11. All too well
Time won't fly, it's like I'm paralyzed by it
I'd like to be my old self again
But I'm still trying to find it
«Lewis, Lewis, Lewis, che accidenti stai facendo?! Scendi, stupido! Ti ammazzerai! Scendi da quel cornicione, ti prego!»
«Sta tranquilla, Nicky! Non ho intenzione di cadere!»
«Sai che il 90% degli ubriachi finisce ammazzato perché questi precipitano giù dai tetti, no?!»
«Nicky?»
«Sì?»
«Te lo sei appena inventato, vero?»
«No! Certo che no!»
«Nicky... non ti preoccupare! Mi tengo!»
«Sappi che quando finirai spiaccicato sul marciapiede qui sotto ci riderò sopra!»
«Non ci rideresti mai» si volta, un sorriso enorme ad illuminargli gli occhi. «Perché mi ami, Nicole»
L'altra lo fissa stravolta, spalancando la bocca. «Tutto questo è solo per farmi dire che ti amo? Lewis, non c'era bisogno di fare il deficiente su di un tetto! Ti amo! Ti amo e basta, specie quando non mi fai venire un infarto!»
«Ah ah! Finalmente!» Lewis esulta, cominciando a ridere. «Finalmente l'hai detto!»
«Non c'era bisogno di traumatizzarmi, maledetto cerebroleso!»
«E come mai sei traumatizzata, piccola?» le domanda, scendendo giù dal cornicione di quel tetto e poggiando i piedi sulla parte piana. Le si avvicina, infilandole le mani tra i capelli e trattenendole delicatamente il viso, le sfiora le labbra con le proprie. «Hai paura di perdermi?» le fa un occhiolino, che la porta a roteare gli occhi.
«No, deficiente!» esclama Nicole, tirandogli una pacca sulla spalla. «Non ho paura di perdere te, ho paura dell'altezza, cretino!»
«Che carina, stai cercando di trovare tutti gli insulti possibili da lanciarmi!»
«Questo NON dovrebbe farti ridere, tonto!»
Lewis le sfiora il naso con il proprio, facendola arrossire. «È eccitante quando mi strilli contro»
«LEW!»
«Shhh» la zittisce, tappandole la bocca con la mano e ridacchiando. «Non devi svegliare il vicinato!»
«Siamo sul tetto di un hotel!»
«Appunto! Non sei un impianto elettrico, Nicky, non abbiamo bisogno della trasmissione del tuo segnale da qui fino a New Orleans!»
A quelle parole, Nicole non può far altro che cedere, buttandosi in avanti e venendo afferrata dalla presa muscolosa del suo fidanzato. Si accoccola contro il suo petto, mentre centinaia di bacini le vengono schioccati sulla nuca.
«Sono felice di essere qui con te, Lew, anche se sei la persona più stupida del pianeta!»
«Anche io, Nicky»
«Vorrei che non finisse mai, però...» sussurra. «È troppo bello per essere vero»
«Lo so» mormora il pilota. «È un sogno» dice, mentre le carezza i capelli e se li intreccia debolmente intorno alle dita. «Possiamo rimanere qui per sempre, vero?»
«No, purtroppo non possiamo, ma... possiamo prometterci che faremo sempre del nostro meglio per non scordarci mai del nostro amore»
«Lo prometto, Nicky»
«Lo prometto, Lew»
«Ti amo»
«Ti amo anch'io»
Lewis la bacia, sorridendo contro le sue labbra.
«Ti amo» continua a sussurrare.
Dov'erano finite, ora, quelle promesse? Lewis se lo chiedeva spesso. Ogni volta che la sua mente gli apriva una finestra sul passato, quella era la prima domanda che era obbligato a farsi.
La relazione con Nicole era finita ormai tanti anni prima, eppure... non aveva avuto una vera chiusura. La ferita che era quella donna non si era mai cicatrizzata: nei giorni più bui continuava a riaprirsi, facendolo sanguinare, ricordandogli di quello che avrebbe potuto avere e che invece non aveva.
Nicole era la consapevolezza di un passato che l'aveva reso quello che era ora, un campione. Ma un passato che gli aveva strappato via una possibilità di vivere.
Perché per vincere aveva sacrificato tutto ciò che un tempo aveva amato con tutto sé stesso.
