Parte 2


Era sera ma le luci della nostra stanza erano ancora accese;

Io indossavo il mio mordido e chiaro pigiama ed ero seduta a gambe incrociate sopra il mio letto mentre Camila era seduta ai piedi del suo letto e stava sfogliando una rivista e Lauren stava fumando una sigaretta sdraiata sopra al letto di Camila,dietro di lei

"Ehi, novellina! Che ne pensi di Vaughnie?" mi chiese Lauren

La ragazza era in tuta e indossava una maglia a maniche corte,aveva la mano sinistra appoggiata sopra la spalla sinistra dell'altra ragazza.

"Non chiamarla novellina, sei scortese, eh!" la richiamó Camila amichevolmente ridendo e spostando lo sguardo verso di me

"Miss Vaughn è gentile" mi limitai a rispondere,dato quel poco che sapevo sulla preside

"Si dicono cose poco carine sul suo conto" disse Camila sfogliando la rivista

"Lei e Bannet se la fanno di sicuro" rise Lauren dando una pacca alla spalla di Camila

"Lauren,non esagerare! Sono due donne single, e sono molto amiche. Non c'è niente di strano. Non essere perfida, o omofobica" disse Camila mantenendo lo sguardo sulla rivista

"È stata gentile con me. Cioè... è stata... normale. Cioè, certo non..."

"Io non dico che non è gentile, novellina. Dico solo che è una di Lesbo. E s'è presa una cotta per Camila.
Ha buon gusto la signora.Bellissima..." Lauren prese la guancia di Camila e posó la sigaretta,prese un cuscino e glielo tiró sopra la testa

"Ah, ah, ah!" rise  l'altra mentre anche lei prese un cuscino.

Le guardai ridere e fare la lotta con i cuscini,e mi spuntó un sorriso.

Mi sveglió la poca luce che entrò dalla finestra,la prima cosa che notai è che Camila e Lauren non c'erano più.

Così mi alzai e andai verso la finestra e le vidi.
Prima di osservare dalla finestra riflettei sull'ora: doveva essere molto presto,forse le cinque o le sei di mattina

Vidi le due ragazze baciarsi con passione fuori,vicino alla strada.
La distanza tra i loro visi era come annullata e i loro corpi uniti si muovevano armoniosi.

Non ero sicura di cosa stessero facendo.
Lo so che sembrerò ingenua, ma... a prima vista pensai che si stessero allenando per uscire coi ragazzi.

Dov'ero vissuta fino ad allora le cose si erano fermate a quando i miei erano ragazzi.
Ma solo più tardi capii che mi ero sbagliata,sbagliata di grosso

"È pieno giorno, dormigliona, giù dal letto, brutta poltrona!"

Mi svegliarono voci vicine e un rumore provocato dal letto: una ragazzina stava saltando sopra il letto di Camila,tentando di svegliarla.

"Sofi, lasciami in pace, rompiscatole" si sveglió Camila
"Mary B, questa è mia sorella Sofia, è una somara. Vero, Sofia?"

Sofia mi guardò per la prima volta,poiché non mi aveva ancora vista da quando ero lì

"E ha delle verruche sulle dita dei piedi. Fa veramente schifo."

"No! Bugiarda!"

"Leva quei piedacci dal mio letto!"

"Non darle retta, Mary, i miei piedi sono perfetti!" si rivolse a me Sofia,scesa finalmente da quel letto

"Portate via di qua quelle cosciotte oscene! Fuori! Fuori, fuori, fuori! Se vi rivedo qui vi prendo a calci nel sedere, brutte ochette giulive! Ah, che rompipalle!" Gridò Lauren portando fuori tutta la ciurma di ragazzine

Camila si alzó sorridendo
"Oggi a colazione ci sono le crepes di mirtilli!"

"Eh, allora..." ridemmo io e Lauren

"Senti che buon profumo. Assaggia questo."

Lauren mi presentó alle altre ragazze del tavolo;

"Che profumo meraviglioso. Io potrei dare anche la vita per le crepes di mirtilli. Tu non le trovi stupende, Mouse?" disse felice Camila guardando il suo piatto

"Ehm,sì"
Appena risposi,Sofia e le sue amiche vennero nel nostro tavolo con in mano la colazione

"Ehi, ehi, ehi, niente poppanti qui. Via!" esclamò Lauren
"Sì, via! Andatevene!"
"Dovete sloggiare!" aggiunse Camila

"Perché dobbiamo andarcene?" disse Sofia arrabbiata

In quel tavolo tutte le ragazze iniziarono a urlare "Via! Via! Via! Via! Via! Via! Via! Via! Via! Via! Via! Via! Via! Via! Via! Via! Via! Via! Via! Via!" procurando l'attenzione di tutti,e Sofia e le sue compagne finalmente andarono

"Vogliamo definire il valore minimo della funzione quadratica. Ora, per poterlo fare dobbiamo completare il quadrato. Conoscendo il coefficiente principale che è...? Lo conoscete, ragazze! Cordelia?"

