16. Coney Island




And when I got into the accident
The sight that flashed before me was your face
But when I walked up to the podium
I think that I forgot to say your name



«Ti ho detto che non stavo male! Quanto ancora andrai avanti a rinfacciarmelo?!»

Lewis sbuffò, tirandole uno scappellotto delicato dietro alla nuca. «Non stavi male? Letteralmente hai cominciato a blaterare cose a caso di filosofia!»

«Ah... e che cos'ho detto, esattamente?»

«Ma che ne so! Hai parlato in spagnolo per tutto il tempo, non ci ho capito più niente!»

«Quando mai tu capisci qualcosa?!»

«Hey hey hey, piano con le offese! Quello è Verstappen!»

Selene scosse il capo, sorridendo. «Sei un fenomeno nel rigirare la frittata, sai?»

«Sì, modestamente sono un grande cuoco»

«Fare le battute è compito mio!» lo redarguì, fulminandolo. «Non rubarmi il lavoro, disgraziato»

Lewis la prese a braccetto, il sole di Monaco che scintillava su di loro. Era la prima volta, quella, da quando erano diventati amici, in cui si facevano vedere insieme di giorno: il principato era un posto tranquillo, erano pochissimi gli articoli di gossip che si leggevano, per questo avevano preso quella decisione.

E poi, non c'era nemmeno il pericolo di incorrere nei mitici Sorstappen, visto che Maggie e Max se n'erano andati in Olanda per i giorni prima del Gran Premio del Brasile, dove anche Selene sarebbe andata.

Quando l'aveva detto a Lewis, lui ne era stato felicissimo, dopotutto... potevano stare insieme anche durante il weekend di gara! Il pilota non avrebbe potuto sognare di meglio!

Quello che però l'inglese non sapeva, e che probabilmente non avrebbe mai saputo, era del messaggio che la sua adorata compagna aveva ricevuto proprio quella mattina.

Un messaggio da Sam.

Appena l'aveva letto, Selene aveva sentito le lacrime agli occhi. Possibile che, nonostante il tempo passato, il dolore che lui le aveva provocato non fosse passato neppure un po'? Che neanche la presenza costante di Lewis fosse bastata per aiutarla a sentirsi meno male?

Ciao Len, mi spiace scriverti così all'improvviso, ma è passato parecchio tempo dall'ultima volta in cui ci siamo visti e... ci tenevo a scusarmi. Ci tenevo a scusarmi perché non mi sono comportato bene nei tuoi confronti e ho detto cose che non pensavo sul serio. Mi auguro che tu possa accettare le mie scuse e che decida di incontrarmi, non appena vorrai, se vorrai, per poter parlare e chiarire per bene.

A presto, Len.

Scusami ancora.

Il malloppo che aveva in gola, che spesso e volentieri le impediva di respirare, si era leggermente alleggerito quando ne aveva parlato con Maggie, chiamandola urgentemente e svegliando sia lei che l'olandese che le dormiva accanto, tuttavia non era riuscita a scrollarsi di dosso la sensazione di tristezza che le vagava intorno.

Era normale, no?

Alla fine... si era convinta che Sam fosse la sua persona, per cui... sì, era assolutamente normale che stesse così giù.

Tornò alla realtà, smettendo di pensare alle parole che aveva ricevuto, solo quando Lewis le pizzicò il fianco. «Tutto okay, hurri

«Sì, scusa. Hai detto qualcosa? Mi sono distratta»

«Non era niente di importante, non ti preoccupare» la rassicurò. «È successo qualcosa? Vuoi parlarne?»

«Oh no, no. Va tutto bene, mi sono solo persa nei miei pensieri, è tutto okay!»

«Se lo dici tu!» l'inglese le sorrise. «Beh, ora che sei tornata sulla Terra, stavo pensando...»

«Perché, lo sai fare? Oppure vai in giro da tutte le persone a dire loro che stanno male?»

«Allora!» le scoccò un'occhiataccia, fingendosi offeso. Si portò le mani ai fianchi, interrompendo la propria camminata. «Per quanto ancora andrai avanti a dire che non stavi male? Letteralmente, avevi 38 e qualcosa!»

«Sì, ma è passata!»