Spesso si pentiva anche di quello. Aveva la gloria, adesso. Ma era da solo, senza nessuno ad amarlo in quel modo, senza nessuno ad amarlo nel modo di Nicole, allora... allora ne era veramente valsa la pena?
Selene, il giorno che si erano incontrati, gli aveva chiesto se avesse mai avuto il cuore spezzato. Sì, le aveva detto. Le aveva addirittura promesso che un giorno avrebbe smesso di sentire quel dolore incessante che una rottura provocava, solo... non le aveva confessato che ci sarebbe voluto tanto.
Lui stesso, alla fine, non era ancora guarito.
E se non stava bene a sua volta, come poteva giurare ad una ragazzina, che aveva addirittura dodici anni meno di lui, con molti più sogni e speranze, che prima o poi tutte quelle sensazioni sarebbero diventate soltanto ricordi?
L'ex ragazzo di Selene era un idiota, sì, e Nicole non lo era stata - era soltanto una donna, una ragazza, che aveva sperato in un amore vero e sincero, il vero amore delle favole -, non c'era motivo di paragonarli, se non... se non per l'affetto che avevano ricevuto ad accomunarli.
Erano stati amati, adorati, venerati, in un modo inteso, reale, forte. In un modo che poteva spaventare anche l'essere umano più impavido.
E quella era stata la conseguenza.
Sia Selene che Lewis erano finiti devastati, costretti a rinunciare a coloro che amavano per forze di causa maggiore. A volte, l'incompatibilità faceva più male di un tradimento, per quanto la cosa sembrasse difficile da accettare.
Forse era stato quel loro dolore ad avvicinarli, quel loro sanguinare alla stessa maniera.
Quella ragazzina buffa, spigliata, con il cuore più grande che Lewis avesse mai visto, era stata l'incontro più bello che potesse fare. Con il suo modo di essere e la sua personalità fresca gli aveva fatto ricordare che cosa volesse dire riaprire il proprio animo a qualcuno, fidarsi talmente tanto da essere disposto a rinunciare alle proprie paure e timori.
Che paradosso...
Proprio lei, che scappava via di fronte alla possibilità di essere amata, gli stava insegnato come vivere di nuovo.
Proprio lui, che forse con lei aveva rovinato tutto quanto quando aveva scelto di ricambiare il suo bacio.
Per quanto avesse amato sentirla così vicina, se ne pentiva amaramente, soprattutto perché ora la spagnola non gli parlava.
Era partito da ormai tre giorni per gli Stati Uniti, per competere nel Gran Premio di Austin, e Selene non aveva risposto a nessuno dei suoi messaggi. Gli mancava baciarla, sì, ma gli mancava anche la sua compagnia, che era la cosa più importante.
Si sentiva strano senza la possibilità di commentare insieme a lei e non poté fare a meno di domandarsi come avesse fatto per tutto il tempo che aveva speso non avendola accanto. Quella ragazza gli si era infilata sotto alla pelle, rendendolo schiavo del bisogno di starle vicino, di vederla mentre sorrideva e si dannava per le cose più stupide.
Al momento di salire in macchina, quella domenica, Lewis fece l'unica cosa che poteva fare. Le scrisse ancora un messaggio. Sembrava un povero disperato ma aveva bisogno di sapere di poter ancora contare sull'amicizia della corvina. Non gli importava nemmeno di ottenere un buon risultato, ciò che contava era che lei sapesse che non l'avrebbe lasciata andare in quel modo.
"Hey hurricane, so che non vuoi parlarmi e che tantomeno vorresti sentir suonare il tuo cellulare ancora una volta ma devo per forza dirti che non voglio rinunciare a parlare con te. Sono disposto a far finta di niente, davvero, solo.... ti prego, ti prego, non ignorarmi".
Trenta secondi dopo era già in macchina, pronto a lottare nella modalità più hammer time possibile. Eppure, per quanto avesse tentato di rilegare il pensiero della ragazza in un angolino della sua testa, lei era rimasta lì, maestosa e superba come la regina delle divinità.
C'era una sola opzione allora...
Se non poteva cacciarla, avrebbe guidato pensando a lei.
E così continuò a fare per tutto il tempo.
