Nono capitolo
Il pomeriggio alle 4:00 in punto sento il campanello suonare, finalmente avrò la prova che le cose che vedo non sono solo frutto della mia immaginazione ma pura realtà.
Oppure mi sarà dimostrata la mia pazzia.
Non so cosa sperare.
Vado ad aprire e vedo Matt, mi avvicino alle sue labbra dandogli un bacio, senza di lui ora sarei sul mio letto a deprimermi.
La tavola che porta sottobraccio è di legno scuro, ha le tutte le lettere dell'alfabeto incise di un colore dorato, ci sono i numeri in fila e le parole "Hello" e "Goodbye", anche "yes" e "no".
Il quadrante è dello stesso legno della tavoletta ed ha una lente nel centro, è triangolare, credo sia perché il tre rappresenta la perfezione, simbolicamente parlando ovviamente.
"Sei sicura di volerlo fare?"
"Si, tu?"
"Certo."
Devo assolutamente sapere di più di questa storia, devo per forza.
Mi spiega che sua nonna, quand'era ancora viva, gli raccontò che per fare una cosa del genere in sicurezza bisogna mettere i quattro elementi intorno alla tavola: acqua, aria, terra e fuoco.
Così mettiamo l'incenso per l'aria, una candela per il fuoco, il sale per la terra e una tazzina d'acqua rappresentante quell'elemento.
Disponiamo il tutto a terra e ci mettiamo a gambe incrociate da una parte e dall'altra della tavola.
I fantasmi non esistono, non succederà nulla.
Mettiamo due dita a testa sopra il quadrante e lo giriamo, una volta per ogni persona, quindi due cerchi complessivi.
Adesso aspettiamo.
Passano cinque minuti, ancora nulla.
Questo silenzio assordante e la piccola speranza che qualcosa succeda mi stanno uccidendo.
Sono un po' delusa perché ancora non sta accadendo nulla.
Guardo Matt, ha l'aria di uno che sa di aver ragione, è soddisfatto.
Dopo circa sette minuti succede qualcosa, il puntatore inizia ad oscillare leggermente.
"Matt finiscila, non prendermi in giro."
"Non sto facendo nulla!"
"Si, okay, certo."
Il puntatore si muove e si posiziona sopra la parola "Hello".
Avevo ragione? Com'è possibile? Queste cose non esistono!
Matt guarda il tutto con una faccia meravigliata.
Il puntatore comincia a muoversi di nuovo soffermandosi su alcune lettere:
"B" "L" "A" "K" "E"
Impallidisco, cos'è questa cosa?
"Matt, ho paura. Voglio smettere."
"Dai Blake, ci hai creduto davvero?"
Che sta dicendo?!
"Cosa?!"
"Pensavo l'avessi capito che era uno scherzo, i fantasmi non esistono e questa ne è la dimostrazione."
Sorride, quel sorriso dolce ora non mi provoca altro effetto se non aumentare ancora di più la rabbia che sto provando.
"Vattene."
"Che?"
"Esci subito da casa mia."
"Sul serio? Te la sei presa così tanto?"
"Non voglio ripetertelo di nuovo."
Matt se ne va lasciando qui la tavola.
Sento la rabbia ribollire nel mio corpo, come ha potuto?! Sapeva quanto questo sia importante per me.
Subito dopo comincia a riempirmi di messaggi di scuse.
Lo ignoro, non avrebbe dovuto farmi questo.
Osservo la tavola, ancora lì.
Provo a sedermi e mettere la mano sul puntatore, dopo pochissimo si muove, va di nuovo sul saluto.
Terrorizzata tolgo subito le dita da lì e scappo in camera mia, cosa mi succede?
Devo assolutamente scendere per togliere quell'oggetto da lì prima che i miei tornino.
Vado in salotto facendo bene attenzione alle cose che ho intorno, raggiungo la tavola e mi volto per tornare in camera.
Sento sbattere la porta d'ingresso che è proprio dietro di me, si è aperta.
Mi volto immediatamente, il vento freddo mi scompiglia i capelli.
Sconvolta, soffermo il mio sguardo fuori, noto che nessuna foglia degli alberi intorno alla casa si muove.
Non c'è vento.
Scoppio in lacrime in mezzo al salotto.
Forse mia madre ha ragione, dovrei andare da uno psicologo.
I miei entrano in casa e vedendo quella scena pietosa.
Ho le guance rigate dalle lacrime, gli occhi arrossati e sono pallida, mi rendo conto anche di tremare come una foglia.
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