7
I pensieri di Renjun cominciarono a vorticare rovinosamente nella sua mente. Per quanto ci avesse pensato non riuscì a trovare una spiegazione logica al perché sulla sua guancia fosse presente quel taglio, che non avrebbe dovuto essere altro che un sogno. Era rimasto rannicchiato sul suo letto, le gambe raccolte fra le braccia, con lo sguardo rivolto verso un punto impreciso della sua stanza per diverso tempo. Tutti i momenti vissuti in quella che aveva creduto essere frutto della sua fantasia passarono davanti ai suoi occhi come scene di un film, senza alcuna possibilità di mettere in pausa. Si lasciò cadere sul letto con un tonfo incontrollato e, nel portare lo sguardo verso il soffitto, gli occhi gli caddero sull'acchiappasogni appeso sul suo letto. Scattò in piedi ricordando il modo in cui l'oggetto aveva fatto la sua comparsa in quel suo "sogno". C'era una sola persona che avrebbe potuto dargli delle risposte e quella persona era la donna che aveva visto in quel negozio. Velocemente si alzò dal letto e si lanciò verso l'armadio armadio raccattando tu i primi vestiti che trovò a portata di mano, dei Jeans ed una felpa oversize, e corse fuori da casa sua. Inconsapevole del fatto che qualcuno si stesse proprio dirigendo da lui. Non appena aprì la porta pensò di aver inciampato fra i suoi stessi piedi, ma nel momento in cui un lamento familiare arrivò alle sue orecchie capì di essere andato a sbattere contro qualcuno. Nel momento in cui alzò lo sguardo si ritrovò davanti il viso di Haechan in una smorfia di dolore.
<<Haechan>> disse sorpreso di vederlo fuori dal suo appartamento <<Cosa ci fai qui?>>
Il ragazzo si passò una mano sulla schiena dolorante poi spostò lo sguardo, incredulo, sull'amico.
<<Cosa ci faccio? Hai idea di che ore siano? Winwin era preoccupato e mi ha chiesto di passare a controllare che stessi bene>>
Renjun lo guardò non capendo cosa l'altro intendesse. Haechan inarcò un sopracciglio. Afferrò il suo cellulare e sbloccato lo schermo glielo mise davanti al viso. Gli occhi di Renjun vagarono su di esso fino a quando non si posarono su quei numeri che gli fecero notare di essere in ritardo per il lavoro di ben due ore. Era sicuro di essersi svegliato al solito orario, allora com'era possibile che il tempo fosse passato così velocemente? Possibile che la scoperta di non aver solo sognato l'avesse distaccato dal mondo così tanto da aver perso la cognizione del tempo?
<<Io...non me ne ero reso conto>>
<<Lo vedo>> disse Haechan, alzandosi da terra. Si passò una mano sui pantaloni per ripulirli prima di riportare lo sguardo su Renjun. Il ragazzo gli sembrò confuso e perso ciò lo preoccupò. <<Ren tutto bene?>> domandò rendendosi poi conto del cerotto sullo zigomo <<Cosa hai fatto al viso?>>
Sentendo quelle parole Renjun si ricordò per quale motivo aveva lasciato il suo appartamento con tutta quella fretta. Non rispose alla domanda dell'amico, limitandosi a dirgli di dover andare, e riprese a correre verso l'esterno. Haechan gli urlò dietro, richiamandolo, ma quando notò l'altro continuare dritto per la sua strada decise di seguirlo.
Renjun sembrò non sentire i richiami del ragazzo alle sue spalle o semplicemente decise di ignorarli. Il castano ebbe quasi difficoltà a stargli dietro per la velocità con la quale l'altro aveva preso a sfrecciare fra le strade, cercando di evitare le persone che le affollavano e i mezzi che passavano di tanto in tanto. Lo osservò tirare dritto fino a quando non lo vide infilarsi in un negozio che gli sembrò sconosciuto. Rimase all'esterno per qualche istante, incerto sul da farsi, poi deciso a capire cosa avesse reso Renjun così agitato lo seguì all'interno.
Il ragazzo dai capelli platino percorse l'ingresso del negozio a passi decisi, fermandosi solo nel momento in cui si ritrovò davanti a quello strano ma imponente albero. La prima cosa che notò fu che i fiori sbocciati sembravano essere di un numero maggiore e il loro colore variava dal bianco, all'argento, all'azzurro. Per qualche secondo si perse davanti alla bellezza di quella natura che sembrava aver qualcosa di magico, ma una voce alle sue spalle lo riportò con i piedi per terra.
<<Cos'è questo posto?>>
Quando Renjun si voltò vide Haechan guardarsi intorno, meravigliato e sorpreso. La pelle bronzea del ragazzo sembrò quasi brillare non appena la luce giallastra che riempiva il negozio si posò su di lui e i capelli castani sembrarono essere decorati da filamenti dorati.
L'attenzione dei due ragazzi si spostò al loro fianco quando un rumore si propagò. Il loro sguardo si posò sulla porta il legno che si trovava su quello che sembrava essere il retro del negozio, subito dopo la quale vi erano alcuni scalini che si fermavano proprio prima che le radici dell'albero si diradassero sul pavimento. La porta si aprì e da esse fece la sua comparsa la stessa donna che Renjun aveva visto il giorno prima. L'abito blu notte era stato sostituito con uno simile per modello ma di colore bianco. Questa non sembrò essere sorpresa dal ritrovare Renjun nel negozio quanto lo fu dalla presenza di Haechan, perché su di lui il suo sguardo si fermò per qualche istante. L'espressione neutra si trasformò in una di dolcezza nel momento in cui riportò il suo sguardo su Renjun.
