23. Falling






What am I now?
What am I now?
What if I'm someone I don't want around?
I'm falling again, I'm falling again, I'm falling
What if I'm down?
What if I'm out?
What if I'm someone you won't talk about?
I'm falling again, I'm falling again, I'm falling
And I get the feeling that you'll never need me again




Selene aveva appena parcheggiato la sua macchina nel vialetto di casa quando intravide una Mercedes fin troppo familiare fermarlesi subito dietro.

Il suo cuore perse un battito, mentre si rimetteva in piedi e piantava lo sguardo in quello di Lewis. Non sembrava particolarmente contento, a giudicare dal modo in cui la stava fissando.

«Che ci fai qui?» gli domandò, sospirando. «Senti, ti ho già detto che non...»

Lui però la interruppe, soltanto con un gesto della mano. «No, stavolta parlo io» esclamò, più rigidamente. «Hai avuto tutto il tempo per esporre le tue mistiche ragioni sul perché la nostra relazione dovrebbe finire ma non mi hai dato neppure un secondo per risponderti e per spiegarti perché, invece, dovremmo restare insieme!»

Avrebbe sicuramente dovuto ribadirgli che, loro, non erano mai veramente stati insieme, ma qualcosa la spinse a non farlo, sapendo che, più che lui, avrebbe ferito sé stessa.

«Lewis...»

«Niente Lewis qui, Lewis lì, voglio che mi ascolti, Selene!»

Non l'aveva mai visto tanto arrabbiato.

Ma, a dire il vero, più che in preda ad un attacco nervoso, sembrava quasi spaventato...

«Ho vissuto trentasette anni senza di te, eppure ogni giorno in cui non ci sei sembra durare fin troppo. Non voglio più passare il tempo non avendoti accanto, hurricane. Io voglio te. Voglio stare con te, voglio amarti, Selene, ma non posso farlo se non me lo concedi!» le disse, non distogliendo mai le iridi scure da quelle verdi di lei. «Spiegami... spiegami perché non mi vuoi»

«Te l'ho già detto, Lewis, io... io non provo per te quello che tu provi per me!»

Sopra di loro si sentì il rumore di una porta aprirsi, ma nessuno dei due vi prestò troppa attenzione - la macchina di Max non era lì, probabilmente lui e Maggie se n'erano andati a fare un giro da qualche parte.

«Cazzate! Sono cazzate!»

Sì.

Sì.

Sì.

Sono cazzate. Ma sono cazzate a cui devi credere, Lew. Per favore, non rendermi il tutto più difficile...

«Io non provo niente per te!» gli gridò in faccia, cercando di sembrare più infuriata possibile. «Perché non riesci ad accettarlo?!»

«Perché ti conosco, Selene! Ti conosco! E se c'è una cosa che amo di te è che tu non prendi in giro le persone! Non lo fai perché sai bene cosa significa scoprire la verità, sai bene che cosa significa essere lasciati andare! Ed io mi fido di te, mi fido, perché so che se nel profondo del cuore avessi sentito un solo frammento che non si stava affezionando a me te ne saresti andata. Non saresti rimasta lì, non avresti permesso che mi innamorassi di te!»

«E se invece fossi soltanto una cattiva persona?! Non ci hai mai pensato? Se fossi soltanto un'ipocrita, che critica gli altri e poi si comporta peggio? Mh? Non ti è mai venuto in mente?!»

«No!»

E quell'affermazione le fece venire la pelle d'oca.

«No, non ci ho mai pensato, accidenti a te! Perché sei la persona più intelligente che conosca, Selene! Sei formidabile, sei appassionata, il tuo problema è che hai sofferto così tanto che temi di affezionarti! Temi che le persone possano lasciarti e perciò scappi prima che questo possa accadere, ma non è così! Non è così in questo caso, perché io non voglio andarmene!»

«Avresti dovuto capire, però, che non mi stavo veramente innamorando! Avevo bisogno di una spalla su cui piangere! Avevo bisogno di un amico che mi distraesse da Sam, che mi facesse smettere di soffrire per causa sua, e tu... tu eri perfetto! Ma non ho mai provato per te quello che ho provato per lui, non so quante volte debba ripetertelo!»

