Capitolo 5.

A light in the dark

-Ci rendiamo conto che anche la prima volta che finimmo a letto insieme ci fu la scusa del caffè?-, gli chiedo ridacchiando.

-Si, ma almeno questa volta l'abbiamo preso davvero-, ride di gusto anche lui.

Ci siamo spostati sul divano, lui a quanto pare non fuma ma dato di fatto che mi ha dato il permesso di farlo mi sono acceso una sigaretta, siamo ancora completamente nudi e sono seduto a cavalcioni su di lui, quest'uomo è davvero una meravigliosa visione. Ha delle mani grandi e forti, mi sorprendo del fatto che sappiano essere estremamente delicate, come ora, che mi scorrono sui fianchi e seguono un percorso immaginario che solo lui conosce.

-Perché mi guardi così?-, mi chiede accompagnando le parole con una risata nervosa.

-Non ti guardo in nessun modo-, ribatto facendo spallucce e distogliendo lo sguardo.

Mi guardo un po' intorno, notando quanto questa casa riporti in ogni singolo angolo la musica, è ovunque: dischi in vinile in ogni mensola, sterei grandi, piccoli, medi, un pianoforte a coda bianco vicino alla vetrata, qualche Gibson appesa alle pareti e altre appoggiate e ben ordinate sugli appositi tre piedi, poster ben incorniciati dei Beatles, dei Pantera, dei Guns N' Roses...c'è n'è anche anche uno di Elton John che non mi sarei mai aspettato di trovare. Le tende che coprono la vetrata sono tirate, e oltre al vetro si intravede un grande giardino con una piscina coperta da una roccia scavata.
C'è anche una tv in salotto, ma il fatto che sia ricoperta di polvere mi fa ben pensare che non la usi troppo. Sul tappeto davanti a noi è sdraiato l'aski, vigile su ogni mio movimento.

-Hai da fare stasera?-

-Perché me lo chiedi?-

-Potresti fermarti, mangiamo qualcosa e poi resti a dormire-

-Credo che non accetterò-

-Perché no?-

-Perché non sono fatto per questo genere di cose-

-E per che genere di cose sei fatto?-

In risposta alla sua ultima domanda gli sorrido beffardo, mi chino per baciarlo in modo languido e passionale spingendo anche il bacino contro il suo. Gli porto una mano tra i capelli e li tiro piano per poi allontanarmi e alzarmi da lui.

-Sono stato bene, ma credo che sia proprio ora che vada-, annuncio infine tornando in cucina, recupero i miei vestiti e li indosso abbastanza in fretta per poi rimettermi anche le scarpe. Mi passo una mano tra i capelli stravolti, tentando di dargli un senso, almeno un minimo, e torno in salotto dove Matt è ancora sdraiato sul divano.

-Quindi ci rivediamo al prossimo caffè?-, mi chiede con un sorrisetto.

-Il destino potrebbe sorprenderci, non trovi? Ma la scusa del caffè non attaccherà più-

-Oh, questo complica le cose-, finge un tono dispiaciuto prima di alzarsi, mi si avvicina fino a mettermi una mano sulla guancia, mi stampa un altro bacio prima di allontanarsi e camminare verso il bagno, mi concedo di guardargli il culo mentre cammina, sorrido e dopo di che mi rimetto il giubbotto ed esco di casa.
Mentre cammino recupero il cellulare.

-Ehy, sei a casa?-

"Sto lavorando, cosa ti serve?"

-L'ho rivisto-

"Sei peggio di una ragazzina innamorata Brian, vieni a casa"

Stacco la chiamata sorridendo e mi avvio verso casa Sullivan. La giornata non è migliorata, c'è una pioggerellina fastidiosa che continua ad abbattersi su tutta la città ma almeno non sta diluviando, non ci tengo a bagnarmi da capo a piedi, dato anche che non sono in macchina.
Il quartiere dove mi trovo è piuttosto carino e tranquillo, tutte case grandi e piccole villette, il profumo di salsedine si sente tantissimo nonostante sono abbastanza lontano dalla costa. Mi accendo una sigaretta mentre cammino e dopo circa mezz'ora sono sotto il portico di un'altra casa, la bandiera americana sventola mossa dal leggero vento, la facciata della casa è color bianco, le travi di legno che sorreggono il porticato presentano qualche ghirigoro, disegnato con mano ferma e femminile. Suono il campanello e dopo pochi secondi mi aprono la porta.

-Brian! Ehy, come stai?-

-Clare, quanto tempo-, sorrido alla ragazza e ricambio il suo abbraccio. Si scosta di lato per farmi entrare e richiude la porta alle mie spalle.

-Jimmy sta scendendo, è di sopra-

-Mi spiace disturbarlo dal suo lavoro...-

-Non ci credo nemmeno un po', vieni, ti posso offrire qualcosa?-, ridacchia mentre cammina a piedi nudi verso l'entrata ad arco che porta in cucina.
Mi sfilo il giubbotto prima di seguirla e quando arrivo in cucina rispondo alla sua domanda.

-Prenderei qualcosa di forte se ce l'hai-

-Ti pare, questa casa non presenta nemmeno una goccia d'alcol, al massimo posso farti una delle mie tisane-, risponde ironica mentre recupera dalla credenza una bottiglia di Whiskey e un apposito bicchiere, me ne versa un po' e lascia pa bottiglia sul ripiano della cucina.

-Avete dato il bianco? Non ricordavo questo colore-

-A dire il vero dobbiamo finire, l'abbiamo iniziata un paio di giorni fa, e come vedi quell'angolo non è finito-, mi indica il muro accanto al frigorifero che è ancora colorato di bianco mentre il resto della cucina presenta un color rosso, che si abbina perfettamente e quasi mi rilassa.

