Decimo capitolo

Oggi è il 2 Ottobre, alle 4:00 ho la mia prima visita dallo psicologo, mi sento strana, mi fa male lo stomaco.
Non voglio essere diversa, non essere voglio diversa in questo modo.
Il problema è che quando succede qualcosa tutti ti giudicano, che siano amici o familiari, tutti lo fanno sempre.
Matt stamattina mi ha rassicurata, abbiamo fatto pace dopo quello scherzo.
Arrivo nello studio del dottor Michael Thomas, si presenta, è un uomo anziano, sembra amichevole.
Forse è solo quello che mi vuole trasmettere, amicizia.
Mi fa sdraiare su un lettino di stoffa marrone con un bel cuscino, è molto comodo lo ammetto.
Mi dice che posso chiamarlo Michael e di raccontargli cosa mi accade.
"Da quando mi sono trasferita in quella casa continuo a vedere e sentire cose strane, è cominciato tutto con un rumore che poi sono diventati ombre e dopo ancora sogni che ormai non mi abbandonano più."
"Bene signorina Williams, posso chiamarla Blake?"
"Certo."
"Credo che tutto questo sia dovuto allo stress provocato dal trasferimento, ma per saperne di più dovremmo continuare a parlarne, è disposta a farlo?"
"Si."
Lo psicologo mi ha detto che tutto quello che vedo è pura immaginazione, sono sensazioni che la mia mente crea per convincermi che questo non sia il posto giusto per me, perché voglio tornare a casa, ma non è così.
Mi ha consigliato di non farci più caso a quegli avvenimenti e mi ha detto che scompariranno se non gli darò più peso.
Dopo una settimana di sedute ha detto ai miei di tenermi occupata, ora organizzano uscite, piccole vacanze nei week-end o cose del genere e devo ammettere che va un po' meglio, ma solo un po'.
Matt mi incoraggia in questo e mi ha chiesto di uscire domani, vuole portarmi fuori a cena.
Oggi pomeriggio sto a casa da sola, ho deciso di superare questa paura, avevo ragione fin dall'inizio, i fantasmi non esistono.
Vado nel salotto per guardare un po' la TV, c'è un documentario sugli UFO, beh per quanto mi riguarda credo nell'esistenza degli alieni.
Loro sono una cosa diversa, ci sono prove scientifiche e teorie molto realistiche.
Michael mi ha dato anche delle pasticche per dormire quando non ci riesco, ultimamente le sto prendendo spesso e il loro effetto è abbastanza forte, mi alzo la mattina riposata ma confusa.
Voglio dormire quindi ne prendo una e vado a letto, mi addormento immediatamente.
Poco dopo però mi sveglio per il freddo, c'è un freddo incredibile.
La finestra della mia camera è aperta.
"Mamma? Papà?!"
Niente, di nuovo.
Com'è possibile una cosa del genere? Mi sono alzata nel sonno e l'ho aperta?
Vado a chiuderla, dovrei ignorare queste cose come ha detto il dottore.
Chiudo la finestra ma sento ancora del vento freddo provenire dal corridoio.
Mi guardo intorno, sono aperte le finestre anche qui, anche nelle altre camere.
Vado al piano di sotto e trovo la stessa situazione.
Sono ancora confusa per colpa del medicinale, non capisco bene cosa stia accadendo.
Non ho le forze per rendermi conto di cosa succede intorno a me.
All'improvviso sento ancora dei suoni, la melodia del pianoforte, il volume aumenta sempre di più.
Sto diventando pazza?
No.
Non sono pazza.
Ci deve essere qualcosa qui.
Sento di nuovo lo sbattere della finestra, la paura sale, mi sento così impotente.
Poi dei rumori dalla soffitta.
Mi dirigo sulle scale e arrivo al piano di sopra, lancio uno sguardo in corridoio e finalmente vedo qualcosa in più, un volto.
Ora l'origine delle mie paure e dei miei incubi comincia a prendere una forma.
Eppure mi sento molto attratta dai suoi occhi, sono intensi e gentili, sembra che mi guardino dentro.

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