long and winding road.

cammino lentamente.
cammino lentamente su una strada.
cammino lentamente su una strada mentre guardo il cielo pieno di colori.
faccio un respiro profondo: l'aria è frizzante e leggera.
pervade i miei polmoni, dandomi l'illusione di essere su un altro mondo.
alzo la testa e chiudo gli occhi, sorridendo.
cosa c'è più bello di sentirti l'unico, l'unico sul tuo mondo?
il tuo mondo personale, dove le regole le stabilisci tu e solamente tu.
comincio a correre.
mi sento così potente, le gambe hanno tutta la mia forza e corro, corro, corro.
salto e rotolo sul cemento grezzo, sbucciandomi un ginocchio.
sento che brucia, poi liquido che segue lo scheletro della mia gamba fino ad arrivare alle caviglie.
mi abbasso e scorgo del colore rosso su tutta la sua superficie.
niente mi può fermare.
solo io decido quando posso fermarmi.
io sono l'unica padrona del mio universo.
niente può spezzarlo.
ricomincio a correre, sentendo qualche fitta di dolore ad essa.
voglio vedere fino a quando il mondo crudele che mi circonda, sente di volersi immischiare con il mio.
non perderò.
non fallirò.
apro le braccia, come se aspettassi un abbraccio dal cielo.
una folata di vento si mischia con i miei capelli neri, i quali si lasciano trasportare da esso.
gli occhi sfarfallano e poi sorrido di nuovo.
osservo intensamente i colori del cielo, tanto che riesco perfino a sentire il profumo dei colori.
comincio a ballare, a volteggiare, come se il vento mi stesse portando su, facendomi volare.
volteggio nell'aria, accompagnando il vento.
faccio un altro respiro profondo, ma cado.
niente ossigeno.
il cielo si rannuvola.
il vento si fa più forte e arriva una tempesta.
mi metto le mani davanti agli occhi e sento che il fastidio alla gamba che avevo prima, si trasforma in un dolore lancinante.
perché?
questo mondo crudele mi vuole privare della libertà e del mio mondo.
mi sento come oppressa.
mi inginocchio, porto le mani al petto e prendo a piangere.
le lacrime escono e insieme al dolore alla gamba, anche il cuore si contrae.
mi sento soffocare.
perché?
perché il mondo mi vuole uccidere?
non ho fatto niente per meritare questo.
non ve lo permetterò.
non morirò.
io l'ho deciso.
alzo lo sguardo verso la tempesta, sempre più violenta, con lo sguardo pieno di rabbia.
mi alzo a fatica in piedi.
non mi avrete mai.
solo io decido qual è la mia sorte.
solo io decido quando inizia e solo io decido quando finisce.
ora fuori dai piedi, rivoglio la mia strada.
rivoglio la mia libertà.
rivoglio il mio mondo.
sbraito.
la tempesta, piano, se ne va e lascia spazio al cielo, il quale si tinge di colori caldi come il rosso e il giallo.
continuo a camminare di nuovo con lo stesso andamento di prima.
io non mi farò abbattere da nessuno.

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