9. You can make me a drink

Selene sorrise, rivolgendo a Maggie uno sguardo divertito. Le porse il drink che aveva ordinato, osservandola sorseggiarlo mentre evitava di strozzarsi.

Una di fronte all'altra, nel locale in cui la corvina lavorava, si aiutavano reciprocamente a passare il tempo.

Max era con la sua famiglia fuori a cena e così la rossa aveva pensato di lasciar loro privacy, raggiungendo la sua migliore amica. Si trovavano lì insieme già da un paio d'ore, chiacchierando e sparlando di qualsiasi cosa respirasse.

L'argomento di quello specifico arco di tempo era uno dei clienti che Selene detestava di più, perché era talmente preciso e abituale che anche una cannuccia spostata leggermente più a destra, anziché al centro, riusciva a turbarlo.

«Non hai idea» esclamò, mentre Maggie rideva. «La prossima volta che mi ritrovo a chiedergli se vuole lo zucchero mi tiro una bacchettata in faccia! Non lo sopporto più!»

«È il tuo lavoro, fengári, non lamentarti!» la prese in giro, beccandosi in risposta una fulminata.

«Amore? Il vaffanculo di fianco a cosa lo vuoi? Al panino? Alle patatine? Al fosso nel quale ti getterò se non la smetti di parlare?»

La Soler scoppiò a ridere. «Non ho né un panino né le patatine» le fece notare.

«Vuoi qualcosa? Semmai te li vado a comprare»

«Come fai ad avere la mistica abilità di passare da rudere scorbutico a amore della mia vita in 0.5 secondi?» domandò Maggie, allungando il pugno e facendolo scontrare contro quello dell'amica.

«Ormai dovresti conoscermi, amore della mia vita»

«Certo che ti conosco!»

«E per fortuna, come faresti senza di me, Maggina?»

«Maggina?»

«Nuovo soprannome!»

«Fa pena, fengári

«Sempre meno pena di Max!»

«Eddai!» la rossa si coprì la bocca con la mano, nascondendo una risata. «Per fortuna che Max ti vuole bene, altrimenti ti avrebbe già ucciso ed occultato il cadavere!»

«Uhhh» gli occhi della corvina presero a brillare. «Digli di farlo!»

«Ehm... no

«Sì, invece, Mags! Così posso perseguitarlo come fantasma e mettergli paura mentre dorme!»

«Che vuoi fare, scusa? Tirargli l'acqua?»

«Grande idea, Mag! Batti cinque, amiga!»

L'altra scosse il capo, mordendosi il labbro. «Sei assurda»

«Ma mi vuoi bene per questo, no?»

«Ovvio»

Ci volle qualche istante prima che Selene ricominciasse a parlare, piantando gli occhi verdi in quelli azzurri della compagna. La sua improvvisa agitazione era ora estremamente visibile. «Ascolta, Mags...»

«Che c'è, fengári

«Io...»

«Tranquilla, Sel, lo sai che puoi dirmi tutto!»

«Ti sento la notte quando ti agiti per i dolori» sussurrò allora. «La tua gamba peggiora ancora, non è così?»

Maggie, forse aspettandosi esattamente quella domanda, si limitò ad annuire, confermando perciò i sospetti dell'amica.

«Pensavo che i farmaci nuovi ti facessero un po' più effetto!»

«L'hanno fatto per il primo mese, ma sappiamo tutte e due che per l'osteonecrosi non c'è altra cura se non l'operazione. Solo che... è troppo presto, me l'ha detto anche il medico»

«E Max che ne pensa?»

«Dice che secondo lui dovrei operarmi lo stesso, si è convinto che il dottore non capisca nulla»

«Adesso, di cuore, non mi ricordo di aver letto Dottor Max Tonto Verstappen sul campanello di casa sua...» borbottò Selene. «Ma al tempo stesso... forse ha ragione, querida»

«Dici?»

«Non puoi andare avanti così, tesoro. Sono tre anni»

«Quasi quattro, a dire il vero»

«Già...»

«Lo so che non posso, fengári, ma... io non ne capisco nulla di medicina e malattie. Ho fatto la modella!»

«Capisco le tue paure, mi amor, ma tu invece sai che noi siamo preoccupati per te, vero?»

«Certo che lo so. Ogni volta che mi fa male la gamba, vi guardate tutti in modo strano, come se non potessi vedere le vostre espressioni. È anche un po' patetico, se devo essere sincera»

«Vogliamo aiutarti ma non sappiamo come, tesoro»

«Forse... forse dovreste soltanto farmi ridere. Forse starei meglio»

«In che modo?»

«Essendo voi stessi. Sel, tu e Max mi fate morire ogni volta che iniziate a litigare, i vostri commenti e scambi di battute sono incredibili, mi bastate voi due per stare bene!»

«Sei un amore, Mags, ma sappi che questo non basta a convincermi che forse dovresti dare ascolto a quel grande fenomeno neurologico del tuo ragazzo»

Maggie rise ancora. «Te le ricordi le prime volte? Quelle in cui non capivamo cosa diamine stesse succedendo?»

