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Renjun era chino su uno dei tanti tavoli del cafè, Haechan seduto davanti a lui, entrambi si erano chiusi nel silenzio dopo aver raccontato a Chenle e Winwin ciò che era accaduto precedentemente. I due avevano ascoltato in silenzio il racconto di Renjun, ed entrambi avrebbero sicuramente titubato di tutto ciò che avevano sentito se Haechan non avesse confermato. O almeno riguardo a ciò che la donna aveva detto loro quella mattina. Per quanto riguardasse il sogno, viaggio nel tempo o qualsiasi cosa fosse, non potevano far altro che affidarsi alle parole di Renjun. Nessuno di loro però in fondo riusciva a credere a ciò che sentiva. Nonostante la ferita sulla guancia del ragazzo non facesse altro che confermare le sue parole. Conoscevano perfettamente il ragazzo e sapevano che non sarebbe mai stato capace di inventare una storia tanto particolare per giustificare una piccola ferita sul viso.
Ringraziarono il fatto che fosse mattina presto e che non sembrarono esserci clienti per quel momento, poiché i quattro ragazzi si persero fra i loro pensieri per diversi minuti. Il profumo delle loro bevande aleggiava intorno a loro mentre le loro colazioni restavano intoccate. Nessuno di loro riusciva ad avere un piano logico riguardo alla situazione e ciò li portava a non saper cosa dire al ragazzo che in quel momento sembrava più confuso che mai. Mei gli aveva detto di essere semplicemente sé stesso, ma come avrebbe potuto vivere con leggerezza in mondo a lui così sconosciuto?
<<Renjun>>
Chenle lo chiamò, con tono serio, catturando su di sé non solo l'attenzione del ragazzo ma anche quello dei due amici.
<<Credo che tu non abbia altra scelta>> disse, puntando gli occhi nei suoi <<Devi informarti quanto più possibile sull'era Joseon e su ciò che è accaduto negli anni in cui re Dojung è stato al trono. In questo modo potrai essere pronto a ciò che accadrà e agire di conseguenza>>
Gli occhi di Renjun brillarono di speranza a quell'opzione. In quel modo non avrebbe rischiato di essere impreparato davanti a ciò che sarebbe potuto accadere in quel modo. Avrebbe anche potuto memorizzare i nomi dei personaggi di quell'epoca e sapere quindi a chi potersi affidare e chi avrebbe invece potuto tradire il regno.
Fu sul punto di esaltare il ragazzo per la sua idea geniale quando Winwin dovette troncare ogni sua gioia.
<<Non credo sia una soluzione possibile>> parlò il ragazzo <<Ho letto diversi libri riguardo le antiche ere Coreane e i suoi regnanti, ma non ricordo di alcun re Dojung, specialmente durante l'era Joseon>>
<<Ma non è possibile>> protestò immediatamente Chenle <<Se veramente Renjun ha viaggiato nel tempo le persone che ha incontrato devono essere esistite e parlando di una famiglia reale devono aver lasciato qualche traccia>>
<<Winwin ha ragione>> s'intromise Haechan, che nel frattempo aveva velocemente ricercato grazie al suo cellulare tutti i sovrani dell'era interessata, voltando poi lo schermo verso i tre ragazzi <<Non esiste nessun re Dojung>>
Renjun afferrò velocemente il cellulare e attentamente fece scorrere i suoi occhi su tutti i nomi posti uno sotto l'altro, in una lunga lista di famiglie e re che avevano avuto il potere in quegli anni. Fra questi però non vi era alcun re con lo stesso nome di quello che il ragazzo aveva conosciuto.
<<È possibile che sia conosciuto con un altro nome?>> ipotizzò Chenle.
<<Ne dubito>> rispose Winwin <<I sovrani cambiavano il loro nome prima di salire al trono e non dopo. Se non ci sono notizie riguardo questo re Dojung abbiamo solo due opzioni. O nel corso della storia non è mai stato ritrovato nulla su di lui, ma credo sia molto strano data la presenza degli storici a corte, o questo re non è mai esistito>>
<<Possibile che...>> disse Haechan, catturando nuovamente l'attenzione su di sè <<Non si tratti di un viaggio nel tempo ma un passaggio fra un modo e un altro?>>
<<Mondi paralleli>> puntualizzò Winwin, annuendo lentamente <<Ciò spiegherebbe il perché non esistono notizie su re Dojung>>
<<Quindi state dicendo che il re...Jeno... e tutti gli altri non esistono?>> domandò Renjun piano.
