Diciannovesimo capitolo
Ultimamente sto trascurando Matt, il fatto è che non ci riesco a stare con lui perché ogni volta penso soltanto a quando tornerò a casa e potrò rivedere James.
Ho continuato a leggere il suo diario ma non c'è nulla che potrebbe aiutarlo nelle pagine che ho letto fin ora.
Descrive giornate normali: uscite al parco, il suo lavoro, la musica.
Ho deciso che oggi dopo la scuola sfoglierò il diario cercando qualcosa che attiri la mia attenzione e che sia diverso dalla sua solita routine quotidiana.
Mentre faccio questo tipo di pensieri, che ormai occupano le mie intere giornate, sono arrivata a scuola.
Entro dal grande portone e mi guardo intorno, spero di non incontrarlo, ultimamente non ci stiamo parlando...
Arrivo in classe riuscendo a evitarlo.
Mi siedo sul mio banco, ormai uso sempre quello.
Arrivano anche gli altri studenti e una ragazza si ferma davanti a me.
"Scusa, hai qualcosa sotto il banco! Smembra una lettera."
Mi dice sorridendo.
Abbasso lo sguardo e la vedo, è davvero una lettera... chi l'avrà lasciata qui?
"Grazie mille! Non l'avevo notata."
Rispondo.
Afferrò la busta e noto che sopra c'è scritto il mio nome, la calligrafia non mi sembra di conoscerla però.
La apro e leggo cosa c'è scritto all'interno.
"Per Blake.
Cara, carissima Blake.
Lo so che ti sei dimenticata di avere un ragazzo ma lui non si è scordato di te, o almeno non ancora.
Lo sto aiutando a dimenticarti, tranquilla.
E sì, proprio nel modo che credi.
Lui mi è sempre piaciuto e se non fossi arrivata tu all'improvviso sarebbe stato mio e adesso non dovrei "consolarlo".
In effetti lo sto facendo da quando gli hai dato buca quella sera per la cena.
Comunque sarà mio presto e se ne vuoi la prova vieni al parco davanti a casa sua oggi alle 17:00.
Sophia."
Non ci credo, non voglio crederci.
Infondo non mi importava poi più tanto di lui ma... questa storia è iniziata quando gli ho dato buca a cena.. il che vuol dire che anche quando sono andata a casa sua continuava a tradirmi, magari su quello stesso letto!
L'unica cosa che sento ora è il disgusto e la rabbia che crescono sempre di più fissando quelle parole.
"Consolarlo."
Oggi andrò al parco e vedrò se tutto questo è vero.
"Lo sto aiutando a dimenticarti."
Le parole risuonano nella mia testa.
Cominciano le lezioni e non ascolto una parola di nessuno dei professori, infatti vengo richiamata diverse volte.
Ma non mi interessa.
"Nel modo che credi."
Sto uscendo da scuola e questa volta voglio proprio incontrarlo.
Ma non succede, invece incontro Maya, le chiedo di accompagnarmi oggi e le mostro la lettera.
Lei rimane a guardarla sbalordita.
"Sapevo che aveva una cotta per lui... ma non pensavo arrivasse a questo, comunque ti accompagnerò."
"Grazie..."
Prima di andare via Maya mi abbraccia, cerca di consolarmi.
In effetti non ho bisogno di essere consolata, sento solo molta rabbia.
Torno a casa e non pranzo, mi dirigo subito in biblioteca.
Sfoglio la parte del diario che ancora non ho letto, osservando le pagine per qualche secondo.
In effetti noto qualcosa.
Anche se potrebbe non avere nessun significato.
Le date in cui è stato scritto da un certo punto in poi diventano sempre più distanti tra loro, eppure voleva scrivere ogni giorno, ma magari si è solo stancato.
Vorrei andare all'origine di questo fatto e leggerne il motivo, se mai esiste.
Ma il nervoso invade tutto il mio corpo e non mi permette di stare lì a leggere, ho bisogno di sapere.
James mi appare davanti, mi osserva.
Io lo guardo, penso abbia notato che c'è qualcosa che non va.
Ora sto evitando il suo sguardo trasparente, scappo al piano di sopra e vado a fare una passeggiata da sola mentre attendo l'ora segnata sulla lettera.
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