28. «Yo soy tuya»
But if I'm all dressed up
They might as well be lookin' at us
And if they call me a slut
You know it might be worth it for once
And if I'm gonna be drunk
Might as well be drunk in love
Quando bussò alla porta, tutto quello che Selene sapeva era che quella sera ci sarebbero potuti essere due possibili finali: o il suo cuore sarebbe andato in frantumi una volta ancora o sarebbe finalmente guarito da tutte quelle crepe che lo dilaniavano.
Non era certa di quale fosse l'opzione con probabilità maggiore.
Ed anzi, avrebbe voluto strangolare Maggie per averla convinta a presentarsi lì.
«Vedrai che non ti sbatterà la porta in faccia!» le aveva detto.
Max si era poi intromesso. «Secondo me ti sbatte e basta»
«MAX!»
Per quanto quella cosa avesse fatto ridere alla corvina, sperava con tutta sé stessa che, beh... che fosse vera. Non voleva che la rifiutasse, non voleva sentirsi dire che non volesse più vederla, semplicemente non voleva perdere la sola persona che era sempre riuscita a leggerle dentro.
La sua migliore amica insisteva nel citarle frasi tratte da canzoni di Taylor Swift e nonostante Selene spesso e volentieri ne avesse le scatole piene, quella volta non poté evitare di sentire le parole vibrarle nel petto.
[...] the only soul who can tell which smiles I'm faking.
Era Lewis quella persona.
Era Lewis che l'aveva sempre capita, che l'aveva sempre trattata come una persona civile e non come una psicopatica bisognosa di cure.
Era Lewis che le aveva fatto provare centinaia di emozioni contrastanti quando l'aveva baciata.
Era Lewis quello di cui era profondamente innamorata.
Ed era arrivato il momento di dirglielo.
Ci vollero alcuni istanti prima che la figura del pilota inglese, mezzo addormentato, si presentasse davanti a lei. Probabilmente convinto di star sognando, la fissò incerto, sfregandosi gli occhi con il dorso della mano.
«Hey» lo salutò piano, le labbra che tremavano.
«Selene...»
Ascoltare il suo nome pronunciato in quel modo per lei fu come una tortura. La consapevolezza di avergli spezzato il cuore la travolse come un fiume in piena, con la stessa forza di un uragano.
Non me lo merito, io, uno come lui.
«Aspetta» lo interruppe, prima che potesse soltanto provare a dire qualcosa. «Lew, ho bisogno di dirti come stanno veramente le cose»
Allungando debolmente le dita, le posò la mano sull'avambraccio, invitandola ad entrare. Non spiccicò parola mentre lei si appoggiava al muro, in un déjà vu terribile. La sera in cui lei l'aveva 'lasciato', le cose erano più o meno andate nello stesso modo.
«Ecco, io...» fece un respiro profondo, deglutendo. Parlare le stava costando veramente tanto. «Ho commesso un errore» sussurrò.
Incrociò lo sguardo del pilota, che non lasciava trasparire niente di niente. Sembrava che i suoi occhi si fossero svuotati e per Selene quella fu una pugnalata al cuore.
«Io... ho avuto paura, Lewis» confessò, facendo un passo avanti. Il rumore dei suoi tacchi sulla moquette fu per un solo momento l'unico suono percepibile. «Ho avuto paura...» i suoi occhi si riempirono di lacrime. «... perché non avrei mai sopportato il pensiero di perderti. E quindi ho preso una decisione, ho fatto una scelta in base alle mie esigenze, senza tenere minimamente in considerazione le tue. Mi spiace, Lew, mi spiace davvero tanto»
Iniziò a piangere senza nemmeno volerlo, asciugandosi in fretta la pelle umida.
«Ti ho buttato in faccia la verità su di me, sull'Alzheimer, e non ti ho dato nemmeno una spiegazione. Ti ho cacciato, rifilandoti centinaia di bugie, non ti ho concesso domande, ti ho trattato come se...» la sua voce si abbassò drasticamente, spezzandosi. «... come se tu per me non significassi nulla, ma... ma non è così. Non è così, Lewis, te lo giuro»
«Se...»