Non riuscì a spiegarsene il motivo, ma quella possibilità gli fece stringere il cuore. Nella sua mente tornò il sorriso con cui il principe si era rivolto a lui, l'espressione sorpresa e a tratti saccente di Jisung, il comportamento esagitato di Shun, la dolcezza che Myunghee e la regina madre gli avevano rivolto, lo sguardo magnetico e l'eleganza della principessa Hui.
Quando si rese conto dei suoi pensieri desiderò colpirsi da solo. Quella mattina aveva messo tutto da parte catalogandolo come un semplice sogno, in quel momento invece dentro di sé rifiutava di accettare l'idea che quelle persone potessero non esistere.
<<No>> rispose prontamente Haechan, scuotendo la testa <<Stiamo dicendo che potrebbero non esistere nel nostro mondo, ma vivere in un altro>>
Renjun sentì tutte le sue convinzioni e forze abbandonarlo per l'ennesima volta in quella mattinata. Nuovamente si accasciò sul tavolo del cafè con uno sbuffo sonoro.
<<Quindi cosa dovrei fare ora?>> piagnucolò, con il viso contro il suo stesso braccio.
Winwin, Chenle ed Haechan si guardarono per qualche istante, poi riportarono lo sguardo sul ragazzo che aveva infilato agitatamente le mani fra i capelli, scompigliandoli.
<<Vivere ciò che accadrà essendo te stesso>> disse il ragazzo dai capelli color miele <<Immagino che Mei abbia utilizzato queste parole proprio perché sapeva che in alcun modo avresti potuto prepararti anticipatamente a ciò potrà accadere il quel mondo>>
<<Probabilmente nessuno può sapere ciò che accadrà e il futuro di quel regno dipende da come tu e la famiglia reale gestirete la ribellione di cui ti hanno parlato e tutte le situazioni che ti si presenteranno davanti. Ma non preoccuparti>> aggiunse immediatamente Winwin, vedendo come l'altro avesse assunto un'espressione preoccupata <<Sono sicuro che riuscirete ad affrontare tutto al meglio. In fondo se sei stato scelto tu ci deve pur essere un motivo>>
Il castano gli sorrise sperando di esser riuscito con quelle parole ad incoraggiarlo anche solo leggermente. Dentro sapeva che quella sarebbe stata certamente una dura prova per Renjun, ma si fidava di lui e del suo giudizio, era convinto avrebbe fatto le giuste scelte.
<<Non preoccuparti>> gli disse Chenle posandogli una mano sulla spalla <<Nel caso tu faccia qualche disastro potrai comunque parlarne con noi una volta svegliato e insieme potremmo pensare ad una soluzione>>
<<Certo, visto che le ferite riportate in quel mondo vengono inflitte anche al tuo vero corpo cerca di non lanciarti in missioni suicida o situazioni pericolose>> gli ricordò Haechan <<Possiamo trovare una soluzione per il tradimento del ministro di turno, ma non possiamo riportarti in vita...almeno credo>>
Renjin non riuscì a trattenere un sorriso al modo in cui i suoi amici lo incoraggiarono. Tutta la preoccupazione accumulata fino a quel momento sembrò svanire come una nuvola di fumo trasportata dal vento. Nella sua mente divenne tutto più limpido e sereno. Non importava cosa avrebbe dovuto affrontare, non sarebbe stato da solo.
***
Renjun quella notte andò a dormire sicuro di sé. Dopo aver lanciato uno sguardo di sfida all'acchiappasogni sopra di lui, che sembrò muoversi come a voler stare al gioco, si distese e tirò le coperte sul suo corpo. Il suo respiro divenne sempre più regolare mentre la sua mente si svuotò di ogni pensiero superfluo. Nel momento in cui il ragazzo cadde in un sonno profondo l'acchiappasogni brillò illuminando la stanza e trasportando il ragazzo con sé in un nuovo viaggio.
Nel momento in cui Renjun aprì gli occhi si rese immediatamente conto che qualcosa non andasse. Quello intorno a lui non sembrava il pacifico ed elegante palazzo reale.
