5. Idee rivoluzionarie di prima mattina
L'abituale confusione della Sala Grande, caratterizzate da risate, urla e chiacchiere, aveva sempre turbato lo stato d'animo di Shyla.
La colazione, il pranzo e la cena erano, per lei, occasioni nelle quali si doveva far assoluto silenzio, perché non era concepibile che si parlasse con la bocca piena e, dopotutto, ci si riuniva in Sala semplicemente per mangiare.
Tuttavia, doveva ammetterlo, si dimostravano occasioni ideali per osservare i comportamenti degli altri.
Lei aveva un posto fisso al tavolo dei Corvonero da ormai sei anni ed erano rare le volte in cui qualcuno – probabilmente non avendo scelta – occupava le sedie vuote accanto a lei.
Quella mattina, per l'appunto, non era stata fatta eccezione.
Dopo aver riempito il suo piatto con un toast e aver afferrato un barattolo di marmellata alle pesche per posizionarlo al lato del coltello, la bionda alzò lo sguardo e scrutò con gli occhi verdi ciò che la circondava.
Alla sua destra, un paio di ragazze, sedute qualche posto più distante da lei, commentavano l'ultimo compito in classe di Pozioni.
Basandosi sugli ingredienti da loro menzionati, Shyla capì immediatamente che frequentavano il terzo anno, e che stavano discutendo sulla Pozione Rallegrante.
Passò oltre.
Tre ragazzi alla sua sinistra stavano polemizzando, in maniera piuttosto accesa, chi, tra Barney Harris e Judy Wilson, avrebbe superato le selezioni di Quidditch nel ruolo di Portiere.
È ovvio che le passerà Judy, pensò Shyla, ha una tecnica nettamente superiore a quella di Barney, e questi tre devono essere suoi amici per affermare diversamente.
La bionda fece per osservare il gruppetto successivo – dei Serpeverde che scoppiavano a ridere ogni cinque minuti proprio davanti al suo tavolo – quando una voce al suo fianco interruppe il flusso incessante dei suoi pensieri.
«Fissare è segno di maleducazione, oltre ad essere una cosa decisamente inquietante. Te l'ha mai detto nessuno?»
«Quello è il mio posto, Ethan» disse Shyla, senza voltarsi.
«Ah, certo: perché il tuo spirito è seduto qui, mentre il tuo corpo è seduto lì. Che stupido che sono!» commentò il corvino, poi, con tono dispiaciuto, aggiunse: «Scusami tanto, spirito di Shyla. Non avrei mai voluto ferire i tuoi sentimenti.»
Finalmente, la ragazza si voltò a guardarlo, «Non il mio spirito. Nel caso non lo sapessi, uno spirito non può separarsi dal corpo del soggetto se quest'ultimo è ancora in vita.»
Ethan alzò un sopracciglio, «Tu non lo cogli il sarcasmo, eh?»
«E tu non hai colto il fatto che, dato che su quella sedia c'è la mia borsa dei libri, non ti saresti dovuto sedere lì.»
«Stavi tenendo il posto a qualcuno?» chiese il ragazzo, scettico.
«Quella è la sedia per la mia borsa dei libri» ripeté Shyla, con fare ovvio, «Ti sei venuto a sedere qui solo perché non hai intenzione di prendere posto al tavolo dei Serpeverde, considerando i recenti avvenimenti. E suppongo che non ti possa impedire di farlo. Ma cambia sedia.»
«Ah ah, divertente» fece il ragazzo, piatto.
«Dai, Ethan, che ti costa?» proruppe una terza voce, «Ci sono tanti posti liberi, qui.»
Tyler era arrivato giusto in tempo per cogliere il motivo della discussione trai due, e in quel momento sorrideva ad entrambi, gli occhi ambra coperti da degli occhiali rotondi dalle lenti gialle.
Shyla lo fissò, «Hai messo la divisa scolastica, finalmente.»
«Ho dovuto» rispose l'altro, drammaticamente, «Ho stabilito di metterla un giorno alla settimana.»
«Strano, non mi pare di vedere altri Tassorosso che indossino degli occhiali imbarazzanti, però» constatò Ethan, fingendosi confuso e grattandosi il mento per dare più enfasi alla sua frase.
«Infatti, Ethan» fece Shyla, «È una cosa che ha aggiunto lui. Possibile che non lo capisci?»
