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Il ragazzo aprì di scatto gli occhi venendo abbagliato dalla forte luce del sole. Velocemente li richiuse e per poi aprirli lentamente solo dopo aver portato una mano a ripararli. Sbatté diverse volte le palpebre cercando di mettere a fuoco ciò che si trovava davanti a lui. Sentiva il cinguettio degli uccelli e il rumore dell'acqua che scorreva lentamente. Abbassò lo sguardo e vide, attraverso le tavole del ponticello dipinto di rosso su cui si trovava, uno stagno in cui galleggiavano delle ninfee alti fili d'erba che crescevano a poca distanza da lui. Delle piccole rocce tonde arrivano dalla riva fino al centro dovesi trovava una roccia più grande di tutte le altre, quasi simile ad un piedistallo.

Renjun stinse il parapetto del ponticello e si guardò attentamente intorno. Sgranò gli occhi alla vista. Un antico palazzo, d'età imperiale. Lanterne ancora accese per la notte erano appese lungo le colonnine intorno ai vari edifici che componevano l'intero palazzo.

<<Sono diventato sonnambulo e sono finito sul set di un drama storico?>> si disse, confuso.

Un pensiero gli attraversò la mente e subito portò lo sguardo sul suo corpo. Non vide più la tuta grigia e la maglia bianca con cui era andato a dormire, al loro posto vi era un raffinato Hanbok di un chiarissimo azzurro e stoffa bianca. Velocemente scese giù dal ponticello e si avvicinò allo stagno per specchiarsi, e lì notò che anche i suoi capelli erano cambiati. Il suo biondo platino era rimasto immutato, ma le punte erano sfumate di un blu così particolare che sembrava quasi fosse stato mescolato con dell'argento.

<<Ma che sta succedendo?>> sussurrò fra sé e sé.

Un forte rumore alle sue spalle catturò la sua attenzione, facendolo sobbalzare. Quando si voltò davanti a sé trovò quelle che sembravano essere delle guardie, vestite da lunghi abiti rossi, cappelli tondi e neri da cui pendeva una cordicella decorata. Nelle loro mani erano strette delle lunghe lance spade le cui grandi e ricurve sommità erano puntate contro Renjun.

<<Chi sei? Come sei entrato qui?>>

Alle domande delle guardie, pronunciate con tono perentorio e minaccioso, il ragazzo si pietrificò sul posto. Come poteva tutto quello essere vero? Eppure, se si trattava di un sogno la sua mente doveva essere eccezionale per riuscire a ricreare determinati dettagli in modo così veritiero.

<<Ti ho fatto una domanda>> disse nuovamente una delle guardie, avvicinando la sua arma contro il ragazzo, tanto che la punta dell'arma gli sfiorò il lato sinistro del viso, ferendolo.

Renjun sobbalzò e fece un passo indietro, si portò una mano sullo zigomo e ci passò il dito che portò sotto il suo sguardo per vederlo sporco di sangue. Aveva sentito il dolore di quel taglio, se fosse stato un sogno avrebbe dovuto svegliarsi, allora perché si trovava ancora in quel posto assurdo?

<<Possibile...che non sia un sogno?>>

La guardia fu sul punto di parlare nuovamente, ma qualcuno lo interruppe prima che potesse anche solo aprire bocca o compiere un passo.

<<Cosa sta succedendo?>>

La voce tuonò forte e autoritaria alle loro spalle così i tre si voltarono in quella direzione. Un giovane ragazzo era in piedi sul piccolo ponticello sul quale si trovava poco prima Renjun, questo indossava un elegante hanbok blu notte. Molto più raffinato ed elegante di quello che indossava lui, che notò una certa somiglianza con i principi che aveva sempre visto nei drama storici in tv. Il ragazzo aveva dei capelli neri che gli ricadevano sugli occhi profondi e scrutatori. I lineamenti del suo viso erano taglienti e marcati, ma di un'eleganza che l'altro non avrebbe saputo descrivere.

Al suo fianco vi era un ragazzo vestito con un hanbok di un verde smeraldo. Un copricapo simile a quello dei funzionari di corte nascondeva in parte i capelli di variegate sfumature di castano. Al petto stringeva quello che sembrava essere un quaderno ed un piccolo pennello da scrittura. I lineamenti del suo viso erano più dolci rispetto a quelli del ragazzo, e il suo sguardo era più sorpreso e confuso. Dietro di loro vi era una lunga fila di quelli che Renjun riconobbe come eunuchi, dame di corte e servitori.

