9. School does not define your intelligence

Quel giovedì, un vento incessante si era scontrato contro le finestre del castello con un'irruenza particolare caratterizzata da ululati disperati e perfettamente udibili per tutto il giorno.

Proprio per questo motivo, Shyla si ritrovò a stringere con forza la spessa copertina del libro che aveva tra le mani, nel disperato tentativo di non badare alla finestra che, poco distante dal tavolo al quale era seduta insieme a Tyler, Michelle e Ethan in Biblioteca, sbatteva costantemente contro il muro di pietra.

A migliorare la situazione non era certo Tyler, il quale continuava a sbuffare ad intervalli regolari mentre gli altri tre tenevano il capo chino sui libri e sulle pergamene.

Dopo l'ennesimo sbuffo, la Corvonero alzò lo sguardo di scatto. Una scintilla di minaccia e irritazione le attraversò gli occhi verdi.

«Spiega» proferì.

Tyler aggrottò la fronte con fare confuso, «Cosa?»

«Siamo arrivati qui alle cinque e mezza, ora sono le sei e un quarto, e tu stai sbuffando da quando abbiamo preso posto a questo tavolo, scandendo ogni sbuffo con pause di cinque o dieci minuti. Ora: il fatto che io abbia accettato di studiare con altre persone è e resterà un evento isolato, dal momento che ho bisogno di lavorare da sola. Sbuffare non è uno stimolo involontario, chiaro? Farlo una volta è relativamente accettabile. Ma data la tua insistenza, sono sicura che lo stia facendo per attirare la nostra attenzione. Quindi, te lo ripeterò solo un'altra volta: spiega cosa ti affligge.»

Il ragazzo davanti a lei sembrò stupito. Poi, sinceramente dispiaciuto, disse: «Scusami.»

«Non voglio delle scuse, voglio spiegazioni» ribatté la bionda.

Michelle ed Ethan, che avevano alzato lo sguardo dai loro compiti, li osservarono.

Infine, comprendendo che la situazione non si sarebbe evoluta diversamente se non fosse stato lui a fare la prima mossa, il Tassorosso disse: «Niente di importante, sul serio.»

«Adesso lo devi dire, lo sai, no?» fece Michelle, «Sta' tranquillo: ti ascolteremo.»

Finalmente, Tyler estrasse una lettera dalla sua borsa.

Ethan la afferrò e la lesse in silenzio, per poi commentare: «E quindi? Tua madre ti ha semplicemente detto di studiare, altrimenti ti impedisce di andare ad Hogsmeade. Lo fanno tutti i genitori.»

L'altro emise un verso smorzato, che suonò a metà tra una risata e una lamentela, «La fai facile, tu.»

«Studia, no?» fece Michelle, con semplicità, «Che ti costa?»

Tyler scosse il capo, «Questo è l'ennesimo compito di Pozioni a cui prendo T. Non ci capisco nulla. E non solo Pozioni: anche Trasfigurazione, Incantesimi, Difesa Contro le Arti Oscure... »

«Studiare non piace a nessuno, te lo garantisco» commentò Ethan, «Be', tranne a Shyla: ma lei non è normale.»

La diretta interessata non sembrò affatto ferita. Anzi, continuò ad osservare Tyler con attenzione.

«Ma, dato che non ho proprio voglia di sorbirmi una rottura di palle da parte dei miei per i brutti voti, preferisco fare il minimo indispensabile per arrivare alla sufficienza» concluse il corvino.

Tyler sospirò, afflitto.

«Dai, Ty» disse Michelle, con fare incoraggiante, «Non arrenderti! Possiamo aiutarti noi.»

«Lo fareste?» chiese lui, speranzoso.

«Ma certo!» rispose la Grifondoro, con enfasi, «Shyla, ad esempio, che è bravissima: può aiutarti lei.»

«Non credo proprio» la contraddisse la Corvonero.

«Eh no, certo» Ethan la guardò sprezzante, «Non sia mai aiutare un amico, eh?»

«Non è questo il problema» ribatté la ragazza.

«Ah, no?» fece Michelle, «E quale, allora?»

«Insegnare ai dislessici non è facile» rispose l'altra.

Le sue parole furono taglienti come la lama di un coltello.

Ethan e Michelle si zittirono di colpo, mentre Tyler sgranò gli occhi, per poi abbassare lo sguardo e fissare con insistenza le sue converse gialle.

Shyla sembrò sorpresa da quella reazione, e disse: «Insomma, va male solo nelle materie teoriche, no? Il che sarebbe normale, ma ci sono altre irregolarità che ho notato. Ad esempio, il fatto che lui non abbia mai scritto niente in nostra presenza. Quando si sedette a fianco a me, a lezione, fu ben attento che non guardassi come lavorava, come se ne vergognasse. Ieri, quando stavamo camminando per i corridoi e gli abbiamo detto di girare a destra, ha avuto un attimo di confusione nell'individuare la direzione giusta. Senza contare i suoi errori grammaticali e il suo rifiuto alla lettura.»