-Ehy, sei arrivato-

Mi volto verso la voce di Jimmy, che fa il suo ingresso in cucina vestito con un jeans scuro pieno di strappi e toppe e una maglia a maniche lunghe nera con degli schizzi bianchi e viola ovunque.
Mi batte una pacca sulla spalla che ricambio con un sorriso e poi sorride a Clare.

-Sono appena arrivato. Come stai?-

-Sommerso di lavoro, ma non ci si lamenta. Tu? Come te la passi?-, sorride beffardo sapendo quello che ho appena fatto e Clare sembra notare quel sorrisetto.

-Non dirmelo, sei tornato a passare da un letto all'altro?-

-No piccola, sembra che il nostro Brian abbia trovato qualcuno-, ridacchia ancora James mettendo un braccio intorno alle spalle della ragazza, decisamente più bassa di lui.

-Davvero? Chi è?-, chiede subito lei sbarrando gli occhi.

-Hai presente Matt Sanders? Il radiofonico? Lui-, rispondo bevendo un altro sorso di Whiskey.

-Uhm...si credo di averlo presente, allora state insieme?-

-Siamo finiti a letto due volte, e la seconda è successa più o meno un'ora fa-

-Quindi continuerete a vedervi?-

-Non credo Jimbo, sai come sono-

-Io credo che dovresti sistemarti-

-Clare...-

-Oh andiamo, ha i suoi trent'anni suonati, non può continuare così-

-La vita di coppia non fa per me-

-Eh no, questa non attacca. Tu e lui siete la stessa identica cosa, eppure lui ci riesce. Secondo me dovresti provarci-, Clare indica me e Jimmy mentre parla e conclude il suo discorso con un sorriso convinto, si allunga poi verso la credenza per recuperare un bicchiere pulito e poi zampetta verso il frigo per prendere una Coca Cola. La guardo stupito mentre Jimmy di versa tranquillo del Whiskey in un bicchiere.

-Scusa, ma da quando rifiuti l'alcol tu?-, chiedo stupito.

Clare e Jimmy si guardano per un secondo e poi lei si riavvicina, gli bacia affettuosa le labbra, sollevandosi sulle punte e mettendo la mano libera dal bicchiere sul suo petto.
Si voltano poi verso di me e Clare appoggia la testa sul petto di James.

-Da quando il tuo migliore amico ha deciso di ingravidarmi-, sorride felice.

Sbarro gli occhi e guardo prima lei e poi lui, che presenta un gran sorriso, di quelli che gli illuminano gli occhi facendoli sembrare ancora più azzurri di quanto non siano.

-Oddio, congratulazioni!-, salto in piedi dalla sedia sulla quale mi ero seduto, mi avvicino ad entrambi e li abbraccio felice, continuando a sorridere come un ebete.

-Da quanto?-

-Tre settimane, ne abbiamo avuto la conferma dal ginecologo dopo che Clare presentava un gran ritardo-

-Quindi non ve lo aspettavate-

-No, per niente. Ma devo dire che è stata una grande notizia-

-Sono felice per voi ragazzi, davvero-, annuisco ancora felice.

-Ora manca solo più un anello, non è così Owen?-

-Io faccio le cose al contrario, lo sai, devo ricordarti la nostra prima uscita?-

-No vi prego, avrò sentito questa storia centinaia di volte!-

Scoppiamo a ridere divertiti prima di spostarci tutti intorno al tavolo.
Sono così felice per loro da essermi dimenticato il motivo per la quale sono qui, ora che siamo seduti intorno al tavolo lancio uno sguardo ad entrambi e noto come siano belli insieme. Si conobbero in spiaggia, io e Jimmy stavamo facendo i cretini come al solito, facendo vari apprezzamenti sulle ragazze in bikini che ci passavano davanti, fin quando lui non rimase imbambolato...

"-James? Terra chiama Jimmy, che cazzo hai visto idiota?-

Nessuna risposta, cerco di seguire il suo sguardo e capire cosa gli stia attirando così tanto l'attenzione. Noto una ragazza, seduta su una roccia a pochi centimetri dall'acqua, i capelli neri sono rasati sul lato sinistro mentre delle ciocche più lunghe, sul lato destro, e tinte di verde smeraldo gli ricadono sul viso a causa del vento. Ha una canotta nera dei Nirvana e gli slip neri del costume le lasciano le gambe nude, sembra bassina, non più di 1.65, sta disegnando qualcosa su un quaderno.

-È bellissima...-

-Jim, mi fai quasi paura-

Jimmy non da retta alle mie parole, recupera la sua Polaroid dallo zainetto, non si separa da quella macchina fotografica manco se ne valesse della sua vita. Si alza in piedi e con passo piuttosto veloce si avvicina alla ragazza. Parlano per un po' e quando torna ha un sorriso da pesce lesso stampato in faccia.

-Allora?-

-In fotografia è ancora più bella-

Mi mostra la foto appena stampata dalla macchina, vederla da vicino mi conferma che sia piuttosto bella, e ha gli occhi cerulei."

Dopo quel giorno non si rividero più, Jimmy le fece da stalker e all'epoca lei frequentava un tizio, tranquillamente preso a botte da James in un locale in cui lo aveva visto mentre si dava da fare con un'altra. Da quel giorno iniziarono a stare insieme, da amici, e poi come molte altre volte succede l'amicizia lasciò spazio ad un amore incondizionato. E ora, dopo cinque anni, a vederli mi viene ancora da sorridere.
Forse la vita di coppia non è poi così male, nonostante tutte le complicanze che ci possono essere.

-Allora, di cosa dovevi parlarmi con così tanta urgenza? Ammetti di esserti innamorato del radiofonico o volevi solo il pretesto per distrarmi dal mio lavoro?-, chiede Jimmy con un sorriso.

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