loop di vita e morte

Anno 1790 D.C.

Camminavo in mezzo a gente malfamata e strane scatole di ferro rumorose che sputavano fumo. Migliaia di persone sull'orlo della morte, sporche sia nel corpo che nell'anima, vivevano solo di sopravvivenza e pane secco, mentre altre camminavano con abiti più puliti e oggetti d'oro che avevo visto solo indosso alla mia amata principessa. Da quello che avevo capito mi trovavo in una parte del mondo chiamata "Francia" e una grossa guerra interna aveva messo tutto in subbuglio. Entrai in un negozio di alimenti, mi fermai al bancone

<<Salve, c'è nessuno? Avrei bisogno di cibo per un lungo viaggio>>

Abbassai lo sguardo verso il taschino contenente il denaro, lo aprii per vedere quanto c'era

<<Quanto cibo posso prendere con d->>

Mi bloccai. Era lei. La mia Alish

<<Alish...>>

<<Come scusi? Perdonatemi ma io non conosco tale nome... Io mi chiamo Francine>>

La sua melodiosa voce

<<Oh... Ehm, perdonatemi... Somigliate a una persona a me cara e mi è sfuggito il nome>>

<<Non è un problema... Spero almeno di essere all'altezza di poter essere scambiata per questa preziosa persona... E la sua fidanzata?>>

<<Diciamo che è la donna che vorrei al mio fianco ad ogni costo>>

<<Deve essere una donna fortunata...>>

Abbassai lo sguardo

<<...dicevamo... Le posso dare pane, formaggio e uova...>>

Allungò una mano sotto il bancone e la ritiro fuori, poi mi prese la mano e la poggiò sotto a coppa

<<...questa è carne sotto sale... È un piccolo regalino, però non farla vedere in giro>>

Bisbigliava guardandosi attorno, nel modo dolce che io conoscevo. Indietreggiai nascondendo il pezzo nella tasca, lo sguardo un po' imbarazzato

<<G-g-grazie....>>

Lasciai le monete e presi i viveri, mettendoli nella saccoccia dietro le mie spalle

<<La prego di tornare a trovarci...>>

<<A proposito... Mi perdoni, potrebbe dirmi come si chiama questa città?>>

<<Oh, è Parigi... Si chiama Parigi>>

Il suo sguardo era interrogatorio

<<La ringrazio... A rivederla...>>

Non volevo andarmene, non volevo lasciarla alla mercé della morte. Ma non sapevo cosa e come sarebbe successo. Uscii da lì e vidi un putiferio di gente che si picchiava: da un parte contadini sporchi e armati di zappe e falcetti, dall'altra uomini vestiti tutti uguali armati di balestre sottili e rumorose con una lama davanti. Mi concentrai sulla retroguardia: vedevo che puntavano, sentivo uno scoppio e vedevo del fumo, ma non riuscivo a vedere la freccia. Dovevano essere armi più moderne, o forse armi con della magia di strega vicino. Spostai lo sguardo verso uno di quei carri di ferro, stava venendo nella mia direzione. Scansai all'ultimo il marchingegno lanciandomi da un lato, intanto il carro rumoroso colpì in pieno il negozio dietro di me

<<Alish!!>>

Mi rialzai e corsi nel foro dove era entrato il cavallo di ferro. Era tutto distrutto, da un lato Alish era svenuta. Corsi per prenderla in braccio e la portai fuori, poi la poggiai a terra

<<Alish! Alish!! Ti prego svegliati!>>

La ragazza emise un sibilo, poi aprì leggermente gli occhi

<< Uhm... Cosa... È successo?>>

<<Uno di quei cavalli di ferro ha distrutto il locale... Per fortuna state bene>>

Si alzò leggermente

<<Vi ringrazio per avermi salvata... Vi devo la vita, come posso sdebitarmi?>>

"Ricordati di me... Torna da me"

<<Ecco... Sono un viaggiatore e dovrei trovare un posto per la notte, se mi può aiutare ne sarei immensamente grato>>

L'aiutai ad alzarsi facendola mantenere al mio braccio

<<Grazie... Se vuole, per una sola notte, posso accoglierla nella mia dimora... Ho una stanza libera dove può dormire senza preoccuparsi dei pericoli della guerra>>

<<Ne sono grato... Prego, l'accompagno>>

La vidi zoppicare

<<Signorina, lei è ferita... La devo portare subito da un medico>>

<<Credo proprio di sì... E poco più avanti>>

La presi in braccio come una principessa. In quel momento un flashback

"
Forza! Prendimi in braccio mio cavaliere... Sono stanca

Ai suoi ordini mia principessa

Tesoro... Un giorno diventerò regina, e quando sarà potremo sposarci...

