3. Giovani ribelli
Dopo il temporale di quel venerdì, il cielo sembrò essersi rasserenato e, nonostante nell'aria si fosse stanziata una brezza pungente di freddo, non cadde più una singola goccia sul terreno circostante al castello.
E così, avvolti nelle sciarpe e protetti dai cappelli, la maggior parte degli studenti ne approfittò per passare il week-end all'aria aperta, godendosi il paesaggio autunnale che si rispecchiava nelle acque cristalline del Lago Nero.
Dal canto suo, Tyler aveva deciso di passare il sabato e la domenica alla ricerca di quei tre ragazzi.
Era sempre stato un ragazzo di natura gentile e solare, perciò era facile credere che avesse molti amici.
Certo: riusciva sempre a trovare qualcuno che volesse fare coppia con lui nei progetti scolastici o che lo invitasse ai party, ma non aveva mai avuto degli amici nel vero senso della parola, perché raramente gli era successo di venir colpito dalla personalità di qualcuno; cosa che, invece, era avvenuta quando aveva fatto la conoscenza di Ethan, Michelle e Shyla.
Ed il punto era che non sapeva nemmeno cosa ci fosse di tanto speciale in loro. Ma, forse, se li avesse trovati di nuovo, sarebbe stato in grado di capirlo.
Inoltre, era curioso come non avesse mai, prima d'allora, scambiato una parola con nessuno di loro.
Una peculiarità sicuramente incrementata dal fatto che, presumibilmente, erano dello stesso anno, anche se non se l'erano detto.
Ad ogni modo, arrivato il lunedì, il ragazzo aveva quasi abbandonato la sua ricerca, quando si rese conto che quella mattina avrebbe avuto lezione di Incantesimi con i Corvonero.
Una volta giunto in aula, la perlustrò con lo sguardo fin quando non individuò la figura minuta di Shyla, che se ne stava seduta tutta sola, la testa china su un foglio.
Il ragazzo sorrise entusiasta e si avviò con passo deciso verso di lei.
«Non mi andrei a sedere accanto a lei, se fossi in te» gli consigliò una ragazza di Corvonero che evidentemente lo aveva osservato da quando era entrato, «È una psicopatica.»
«Grazie del consiglio» rispose Tyler gentilmente, «Ma se è vero che lo è, sarebbe un'occasione persa se non mi ci sedessi a fianco, tu non trovi?» e così dicendo proseguì fino a trovarsi davanti al banco della bionda.
«Hey, Shyla.»
La diretta interessata non alzò lo sguardo neanche per sbaglio, «Ti serve qualcosa?»
«No» il ragazzo scosse il capo, «Solo, posso sedermi qui?»
Finalmente, Shyla alzò la testa, «Hai cambiato piercing.»
«Sì» rispose lui, «Ma, Shyla, ti ho fatto una domanda.»
Lei annuì, «Va bene. Ma non voglio distrazioni mentre lavoro.»
Tyler sorrise e prese posto accanto a lei, «Hai visto gli altri?»
«Presumo tu ti riferisca a Ethan e Michelle» fece lei, «No, non li ho visti. Ma perché avrei dovuto? Tu sai che non siamo un gruppo, giusto?»
Il ragazzo fece per ribattere, ma l'arrivò di Flitwick gli impedì di farlo.
«Bene» fece l'insegnante, posando i libri sulla cattedra. «Prima di iniziare, ho delle comunicazioni da fare. Tyler Hogan e Shyla Dalton sono presenti a questa lezione?»
«Lo siamo» rispose prontamente Tyler.
«Eccellente» disse l'uomo, agitando la bacchetta e facendo levitare due pezzi di pergamena nella loro direzione, «Siete stati convocati nell'ufficio di Silente, alla fine di questa lezione.»
Tyler lesse il contenuto della pergamena sbigottito, poi si voltò verso Shyla, che invece non sembrava affatto sorpresa.
«C'era da aspettarselo» disse, «Gazza non avrebbe mai lasciato correre la questione.»
L'ora di lezione passò più velocemente del solito, e Shyla si stava ancora esercitando con i nuovi incantesimi quando Tyler richiamò la sua attenzione affinché si incamminassero verso l'ufficio del preside.
Una volta arrivati, la ragazza si mise davanti ai due gargoyle di pietra e disse: «Gelato al pistacchio.»
Le statue si spostarono, lasciando libero accesso alle scale a chiocciola che portavano all'ufficio.
«Okay, sentiamo: come hai fatto a indovinare la parola d'ordine?» chiese Tyler, salendo con lei.
«Era scritta sul foglio, Tyler» rispose Shyla, «E, comunque, io non indovino. Io capisco.»
«Oh sì, certo, scusa.»
«Buon dì, miei cari ragazzi!» esclamò allegramente il professor Silente, non appena i due fecero il loro ingresso, «Sedetevi pure, prego» ed indicò loro due sedie davanti alla sua scrivania.
