Capitolo 22

Diana...Ehi, Diana. Svegliati! -una voce già sentita domina la mente della ragazza.

Dai, su. So che ce la puoi fare! -continua.

Sono io! Fallo per me! -conclude.

Lei si sveglia e cerca di sedersi sul pavimento, ma i lividi non lo permettono.

Si mette una mano sulla testa. Pulsa e gira continuamente, impedendole di capire fin da subito dove si trova.

Sbatte le palpebre per un po', provando a mettere comunque a fuoco il luogo ignoto.

Ah! Sono nella piazza! Ma cosa è successo? -si chiede tra sè e sè.

Come a farle rammentare il dolore provato, tutti i suoi recentissimi ricordi le passano per la mente.

L'incontro "casuale"con Tyler, Nuvola che prende il volo, finendo molto lontana da lei, il ragazzo che la picchia dappertutto senza pietà, per poi andarsene via, come se non fosse successo nulla.

IO QUELLO LO TRUCIDO! -esclama Diana ad alta voce, ma sa che ci sono molte differenze tra il dire e il fare.

Se ci avesse provato in quel momento, sarebbe finita direttamente in una tomba.

Perchè a me? Possibile che non ci sia qualcuno pronto ad aiutarmi su questo mondo? Evidentemente no...-afferma sottovoce.

Dopodichè, si alza, nonostante sia dolorante in ogni parte del suo corpo e va a cercare la cagnolina.

Nuvola, dove sei? -chiede con un filo di voce, sperando di ricevere un abbaio come risposta.

Niente.

Prova a ricordare in quale zona l'avesse mandata Tyler e, una volta rammentata, si dirige verso la sua destra.

Dopo aver camminato per un po', vede una figura bianca in lontananza, sul marciapiede dall'altro lato della strada, che ha percorso per arrivare al parco.

Nuvola! -grida ad alta voce con un tono misto tra spavento e preoccupazione.

Corre verso la cagnolina, ma, appena vede in che stato è ridotta, si trattiene dal piangere.

Dalla sua pancia, dove Tyler aveva dato un calcio, escono numerose gocce di sangue, che, con il tempo in cui la ragazza è stata in "coma", hanno riempito tutta quella zona e ancora continuano a scendere.

La testa della sua povera cagnolina, invece, si è gonfiata di tanto.

La ragazza si avvicina e toglie un po' del pelo che adorna il suo collo.

Sono rimasti incisi i segni delle dita del ragazzo, il quale, evidentemente, aveva stretto molto la sua presa, non curandosi del fatto che rischiava di strangolarla, ma forse questo non gli importava proprio.

E ora come faccio? Credo di non avere la forza necessaria per riportarla a casa.-pensa Diana tra sè e sè.

Poi, prende il cellulare dalla sua tasca e compone il numero di sua madre.

Pronto? -dice la voce familiare, non appena risponde alla chiamata.

Ma, mi puoi venire a prendere a quel parco dove ho portato Nuvola l'altra volta? E' successa ancora una situazione simile...-afferma la ragazza con un tono fragile, come se avesse paura della reazione della madre, che, infatti, non è stata una delle migliori.

Cosa? Diana! Devi fare più attenzione ai tuoi animali! Non puoi farle subire sempre del male! -grida la donna dall'altro lato del telefono.

Guarda che pure io, per difenderla da Tyler, mi sono presa numerosi pugni e calci! -esclama Diana con un tono un po' arrabbiato.

Basta! Ora, vi vengo a prendere e questo ragazzo se la vedrà con me! -dice la madre, sempre alzando la voce.

No, mamma. Lo dico per il tuo bene! Non voglio che ti succeda qualcosa. Lui è molto forte. -risponde la figlia più calma.

Non andrò contro di lui, ma solo perchè mi è venuta in mente una cosa, che poi spiegherò a te e Christian. Aspettami lì che arrivo! -afferma la donna, chiudendo la chiamata.

Diana rimane perplessa. Cosa è successo ora che non va? -si chiede tra sè e sè.

Va beh, forse non è niente di importante! -pensa successivamente, mentre rivolge di nuovo tutta la sua attenzione alla cagnolina.