E così continuò a fare anche quando tagliò il traguardo in seconda posizione.
E così continuò a fare quando raggiunse il microfono delle interviste una volta sceso dalla vettura. Era talmente contento che sembrava a momenti in procinto di piangere!
«Lewis! Hai guidato come un lupo affamato oggi! Che puoi dirci al riguardo?!»
Con un sorriso che si allargava da un orecchio all'altro, l'inglese si figurò ancora l'immagine di Selene davanti prima di parlare. «Beh! Posso dire che ho guidato avendo in mente una persona e che sono veramente felice di averlo fatto, visto che mi ha portato ad uno splendido risultato! Una specie di portafortuna personale!»
«Oh! Una persona? Forse una ragazza?»
«Una mia amica» sussurrò e alla giornalista non sfuggì quello strano luccichio nei suoi occhi. «Dedico questo podio a lei, perché mi sta aiutando a scoprire me stesso e perché senza il suo supporto molto probabilmente oggi non sarei una persona 'migliore'. Sono infinitamente grato per averla conosciuta e... forse ho commesso un errore con lei, ma spero lo stesso che non sia arrabbiata con me, perché preferisco indubbiamente osservarla mentre ridiamo insieme per le cose più stupide che mentre mi strilla contro!»
«Wow, allora! Questa ragazza deve essere proprio fortunata allora!»
«No» negò subito. «Sono io quello fortunato, davvero. Mi sta insegnando tantissimo!»
«Sei innamorato, Lewis?»
A quella parole, il pilota sorrise soltanto, rimanendo zitto.
Alzò le mani, scuotendo la testa debolmente, come a dire "Da me non avrete niente", ed effettivamente era così: non avrebbe mai messo Selene nella scomoda posizione di dover confessare ai suoi migliori amici di quella pseudo amicizia tra loro, non quando non era ancora pronta per farlo! E soprattutto non in diretta nazionale!
«Beh, però torniamo alla gara! Podio per te...»
«Sei stato bravissimo, amore mio! Sono orgogliosa di te!»
«Grazie Nicky, ti amo»
«Dio, Lew, il primo titolo! Hai vinto il tuo primo titolo! Sono certa che diventerai un campione! Il migliore dei campioni!»
«Ti voglio a tutte le gare, tutte. Sei il mio portafortuna, Nicky»
«E tu sei il mio, Lewis»
Il rumore incessante della musica dalla hall dell'hotel investì Lewis in pieno, ridestandolo dai propri pensieri.
Nicole...
Erano le notti come quelle i momenti in cui pensava a lei più di frequente, domandandosi come sarebbe stata la sua vita se la loro relazione non fosse terminata, se non avessero dovuto porre un freno a quell'amore così malsano e nocivo per entrambi.
Ma le notti come quelle erano anche i momenti in cui era grato di averlo fatto, di aver scelto di andare via. A lungo andare avrebbero finito per detestarsi, per provare un senso d'odio reciproco così grande che li avrebbe inghiottiti senza soluzione.
Nicole lui non l'avrebbe mai potuta odiare, non quando era stata la prima a credere in lui. Non avrebbe mai sopportato il pensiero.
Un urlo animalesco risuonò per le pareti della sua stanza, nonostante il volume a palla delle melodie che venivano sparate. Non ebbe problemi ad individuare da chi provenisse.
Daniel.
E chi altri?
Il vero selvaggio tra tutti, quello che era capace di andare d'accordo anche con i reperti dell'era paleozoica, l'unico, oltre a Max Emilian Verstappen, che era riuscito a farsi abbracciare di sua spontanea volontà da Maggie Soler. Magari era per quello che andava tanto d'accordo con Selene, aveva anche lui la mistica abilità di mettere l'ex modella talmente a suo agio da renderla libera di essere sé stessa.
Chissà, se ci fosse stata, probabilmente la corvina si sarebbe divertita insieme a quel tonto che tanto amava prendere in giro, scherzando insieme a Daniel e ridacchiando con Charles.
Erano le persone migliori a suo parere, quei tre. L'aveva detto più e più volte.
E lui? Lui si era unito alla lista? Forse c'era stato, forse era stato cancellato qualche notte prima, quando l'aveva lasciata andare via senza fermarla, quando non l'aveva baciata ancora ed ancora, fino allo sfinimento. O forse... forse c'era ancora.