Ethan e Michelle erano già lì: la prima aveva lo sguardo rivolto verso i due nuovi arrivati; il secondo se ne stava seduto a braccia conserte, fissando i documenti sparsi davanti a lui.
Quando Shyla e Tyler presero posto accanto a loro, Silente si sistemò le lenti degli occhiali sul naso storto e iniziò: «Allora, ragazzi. Il nostro custode, il signor Gazza, è giunto da me venerdì sera piuttosto... ehm... interdetto. Ha detto che siete usciti prima da una punizione senza autorizzazione e, per giunta, avete usato la magia anche se vi è stato esplicitamente detto di non farlo. Lo negate?»
Nessuno di loro rispose.
«Be', ragazzi, dovete sapere che a me sono sempre piaciuti i giovani ribelli» commentò il preside.
I quattro lo fissarono. Tyler gli sorrise, Michelle si sentì incredibilmente fiera, Shyla lo guardò con fare scettico ed Ethan aspettava semplicemente di sapere dove volesse andare a parare.
«Tuttavia... » riprese l'uomo.
Il sorriso di Tyler si andò affievolendo, Michelle sospirò, Ethan alzò gli occhi al cielo e Shyla sussurrò: «Lo sapevo.»
«È necessario che voi capiate che in questa scuola ci sono regole da rispettare, per quanto ingiuste possano sembrarvi. Così, vi tolgo quindici punti Casa a testa, e, su consiglio della professoressa McGranitt, dovrete scontare una seconda punizione, ma questa volta in Biblioteca. Magari andrete più d'accordo con Madama Pince. Lo scoprirete domani, alle sette di sera.»
E, dopo aver offerto loro delle Api Frizzole che Tyler prese senza troppo indugi, li congedò.
«Be', poteva andare peggio» commentò Tyler una volta fuori dall'ufficio, la bocca piena di Api Frizzole.
«Madama Pince non sarà terribile quanto Gazza, ma sa il fatto suo» disse Michelle, «Ha un che di inquietante con quei suoi occhialetti rotondi, per non parlare della sua alitosi...»
«Io passo molto tempo in Biblioteca in ogni caso, perciò non– » iniziò Shyla, ma venne interrotta da Ethan che, ancora una volta, parlò all'improvviso.
«Mark? Steven?»
Gli altri lo guardarono confusi, per poi voltarsi verso il punto che il Serpeverde stava fissando.
Due ragazzi correvano nella loro direzione, i mantelli e le cravatte svolazzanti.
«Ti stavamo cercando!» disse Steven, col fiatone, non appena raggiunse Ethan.
«Ma cosa... » borbottò quest'ultimo.
«Non c'è tempo!» esclamò Mark, «Tieni» e così dicendo gli mise in mano una pergamena e corse via col compare.
Shyla diede un'occhiata al documento, e in pochi secondi capì di cosa si trattava.
«Lasciala! Quella è– » strillò, ma, per la seconda volta, venne interrotta.
«Oh, so io cos'è» fece una voce alle loro spalle.
I ragazzi si irrigidirono sul posto, poi si voltarono, trovandosi davanti allo sguardo gelido della professoressa McGranitt.
«E così, ce l'avevate voi» constatò, agguantando il foglio. «Mi domando come abbiate fatto ad accedere ai miei documenti.»
«Professoressa, noi non sappiamo nulla di questa storia!» si difese immediatamente Michelle.
La donna le rivolse un'occhiata severa, «Eppure eccovi qui, colti sul fatto, con le mani sulle risposte del prossimo compito in classe di Trasfigurazione.»
«Ma Michelle dice la verità!» esclamò a questo punto Tyler.
«E avete delle prove a riguardo?» domandò la donna, squadrandoli.
«No, ma... » balbettò Shyla, poi guardò Ethan. «Erano amici suoi! Sono corsi verso di noi e ci hanno lasciato le risposte, non è colpa nostra! Ethan, di' qualcosa.»
Tuttavia, Ethan era fermo sul posto, come pietrificato.
Aveva un'espressione indecifrabile in volto, ma era leggermente sbiancato.
«Bel tentativo, signorina Dalton» commentò la donna, «Ma tutte le prove sono contro di voi. Vi toglierò quaranta punti a testa, e la punizione di una sera con Madama Pince è estesa per tutta la settimana. Alla prossima bravata contatto le vostre famiglie.»
Poi, dopo un ultimo sguardo indignato, girò l'angolo lasciandosi dietro i passi dei suoi tacchi sul pavimento.
«Perché sei rimasto zitto?!» protestò Michelle, voltandosi furente verso Ethan. «Non è colpa nostra, non è giusto!»
«Michelle, sta' calma» sussurrò Tyler.
«Calma un corno!» strillò ancora lei, «Mi sono appena beccata una punizione per colpa di due tizi che neanche conosco!»