<<Sapevo che saresti tornato>> disse la donna, muovendosi verso di loro lentamente. Quando fu a pochi passi dal ragazzo alzò la mano sul suo viso. Renjun fece un leggero passo indietro ma la mano della donna lo raggiunse comunque. Questa passò lentamente il pollice sulla ferita sullo zigomo che sparì come se non fosse mai stata lì. Il ragazzo sfiorò la pelle ormai guarita e nel sentirla liscia corse verso un piccolo specchio appeso ad una colonnina vicino a loro e sgranò gli occhi quando notò la pelle perfetta.
<<Come hai...>> Renjun fu sul punto di chiederle come avesse fatto, ma nella sua mente si formulò immediatamente una domanda che gli sembrò più appropriata <<Cosa sei?>>
La donna sorrise leggermente.
<<Io sono Mei>> rispose, la voce dolce e soffice come una musica soave <<Molti mi chiamerebbero maga, strega, qualcuno anche sacerdotessa e servo la luna, proprio come te>> sorrise.
Il silenzio calò per qualche istante prima che Haechan lo rompesse.
<<Cosa vorrebbe dire questo?>> disse il ragazzo, guardando l'amico.
<<No>> scosse la testa Renjun <<Io...ti sbagli, sono solo un ragazzo come tanti altri>>
La donna rise leggermente, avvolgendoli entrambi.
<<Lo eri>> precisò la donna.
<<Io, non capisco>> sussurrò il ragazzo dai capelli platino.
Lentamente si avvicinò verso di lei, non riuscì però a reggere il suo sguardo intenso e lentamente si ritrovò a guardarsi le mani.
<<Hai ricevuto un dono>> rispose la donna <<Qualcosa che non tutti possono avere, qualcosa che i molti non potrebbero nemmeno immaginare>>
Renjun ed Haechan fecero lo stesso in un gesto automatico. Il primo non riusciva a credere che tutto ciò che gli era accaduto durante la notte fosse dovuto ad un pensiero fatto con totale leggerezza e che quello che aveva creduto essere un semplice albero l'avesse preso in parola. Il secondo non riusciva a credere a nessuna parola di ciò che sentiva e ad ogni nuova informazione si sentiva sempre più confuso.
<<Non ha alcun senso>> disse Renjun <<Come può un albero avermi portato trasportato in un passato così lontano? Come posso essere un sacerdote della luna? Come posso riportare la pace in un regno così....complicato? Come può essere tutto vero? Perché io?>>
La voce del ragazzo era agitata, i suoi respiri si susseguivano velocemente e il cuore gli batteva a ritmo serrato. Le mani gli tramarono e, notandolo, Haechan non riuscì a trattenersi dall'affiancarlo. Non riusciva a capire nulla di ciò che stava accadendo né di ciò di cui i due stessero parlando, ma nonostante tutto non poteva ignorare lo stato in cui fosse l'altro. Questo si voltò a guardarlo e nei suoi occhi vide la pura e totale confusione.
<<Comprendo la tua confusione, Renjun>> annuì piano Mei <<Ma non sempre esistono delle risposte che possano soddisfare le tue domande. Questo albero è ricco dell'essenza della luna stessa ed il mio compito e quello di prendermene cura e aiutare chiunque entri in questo negozio, guidato da esso. Non so perché la luna ti abbia scelto, ma ciò di cui sono sicura è che la nostra padrona non agisce senza motivo>>
Renjun fu visibilmente dispiaciuto da quelle parole, poiché aveva davvero sperato di avere delle risposte che lo aiutassero a capire.
<<Un momento>> disse Haechan, intromettendosi nel discorso, catturando lo sguardo della donna su di se <<Quindi stai- sta dicendo che la luna è dotata di una volontà ed abbia scelto Renjun per farne...non ho capito cosa? È assurdo>>
La donna lo guardò per qualche istante, in silenzio.
<<Molte cose che a noi non sembrano altro che oggetti inanimati possono in realtà nascondere delle sorprese. La tua mente sta certamente provando a trovare una soluzione logica a tutto ciò a cui stai assistendo, Donghyuck, ma sento anche la meraviglia con cui il tuo cuore crede alle mie parole>>
Il ragazzo sgranò gli occhi a sentir pronunciare dalla donna il suo nome. Non quello che i suoi amici utilizzavano per rivolgersi a lui, non un soprannome, il suo vero nome.
<<Come->>
<<Ci sono tante essenze intorno a noi e nulla può sfuggire ai loro occhi>> sorrise la donna, in modo rilassato <<Renjun>> lo richiamò, facendo si che portasse i suoi occhi su di lei <<Non posso dirti come il viaggio che affronterai, né esiste un modo per fuggire da esso, perciò ho solo un consiglio da darti. Vivi tutto ciò che accadrà con tutto te stesso e agisci secondo il tuo cuore>>
Lo sguardo del ragazzo nascondeva ancora tutta la sua preoccupazione e la sua incredulità verso l'intera situazione, ma nonostante ciò aveva avuto prova che le parole della donna fossero piene di verità. Aveva ascoltato il suo consiglio ed aveva anche annuito ad esso, in un segno istintivo, non sapeva però se sarebbe riuscito a metterlo in pratica.
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