Selene sbuffò, tirando uno scappellotto sulla nuca dell'amica. «Certo che me lo ricordo. Dio... che spaventi che mi sono presa»

«Ti ho fatto dannare»

«Sì, santo cielo! Non hai idea degli infarti che mi sono venuti! Fossi stata attaccata ad un macchinario per l'elettrocardiogramma, avrebbero dovuto chiamare un'ambulanza ogni volta!»

«Mi spiace per tutto, fengári, ti meritavi molto di meglio di una migliore amica zoppa, che ti ha impedito persino di fare quello che amavi»

«Ti riferisci alla pallavolo?»

«Sì. Hai dovuto lasciar perdere l'unico sport che ti sia mai veramente piaciuto per causa mia!»

«Ascolta... per te avrei fatto e farei qualsiasi cosa, Mags. Non mi pento di niente. Non importa se ho smesso di giocare o se ho iniziato a farmi di metanfetamina ogni mattina, ne è valsa la pena, se tutto ciò ha significato rimanerti accanto!»

«Sei la migliore amica del mondo, sai?» le chiese Maggie, gli occhi lucidi.

«Modestamente? Certo che me ne rendo conto!»

«Non so come avrei fatto senza di te, Sel» aggiunse l'altra, andando ad afferrarle la mano e stringendola. «Sei la mia stella polare»

«Stella lunare»

«Tu e queste battute di merda»

«Ma mi vuoi bene!»

«Ovvio che ti voglio bene!» la rossa si interruppe. «Anzi no, non ti voglio bene, ti amo»

«Uhh, devo dire a Verstappen di questa tresca tra me e te?»

«Stupida!» fece, tirandole una sberla sulla spalla.

«Oh lo so! Fidati, me lo ripeto spesso da sola»

«Non sei veramente stupida, fengári. Sei la persona più intelligente che conosca e soprattutto... soprattutto sei tu il mio primo amore. Non Max, non chiunque altro, sei sempre stata tu, la sola che ho accanto da tutta la vita e che non mi ha mai abbandonata»

«Non potrei mai, Maggie. Perderti... perderti sarebbe peggio che morire»

«Ti amo, tantissimo»

«Anche io, amore»

Una terza voce le interruppe. «Siete lesbiche, per caso? No perché volevo provarci con una di voi due e... beh, preferirei non avere una passione in comune»

Selene sollevò un sopracciglio, profondamente divertita. «Io sono bisessuale e lei è fidanzata. Io e te la passione in comune ce l'abbiamo, così come con il suo ragazzo. Ora... non so quanto ti convenga far arrabbiare Buffalo Bill»

«Sel...» sottovoce, Maggie la richiamò, fulminandola. «Sta buona»

«Quindi con chi di voi due ci posso provare?»

Scuotendo il capo, la corvina infilò la mano in tasca, andando ad afferrare il proprio cellulare ed appoggiandolo sul bancone. «Con me»

L'immagine di Lewis le comparve nella testa all'istante.

Così come quell'idea malsana.

E oh... le piaceva. Eccome se le piaceva.

«Ah sì? Come ti chiami?»

«Selene, ma puoi chiamarmi Ettorina»

Maggie si sbatté entrambe le mani in faccia. «Tu hai dei problemi seri»




Non ci volle molto prima che dalla porta del locale sbucasse Lewis Hamilton.

Intento a guardarsi intorno, alla ricerca di qualcosa, quando individuò il suo bersaglio non lo perse di vista neppure per un secondo. Selene dovette impiegare tutta la sua forza di volontà per non mettersi a ridere in quel preciso momento, perché, sul serio, l'espressione del pilota era davvero comica.

Gli aveva scritto massimo una decina di minuti prima, "C'è un tipo a lavoro che ci sta provando con me ahah", ed eccolo lì, pronto a 'marcare' il territorio, annusando la puzza del rivale esattamente come avrebbe fatto un cane da tartufo.

Fulminò il giovane che gli dava le spalle, che nel frattempo stava conversando con Maggie di problematiche relative all'ambiente, e poi scoccò un'occhiataccia alla corvina, che invece aveva le labbra curvate in un sorriso malizioso.

Quando si accorse di essere fissata, Selene mise su la sua miglior maschera frivola e sensuale e si appoggiò al bancone, mordendosi il labbro inferiore.

Per un istante Lewis pensò di girare i tacchi ed andarsene, ma non ci riuscì. Non voleva nemmeno a dire il vero, non di fronte al modo in cui quel maledetto genio si stava ponendo. Così, ignorando quel peso allo stomaco, si avvicinò alle due amiche.

«Ma che sorpresa!» esclamò, costringendole a voltarsi nella sua direzione. «Hey Maggie! Madame»

L'ex modella si aprì in un sorriso, lei che ancora non sapeva niente di quella pseudo-amicizia tra Selene e Lewis, e si sollevò con l'ausilio del bastone, andando ad abbracciare il pilota. «Ciao! Che ci fai qui?»

«Sono venuto a fare una passeggiata. Ma voi due, piuttosto? Verstappen?»