«Si chiama S-A-R-C-A-S-M-O» il corvino alzò gli occhi al cielo.
«Comunque» tagliò corto Tyler, «Questi occhiali, oltre ad essere assolutamente meravigliosi, sono in grado di vedere se qualcuno si nasconde sotto il Mantello dell'Invisibiltà.»
«Quella roba non funziona, Tyler» sospirò Shyla, «L'avrai pagata due falci, al massimo.»
«Tre» la corresse Tyler, «E lasciami sognare.»
«Ma si può sapere dove trovi questa roba?» chiese Ethan, «Cos'è, hai una qualche specie di potere nei tuoi capelli verde acqua che attira le stronzate?»
«No, ma immagina quanto sarebbe bello!» esclamò Tyler, entusiasta all'idea.
«Cosa sarebbe bello?» chiese Michelle che, arrivata in quel momento, gettò per terra la borsa e si sedette al fianco di Tyler.
«Se avessi dei capelli-attira-oggetti-magnifici» rispose lui, tutto contento.
«Okaaay» fece Michelle, a metà tra il divertito e il confuso, «Non voglio mancare quando vi cimentate in discussioni senza senso: voglio dare il mio contributo.»
«Scusa, allora vorrà dire che la prossima volta sfonderemo a colpi di bacchette il ritratto delle Signora Grassa per venirti a prelevare dalla Sala Comune insieme ad una squadra di Auror in incognito» disse Ethan, «Va bene?»
«Benissimo» rispose Michelle, ridendo. Poi si sporse in avanti per affermare una tazza, che riempì con una generosa dose di caffè.
«Ci sono i pancakes, oggi?» chiese Tyler, guardando il tavolo.
Michelle gli passò un piatto con la mano destra, mentre con la sinistra reggeva la sua tazza.
Ethan, invece, optò per dei biscotti al cioccolato.
Stavano mangiano in silenzio, quando si resero conto che un gruppo discreto di persone li osservava straniti.
Molti sussurravo, altri li guardavano facendosi beffe di loro con lo sguardo.
«Oh, guardate, ragazzi!» esclamò Tyler, sorridendo. «Siamo così belli che ci guardano tutti!»
Michelle non sembrava allegra quanto lui, e disse: «Che volete?!»
«Niente» fece Sharon, una ragazza del loro anno di Grifondoro, che era seduta al tavolo dei Corvi per fare compagnia alla sua fidanzata, «Chi l'avrebbe mai detto che proprio voi quattro sareste diventati amici?»
«Oh, guardate, siamo anche famosi!» esclamò gioiosamente Tyler.
«Certo che lo siete: chi non conosce dei casi umani come voi? Gli ultimi degli ultimi» commentò un Tassorosso, tale Greg.
Michelle assottigliò lo sguardo, «Statemi a sentire: voi...»
«Michelle, lascia perdere» disse Ethan, che sembrava annoiato. «Vuoi un'altra punizione?»
Michelle lo guardò riluttante poi, chiudendo gli occhi e ispirando profondamente, decise di lasciar perdere... o almeno di dar a vedere che fosse così.
L'attenzione dei quattro fu interrotta dall'arrivo di un gufo marrone che si piantò proprio davanti a loro, lasciando una copia de La Gazzetta del Profeta sul tavolo di legno.
Shyla tirò fuori dalla borsa – lasciata sul tavolo da Ethan, che non si era spostato – un paio di monetine di bronzo e le mise nel taschino di cuoio sull'ala del gufo, che poi volò via.
La ragazza sfogliò le pagine in pochissimi secondi, «Nulla di nuovo, il governo continua a compiere stupidaggini.»
Fece per posare il giornale, quando i suoi occhi attenti colsero un articolo, «La mia speranza per l'umanità cala sempre di più» commentò poi, dopo aver letto rapidissima.
«Che succede?» chiese Tyler.
Shyla si schiarì la gola e lesse: «Discorso di Albert Ward lascia interdetti vari membri del Wizengamot:
Parecchio discutibile il discorso di Albert Ward, – ordine di Merlino, quarta classe, – tenuto due giorni fa nella sede del Wizengamot.
L'uomo sostiene con convinzione che le famiglie dei Nati Babbani non debbano essere coinvolte nel Mondo Magico, al quale solo i figli dovrebbero interessarsi.