Intorno a lui vi erano degli alti e moderni edifici. Il pavimento di cemento era leggermente frammentato qua e là. Delle casse in legno e dei barili in metallo erano sistemati ai bordi degli edifici e su questi vi erano diverse insegne al neon verdi, rosse e azzurre. La strada era vuota eppure poteva sentire diversi brusii di voci che si accavallavano l'una all'altra. Spostò lo sguardo su di sé e scoprì di non indossare l'hanbok bianco e azzurro che si era aspettato, bensì dei pantaloni di un arancio fluo, una maglia in rete bianca in parte coperta da una felpa nera e sopra di essa una giacca dello stesso colore dei pantaloni. Sfruttando il riflesso di una finestra al suo fianco notò l'unico particolare che non lo sorprese, le sfumature azzurre fra i suoi capelli.
<<Oh andiamo, questo è uno scherzo>> si lamentò roteando gli occhi esasperato.
Delle urla e quelle che sembrarono le sirene di un allarme catturarono la sua attenzione, costringendolo a voltarsi alle sue spalle. Nello stesso istante in cui si voltò qualcosa, o meglio qualcuno, gli sfrecciò accanto. Gli servì qualche secondo per rendersi conto di ciò che fosse accaduto e, sorpreso, andò per voltarsi nuovamente. Immediatamente si trovò faccia a faccia con un ragazzo che lo guardò per soli pochi secondi, abbassò lo sguardo sui suoi vestiti e subito lo afferrò per il polso.
<<Corri>> gli disse divertito, prima di cominciare a trascinarlo dietro di sè.
Renjun non poté far altro che assecondarlo. Tirato dal ragazzo davanti a lui cominciò a correre, osservando come i capelli azzurri dell'altro si muovessero agitatamente per la corsa.
<<Cosa sta succedendo?>> riuscì a chiedere il ragazzo, sperando di poter avere delle risposte.
Le sirene sentite precedentemente si fecero sempre più vicine e nel momento in cui il ragazzo lanciò uno sguardo alle sue spalle vide qualcosa che non avrebbe mai potuto immaginare. Su delle moto, dall'apparenza totalmente meccanica, le cui ruote non toccavano il pavimento ma levitassero su questo vi erano delle macchine dalla forma umana. Le parti metalliche che ne formavano il corpo erano tinte di nero e rosso come a voler imitare un'uniforme. Quella che doveva essere la testa aveva la forma di un casco integrale e sulla visiera vi erano diverse luci che si muovevano velocemente. Sopra di loro volteggiavano due sfere, anche queste meccaniche, di colore bianco nella cui parte centrale vi era quella che sembrava essere una lente. Da questa fuoriusciva una luce rossa che si muoveva agitatamente sul pavimento, le pareti e tutto ciò che incontrava come se lo stesse analizzando.
<<Sono dei robot quelli?>>
Renjun dovette urlare per far si che il ragazzo davanti a sé lo sentisse al di sopra di quelle sirene rumorose.
<<Non sarà la prima volta che ne vedi uno>> chiese il ragazzo davanti a lui, voltandosi per guardarlo con un'espressione stranita.
Il ragazzo non riuscì a rispondere perché colui che gli faceva da guida svoltò bruscamente in un vicolo, facendolo quasi inciampare su sé stesso. I loro inseguitori andarono inizialmente dritti solo per poi tornare indietro poco dopo e prendere la loro stessa strada.
<<Non si arrendono mai>> disse il ragazzo dai capelli azzurri, con un sorriso sulle labbra. Renjun pensò che quella situazione dovesse divertirlo.
Ben presto i due si ritrovarono davanti a quello che sembrava essere uno strapiombo. Al di sotto di esso però non vi era il nulla, al contrario sembrava esserci un'altra città. Le luci al neon, grandi schermi e la luce della luna illuminavano palazzi all'apparenza in rovina le cui travi in ferro e i rivestimenti interni fuoriuscivano dal cemento.
Il ragazzo sconosciuto lo trascinò fino ad un punto ben preciso e guardò al di sotto. Dei piccoli pezzi di terra franarono leggermente vicino al suo piede ma ciò non sembrò preoccuparlo. Lanciò uno sguardo dietro di sé. Le sirene annunciarono l'imminente arrivò di quei robot che avevano sicuramente come compito quello di catturarlo.
<<Al mio tre salta>> gli disse, con totale tranquillità <<Uno>>
Renjun sgranò gli occhi, guardò lo strapiombo che a parer suo doveva essere alto diversi metri poi il ragazzo davanti a lui. Doveva essere pazzo.