«A cena con la sua famiglia, volevo lasciar loro un po' di privacy. Così sono venuta a rompere le scatole a Selene, sapevi che lavora qui?»

Lewis piantò lo sguardo in quello dell'altra spagnola, che non riuscì ad evitare alle proprie guance di arrossire. «No» fece, la voce più bassa. «Non lo sapevo»

Selene riuscì a percepire l'impulso di strappargli i vestiti di dosso correrle lungo la spina dorsale. «Beh, ora lo sai»

«A quanto pare!» esclamò lui. «Ma... lui, invece?»

Maggie sembrò ricordarsi solo in quel momento della presenza di... ehm, com'era il suo nome?

L'amica, allo stesso modo, era impallidita all'istante. «Oh, lui è... ehm... un mio corteggiatore»

«Oh, e com'è il suo nome?»

Gli occhi verdi della ragazza si spalancarono, così come quelli di Maggie. Fu il turno di quest'ultima quella volta di risolvere la situazione. «Beh, ma perché non vi presentate da soli? Siete persone adulte, no?» esordì, ridacchiando.

Battuto dalla spagnola, Lewis si limitò a stendere la mano verso quella sottospecie di talpa con il naso più grande che avesse mai visto, sotto lo sguardo attento e divertito di Selene. «Lewis»

«Frank»

A quel nome, le ragazze si scambiarono un'occhiata e un sorriso, ora sì che si ricordavano come si chiamasse!

«Lewis, vuoi qualcosa da bere?» offrì Selene, sbattendo le palpebre più velocemente del normale. «Visto che sei qui...»

«Sì, grazie»

E così dicendo, l'inglese si sedette nello sgabello più vicino alla corvina, non staccandole mai gli occhi di dosso.

«Cosa preparo?»

«Specialità della casa, per favore»

«Ah così? A sentimento?»

«A fiducia»

Il cuore della spagnola prese a battere all'impazzata.

Forse chiamare Lewis non era stata tutta quella grande idea, specie considerando il fatto che, sorprendentemente, quella sera aveva una gran voglia di spogliarlo e farsi spogliare.

«¡Enseguida!» borbottò velocemente nella sua lingua madre, Arriva, e subito si mise a lavoro. Ci mise un bel po', e come biasimarla! Si sentiva gli occhi del pilota addosso, provando un'attrazione così magnetica che se solo non fosse stata vestita quelle iridi l'avrebbero marchiata a fuoco.

Finalmente riuscì a proporgli qualcosa, che gli abbandonò davanti, rifugiandosi immediatamente a parlare con Maggie.

La sua migliore amica, tuttavia, nel giro di qualche minuto ricevette una chiamata da parte di Max, che la costrinse ad uscire dal locale pur di avere un po' di silenzio. Rimasta da sola con Frank e Lewis, Selene non sapeva bene cosa fare.

«Allora...» esordì. «Lo... lo sapete come si chiama l'indiano vestito meglio di tutti?»

Il pilota Mercedes alzò un sopracciglio.

Frank, invece, batté le mani, incoraggiandola. «Come? Come? Come?»

«È il Fico d'India»

«Era terribile»

«Lewis! Non è vero! Selene è stata divertentissima»

«Da 1 a 10, quanto stai tentando di infilarti tra le sue gambe? No, perché i complimenti non funzionano»

«LEWIS» sibilò la ragazza, raggelata. «Prima cosa, funzionano. Seconda, sono i tuoi quelli scadenti»

«Sì?»

«Sì.»

Il diretto interessato allora si alzò, scivolando contro il bancone e sporgendosi in avanti, arrivando a pochi centimetri di distanza dal viso di Selene. La sentì trattenere il respiro e non riuscì a non sorridere.

«Sono scadenti, eh?»

«Totalmente»

«Ci state provando uno con l'altra, vero?» chiese Frank.

«No»

«No»

«A me sembra di sì»

«No»

«No»

«L'avete già detto»

«E allora taci»

«Sì, sta zitto»

Frank alzò le mani, recuperando il proprio zaino. «Beh, io devo andare»

«Ciao» salutò secco Lewis, scacciandolo con un gesto della mano. «È stato bello conoscerti»

«Immagino... ciao anche a te, Selene»

«Ettorina»

«Sì, ciao Ettorina»

«Ciao Frank»

Non fecero neppure caso a Frank che se ne andava, troppo impegnati a scrutarsi l'anima reciprocamente. Se ne stavano così vicini che mancava pochissimo e si sarebbero baciati.

«Dovremmo allontanarci, ci sono persone che ci stanno guardando e che potrebbero riconoscerti» sussurrò lei, debolmente.

«E Maggie potrebbe rientrare da un momento all'altro»

«Sì»

«E allora perché non ti tiri indietro?»

«Perché tu non ti tiri indietro?»

«Perché mi piace starti vicino» Lewis le tirò un colpetto sulla punta del naso. «Hurricane»

«Voglio tirarti un pomodoro»

«Uhh, e questa è la tua idea di eccitazione?»

«Sì, è il mio desiderio più intimo»

«Ohh, realizzabile»

«Stupido»

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