"Uno" rispose la ragazza seduta sopra al banco,mentre la professoressa Eleanor Bannet,capelli scuri,corti,alta,con lineamenti decisi,spiegava alla lavagna"

"Uno, sì. Grazie.
Non ci resta che aggiungere la metà del termine lineare a X..."

La professoressa guardò Camila che era girata dall'altra parte e stava parlando con una compagna guardando e sorridendo a Lauren

"..ed elevare il tutto al quadrato per ottenere il termine costante di undici.
Camila?"

Tutta la classe si zittì mentre Camila si girò e fece scena muta

"S,si?"

"Vieni, aiutami." disse la professoressa

"Lei vuole che io risolva il problema?"

"Sì. Voglio che tu risolva il problema."

"Ok. Ci provo"

La ragazza si diresse verso la lavagna,prese un gesso e guardò l'equazione ma non riuscì a scrivere nulla

"Dov'è la difficoltà, Camila?"

"Non è chiaro" rispose la ragazza,osservando bene la lavagna,quasi disorientata

"Esattamente che cos'è che non ti è chiaro?"

"La X, insomma... Che ci fa quella X? Cioè... perché... che cosa... che cos'è una X?" la risposta di Camila fece procurare una risata alla classe mentre la professoressa si poteva capire,stava diventando nervosa

"Non ti è chiaro che cos'è la X? Forse se passassi meno tempo a ciarlare, e un po' più di tempo ad ascoltare..."

"Ciarlare? Considero questa parola un pugno in faccia, signora Bannet." disse da infondo della classe Lauren

"Spiegati meglio,Lauren" guardò la ragazza,la professoressa a braccia conserte

"È la parola che usano i maschi per denigrarci, banalizzare e smerdare i nostri discorsi. Sta dalla loro parte anche lei, eh?"

"Lauren Jauregui, io non ti... consento di utilizzare questo genere di linguaggio nella mia classe! Non farlo mai più, hai capito? Ne ho fin qua sopra, fino in cima ai capelli della tua mancanza di rispetto."
Lauren si alzó dalla sedia,prese Camila e risolse la formula spiegandole i passaggi

"Che stai facendo?"

"Sto insegnando, signora Bannet, quello che dovrebbe fare lei."

"Ora fuori dalla mia classe! Andrai da miss Vaughn, le spiegherai il motivo per cui ti ho espulsa dalla lezione e ne subirai le conseguenze. Hai capito? Non sono stata abbastanza chiara?"

Lauren diede il gesso a Camila,si girò verso l'insegnane e le sorrise
"Ti saluto, allora, Eleanor."

"E adesso che lezione hai?" mi chiese Kara,una mia compagna del corso di matematica

"Lettura"

"Okay, è in fondo al corridoio, sulla tua destra. Okay?"

"Grazie" le sorrisi

"È semplice. Ciao"

Per andare a destra passai per la presidenza e guardando Lauren mi fermai un attimo sentendo la voce di Lauren e della preside

"È lei che ha sbagliato." urlò Lauren

"Tu devi metterti bene in testa che Camila non è tua, e che può difendersi da sola. Hai capito? Hai capito?"

"Ma lei non ha detto niente, non ha parlato."

"Ma figurati"

"Non si stava difendendo"

"Forse perché sapeva di aver torto!"

"Ma che cosa? È stata aggredita dalla Bannet, e io..."

"Doveva ascoltare la lezione. E comunque non ti permetto di terrorizzare la mia scuola, è chiaro? Proprio tu, Lauren, a cui ho dato tanto. Ti ho concesso tantissimo, Lauren, e tu lo sai. Forse anche troppo, ti ho concesso."

Decisi di andarmene e di non ascoltare più,molte di quelle parole non le capivo,così decisi di lasciar stare.

"Una lettera alla mia madre naturale." saltellò per la stanza Lauren in pigiama

"Scritta da te? Vuoi dire che ti hanno dato il suo indirizzo?" chiese Camila sorpresa,felice

"No, ma... hanno... hanno detto che gliela faranno avere. E se lei lo accetta, possiamo anche incontrarci."

"Oh, cavolo"

"Lo so, questa sarebbe una cosa... "

"Fantastica" finì la frase Camila,la quale era seduta sul proprio letto insieme a me,mentre Lauren era seduta sul suo.

