Capitolo 12
Erano già passati alcuni mesi dalla morte di Autumn. Ognuno aveva ripreso la sua vita. Ma a me restava sempre quella sensazione di vuoto. È vero, avevo Chris, ma lui non poteva colmare il vuoto di una migliore amica. Una mattina, mia mamma mi svegliò. Era una giornata buia, ma non pioveva. Avevo imparato ad amare quel tipo di giornate, anche perché non potevo far altro dato che la maggior parte dei giorni dell'anno erano così. Feci un corso accelerato di inglese ai miei genitori, che nonostante tutto, non si erano ancora ambientati. Mi dispiaceva vederli soli per colpa mia. Mio papà faceva l'autista di autobus. Era un lavoro che non aveva bisogno di sapere la lingua. Mi sentivo in colpa perché per me aveva rinunciato alla sua carriera di dottore. Comunque loro, ogni volta che parlavamo, mi mettevano un gran sorriso per farmi capire che tutto stesse andando bene. Quel giorno, dopo aver finito di fare colazione, qualcuno bussò alla porta.
"Vado io!" Disse mio papà dal soggiorno. Aprì la porta. Dalla cucina adiacente, riuscivo comunque a capire cosa dicessero.
"Buongiorno, come la posso aiutare?" Chiese mio papà con una pronuncia alquanto strana.
"C'è sua figlia in casa?" Era una ragazza poco più grande di me a chiederlo. Cosa vuole da me? Pensai infastidita. Allora andai alla porta e vidi una ragazza alta. Somigliava a qualcuno, ma non riuscivo a collegare nessuno.
"Sì, sono io."
"Vera, ti va di fare due chiacchiere con me?"
"Tu chi sei?" Chiesi ancora più infastidita di prima.
"Celine, non mi riconosci?"
"Come dovrei?"
"La ex di Liam, quel ragazzo che flirtavi all'inizio dell'anno scorso!"
"Io non flirtavo nessuno! Cosa stai dicendo?" Dissi cercando di mantenere la calma.
"Sarà, comunque hai parlato con Liam. Scusa se sono stata così l'anno scorso. Volevo farmi perdonare. Ti va di andare in centro a prendere una tazza di tè?" Non sapevo che fare. Alla fine accettai. Mi preparai e dopo un'ora, tra doccia e il resto, ero pronta. Ad un certo punto vidi che stava prendendo una strada che non portava in centro, bensì in periferia.
"Celine, dove stai andando?" Chiesi trattenendola per il braccio.
"È una scorciatoia."
"No! Stiamo andando dal lato opposto!"
"E dai, non volevo farlo proprio qui!" Dopodiché prese una pistola dalla tasca e cercò di spararmi in testa. Non so come, ma ebbi i riflessi abbastanza pronti da schivare il colpo. Mi misi a correre come non mai. Ogni tanto, quando capivo che avevo abbastanza forza per farlo mentre correvo, urlavo con quanto fiato avessi in gola. Ma non erano le solite: quelle erano urla di paura, avevo paura di morire. Corsi tantissimo. Le gambe mi facevano male, ma non dovevo - non potevo - mollare. Avrei lottato per la mia vita fino alla fine. Dopo dieci minuti di corsa ad una velocità sovrumana, arrivai a casa. L'avevo seminata. Davanti la porta di casa trovai un foglio. Lo portai dentro e, una volta al sicuro, lo aprii e lo lessi.
'Celine, incontriamoci domani alle 23:30 nel posto scelto. Autumn è venuta a mancare, dobbiamo trovare un'altra ragazza.' Era un bigliettino per avvisarla dell'invito. Ma qual era il posto? Ed Autumn? Era un membro di quell'associazione? Mi stava usando? Chiamai Chris e, una volta arrivato, lo avvisai dell'accaduto.
"Andiamo alla casa nel bosco, se ti va."
"Dici che saremo al sicuro?"
"Credo proprio di sì." Nel frattempo Guy mi chiamò dicendomi di essere in pericolo. Era nascosto in un seminterrato perché una pazza stava cercando di ucciderlo. Dopo essermi fatta dire l'indirizzo, io e Chris andammo lì. Lo tirammo fuori dalle finestre alte e decidemmo che io e Chris, non potevamo essere soli lì. Con noi vennero Guy, Will e Jonny. Una volta arrivati lì, il primo, fece una rivelazione sconvolgente: cambiava università. Ci sarebbe mancato tantissimo. Ma ora importava solo che stessimo tutti bene. Passammo il pomeriggio a farci confidenze. Era arrivata l'ora di cena. Dopo aver finito, ci riunimmo attorno ad un tavolino. Fuori sentivamo delle voci, il che era alquanto strano. Guardammo fuori dalla finestra ed io e Guy ci lanciammo un'occhiata preoccupatissima: a quanto pare era sempre stata Celine ad attaccare. Chiudemmo la porta a chiave e ci sedemmo di nuovo.
"Ragazzi vi devo dire una cosa." Dissi preoccupata. Tutti mi fissarono con uno sguardo altrettanto impaurito.
"Appena finisco l'università, ritorno in Italia." Dissi malinconica.
"Qui i miei non si possono ambientare, non sanno nemmeno parlare l'inglese. Lo so, potrei restare io, ma è pericoloso che resti in un territorio pieno di nemici da sola."
"Ma... Vera... Ci siamo noi a pro-" non gli lasciai nemmeno finire la frase.
"No, Chris, mi dispiace. Ti amo..." Dissi con le lacrime agli occhi. Per fortuna quella sera, non ci scoprirono ma il giorno dopo andammo tutti e cinque a casa mia. Avremmo vissuto nella mia soffitta.
Vi sta piacendo la storia? Spero di sì! Ci rivediamo domani!
La vostra coldplayer, Vanessa007love. 💜
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