«No, aspetta» lo interruppe ancora, ora singhiozzando. «So di non essere stata giusta nei tuoi confronti, so di essermi comportata da stronza, ma... Lewis, io scelgo te. Io scelgo te e continuerò a farlo ancora, e ancora, e ancora. Senza interruzioni, senza alcun dubbio, perché... ti sceglierei in un battito» sputò fuori. «E se ora sono qui...»
Lewis fece un passo avanti, le labbra schiuse, l'aria di qualcuno che voleva davvero intervenire.
«E se ora sono qui, se ora sono qui è per dirti che sono profondamente, totalmente, irrimediabilmente...» quasi le mancò il respiro. «... innamorata di te»
L'inglese si irrigidì, come se si aspettasse di tutto meno che quelle parole.
«Ti amo, Lewis» ripeté, una lacrima ad attraversarle la guancia sinistra. «Così tanto che quando ti guardo sento di poter morire di gioia, così tanto che il solo starti vicino per me è l'equivalente di una tazza di cioccolata calda ripiena di marshmallows» sorrise, non potendo evitarlo. «Yo solo... solo te amo» (Io... io ti amo e basta)
«Hai finito?»
«Lewis...»
«Hai finito?»
«S-sì» bisbigliò, annuendo. «Sì, ho finito»
It's over.
Non mi guarda più in quel modo...
L'ho ferito.
Me lo merito.
«Bene, se hai finito, allora sta zitta» e senza darle tempo di reagire le afferrò il viso con le mani, piantando le labbra sulle sue. La sentì sciogliersi sotto al suo tocco, la sentì fremere, e quello fu abbastanza per fargli dimenticare qualsiasi parola negativa gli avesse mai rivolto.
Voleva lei.
Voleva lei e solo lei.
Lei e nessun'altra.
Quando si separarono, Lewis lasciò cadere la fronte contro la sua. «Sogniamo di essere amati come si ama l'oro, ma spesso ci accontentiamo di qualcuno che ci ama come l'argento e poi... poi ci chiediamo perché ci ossidiamo»
«Lew...» Selene si morse il labbro. «Vorrei veramente dirti che ho prestato attenzione a quello che hai detto, ma ero troppo impegnata a pensare di baciarti ancora e non ho capito un cazzo»
Gli scappò una risata, mentre l'avvolgeva con le braccia e la stringeva forte a sé. Quella volta non l'avrebbe lasciata andare in nessun caso. «Mi sei mancata da morire, principessa»
Lei ricambiò debolmente la stretta. «C'è una cosa che devo dirti»
«Che cosa?»
Con gli occhi fissi nei suoi, Selene abbozzò un sorriso, pronta a pronunciare tre parole, che, lo sapeva bene, avrebbero segnato la sua dannazione eterna. Ma non le importava, perché per Lewis avrebbe attraversato qualsiasi inferno.
«Yo soy tuya» (I'm yours)
«Len...»
«Yo soy tuya» ripeté. «Y quiero besarte» (e voglio baciarti)
Lewis tornò all'inglese, carezzandole le guance con le mani. C'era una luce particolare nei suoi occhi, ora.
«Fuori è freddo, vero?» le domandò.
«Sì...? Perché questa domanda?»
Un ghigno gli si formò in viso. «Direi che è proprio il caso di fare un bagno caldo, eh principessa?»
Il cuore le si fermò nel petto, mentre tentava di aprire la bocca per rispondere e non ne usciva neanche un suono.
«Oh non vuoi? Certo, lo capisco...»
Selene lo spintonò sbuffando. «Mi hai colto di sorpresa...» ammise. Poi portò entrambe le mani al bordo del suo maglione, sfilandolo e gettandolo a terra.
Bastò quella vista per infiammare Little L, che Lewis sentì bloccato dal tessuto dei suoi pantaloncini da notte.
«Lew?» lo chiamò innocentemente, «Ti va di aiutarmi a slacciarmi il reggiseno? Non ci riesco da sola...»
Maledetta lei e i suoi occhioni languidi.
«Cazzo» borbottò, prima di baciarla ancora. Il contatto con la sua pelle nuda quasi lo uccise. «Sei una serpe, principessa»
La sentì sorridere contro le sue labbra. «Questo bagno, allora? Sai... ho proprio voglia di spogliarmi davanti a te...»
«Sei crudele, oh se sei crudele...»