Aspetterò con gioia immensa quel momento
"

<<Mi scusi!>>

Mi ripresi

<<...non vorrei fare la maleducata, ma non credo che le abbia dato il permesso di prendermi così>>

<<Ha una gamba dolorante, per la sua sicurezza sarebbe meglio non rischiare e portarla così... L'ho fatto pensando solamente al suo bene>>

<<Si... Però avvisate la prossima volta>>

Notai un leggero rossore mentre parlava.

Uscimmo dalla casa del medico, il buonuomo le aveva dato della polvere e aveva fasciato con della stoffa la caviglia

<<Come si sente? Vuole che la porto a casa in braccio?>>

<Oh no, la medicina e la fasciatura aiutano molto, posso camminare>>

Mi misi al suo fianco

<<Almeno si appoggi a me per camminare, insisto>>

Prese il mio braccio con il suo sottile

<<Siccome e tanto preoccupato lo farò, così potrà rilassarsi anche lei>>

Fece un sorriso. Un bellissimo sorriso. Quello di cui mi ero innamorato. Camminammo per il paese, seguivo le sue indicazioni stando attento a non farle capitare nessun'altro male

<<Mi dica, se posso permettermi, come mai viaggia signor...>>

<<Ehm... Francois...>>

<<Un nome magnifico... E anche molto simile al mio>>

"Diciamo che forse ho preso spunto"

<<Mi dica signor Francois... Lei e nato qui in Francia?>>

<<Oh no... Sono nato molto lontano da qui, in un regno oltreoceano>>

<<Wow... Un regno oltreoceano... Non pensavo esistessero... E come fa a parlare così bene la nostra lingua?>>

<<Sono sempre stato bravo a imparare cose nuove... Sono un tipo curioso e socievole>>

<<Io invece sono una ragazza molto distaccata delle volte, preferisco...>>

<<... Preferisce avere poche persone vicine ma su cui può fidarsi ciecamente...>>

<<Come lo sa?>>

<<Ehm... Intuito>>

La ragazza mi guardò curiosa, poi tornò a dare indicazioni. Arrivammo in una casetta lontana dal centro città, dentro era umile ma accogliente

<<Prego, sedetevi>>

Mi sedetti accanto a lei al tavolo

<<Allora, cosa la porta in giro per il mondo? Soprattutto oltreoceano>>

<<Sono alla ricerca di... Qualcosa... Ancora non so bene cosa>>

<<Beh, spero la possa trovare... Sfortunatamente e arrivato qui in un brutto periodo... Ci sono guerre tra povertà e nobiltà e la città non è il massimo dello splendore... Ma posso assicurarle che prima di tutto questo Parigi era una città benedetta... Il diamante della Francia...>>

Abbassò leggermente lo sguardo

<<...vorrei poter tornare a quei giorni splendenti...>>

<<Se questo posto non è di suo gradimento, come mai ci rimane a vivere? Potrebbe andare in un posto migliore, e se le fa piacere potrei accompagnarla... Sarebbe un onore per me>>

<<Oh, lei dice cose giuste ed è molto gentile... Ma io sono nata qui, e qui voglio morire... E tutto ciò che voglio>>

Le stesse parole della mia principessa. Rimasi incantato da lei

<<Ehm... Venga, le faccio vedere la stanza che la ospiterà>>

Si alzò lentamente, poi la seguii in un camera piccola: era semplice, un letto singolo, un mobiletto e uno specchio con un rubinetto