Il cuore gli faceva male all'idea di non saperlo.
Era la prima volta da Nicole, quella, in cui si sentiva veramente in pensiero per una persona. Aveva avuto relazioni, sì, ma niente di serio, niente di importante. Non come era importante Selene, quantomeno.
Qualcosa, al pensiero di perderla, lo terrorizzava.
Indeciso se chiamarla o meno, se provarci per l'ultima volta, ricevette un messaggio proprio nel momento in cui lasciò cadere il proprio cellulare sul materasso, buttato accanto a sé. Subito scattò per afferrarlo, illuminandosi di fronte alla vista del mittente.
Sei stato bravo oggi, tonto
Un po' sono contenta di essere chiamata portafortuna <3
Selene.
Ho guidato pensandoti
E forse dovrei farlo più spesso ;)
Uhh, cos'è questa audacia oggi?
Ho imparato dalla migliore ;)
È tardi... cosa ci fai ancora sveglia? È domenica, oggi non lavori
Ti stavo pensando
Sì?
Sì.
Al modo in cui me ne sono andata senza darti neanche una spiegazione
Non importa, hurricane
Certo che importa! Ci sto pensando da giorni, a dire il vero...
Stai pensando da giorni a come mi hai baciato? Accidenti, mi sento importante ;)
Sei insopportabile :)
Ho imparato da te ;)))
Quale problema hai con quella parentesi?
Ho letto che è efficace quando ci stai provando con qualcuno
Ah sì? E ci stai provando con me?
Direi di sì, hurricane
Uh, così apertamente?
Così apertamente
E non è nemmeno aperto la metà di quello che potrei dire ;)
Dov'è finito il pilota mezzo timido che conosco? Però sono gentile oggi. Ti concedo una domanda ;)
Qualsiasi tipo di domanda, perciò ti suggerisco di pensarci cautamente
Lewis avrebbe potuto farle centinaia di domande importanti, avrebbe potuto chiederle che cosa la spaventasse in quel loro rapporto, eppure non lo fece.
Non lo fece, perché quella sera sentì il bisogno di comportarsi da maledetto essere umano.
Ho bisogno di toccarti, hurricane
Ho bisogno di darti piacere
Quindi mi chiedo... me lo permetterai?
L'agitazione lo consumò, come una candela che aveva appena terminato di bruciare il suo stoppino, in attesa di una risposta, in attesa di sapere se avesse rovinato tutto una volta per tutte.
Sì
Sì, te lo permetterò
Hurricane...
Sai che non si torna indietro, vero?
Lo so
Lo so bene
E sei ancora sicura?
Mai stata più sicura di qualcos'altro
Ma ora c'è una cosa che vorrei chiederti
Riguardo a?
Su Twitter c'è una tipa che afferma che sei veramente bravo... ;)
Sei curiosa, hurricane? ;)
Già...
Aspetta che torni e lo scopriremo
Torni lunedì prossimo, ti farei notare
Hai fretta? ;)
Anche ora... fai con calma ;))
Ti preferisco quando fai il buonista che in versione Rocco Siffredi ahah
Oh andiamo... vuoi davvero negare di starti toccando mentre pensi a me? Mentre pensi al modo migliore in cui potrei farti venire?
Come accidenti fai a...? Hai una telecamera qui, per caso?!
Ti conosco ormai, hurricane... ti conosco
La schiera di messaggi si interruppe per qualche minuto.
Voglio vedere la tua faccia
Dopo
Perché?
Perché sei bella
E perché mi hai appena concesso un appiglio per raggiungerti
Un orgasmo non è un appiglio, giusto per fartelo sapere
Sempre la solita rompicoglioni
Nel giro di qualche istante, sul suo cellulare comparve la fatidica immagine, riproducibile una volta soltanto. La aprì, le mani leggermente sudate, trovandosi davanti uno degli spettacoli più belli che avesse mai visto, l'ottava meraviglia del mondo.
Il volto della spagnola era più rosso, le guance scarlatte e gli occhi pronti a chiudersi. Le labbra erano leggermente schiuse, come se avessero sussurrato un nome ancora ed ancora.
Dio...
Che c'è?
Sei bellissima, cazzo
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