«No... no, no, io non... io non ci credo»

La voce di Lewis era talmente spezzata che Selene sentì un groppo formarlesi nella gola.

Se lo sentiva, sarebbe morta in quel preciso momento, se lui avesse continuato a guardarla in quel modo.

«È così...»

«Non ci credo che tutto questo per te non abbia significato niente! Non ci credo che quella sera a Nizza, che quella sera al bar, che guardare Il Segreto, che ridere, che scherzare insieme non abbiano smosso nulla nel tuo cuore! Abbiamo parlato di filosofia, abbiamo parlato di Simone de Beauvoir! Abbiamo parlato di Nico, ti ho confidato del mio rimpianto più grande, ti ho parlato di Nicole! Ti ho parlato di Nicole, Selene... e... e proprio perché ti ho raccontato di lei so che non avresti mai fatto niente di tutto ciò, perché hai visto quanto mi abbia fatto soffrire!»

«Mi dispiace...»

«Il fatto è che tu credi di essere impossibile da amare, ma... ma non è così! Non è così perché ti amo con ogni mio respiro! Amarti per me è come respirare, hurricane...» le sussurrò, abbassando il tono della voce, quasi come se volesse evitare che qualcuno che non fosse lei carpisse quel segreto, tanto intimo quanto profondo. «Allora ti prego... se provi anche solo un quarto dei sentimenti che ho io per te, per favore, per favore, dimmi che sta succedendo...»

Ma prima che Selene potesse rispondere, un'altra voce, dura e fredda, sopraggiunse.

«Proprio così, perché anche noi vorremmo sapere che diamine sta succedendo qui.»

La spagnola trattenne il fiato, gli occhi si spalancarono all'istante. Quando si voltò, Maggie e Max se ne stavano fermi sul secondo ripiano delle scale, le espressioni più incredule che avesse mai visto.

«R-ragazzi...»

«Che cazzo significa tutto questo, zusje?!» fu Max il primo dei due a parlare, scendendo di un solo gradino e porgendo il braccio alla sua fidanzata, in modo che potesse fare lo stesso movimento. «Che diamine sta...?»

«Q-quanto avete sentito?» balbettò. Il cuore prese a batterle con così tanta violenza che lo sentì quasi saltarle via dal petto.

«Tutto quanto» bisbigliò la sua migliore amica, tenendo lo sguardo basso. Sembrava che non riuscisse neppure a guardarla in faccia. «Perché ce l'hai nascosto?»

«No... no, ragazzi, vi giuro che...»

«Risparmiami le cazzate, Selene» la interruppe Maggie, gelandole il sangue nelle vene. «Hai una relazione con Lewis?»

«Ce l'ho avuta... ma... vi giuro, ragazzi, vi giuro che sto...»

«Che stai?»

«Che sto cercando di dirgli che non voglio più... che non voglio più andare avanti!»

Il pilota Mercedes fece un passo avanti. «Selene...»

Ma lei non riusciva a fare altro, se non supplicare con gli occhi i suoi migliori amici. Era tutto parte del suo piano, dopotutto! Non poteva perdere loro, no! Avrebbe lasciato Lewis e loro le sarebbero stati accanto!

Doveva essere così!

«Max... Maggie... ragazzi...»

«Da... da quanto va avanti questa storia?»

La corvina deglutì, una lacrima le scivolò per la guancia sinistra. «Dal Gran Premio del Belgio» mormorò, rendendosi finalmente conto di quanto tempo fosse passato da quel giorno.
Era il 27 agosto quando l'aveva baciato la prima volta.
Ed era il 10 dicembre quando lo stava lasciando.

Maggie si lasciò scappare un verso di sorpresa. «DA AGOSTO?!»

«Da agosto...» confermò lei tacitamente, annuendo. «Maggie, ti giuro che volevo dirtelo ma non...»

«Da agosto, Selene!» la interruppe l'altra, dovendosi appoggiare a Max per non crollare, la gamba che tremolava - probabilmente per via del freddo - sotto il peso del suo corpo. «Se avessi voluto dirmelo, dircelo, l'avresti fatto da tempo! P-perché? Perché non l'hai fatto?o»

«Io... pensavo che non avreste capito, ragazzi, pensavo che... pensavo che Max non ne sarebbe stato contento e che tu...»