«Perché ho telefonato al mio medico e mi sono fatto dire di quali medicine imbottirti! Probabilmente ti ho dato pure steroidi, considerando che sei guarita più in fretta di un canguro portoricano!»

«Eh... non credo che in Porto Rico ci siano i canguri»

«Solo perché tu non li hai mai visti...» Lewis scrollò le spalle. «... non significa che non ci siano!»

«Onesto»

«Bene, e ora... stavo dicendo. Che te ne pare se stasera andiamo a...»

Non fece nemmeno in tempo a finire di parlare che andò a scontrarsi contro un passante, venendo ricacciato leggermente indietro per l'urto e tirando una gomitata sul costato della spagnola.

Seppur Selene non fosse granché esperta, non le ci volle molto a riconoscere chi avesse davanti. Quei capelli biondi e gli occhi azzurri erano inconfondibili, specie se il suo profilo Tiktok ora era pieno di edit mega tristi su di lui e il suo rapporto con Lewis.

Nico Rosberg.

In persona. Carne ed ossa.

Più radioso che mai, sfoggiava i suoi occhiali da sole con orgoglio - nonostante fosse l'otto novembre -, e quando si rese conto di aver sbattuto proprio contro il suo ex rivale ed amico si ricompose.

Abbozzò un sorriso, alzando la mano a mo' di saluto.

Non sembravano più gli amici di una volta, quella era l'unica cosa di cui Selene era sicura. Eppure... Rosberg non le sembrava una cattiva persona, a giudicare dai suoi occhi!

Perché hanno litigato?, riusciva a pensare unicamente a quello.

Di certo, non appena tornati a casa, non avrebbe esitato a bombardare Lewis di domande.

Qualcosa Max glielo aveva accennato, parlando della sua prima vittoria in carriera, ma sicuramente avrebbe avuto bisogno di rinfrescarsi la memoria, e chi meglio di uno dei protagonisti a raccontarglielo?

Awkwardly, Selene allungò la mano verso Nico, presentandosi. C'era fin troppo silenzio lì, per i suoi gusti, talmente tanto da risultare quasi pesante. «Ciao, piacere! Io sono Selene»

«Tu non sei l'amica di Verstappen?» fu la prima cosa che l'ex pilota le chiese, retoricamente, poi, osservandola annuire, replicò il gesto a sua volta. «Nico, piacere mio»

«Lew, noi dobbiamo andare» la sua voce suonò delicata, quasi tenera, mentre appoggiava la mano sulla spalla "dell'amico" e la scuoteva. «Nico, è stato bello conoscerti, sarebbe stato fantastico poterci fermare a chiacchierare ma... sai, abbiamo un orario da rispettare!»

«Oh certo, beh... buona passeggiata, suppongo»

«Anche a te!»

E così dicendo, Selene afferrò Lewis per la giacca che indossava, trascinandolo via da quel punto. Soltanto quando furono abbastanza lontani ebbe la decenza di fermarsi di nuovo.

«Perché non gli hai detto niente?»

«Perché non volevo»

«Che cos'è successo tra voi?»

«È una storia fin troppo lunga, hurricane» l'inglese sospirò, allungando una mano e facendole pat pat sulla nuca. «Non è abbastanza interessante per essere ascoltata»

«E se ti dicessi che mi farebbe piacere sentirla?»

«Probabilmente inizierei a considerarti una pazza»

«Perché... avevi dei dubbi?»

«Sei veramente sicura di volerla ascoltare?»

«Beh sì! Ho visto un paio di Tiktok ma non ci ho capito un tubo! Almeno così magari qualcosa comprendo!»





Quel discorso doveva essere veramente molto serio, Selene non poté fare a meno di pensare, se Lewis per raccontarle la storia aveva scelto di tornarsene nel proprio appartamento!

Tutta quella austerità le ricordava il giorno in cui la sua migliore amica le aveva confessato il suo più grande segreto, rendendola partecipe di tutto il dolore che avrebbe poi patito negli anni a venire. Erano passati quasi quattro anni e Maggie ora sembrava felice, sembrava aver superato tutte le ferite. Dio, se era orgogliosa di lei!

«Sei ancora sicura di voler...?»

«Lew» lo richiamò, sporgendosi e carezzandogli la guancia. «Se non vuoi parlarne non sei obbligato!»