Il Tassorosso si alzò, «Scu–Scusatemi, ora devo proprio andare.»

Poi sorrise, ma fu un sorriso che non aveva nulla a che vedere con tanti altri che gli avevano visto fare.

I tre lo fissarono mentre si allontanava, come incampaci di reagire a quel cambiamento improvviso del suo comportamento.

«Shyla!» le urlò contro Michelle, non appena Tyler se ne fu andato.

La Corvonero sembrò non essersi resa conto di ciò che aveva fatto e manteneva un'espressione confusa, «Non capisco. Ho solo detto la verità. Perché se la prende tanto?»

Ethan sospirò e si alzò, «Andiamo.»

I tre non dovettero cercare molto prima di individuare Tyler, che se ne stava seduto sul davanzale di una finestra del corridoio che portava alla Biblioteca.

«Tyler... » Michelle gli si avvicinò con cautela.

Il ragazzo si voltò, sorpreso che fossero addirittura usciti a cercarlo.

«Hey» fece, sorridendo tristemente.

«Non devi sorridere per forza, sai?» commentò Ethan, sedendosi accanto a lui.

«Preferisco farlo» rispose l'altro.

Shyla lo guardò, «Non pensavo che te la saresti presa, scusami. Non era mia intenzione.»

Il Tassorosso scosse il capo, «Lo so che non lo fai di proposito, Shyla. Scusatemi per prima, non volevo andarmene in quel modo. È solo che... insomma, so che è stupido, ma... speravo che non l'avreste mai scoperto. La gente tende a guardarmi diversamente quando lo scopre» poi, per sdrammatizzare, aggiunse: «Insomma, mio zio Alfred continua a pensare che sia analfabeta, sapete? Certo, è un po' vecchio, ma è sempre stato abbastanza tonto.»

«Sai che non ti avremmo mai giudicato» ribatté Michelle, «Non hai motivo di vergognarti.»

«Lo so» il ragazzo annuì, «Sapete, mi piacerebbe amare la lettura o prendere voti alti. Insomma, credo che sia una bella soddisfazione. Ma quando guardo una pagina, tutto ciò che vedo sono grovigli di lettere, una sopra l'altra e... non capisco nulla. Mi sento stupido.»

«Non è il tuo rendimento scolastico a determinare la tua intelligenza, Tyler Hogan» affermò Shyla, con un che di severo nella voce, «Non devi essere bravo per sentirti sveglio. Io, per esempio, non vado bene in tutto.»

I tre si voltarono a fissarla.

«Solo le cose che mi interessano. Ci sono concetti che proprio non riesco a imparare. Per esempio, i gradi di parentela. Cognati, suocere, nuore... non ho mai capito chi siano. Oppure, non riesco a capire che, a volte, potrei ferire i sentimenti di chi mi sta attorno» e così dicendo, guardò Tyler negli occhi.

«Non preoccuparti» il Tassorosso le sorrise amabilmente.

«Tyler, io onestamente invidio la tua capacità di sorridere, nonostante tutto. Hai molte qualità, e conoscerti mi ha insegnato tante cose. E che tu sia dislessico o no, non me ne potrebbe interessar di meno» fece il corvino, poi aggiunse: «Okay, troppo mieloso. Però continui a vestirti di merda» aggiunse, per sdrammatizzare.

Il ragazzo sorrise, mostrando la maglietta con i motivi ad ananas che indossava.

«E sei tutto tranne che stupido» aggiunse infine Michelle, «Fidati. Conosco gente con voti eccellenti che non sarebbe in grado di distinguere una bacchetta da un normale bastoncino di legno. Non pensare mai più d'essere meno degli altri solo per una maledetta dislessia, chiaro? Ti picchio, altrimenti. Non ridere! Sai che lo farei.»

Tyler rise di gusto, la sua risata accompagnata dall'ululato del vento.



























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Angolo Moony:
E così, ecco svelato il motivo per cui Tyler non ama leggere.

Quando, in un capitolo precendente, rivelai questa caratteristica di lui, partirono commenti del tipo "ma io ti amavo! Come osi?!"

Era tutto programmato, aspetto di rivelare la sua dislessia col tempo, ma ad essere sincera rivelarlo ora mi ha fatto ancora più piacere perché, onostemente, quei commenti non mi sono andati a genio.

Alcuni era davvero, uhm, aggressivi?

Nel senso, capisco che non amare la lettura, per i lettori, possa esser inconcepibile.

Ma onestamente non mi aspettavo una reazione del genere, come se Tyler avesse confessato di, non so, essere omofobo o razzista.

Insomma, a prescindere dal fatto che a molti non piace leggere, possono esserci altri motivi di base, come nel suo caso.

Questo non vuole essere un insulto o una critica nei riguardi di chi ha commentato in quel modo, eh!

Ma, semplicemente, una constatazione.

Ora, chiusa questa parentesi, amici come prima e spero che il capitolo vi sia piaciuto!

Cioccolato a tutti!

Fatto il misfatto

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