«E non hai ancora visto niente, del resto l'hai voluto tu...» ghignò lei a sua volta. «Questa sono io, Lewis»
«E questa è la persona che voglio»
Selene rise, osservando Lewis riemergere dall'acqua con la schiuma che gli ricopriva il naso, a mo' di Pinocchio. Si allungò, togliendola delicatamente, gli occhi che lasciavano trasparire tutto l'amore che sentiva nei suoi confronti.
Quando lo vide stendere le braccia nella sua direzione, ruotò su sé stessa per riuscire a raggiungerlo, venendo immediatamente circondata da quel calore di cui tanto aveva sentito la mancanza.
Erano le quattro del mattino, ma per loro sarebbero potute essere anche le tre del pomeriggio. Era troppo bello per essere vero, stare lì, insieme, essere liberi di amarsi senza preoccuparsi delle reazioni di Maggie e Max.
Lewis era quasi convinto di star sognando.
Le mordicchiò la pelle nuda della spalla sinistra, sentendola ridere per il solletico che le stava provocando. Quel suono- quel suono, santo cielo, era la cosa più bella che avesse mai sentito, avrebbe potuto ubriacarcisi tutte le sere e non stancarsi mai.
«Len» bisbigliò, sfiorandole con le labbra l'orecchio - riusciva a percepire chiaramente il forte odore di miele che emanavano i suoi capelli, raccolti da un fermaglio blu elettrico che spiccava particolarmente sulla sua chioma nero scuro.
«Mh?» mugugnò lei, ruotando leggermente il capo. Le sue iridi incontrarono quelle del pilota, che sentì uno sfarfallio allo stomaco.
«Mi dispiace»
«E per cosa? Lew... sono io quella che deve chiedere perdono, non tu»
Prese a carezzarle le braccia, facendole venire la pelle d'oca. «Selene...»
«È la verità, tesoro» gli sorrise. «Coraggio, dimmi cosa ti frulla in testa! Qualcuno di veramente molto importante mi ha insegnato di dover sempre tirar fuori le proprie emozioni e i propri pensieri!»
«Ti ho permesso di andare via, principessa. Ho rischiato di perderti...»
«Lewis... tú nunca me podrías perder» gli rispose, voltandosi e lasciandogli un bacio, glielo tradusse in inglese pochi istanti dopo. (Non mi perderai mai)
«Ho rischiato veramente...»
«Mai, non hai mai rischiato» lo fronteggiò completamente, le bolle di sapone a circondarli. «Ogni parte di me... ogni parte di me ti appartiene, e per quanto questa cosa mi terrorizzi, beh... io sono felice così»
Con il pollice le tolse un po' di schiuma dalla guancia. «Principessa...»
«Devo spiegarti tante, tante cose, devo partire dall'Alzheimer di mia madre, lo so, ma... possiamo rimandare a... beh, a oggi ormai? Adesso ho bisogno di stare con te» il tono era cambiato, sembrava che lo stesse supplicando. «Per favore...» aggiunse piano.
Non ebbe cuore di negarle la propria comprensione, perciò annuì e la tirò di nuovo verso di sé, facendola scontrare contro il suo petto e schioccandole un bacio sui capelli. Le sfiorò la schiena, percependola arcuarsi all'istante, il respiro le si affannò di già.
«C'è una cosa che invece devo dirti io, che prima non ho osato pronunciare...»
«Lewis, non devi soltanto perché l'ho det...»
La interruppe, schiantando le labbra sulle sue. «Ti amo, e voglio... voglio solo essere tuo»
«Anche se abbiamo dodici anni di differenza?»
«Sì, voglio solo essere tuo»
«Ti dispiace ripeterlo?»
«Voglio essere tuo»
«Ancora»
«Voglio essere tuo, principessa»
«Fino alla morte?»
«Ed anche oltre» le sussurrò, la voce che ostentava tutta la sua sicurezza. «Non mi importa della differenza d'età, né tantomeno di tutto quello che le persone potrebbero dire, ti amo e basta. E ti amo perché sei tu, non perché fingi di essere qualcun altro»
«Anche se avrò l'Alzheimer?»
«Anche se avrai l'Alzheimer» la rassicurò. «Non è la tua memoria il motivo per cui sto con te, Len»
«Sarà difficile, Lew, se...»