Bugia.

Ma lui non doveva necessariamente saperlo, no?

«Quanto vuoi saperlo da 1 a 10?»

«Non importa se voglio saperlo o no... tu vuoi raccontarlo?»

«Solo per te»

«Sarò tutt'orecchi, allora» lo incoraggiò.

Quando Lewis allargò le braccia, seppe esattamente cosa fare. Si sistemò nel suo abbraccio, la schiena del pilota rilassata e poggiata contro il divano. Soltanto una volta comodi l'inglese iniziò la sua narrazione.

«Vedi, io e Nico ci conosciamo fin da quando eravamo bambini. Io ho cominciato a fare karting nel 1993, lui nel 1991. Nel 2000 addirittura siamo stati compagni di squadra, per la Mercedes Benz McLaren in Formula A. Siamo sempre stati competitivi, ce lo dicevano tutti...»

Durante la breve pausa del pilota per ricordare i momenti, Selene non riuscì a non focalizzarsi sulle date. 1993... lei non era neppure in programma! Beh, non che dopo lo fosse stata, effettivamente.

Solo che... la loro differenza d'età la colpì per la prima volta, costringendola a realizzare che non erano due, tre o quattro anni. Ne erano dodici.

«Una volta mi ricordo che siccome Nico era più analitico alla guida mi dissero che avrebbe vinto più di me!»

«Davvero?»

«Già» l'altro sorrise. «Le nostre strade poi si sono divise e Nico ha iniziato a gareggiare in Formula 1 nel 2006, io nel 2007. Nel settembre del 2012 sono iniziate le speculazioni su di me, dicendo che avrei lasciato la McLaren per firmare con la Mercedes, ed effettivamente così è stato. Il primo segnale di tensione, tuttavia, c'è stato al Gran Premio della Malesia nel 2013. La scuderia gli disse di starmi dietro e lui non ne rimase tanto contento. Quella volta risolvemmo per miracolo...»

«Sempre per via della vostra competitività, vero?»

«Esatto principessa»

«E poi? Poi cos'è successo?»

«Nel 2014 abbiamo smesso di essere amici»

Selene si accorse di star trattenendo il fiato. «Perché?»

«Vedi, già dai test di Jerez eravamo stati considerati i favoriti per quella stagione. Seb, che era stato campione per i quattro anni precedenti, non era più il prediletto. C'eravamo noi. La... la nostra prima battaglia, chiamiamola così, è stata al GP del Bahrein, dove abbiamo avuto una specie di scontro. Nelle settimane a venire ho scoperto che il team aveva dato a Nico un dossier su di me, sulle caratteristiche della mia macchina. Al GP di Monaco la bomba è scoppiata, specie perché Nico è andato a sbattere volontariamente, rovinandomi il giro di qualifica. L'ha fatto di proposito, lo so»

«Avete smesso di...»

«Essere amici? Sì, in quel preciso giorno» Lewis annuì. «Ci sono state tante altre occasioni in cui entrambi siamo stati richiamati dal team ma non starò qui a dirtele tutte, anche perché sarebbe insostenibile come storia e non voglio annoiarti, hurricane. Quello che però ci tengo a raccontare è un 'estratto' del GP del Belgio: mi ha colpito in gara, ha spezzato la mia ala anteriore e forato la mia gomma, mi ha spedito fuori. L'hanno fischiato sul podio ed è stato costretto a scusarsi. Mi hanno criticato convinti che volessi solo fare la vittima, ma... mi ha colpito, di proposito»

«Quell'anno però hai vinto il titolo, no?»

«Sì, dopo Abu Dhabi Nico venne a congratularsi, ma... il nostro rapporto non è mai più stato lo stesso»

«E... so che probabilmente dovrei farmi i fatti miei, ma... cos'è successo il giorno in cui ti ha tirato indietro quel cappellino?»

«Tu come... ah, Tiktok, vero?»

«Già»

«Beh, quel giorno ci trovavamo negli Stati Uniti, nel 2015. Dovevo assolutamente vincere per ottenere il titolo e... alla curva 1 l'ho spinto un po' troppo ferocemente, lo ammetterò, per prendere la prima posizione, abbiamo continuato a lottare ma lui poi ha fatto un errore alla 12, io quindi ne ho approfittato. Furioso, Nico mi ha tirato quel cappellino e ha rifiutato di partecipare al podio»

«Oh...»

