Capitolo 37

Libera, ma sola. Che novità, eh?

Quanto mi manca Lorenzo, mi manca come l'aria che respiro... -dice Diana tra sè e sè, accorgendosi che l'atmosfera comincia a farsi più secca, troppo secca, mentre ancora il suo corpo viene bagnato dalla pioggia. Effettivamente, il suo respiro si fa un po' pesante, ma lei non ci fa molto caso, ormai, le stranezze sono diventate parte della sua vita, a tal punto da essere queste la pura normalità.

Ho bisogno di incontrarlo ancora una volta e di abbracciarlo e stringerlo più che posso, perchè mi sono resa conto che, alla fine, se ancora non mollo, è principalmente per causa sua.

Sembra una cosa bizzarra, ma quel ragazzo, anche essendo lontano, riesce a proteggermi dalla tristezza, è come se mi fosse vicino, ma senza potermi toccare.

E' complicato da spiegare, ma, semplicemente, questa sua vicinanza è data dal fatto che provo così tanto affetto per lui, per il mio migliore amico, anche se non è qui, da non sentire più di tanto il male che mi circonda, perchè so di avere Lorenzo nel mio cuore, che, in qualche modo mi consola e mi aiuta a farmi tornare un po' la voglia di vivere e di sorridere. Me ne sono resa conto ora, in ritardo, lo so, che alla fine è l'affetto che provo per lui ad avvicinarlo a me ed a rendere fattibile la sua protezione.

Peccato però che non posso vederlo in carne ed ossa, un suo abbraccio mi avrebbe dato una maggiore forza per combattere contro tutto, perciò vorrei incontrarlo ancora, in questa vita o nell'altra.

Sento l'aria diventare ancora più secca e... piacevole?

Già, proprio così, è stranamente molto gradevole, mi riscalda come se fosse una coperta, nonostante continui a piovere a dirotto.

Cosa sta succedendo? -pensa la ragazza nella sua mente, un po' stranita.

S'osserva intorno: l'immagine che si presenta davanti a lei è sfocata.

Gli alberi della foresta sembrano colpiti da una fitta nebbia alle cime, ma senza che la foschia sia viva.

Per non parlare del pozzo e del suolo, paiono come cancellati in parte da una gomma gigante, per poi essere sfumati con le dita di qualcuno.

Passano 5 minuti ed il paesaggio bello e allo stesso tempo sgradevole, in quanto è stato la prigione di Diana per delle ore, si è ormai trasformato in una specie di illusione ottica.

Avete presente quando, in un deserto, degli uomini cercano così disperatamente l'acqua da immaginarsi, ad un certo punto, un'oasi di fronte a loro, che poi si rivela irreale? Ecco, la foresta sembra proprio un'illusione, frutto del cervello.

Infatti, non appena passa un altro po' di tempo, essa scompare, lasciando Diana perplessa, in un luogo che lei non riesce ad identificare.

Sente la pietra fredda del pozzo bagnato scomparire, e, al suo posto, appoggia le dita a qualcosa di morbido e caldo.

Abbassa lo sguardo e nota di trovarsi sopra un materasso e sotto una calda coperta di lana. Rivolge i suoi occhi verso destra e vede un comodino di legno, con sopra un vassoio con dei biscotti e della cioccolata, fortunatamente, ancora bollente. Effettivamente, ha bisogno di scaldarsi un po' all'interno di se stessa, specie dopo tutto il freddo che ha sentito in questo periodo. Prende la tazza e se la porta alle labbra. Prova un gran sollievo e calore non appena ne beve un sorso.

Dopodichè, la appoggia di nuovo sul vassoio e prende il suo cellulare, che si trova lì accanto, per controllare l'ora.

Prima di sbloccare lo schermo, nota attraverso di esso di essersi macchiata la pelle intorno alle labbra con la cioccolata, perciò si passa una mano sul viso e la toglie delicatamente.

Poi, finalmente, fa illuminare il display del suo cellulare e guarda l'orario : sono le 17: 15.

Posa il telefono sulla coperta del letto e ricomincia ad osservare intorno.

Dove mi trovo, ora? Un momento fa, ero dispersa in una foresta! -sussurra tra sè e sè.

La stanza in cui si trova è abbastanza grande.