<<Vostra altezza>> dissero immediatamente le due guardie, inchinandosi <<Abbiamo trovato un intruso, ci stavamo accertando della sua identità>> proseguì una di loro.

Renjun portò lo sguardo prima sulle due guardie poi sul ragazzo davanti ai suoi occhi.

Altezza?

Lo sguardo del principe fu immediatamente su di lui. I suoi occhi si assottigliarono per qualche istante, come se avesse preso a studiarlo in ogni minimo dettagli. Uno degli eunuchi lo emulò, e non appena i suoi occhi furono su Renjun, o meglio sui suoi capelli, questi si spalancarono in modo quasi innaturale.

<<Yuè>> urlò sorpreso.

Subito si voltò verso il ragazzo davanti a lui e inchinandosi gli sussurrò qualcosa all'orecchio. Questo ascoltò attentamente le sue parole poi puntò lo sguardo contro le due guardie.

<<Tornate al vostro lavoro, ci penserò io>>

Le due guardie sembrarono incerte per un momento e si guardarono confuse.

<<Allora, non avete sentito il vostro principe?>> urlò lo stesso uomo che aveva sussurrato all'orecchio del ragazzo poco prima.

Le guardie sobbalzarono leggermente e subito s'inchinarono.

<<Agli ordini vostra altezza>> urlarono, prima di voltarsi e per i vari sentieri del palazzo.

Renjun si sentì per un momento sollevato nel vedere le due guardie andar via, ma quando si voltò e incrociò nuovamente lo sguardo del principe si sentì con le spalle al muro. Il ragazzo non gli puntò nessun'arma contro, eppure i suoi occhi bastarono per ancorarlo al terreno.

Il ragazzo chinò leggermente il capo e lo guardò di nuovo, strinse gli occhi quando notò il taglio sul suo zigomo.

<<Sei ferito>> disse con un tono serio <<Chi è stato?>>

Renjun si portò una mano alla ferita e si voltò istintivamente verso il luogo dove poco prima si trovavano le guardie, rispondendo così implicitamente alla domanda.

<<Oh cielo, oh cielo>> disse l'eunuco in modo così enfatico da sorprendere anche i ragazzi al suo fianco, guadagnandosi al contempo uno sguardo totalmente confuso da Renjun <<Come hanno usato ferire il sommo Yuè. Farò in modo che gli mozzino le mani>>

Renjun non capì perché l'uomo l'avesse chiamato in quel modo, ma era sicuro si stesse riferendo a lui e non appena sentì cosa stesse pensando di fare alle due guardie si agitò.

<<No vi prego>> disse, portando le mani avanti, mentre la voce gli tremò <<Stavano solo facendo il loro lavoro>> aggiunse, cercando di essere convincente.

L'eunuco lo guardò come se avesse appena detto la cosa più inverosimilmente assurda che avesse mai sentito, il ragazzo al suo fianco alzò un sopracciglio mentre il suo viso si rilassò, mentre quello che aveva ormai capito fosse il principe sorrise divertito.

<<Cosa avete da sorridere?>> disse l'uomo, che sembrava essere vicino ad avere una crisi di nervi <<Loro hanno->>

<<Basta così Shun>> parlò il principe, e immediatamente l'uomo di placo, dopo aver rilasciato un sospiro frustrato <<Venite con me, curiamo quella ferita>> disse poi verso Renjun.

Il ragazzo si sentì se possibile ancora più confuso da quell'intera situazione, ma capì che non aveva altra scelta. Sentì che se avesse veramente voluto capire cosa stesse succedendo avrebbe dovuto seguire quel ragazzo e magari riuscire a fargli qualche domanda, perciò annuì leggermente e con passi incerti si avvicinò a lui. Il principe tornò sui suoi passi, attraversando la strada che i servitori alle sue spalle avevano aperto per lui sistemandosi ai lati, questi avevano che anche Renjun, il ragazzo vestito di nero e l'eunuco li superassero prima di ricomporsi in una fila e seguirli.

Renjun osservò il tutto con la coda dell'occhio e si ritrovò a sperare dentro di sé di riuscire ad avere risposte a tutte le sue domande. 

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