«Poi ovviamente c'è stato tutto il drama della Spagna nel 2016, che sicuramente Verstappen ti ha raccontato»

«Sì, ovvio, la sua prima vittoria, la so a memoria»

«Immaginavo... quell'anno Nico vinse il mondiale per soltanto cinque punti»

«Soltanto cinque?! Wow!»

«Principessa, nel 2008 ho vinto per un solo punto!»

«Bravo!» gli schioccò un bacio sulla mandibola, sentendolo sorridere immediatamente. «Hai mai... hai mai pensato di sistemare le cose?»

«Con Nico? Sì»

«E allora perché non l'hai fatto?»

«Probabilmente perché non sono pronto a perderlo una seconda volta»

Quella confessione la spiazzò. «Ma... perché? Magari andrà bene ora che non siete più rivali!»

«Per te è facile dirlo, principessa» Lewis scosse il capo, sospirando. «Tu hai Maggie»

«Sì, ma...»

«Lei non si sognerebbe mai di odiarti, semplicemente non potrebbe. Vi volete troppo bene per stare lontane!»

«Questo non significa che non ci siano state delle divergenze tra di noi, Lew! Non hai idea di tutte le volte in cui mi ha gridato contro prima di conoscere Max, di tutti gli insulti e i commenti acidi che mi sono presa! E unicamente perché le voglio bene!»

«Perché sei rimasta? Perché non te ne sei andata?»

«Perché morirei senza di lei al mio fianco» sentenziò, separandosi dall'inglese ed alzandosi in piedi. «Le voglio bene tanto quanto tu ne volevi a Nico, Lew»

«No, fidati... tu la adori»

«Perché mentre io tentavo di salvarla, lei ha salvato me» affermò. «Questo però non significa che le altre amicizie non valgano niente! Per te Nico contava, contava tanto, e perderlo ti ha fatto male, ma sono passati anni! Siete cresciuti, siete maturati, forse è il caso di smettere di comportarvi come bambini!»

«Prima cosa, ouch. Seconda cosa, per quanto mi dispiaccia dirtelo, tu non... tu non puoi capire la rivalità che c'è stata, principessa»

«No, non posso, e per questo oggi sono qui, perché ti ho chiesto di spiegarmela. Perché voglio che tu capisca che adesso che questa rivalità non c'è più potete finalmente tornare quelli di una volta!»

«Sei abituata a vedere il bello nelle persone, principessa, ma qui non c'è una via giusta»

«Calma, Friedrich Nietzsche» lo riprese, le mani sui fianchi. «Sai che diceva? Che quando compiamo il passo decisivo e imbocchiamo la retta via, ci si fa improvvisamente chiaro un mistero: tutti, anche chi ci è stato amico e confidente, si erano immaginati fino a questo momento una loro superiorità su di noi e si mostrano offesi. I migliori di essi sono indulgenti e aspettano pazientemente. Gli altri ci sbeffeggiano e agiscono come se fossimo momentaneamente ammattiti oppure malignamente indicano un seduttore. I più malvagi ci tacciano di vanitosi buffoni e cercano di denigrare i nostri motivi, e il peggiore vede in noi il suo peggior nemico, uno che è assetato di vendetta per la sua lunga dipendenza − e ha paura di noi» recitò a memoria, citando il passo dell'Aurora.

«Non so se sorridere e complimentarmi per il modo in cui riesci a ricordarti ogni cazzo di citazione od odiarti perché hai beccato il centro perfetto dei miei dubbi»

«Potresti fare entrambe»

«Oppure adesso potrei toglierti quel bellissimo maglione di dosso»

«Grande idea... ma solo se adesso chiami Nico e gli chiedi di incontrarvi»

«Non succederà»

«Questo bellissimo maglione allora mi rimane addosso!»

«Sei crudele, principessa»

«Sto solo facendo la cosa giusta» dichiarò, alzando le mani. «Vuoi un pompino? Chiamalo!»

«SELENE!»

«Scusa, scusa! Tu però ti scandalizzi troppo facilmente!»

«O sei tu che non ti scandalizzi affatto!»

«Mah, possibile»

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top