«Io, invece, pensavo fossimo amici» asserì Max, la delusione che traspariva chiaramente dalla sua voce. «Pensavo mi volessi bene al punto da SAPERE che non avrei mai fatto niente per ostacolare la vostra relazione. Perché non mi importa di chi cazzo sia la persona che ami, mi importa che tu sia felice!»

«Max...»

«Ti avrei chiesto perché, ti avrei chiesto che cosa ci vedessi in lui, ma poi avrei capito, avrei imparato ad accettare la tua scelta, perché eras mi mejor amiga, Selene!»

«Eras?»

Eri.

Non ero.

«I miei amici non mi raccontano stronzate»

«Max...» lo chiamò, scuotendo il capo. Fece per correre verso di loro, ma Maggie la fermò. «Mags...»

«Pensavo anch'io che fossimo amiche, Selene... pensavo ti fidassi di me»

«Io mi fido, Maggie! Te lo giuro, te lo giuro, sei la mia persona!»

«E allora perché mi hai tenuto nascosto tutto?!»

«PERCHÉ HO PAURA, MALEDIZIONE!» sbottò, non riuscendo più a tenersi dentro tutti i pensieri negativi che la stavano disintegrando, sempre più man mano che i secondi passavano. «HO PAURA DI PERDERVI TUTTI, HO PAURA DI DIMENTICARE!»

«Non è un buon motivo per nascondere una cosa del genere ai tuoi amici!»

Lewis però bloccò quel discorso. «Dimenticare?» chiese debolmente. «Dimenticare cosa?»

Solo allora Selene tornò a voltarsi verso di lui, il viso completamente rigato dalle lacrime. «Volevi la verità? Ho l'Alzheimer» confessò, iniziando a singhiozzare. «Ho l'Alzheimer, e niente di tutto questo un giorno per me avrà rilevanza!» ripeté, come se volesse accertarsi di aver appena rivelato il suo segreto più grande. «Ecco la storia, sei contento ora?!»

«C-cosa... ma... tu...»

Smise di prestargli attenzione all'istante, quando Maggie finì di percorrere le scale per conto suo, il bastone ben stretto nella mano per mascherare il dolore che stava provando. «Lewis...» chiamò. «Puoi lasciarci da soli?»

L'inglese esitò. «Selene, io e te dobbiamo...»

«Non abbiamo più niente da dirci» lo seccò subito, impedendogli di dire altro. «Per favore, non chiamarmi più...»

«Ma...»

«Lewis, basta!»

Nel giro di pochi secondi, a testa bassa per mascherare una piccola goccia, sparì, la Mercedes con lui. Selene dubitava fortemente che l'avrebbe rivisto tanto presto - cosa che le fece sia incredibilmente male che anche tirare un sospiro di sollievo.

Addio Lew, è stato bello.

«Maggie, Max, sento di dovervi delle sc...»

«Come hai potuto non dirmi una cosa del genere?»

Il sangue le si gelò nelle vene, di fronte a quella freddezza.

«Lo so, ho sbagliato, ma sei la mia migliore amica e volevo che lo sapessi da me quando sarei stata pronta e...» Selene scosse il capo. «Mi dispiace davvero tanto di avervi tenuto all'oscuro di questa storia ma volevo che fosse solo per me e... e mi sentivo come se fosse la cosa migliore»

«La cosa migliore per te era tenere nascosta una relazione che ti rendeva felice? Perché non mi bevo neppure una delle cazzate che hai detto a Lewis, Selene, ti conosco troppo bene. Tu sei seriamente innamorata di lui!»

Maledizione a Maggie che capiva sempre tutto.

«Perché non ti sei fidata di noi?» domandò Max, alzando le spalle. «Non capisco! Non ti abbiamo mai detto niente di sbagliato! Abbiamo supportato ognuna delle tue relazioni, ti abbiamo dato consigli, ti abbiamo consolata quando andavano male!»