Lauren prese dalle mani una lettera e la aprì
"Cara vera madre, non avere paura.
È comprensibile che tu mi abbia mollata, eri solo una ragazzina, ti capisco in pieno. Non mi devi temere, io sono innocua. So che hai avuto una vita dura, mentre la mia è stata buona, confortevole, anche se un pochino... gelida. Immagino che abiti in qualche seminterrato di periferia, e che ti fai il culo per guadagnarti da vivere. Ho pensato di scriverti, così potremo farci una birra, qualche volta. Con affetto, tua figlia, Lauren.
P.S.: Janet è la mia finta madre, sorride con gli occhi tristi e ha le mani fredde."

"Io spero che ti risponda" sorride Camila dando una carezza alla ragazza

"Quando sarà vecchia, io me la porterò in giro sulle spalle" affermó la ragazza,felice

Eppure c'era una curiosità dentro di me che non riusciva a trattenersi

"Almeno l'hai mai vista?"

"Quelle dell'Infanzia mi hanno preso da lei in ospedale. Lei mi ha tenuto un giorno intero, sempre in braccio. Così mi hanno detto." mi rispose Lauren riportando il foglio dentro la lettera e mettendola sotto il materasso

"Io non scrivo mai a mia madre. Ci parliamo solo al telefono" parlò Camila

"Per questo forse non le dici quello che pensi."

"Io non le posso dire quello che penso, Lauren Insomma, come potrei dirle quello che penso veramente? Anche in una lettera." prese un respiro la ragazza

"Scriverei: cara mamma, io ti odio per una varietà di motivi, il più recente dei quali è dovuto ai tuoi commenti sui miei denti davanti ai tuoi grossolani amici.
Tu vuoi che io sia la perfetta signorina elegante e raffinata che diventerà una rispettabile signora, concubina di qualche banchiere, come te.
Ma la verità è che tu sei come una droga per me, come la cioccolata.
È come se io non riuscissi a fare a meno di te.
Ti sto addosso continuamente, e tu continui a darmi calci sui denti con le tue parole, col tuo tono, e certe volte io... non lo so, vorrei proprio che tu morissi."

"Senza rimorsi,Camila" Lauren batté il cinque a Camila

"Pensavo che non l'avrei mai detto!" rise Camila

"La mia matrigna mi fa sempre un sacco di osservazioni. Mi offende. Io la odio. È gelosa del rapporto che ho con mio padre" dissi,quelle parole mi uscirono spontaneamente

"Anche la mamma di Camila è gelosa di lei. Ma proprio gelosa pazza!" disse Lauren mentre Camila andò sopra il suo letto di fianco a lei,si stavano abbracciando

"Perchè sarebbe gelosa di me?" rise Camila guardando Lauren,che le diede un leggero bacio sulle labbra.

Poi guardarono me,capendo di aver fatto qualcosa di non appropriato e Camila mi parlò dolcemente.

"Ehi, Mary, tu non l'hai ancora scritta la tua lettera."

"Ah... Lei è morta tre anni fa."

"Oh, mi dispiace." disse la ragazza alzandosi e sedendosi vicino a me

Camila era dolce,una delle più dolci persone che abbia mai conosciuto.

"No, figurati, non vedo perché dovrei scriverle una lettera."

"Magari ti sente, sai.." disse Lauren

"Se dovessi scrivergliela..."

"Coraggio, fallo"

Presi un lungo e profondo respiro,chiusi gli occhi ,e pensai

"Cara madre, ti ricordi cosa mi hai detto quando eri malata, moribonda, anzi?
Era autunno.
Ottobre. Faceva ancora caldo quell'anno, e la tua camera profumava di mele un po' troppo mature.
Io tenevo la tua testa tra le mie braccia, e il tuo respiro era così affannoso, e così leggero...
Dicesti, Mary, ti prego,
ricordati di me.
E il fatto è che a volte mi capita di dimenticare il tuo viso."
finii di parlare,e aprii gli occhi bagnati

"Brava" mi disse Lauren

"Non te lo ricordi davvero il suo viso?" disse Camila,mentre una lacrima le scendeva e le bagnava lo zigomo

"A volte mi succede"

"Questo lo trovo veramente triste" accarezzó la mia spalla Camila

"Brava. Sarà il tuo nuovo nome. Mary B, B per Brava. Mouse è morta!" ritornò con la sua energia la ragazza maschiaccio e dagli occhi smeraldo

"Siamo contente di averti come compagna di stanza. Vero, Lauren?"

"Certo! E tu sei contenta di avere noi come compagne, Mary B? Dì la verità, sinceramente."

Le ragazze mi fecero ridere e mi fecero dimenticare di essermi appena aperta per la prima volta,con loro provavo una strana sensazione di.. leggerezza,pura,leggerezza.

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