«Michelle ha ragione» disse Shyla.
Ethan, alzò lo sguardo su di loro: «Non ho idea di cosa sia successo.»
«Ma li conoscevi!» esclamò Michelle, «Sono tuoi amici, no?»
Ethan la guardò, ma non rispose. Invece, si avviò verso il punto in cui Mark e Steven erano spariti minuti prima.
«Hey! Dove vai?» urlò Michelle.
Shyla prese a seguirlo, «Ti informo che la discussione non è finita.»
Anche Michelle prese a camminare verso quella direzione, e poco dopo lo stesso fece Tyler.
Ethan camminò per un po', poi, appoggiati alla porta di un'aula chiusa, trovò Mark e Steven.
«Dobbiamo parlare» stabilì il corvino, in tono piatto.
Dopodiché, si voltò verso gli altri tre, «Restate qui, voi.»
«La cosa riguarda anche noi!» esclamò Michelle, ma Ethan non l'ascoltò e si avviò invece nell'aula vuota con Mark e Steven.
Shyla aspettò che la porta si fosse chiusa, poi si avvicinò e ci posò sopra l'orecchio. Lo stesso fecero Tyler e Michelle.
«Spiegatemi» fece la voce di Ethan, al di là della porta di legno.
«Abbiamo rubato quelle risposte venerdì sera, quando tu eri in punizione» iniziò Steven, «Le abbiamo vendute ai giocatori di Quidditch di Serpeverde, perché si devono allenare per la prossima partita, e non hanno tempo per studiare. Stavamo semplicemente salvaguardando la nostra squadra.»
«Oggi, però, la McGranitt si è accorta che mancavano, stavamo giust'appunto rimettendole a posto, quando l'abbiamo sentita entrare nel suo ufficio» aggiunse Mark.
«E quindi siete venuti a darle a me, così che la colpa ricadesse sul sottoscritto» concluse Ethan con tono freddo.
«Non esattamente» ribattè Mark, «Sapevamo che eri con quei tre, ci avevi detto che avevi scontato la punizione con loro. Non è mica colpa nostra se non sei stato abbastanza furbo da incolpare loro.»
Dall'altra parte della porta, Michelle strinse i pugni dalla rabbia, Tyler alzò gli occhi al cielo (aveva smesso di sorridere) e Shyla continuò ad ascoltare con attenzione.
«E perché avrei dovuto?» fece Ethan, «Non è stata colpa loro.»
«Certo, ma meglio loro che noi!» esclamò Steven, «Siamo noi i tuoi amici, non loro.»
«Sono messo davvero male, allora» constatò Ethan, gelido.
«Ma andiamo, Ethan» tentò Mark, dandogli una pacca amichevole sulla spalla. «Non puoi tradirci.»
«Non lo farò infatti, voi confessereste da soli.»
I due risero.
«Non sto scherzando» fece Ethan.
«E cosa ti fa credere che lo faremo?» chiese Mark.
Ethan ghignò, «Perché, se non lo fate, io dirò alla tua ragazza che fai sesso con la sua migliore amica nei bagni, Steven. E sai che mi crederà. E, Mark, manderò a tua madre una lettera che la informi, una volta per tutte, di cosa compri sul serio con i soldi che ti spedisce mensilmente, allegandole delle foto.»
Lo sguardo dei due si fece serio e, Ethan fu felice di constatare, spaventato.
«Vuoi farlo davvero?» disse Mark, «Tagliare i ponti con noi per quei tre casi umani?»
Fuori dall'aula, Michelle alzò distinto la bacchetta, pronta ad entrare.
Ma Tyler le prese i polsi delicatamente e la costrinse a calmarsi.
«No» fece Ethan, tagliente e sarcastico al tempo stesso. «Vi ho ricattato giusto per gioco, sapete.»
Mark e Steven si guardarono, poi Ethan si voltò e aprì la porta e i tre, ancora appoggiati, caddero come delle pere sul pavimento.
«Hey, Ethan» disse Tyler con nonchalance, guardandolo da terra. «Ottimo uso di ricatto.»
«Già» convenne Michelle, annuendo.
«Grazie, ragazzi.»
*****************************
☽ Angolo Moony:
Allora, so che questo capito non è un granché, mi dispiace.
Ma in compenso, eccovi le foto:
Michelle Anderson ↟
(Dovrebbe avere gli occhiali rossi)
Ethan Carr ↟
Shyla Dalton ↟
(Sì, comunque, il suo personaggio è ispirato a Sherlock e Sheldon. Non per niente, il suo nome inizia per "Sh")
Tyler Hogan ↟
(Dovrebbe avere un piercing al labbro e non dei tatuaggi, anche se, conoscendolo, se ne farebbe volentieri.)
Detto questo, mi congedo.
Fatto il misfatto
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top