<<Non è un grande lusso, ma spero possa piacere almeno per stanotte>>

<< E tutto ciò di cui ho bisogno, la ringrazio molto per l'ospitalità>>

La ragazza arrossì

<<Siccome stasera è ospite, preparerò una cena molto variopinta... Ha qualche richiesta da fare?>>

<<Nessuna richiesta, mi affido alle vostre amorevoli cure ed esperienza>>

La ragazza sorrise rossa, poi si avviò in cucina. Cenammo tra le chiacchiere, e sempre di più la riconoscevo come la mia principessa. Finita la cena andai a lavarmi, lei intanto andò in cucina. Ero nel bagno, da solo, davanti a me il mio riflesso

<<...devi dirglielo... Deve sapere... Lei e la reincarnazione della tua amata, deve saperlo... Così potrete stare insieme e potrai proteggerla...>>

Ad un tratto un rumore

<<Signor Francois... Le ho portato degli asciugamani e un completo per la notte, dovrebbe andarle bene>>

Aprii la porta con un sorriso

<<Vi ringrazio molto>>

Lei arrossì improvvisamente, poi voltò lo sguardo

<<Perdonate la mia schiettezza... Ma non credo sia sano farsi vedere a petto nudo da una donna>>

Abbassai lo sguardo sul mio petto

<<Perdonatemi! Ehm... Dalle mie parti non è di tale importanza... Perdonate l'indecenza>>

La vidi mordersi il labbro

<<Stia tranquillo... è un viaggiatore, e naturale che le usanze di qui non le conosciate>>

Presi le robe, lei si girò e scappò via tenendosi il petto con le mani. Passai la notte tranquillo, la mattina dopo la trovai davanti alla cucina a preparare

<<Oh! Biongiorno viaggiatore, come ha dormito?>>

Mi sedetti con un sorriso

<<Meglio delle foglie e degli insetti a cui facevo compagnia>>

Le scappò una dolce risata fermata subito, per poi presentarsi con una tazza di latte e del pane

<<Perdonatemi... A causa di questa guerra interna nel popolo e difficile procurarsi le cibarie giuste per un ottima colazione... Se esco dal mio negozio con anche solo un torsolo di pane, mille e più uomini mi aggredirebbero senza pietà>>

<<State tranquilla... Ha già fatto molto per questo pover'uomo... Un letto, un bagno caldo e una gentile colazione... Il tutto accompagnato dalla vostra gentile presenza che rende tutto più buono>>

La vidi arrossire. A lei piaceva quando le parlavo così, alla mia amata erano sempre piaciute le frasi romantiche e dolci. Iniziai a sorseggiare il latte e a masticare del pane, intanto lei seduta di fronte a me mi guardava sorridendo

<<Perdonatemi... Potete spiegarmi cosa sta accadendo in città? Cos'è questa guerra interna che stanno facendo i popolani?>>

<<C'è chi lotta per togliere il potere monarchico ai Capetingi, una delle tre stirpi reali, e di creare una sorta di "Repubblica" se ricordo bene... Altri invece per l'eliminazione delle basi economiche e sociali dell'Ancien Régime perché ritenuto colpevole della disuguaglianza e povertà dei suoi sudditi... Altri per la stesura della dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino... Ma alla fine e solo una scusa per uccidere gente... Una sorta di "sfogo legale"...>>

<<Vedo che sei ben informata>>

<<Ho un negozio... Devo sapere perché mi entrano automobili dentro>>

Fece una leggera risata, io la seguii con la mia

<<Perciò, se ho capito bene, i cittadini lottano per queste cose contro i nobili e il Re di questo posto?>>

<<Beh... Diciamo di sì... Ma a me non interessa tutto questo...>>

Abbassò il viso guardandosi le mani, il volto spento e gli occhi lucidi

<<Dopo che hanno ucciso i miei genitori non ne ho voluto sapere più niente...>>

<<Come mai hanno ucciso i tuoi? Sono stati dei banditi? Sicari?>>

<<No... In verità i miei genitori... Ed io adesso... Siamo->>

Un rumoroso bussare fermò il discorso, il volto della ragazza divenne pallido

<<Oh no... Mi hanno scoperta!>>

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