Dopo 10 minuti, arriva la macchina di sua madre, la quale scende e aiuta la figlia a mettere Nuvola nel sedile posteriore, ma prima, vedendo il sangue, vi adagia lì una tovaglia.

Ok, sali nell'automobile. -dice poi la donna.

Diana obbedisce agli ordini a si siede sul sedile accanto a quello del guidatore.

Non avendo niente da fare durante il viaggio, mette le cuffiette, che si porta sempre in giro e mette la riproduzione casuale.

"About time for anyone telling you off for all your deeds

No sign the roaring thunder stopped in cold to read

No time

I get mine and make no excuses; waste of precious breath

No time

The sun shines on everyone, everyone love yourself to death

So you gotta fire up, you gotta let go

You'll never be loved till you've made your own

You gotta face up, you gotta get yours

You never know the top till you get too low"

Le note di "I'm so sorry" degli Imagine Dragons rieccheggiano nella mente di Diana.

Per cosa si dovrebbe scusare? Per non essere riuscita a difendere la cagnolina o per aver lasciato, presumibilmente, Lorenzo morire, senza essere riuscita a fare granchè?

Entrambe le opzioni possono essere quella giusta, ma qualcosa di più significativo subentra nei pensieri della ragazza.

"Quindi devi accenderti, devi lasciare andare

Non sarai mai amato fino a che non avrai trovato te stesso

Devi affrontarlo, devi ottenere il tuo

Non conosci mai la cima fino a quando non vai troppo in basso"

Ma lei non è già arrivata alla fine della profonda voragine, in cui è caduta a causa delle delusioni? Forse, ancora no, ma chi può dirlo? E' solo una canzone.

Però, ha ragione. Devo ritrovare là me stessa, quella sempre felice, che è stata perduta nel tempo, ma come posso fare?

Ormai, non riesco a riemergere dal buio di questo burrone o, almeno, non da sola.

Ho bisogno che qualcuno mi capisca e mi salvi, perchè io, onestamente, non ho abbastanza forza per liberarmi da queste "catene di delusioni"che mi tengono ancorata al suolo, impedendomi di risalire.

Magari, quello adatto a questo scopo è Lorenzo, ma non sono nemmeno sicura che sia vivo. Oltre a lui, non ho nessuno.

Sono un caso perso ormai. Qualora questo ragazzo non fosse vivo, io non riuscirò ad andare avanti, seriamente.

Però, lui non vorrebbe mai assistere alla mia morte o, come la chiamo io, "Allontanamento da una vita diventata inutile".

Facciamo una cosa. Proverò a restare in questo mondo per un po', sperando di incontrare qualcun'altro che mi possa salvare.

Spero di trovarlo, perchè non voglio più essere torturata dal demone.

Devo superare l'ostacolo, rappresentato dalla voragine, per farmi ritornare la voglia di vivere.

Ce la farò? Sinceramente, non ne sono così sicura.

Ma, come si dice...non arrendersi mai, no?

Io non avrei nemmeno tanta volontà di combattere, a dire il vero. Sono allo stremo delle forze. Se Lorenzo fosse veramente morto, farò questo sforzo solo per lui.

I pensieri di Diana vengono interrotti dalla voce della madre, la quale esclama: Siamo arrivate!

Ah! Certo. Ti aiuto con la cagnolina! -afferma la ragazza, aprendo lo sportello e scendendo dalla macchina.

Portano Nuvola fuori dall'automobile, entrano in casa e la adagiano nella sua cuccia.

Christian è già sul divano, dato che sapeva da prima che, appena tornata, avrei dovuto parlarvi! -dice la donna, per poi avviarsi anche lei nel salotto.

Diana annuisce e la segue senza obiezioni.

Spero sia una cosa positiva. -pensa nella sua mente.

Si siede sul sofà, accanto al fratello e guarda sua madre, che si trova adagiata dal lato opposto al suo.

Allora, vi devo avvisare di una cosa importante. Io...

Spazio scrittrice

E' tornata la suspance. Contenti?

Siamo arrivati a più di 400 letture. Thanks. <3

Se il capitolo vi è piaciuto, lasciate un commento o un voto.

Bella lì! <3

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top