<<Due>>
<<Ascolta, io posso capire il non voler essere catturato, ma morire non mi sembra una buona opzio->>
<<Tre>>
Il ragazzo dai capelli azzurri saltò e, sfruttando la presa che ancora aveva sul suo polso, portò Renjun giù con sé. Mentre il primo sembrava godersi la caduta nel vuoto con delle urla di puro divertimento e soddisfazione Renjun urlò di puro terrore osservando la sua vita passargli davanti in attesa del forte impatto con il terreno. Questo non arrivò, al contrario si sentì sprofondare in qualcosa di morbido. Tutto intorno a lui divenne nero per qualche istante mentre nella sua mente regnava la più totale confusione. Nuovamente si sentì afferrare per il polso e trascinare all'aria aperta. Il viso divertito e sorridente dello sconosciuto si parò davanti a lui. Un viso giovane e perfetto. I lineamenti erano dolci e decisi, gli occhi erano taglienti, scuri e in essi brillava una luce così luminosa che Renjun credette di poterla paragonare a quella della luna stessa. I capelli azzurri erano un perfetto abbellimento per la sua carnagione nivea e lucente. Quel sorriso era al tempo stesso malizioso e puro, così impossibile da descrivere nel dettaglio...ma bellissimo. Renjun solo in quel momento fece caso al fatto che anche lui indossasse dei pantaloni dello stesso colore dei suoi e una maglia nera, lunga, la cui cerniera sul collo fosse aperta e dalle maniche leggermente trasparenti.
<<Ottimo tempismo ragazzi>> disse lo sconosciuto, voltandosi alla sua sinistra.
Renjun fece lo stesso in modo automatico e solo allora si rese conto di essere su quello che sembrava essere un furgone pieno di un materiale morbido, qualcosa che gli ricordava al tempo stesso il cotone e il lattice, che gli aveva evitato un impatto doloroso.
Due ragazzi si trovavano al posto di guida e mentre uno di questi continuò a guidare senza distogliere lo sguardo dalla strada l'altro si alzò in piedi e puntò lo sguardo fulminante su quello dai capelli azzurri.
<<Dannazione io te lo avevo detto non fosse una buona idea>> urlò il ragazzo. Questo aveva dei capelli biondi che ricadevano lateralmente lasciando la fronte aperta e un viso delicato e altamente attraente. I suoi abiti erano dello stesso colore dei loro. Sul pantalone arancione indossava una giacca dello stesso tessuto e colore e dalle maniche corte fuoriusciva una maglia in rete nera che gli ricopriva totalmente le braccia. <<Se avessimo tardato anche un solo istante saresti diventato parte di quelle rovine>>
<<Però non avevamo molte altre alternative>> rispose il ragazzo con totale nonchalance. Questo s'infilò una mano nella tasca dei pantaloni, ne estrasse un oggetto dalla forma cilindrica e lo lanciò verso il biondo, che lo afferrò saldamente con una mano. <<L'importante è aver portato a termine la missione, giusto Ten?>> ammiccò, soddisfatto.
Il biondo osservò l'oggetto fra le sue mani poi sbuffò esasperato roteando gli occhi. Solo allora la sua attenzione cadde su Renjun, che fino a quel momento era rimasto in totale silenzio ad assistere al discorso dei due.
<<E lui chi è?>> domandò.
Il ragazzo dai capelli azzurri si voltò verso di lui, lo sguardò per qualche secondo, poi sorrise.
<<Non lo so>> disse scrollando le spalle <<L'ho incontrato mentre scappavo ed ho pensato di non poterlo lasciare lì>>
Ten lo osservò in silenzio, studiò attentamente il suo viso, i suoi abiti, poi si voltò nuovamente verso l'altro ragazzo.
<<Beh chiunque sia tu lo hai trascinato qui, quindi sarà una tua responsabilità>> tagliò corto prima di riprendere il suo posto accanto al guidatore che era rimasto in silenzio concentrato sulla guida.
Il ragazzo dai capelli azzurri si voltò verso Renjun e avvicinò il viso portandolo a pochi centimetri di distanza dal suo.
<<Qual è il tuo nome?>> domandò con tono leggero.
<<R-Renjun>> riuscì a rispondere questo nonostante il leggero imbarazzo che quell'estrema vicinanza gli provocava.
<<Io sono Jaemin>> si presentò l'altro, indicandosi sicuro di sé <<E d'ora in poi a quanto pare mi prenderò cura di te>> sorrise ampiamente.
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