C'è un armadio alto almeno 2 metri alla sua sinistra, dipinto di un rigoroso lilla molto chiaro. Ai suoi piedi, c'è una valigia blu aperta e, da come ha potuto scorgere Diana, al suo interno sono contenute tutte le sue cose, dai vestiti, ai pochi trucchi, agli oggetti utili per il suo igiene personale.

Di fronte a lei, c'è una scrivania larga, con sopra un centrino di un bianco immacolato, probabilmente fatto a mano, sul quale è poggiato un computer portatile spento e, accanto, un portapenne arcobaleno, riempito con due penne, una matita e un righello verde chiaro, quasi trasparente.

I muri sono cremisi, di un rosso così vivo che la ragazza non ha mai visto prima d'ora... richiama quello del fuoco ardente, presente in un camino, acceso a causa del gelido freddo d'inverno.

Guarda le pareti per un po', come incantata, per poi tornare a rivolgere lo sguardo al letto.

La coperta che la copre è di un colore arancione vivace, mentre le lenzuola sono di un azzurro intenso, decorato da disegni di rose bianche e rosse.

Continua a mantenere lo sguardo verso il basso, come a riflettere su qualcosa, magari, il significato della vita oppure, più semplicemente, a ragionare sui passi compiuti per raggiungere quel posto, anche se non gliene viene in mente nessuno.

Poi, qui ci sarà qualcuno oppure sono sola, come sempre del resto? -si chiede la ragazza nella sua mente.

In tutta risposta, Diana sente la porta bussare violentemente e, per la paura, si riavvolge sempre di più nelle coperte, lasciando solamente la teste fuori, così da poter scrutare attentamente e, ovviamente, respirare.

La maniglia si abbassa lentamente, suscitando nella ragazza una terribile ansia, per poi essere rilasciata velocemente.

Diana emette un gridolino smorzato e, prima che se ne potesse accorgere, la porta si apre, rivelando la figura di una donna, dai lineamenti uguali a quelli della ragazza.

Si tratta di sua madre.

Diana abbassa lentamente le coperte che la ricoprono, così da guardarla meglio.

Quasi scoppia a piangere di gioia, perchè non crede neanche lei di essere riuscita a scappare da quella foresta dalla quale sembrava non potesse fuggire.

Oh, finalmente ti sei svegliata! -esclama la donna, sorridendo.

Eh già! Cosa è successo, mamma? -chiede la ragazza, perplessa.

La madre si avvicina a lei e l'abbraccia, per poi iniziare a parlare.

Allora, in sintesi, sei svenuta in aeroporto, io e Christian ti abbiamo portato in ospedale, poi siamo andati in macchina per venire nella nostra nuova casa e ti sei addormentata, perciò tuo fratello, una volta arrivati, ti ha preso in braccio e ti ha portato in questa camera, che crede sia perfetta per te. Quindi, che ne pensi? -spiega la donna, senza smettere di stringere la figlia.

Ah, beh. Ha avuto ragione, è stupenda e perfetta per me! -afferma Diana un po' titubante, a causa del fatto che sta ancora ragionando su ciò che ha appena detto la madre.

E Roberto? E Nuvola? E' stato tutto un sogno? Sul serio? -si chiede la ragazza, perplessa.

Comunque, hai presente le pillole che stai prendendo in questo periodo? -continua la donna, ignorando l'insicurezza precedente della figlia.

Quest'ultima ingoia la saliva. LE PILLOLE! E' da tanto che non le prendo. E ora? -si domanda, evidentemente in panico.

Ok, devo cercare di essere il più naturale possibile. -afferma tra sè e sè.

Si, mamma. Ebbene, che succede? -chiede la ragazza sicura.

Beh, mi ha chiamato lo psicologo e....








Spazio scrittrice

SURPRISEEEEE!!!

Ho aggiornato, dopo tanto tempo, LH.

Ebbene, vi sono mancata? <3

Vi devo dare una bella notizia: il computer si è riparato da solo (MAGIA), perciò, a meno che non dia di nuovo problemi, potrò aggiornare, quando posso, le storie.

Questo venerdì, 11 novembre, andrò a vedere i Mates (sperando di riuscire a prendere il pass).

E boh, sono feliciaaaaaaa! .

Ci stiamo rendendo conto che sono arrivata a 1, 2 K di letture???

Ma siete pazzi??? Sono troppe!!!
Grazie di cuore! <3

Beatrice passa e chiude.

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