iniziata
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