"Sono aspetti che non possono capire" ha affermato Ward, "È necessario che i ragazzi Nati Babbani ammessi alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts vengano guidati da enti del Ministero scelti appositamente e affidati alle cure di tutori magici durante il loro percorso scolastico, in modo tale che le famiglie Babbane non vengano informate su quanto avviene nel Mondo Magico".»
«È uno scherzo, vero?!» esclamò Michelle, che sembrava di nuovo parecchio combattiva. «Io sono una Nata Babbana. Non potete immaginare quanto la mia famiglia ne sia stata contenta e quanto sia affascinata dal nostro mondo. Togliere loro la gioia di partecipare a questa "avventura", come la chiamano, sarebbe davvero un duro colpo per loro. E in più, a me piace tenerli informati. I miei fratellini si riempiono di entusiasmo quando racconto loro quello che accade a scuola.»
«È veramente allucinante» commentò Tyler, «Escluderli perché pensano non possano capire. È così discriminatorio.»
Ethan guardò il giornale, «C'è stata una votazione?»
Shyla posò La Gazzetta del Profeta e rispose: «Su centosessantacinque, solo ventisei hanno votato sì.»
«Ed è preoccupante che ci siano anche solo ventisei persone che la pensino così!» esclamò Michelle, sempre più contrariata.
Ethan scosse il capo, «Sarebbe più facile per Gazza trovarsi una moglie che per la società accettare ciò che è diverso, e questa è solo una piccola dimostrazione ed un minuscolo assaggio della crudeltà che c'è in giro.»
Tyler lo guardò, «Be', sai, le persone buone esistono ancora. Prova ad essere meno pessimista.»
«Non sono pessimista» rispose l'altro, «Sono realista. E annoiato.»
Shyla annuì, «Ha ragione Ethan. Insomma, dovremmo esserci evoluti come specie umana, e dovremmo, oggigiorno, essere in grado di accettarci tutti a vicenda. Eppure, si continua ad essere discriminati per lo stato di sangue, l'orientamento sessuale... »
« ...il colore della pelle, il sesso, la religione... » aggiunse Michelle.
« ...la situazione gerarchica...» fece Tyler.
« ...la condizione economica, i gusti musicali, o i gusti in generale» concluse Shyla.
«Ma si può ancora cambiare, ragazzi» esclamò Tyler, «Non importa il resto, idee e parole possono cambiare il mondo.»
Michelle ci riflettete un attimo, «Be', in fondo, il fatto che ci sia gente che l'abbia capito, e mi riferisco a noi quattro, è già promettente.»
«Potremmo iniziare una rivoluzione, se lo volessimo» commentò Ethan.
«Io combatto per l'abbigliamento libro a scuola da un po' di anni» ammise Tyler, con semplicità, «Ma finora ho ottenuto solo punizioni.»
«Devo ammettere che la tua causa non è per niente stupida» constatò Shyla.
«Ma ci sarebbe così tanto su cui combattere. Come la parità dei sessi, tanto per fare un esempio» Michelle buttò giù l'ultima frase tentando d'essere naturale, ma era evidente che aspettava di dirlo da tempo.
«Il governo deve svegliarsi» disse Shyla.
«Gli studenti devono svegliarsi» aggiunse Tyler.
«La società deve svegliarsi» li corresse Ethan.
Michelle sorrise e si alzò tutt'a un tratto, afferrando la borsa da terra e correndo via.
«Hey!» urlò Tyler, «Dove vai?!»
«A creare le spille per il nostro club!» urlò lei in risposta.
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☽ Angolo Moony:
In questo capitolo spero di aver rivelato qualcos'altro riguardo le personalità dei personaggi, e spero vi sia piaciuto.
Allora, prima cosa: la frase in corsivo di Tyler, "idee e parole possono cambiare il mondo", è citata del mio film prefetito, L'Attimo Fuggente.
Seconda cosa: l'altro giorno, Violasimeone mi chiesto quale fosse l'epoca di questa storia, dal momento che il preside è Silente.
Allora, io non ho stabilito un'epoca ma non ho voluto che fosse molto vicina alla nostra (quindi a quella della New Generation).
Mi ispirava di più un'ambietazione più vintage.
Sulla base di questo, ho stabilito che è ambientata tra i Malandrini e il Trio.
Siamo negli '80, in sostanza.
Spero di aver chiarito la situazione e mi spiace per averlo deciso così tardi,
Un abbraccio,
Fatto il misfatto.
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