«Non ci siete mai stati in questi mesi! Come accidenti avrei dovuto fare a dirvelo?! Dopo che avete visto di nuovo il sorriso sul mio viso avete iniziato a starvene per i fatti vostri! Non mi salutavate neppure più quando uscivate! Che avrei dovuto fare?!»

Solo perché una persona sorride, non significa che dentro non nasconda il dolore più grande della storia.

«Avresti potuto parlarcene! Non ti avremmo scuoiata viva!»

«No, ma non avreste capito. E come potreste?!» urlò, piangendo disperata. «Voi due non potreste MAI capire! Vi siete trovati, avete trovato l'anima gemella! Non vi importa del resto del mondo perché quando state insieme è come se tutto sparisse! Ma per le persone come me... per me non c'è un lieto fine!»

Gli occhi azzurri di Maggie si fecero lucidi. «Il lieto fine c'è per tutti!» sentenziò, sbattendo il bastone a terra ed avanzando. «Ma quello che non capisco è come tu abbia potuto anche solo pensare che non avremmo approvato una cosa del genere! Noi siamo tuoi amici, non i tuoi genitori, accidenti! Ti avremmo supportato in ogni modo e con qualsiasi mezzo!»

«Ragazzi, mi dispiace... so che siete arrabbiati e lo...»

«Arrabbiati? Oh no...» la rossa fece di no con la testa. «Io non sono arrabbiata, Selene, sono delusa»

E quello a volte era il sentimento peggiore.

Aveva deluso l'unica persona che le era sempre stata accanto, che l'aveva supportata anche nei suoi momenti peggiori, anche quando sembrava che tutto andasse a rotoli.

Ed aveva ferito Max, per quanto lui non volesse ammetterlo e fingesse di essere soltanto amareggiato per quella verità mancata.

«Ragazzi, sul serio, mi dispiace...»

«Puoi... puoi solo risparmiarti le cazzate?»

«Maggie...»

«No... no, non voglio sentire» la rossa le voltò le spalle, rivolgendosi subito dopo a Max. «Ti prego, andiamo da qualche parte»

«Andiamo a fare una passeggiata, dai» la incoraggiò il suo ragazzo, sospirando.

Nessuno dei due voleva vederla.

Nessuno dei due la stava confortando.

Nessuno dei due.

«Selene?» la chiamò Maggie, prima di andarsene.

«S-sì?» lei alzò lo sguardo speranzosa, ma l'unica cosa che vide fu la cold shoulder della sua migliore amica.

«Io mi sono fidata di te» fece, a bassa voce. «Quando ti ho confessato di essere stata stuprata... io mi sono fidata. Ti ho raccontato del giorno più traumatico della mia vita, l'ho fatto, perché pensavo che fossi la persona giusta per custodire quel segreto. A quanto pare tu non pensi lo stesso di me...»

«No, no, Mags, ti giuro! Volevo dirtelo!»

«Probabilmente volevi dirmelo sul serio, ma non l'hai fatto. Ed è questo il problema. Ero convinta di essere la persona di cui ti fidi di più, quella a cui mai e poi mai avresti mentito, quella a cui mai avresti tenuto nascosto un segreto. Apparentemente mi sbagliavo»

«Maggie ti prego, aspetta!»

Ma l'amica non le diede neppure il tempo di rispondere che, accanto a Max, si allontanò, tentennando con il bastone. Sembrava star facendo di tutto per sbrigarsi, anche a costo di provare un dolore immane alla gamba.

Selene si accasciò a terra, reggendosi la testa con le mani ed infilandosi le dita tra i capelli. Avrebbe tanto voluto gridare, ma non poteva. Non poteva attirare su di sé l'attenzione, non quando si trovava così, in quello stato.

Aveva perso tutti.

La realizzazione la colpì all'improvviso, scavandole un buco nel petto, un foro dovuto a numerosi proiettili.

Sua madre.

Lewis.

Maggie.

Max.

Non c'era rimasto più nessuno.

Era da sola.

Era da sola e lo sarebbe sempre stata, nascosta dal mantello scuro delle tenebre.

You screwed up, little Moon.

You really, really screwed up.

You fucked up.

«È tutta colpa mia»

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