Capitolo 3
Appena arriva, la gentile infermiera Evans le dà una pomata, che Diana dovrà usare ogni giorno, e quest'ultima la rassicura che lo farà.
Esce dall'infermeria e si avvia verso la sua classe per prendere lo zaino.
Cammina a testa alta, giusto per non dare nell'occhio, ma , appena entra nell'aula, vi ritrova i suoi compagni e la prof, perciò le ritorna la stessa espressione cupa di prima sul volto.
Prof. : -Signorina Banks, mi può gentilmente dire dove si era cacciata?-dice, evidentemente arrabbiata.
Diana: -Scusi prof, non stavo molto bene -risponde la ragazza, impaurita dal fatto che Susan la stava guardando malissimo.
Prof. : -Ok. Vuoi tornare a casa?
Diana: -Se posso.... -
Prof. : -Prepara le tue cose e vai! -.
Diana si avvia verso il suo banco, sotto le occhiatacce soddisfatte dei compagni, che un tempo considerava amici, mette tutto nello zaino velocemente e, dopo aver salutato, esce dalla classe.
Corre per le strade di Torino, senza un'apparente meta. Vuole solo seguire il percorso dove la portano le sue gambe.
Indovinate dove giunge? Ma, ovviamente, nel luogo che ella non ha più forza di guardare: la piazza deserta.
Appena vi entra, si accascia a terra e lascia finalmente la sua maschera forte, per sfogarsi totalmente con le lacrime, senza curarsi del fatto che potesse vederla qualcuno in quello stato, ma ciò non sarebbe potuto mai accadere, perchè quel luogo è dimenticato da tutta la città.
Ne aveva infinitamente bisogno e, dopo numerosi singhiozzi, si addormenta in un mare di lacrime amare.
Si risveglia di scatto, a causa di un incubo. Prende il cellulare dalla tasca dello zaino e guarda l'orario: le 17:30.
Cosa?-esclama lei, incredula di quanto tempo è passato.
Si alza di scatto, ancora intontita dalla lunga dormita, raccoglie lo zaino e si avvia verso la sua casa, preoccupata della ramanzina che avrebbe ricevuto da sua madre non appena avesse varcato la porta d'ingresso.
Nonostante si mise a correre, arriva a destinazione verso le 20 di sera, perchè, presa dal panico, ha sbagliato più volte la strada.
Non appena varca la soglia di casa, si ritrova davanti sua madre che, più arrabbiata che mai, le dice: -Signorina, io e te dobbiamo parlare... ORA! .
Diana, sentendo la voce minacciosa di sua madre, si spaventa e, con un tono debole, tipico di coloro che sono consapevoli di averla fatta grossa, le risponde: -Ok...
Si siedono sul divano e iniziano a discutere...
Perchè sei arrivata a quest'ora? Senza avvisare per di più. Sai quanto mi sono preoccupata, tesoro?-domanda sua madre, molto sorpresa dal comportamento della figlia.
Scusami tanto mamma, ma oggi sono successe un sacco di cose ed io avevo bisogno di stare da sola per un po' -rispose la ragazza, meno spaventata di prima.
Tipo cosa? -chiese la madre con uno sguardo interrogativo.
Diana inghiotte un singhiozzo e, dopo aver pensato a lungo, decide di mentire.
Niente di che...sai no, i soliti problemi insignificanti adolescenziali? -dice Diana, cercando di essere il più credibile possibile.
La madre resta a guardarla per un po', cercando di capire se dicesse la verità, ma si arrende e la lascia andare in camera sua.
Diana entra nella sua stanza e, facendo un sospiro di sollievo, si accascia dietro la porta, ma poi, ricordando l'avvenimento di oggi, si mette a piangere per un po', cercando di non farsi sentire da sua madre, la quale intanto sta preparando la cena.
La ragazza, mentre le lacrime le bagnano il viso, si ricorda di un regalo particolare fatto da suo padre: un diario segreto.
Infatti, prima di morire, quando Diana aveva appena compiuto 16 anni, pensando ai problemi adolescenziali che la ragazza potesse avere, le regalò quest'oggetto, nel quale Diana avrebbe potuto sfogarsi nel momento del bisogno.
La ragazza si alza dal pavimento e comincia a cercarlo per la stanza, provocando tantissimo disordine.
Dopo una mezz'oretta, guardando attentamente nei cassetti della sua scrivania, si accorse di un pacco incartato con un fiocco rosso.
Lo apre e dentro vi trova il diario.
Comincia a scrivervi testi di canzoni che la rispecchiano molto in quel momento:
"(Wake me up)
Wake me up inside
(I can't wake up)
Wake me up inside
(Save me)
Call my name and save me from the dark
(Wake me up)
Bid my blood to run
(I can't wake up)
Before I come undone
(Save me)
Save me from the nothing I've become"
Fortunatamente, mentre scriveva ciò si era calmata, perchè, proprio quando finisce di farlo, sua madre la chiama per la cena.
Lei va in cucina, dove tutti la stanno aspettando, e si mette seduta vicino a Christian, il quale fa finta di ignorarla per il suo comportamento di quella mattina.
Diana, allora, per punzecchiarlo, si alza e si mette dietro di lui, facendo finta di andare a prendere qualcosa, ma, poi, gli fa il solletico, perchè sa che lo soffre tantissimo e, inoltre, conosce i suoi punti deboli.
Christian si riesce ad alzare, la prende in braccio e la porta sul divano, dove si vendica con la stessa moneta della sorella.
La madre si mette a ridere di gusto e li segue fino al salone, ma prima prepara dei pop-corn (lol), perchè vuole godersi al massimo la scena.
Dopo un po', non appena finiscono di fare i deficienti, lei interviene.
Siete entrambi grandi, ma fate ancora i bambini che si punzecchiano a vicenda? -dice ridendo, perchè si è messa a ripensare alla scena appena vista.
Diana e Christian fanno lo stesso, per poi avviarsi con la madre in sala da pranzo per cenare.
Dopodichè, la ragazza, dopo aver dato la buonanotte a tutti, ritorna in camera sua, imposta la sua "adorata" sveglia alle 07:00 del mattino e si mette a dormire, sperando di non avere incubi.
Spazio scrittrice
Ehi ragazzi! Grazie per le letture! <3
Spero ce ne siano di più, anche se ne dubito...
E niente...Bella ragazzi! :3
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