«Non mi importa. Ti starò accanto in ogni caso»
«Mi dimenticherò di te»
«Sarò lì a ricordarti il mio nome»
«Mi dimenticherò dell'amore che provo per te...»
«Il cuore non dimentica mai, principessa, ma anche in quel caso... ti farò innamorare ancora ed ancora»
Lei gli sorrise dolcemente. «Grazie, Lewis»
«E di che? È il minimo!»
«P-puoi... dire ancora che mi ami?»
«Tutte le volte che vuoi» poi abbassò la testa, chinandola fino a schioccarle un bacio sulla tempia. «Ti amo» bisbigliò. «Ti amo»
«Ti amo anche io»
Ispirando profondamente, Selene si sedette di fronte a Lewis, giocherellando nervosamente con gli anelli che indossava alle dita, anelli che aveva gentilmente rubato all'inglese.
«Volevi che ti parlassi di me, delle mie paure...»
«E lo voglio ancora, ma solo perché non ti fa bene tenerti tutto dentro!»
«Eccomi qui, allora... partiamo con il botto?»
«Vai»
«Non voglio essere il motivo di un tuo rimpianto, Lew»
Lo disse talmente velocemente, e con quel suo accento spagnolo troppo evidente, che il pilota fece quasi fatica a comprenderla al primo colpo. «Ma di che stai parlando, principessa?»
«Sto parlando del fatto che... un giorno, quando dovrai prenderti cura di te, quando dovrai pensare soltanto alla tua salute, dovrai combattere anche con la mia mente, dovrai sopportare commenti freddi, domande strane, azioni di qualcuno che non sarà più in sé. Non si augura a nessuno una cosa del genere, e... ho paura che tu possa iniziare ad odiarmi, che tu possa provare risentimento nei miei confronti per averti permesso di amarmi lo stesso»
«Len...» il suo nome, sulle labbra dell'uomo, sembrava la melodia migliore del mondo. «Dici che non si augura a nessuno una cosa del genere, e forse è vero, ma... per amore... per amore si fa di tutto, ed io per te venderei l'anima al diavolo, principessa. Non mi importa se un giorno dimenticherai tutto, io ti resterò accanto in ogni caso, sarò la spalla a cui appoggiarti, sarò la mente se e quando la tua smetterà di supportarti, non ti lascerò mai da sola. Ti amo troppo per farlo»
«Non puoi essere certo di volere una cosa del genere...»
«No, hai ragione, ma posso essere certo di volere te. E questo significa volere tutto il pacchetto»
«Lew...»
«Cos'è che si dice quando ci si sposa? In salute e in malattia, no? Ecco... io prendo te, Len, in salute e in malattia, nel bene e nel male, perché ti amo, e perché non c'è nessun altro che sappia farmi stare bene come sai fare tu. Sei speciale, principessa, sei la mia persona...»
«Ti stancherai di me...»
«Non potrei mai»
«Ti spezzerò il cuore»
«Sono pronto a rimetterlo insieme ancora ed ancora, tu ne vali la pena»
Una lacrima le attraversò la guancia. «Ti amo...»
«Anche io, da morire, ed ora...»
«Ora cosa?»
«Ora voglio soltanto sentirti scherzare come fai con Max, voglio sentirti ridere, voglio vederti ridere, voglio sapere che stai bene, voglio che ti torni il sorriso sulle labbra...»
Deglutendo, Selene chiuse per un istante gli occhi, tenendo le palpebre serrate fino a quando il cuore non prese a scalpitarle nel petto.
«Lo sai che hanno arrestato una tipa oggi a Monaco?»
«Ma che dici?»
«Mh mh, andava in giro con una gallina»
«È una battuta o...»
«Addirittura un tipo le si è messo a parlare e mentre carezzava la gallina le ha detto se per 20 euro gliela potesse dare!»
«Oh no...»
«Solo che però la vecchia ha capito male... "Sì, certo, purché mi regga la gallina però!"»
L'espressione di Lewis era di pietra.
«Hey, mi hai chiesto tu di scherzare!»
Il pilota le fece pat pat sulla nuca. «Va tutto bene, Len, va tutto bene...»
«Ma...»
«Shhh principessa, tutto bene»
«L...»
«Tutto bene»
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top