Capitolo 1

Drin....drin...drin...drin...

La sveglia punta le ore 07:00 e suona ripetutamente.

Diana, essendo una ragazza attiva e seria, prende uno dei suoi tanti peluche, di cui un tempo ne faceva la collezione, e lo lancia verso l'oggetto da cui proveniva un rumore frastornante.

Dopo 5 minuti, decide di prendere il pupazzo da terra, si mette seduta sul letto a gambe incrociate, lo stringe al suo petto e affonda nei suoi malinconici pensieri.

Infatti, rammenta subito il padre, il quale le aveva regalato tutti quei peluche.

Lei un tempo era una ragazza ambiziosa, che non aveva l'intenzione di crescere, perciò dai quando aveva 14 anni, cominciò a chiedere al padre di comprarle tantissimi pupazzi, cosicchè potesse coltivare il suo lato infantile per sempre.

Diana usciva ogni domenica a comprare un nuovo peluche in un negozio di giocattoli vicino casa sua.

Non appena vi entrava, si guardava intorno con una faccia esterrefatta. Se fosse stato per lei, infatti, si sarebbe comprata l'intero negozio, ma il padre, ovviamente, le impose il limite di due pupazzi alla settimana.

Ricorda esattamente quali prese per primi, nonostante la vasta scelta che potesse avere: un delfino e un gatto, che avevano e hanno ancora un significato importantissimo per la ragazza.

Infatti, il delfino, con il suo nuoto e il saltellare ripetutamente fuori dall'acqua, indica la libertà, che ella avrebbe voluto avere sin da piccola. Il gatto, invece, con il suo essere selvaggio, indica il fatto che nella vita bisogna sapersi difendere ed è anche un oggetto che le ricorda Stella, la sua gatta, morta quando ella aveva appena compiuto 10 anni.

Dopo aver fatto gli acquisti, Diana e suo padre si dirigevano in una piazza desolata, ricca di alberi e aiuole, che presentava al centro una fontana, la quale piaceva tantissimo alla ragazza per via degli schizzi che le procurava.

Proprio per questo motivo, divenne un luogo visitato abitualmente dai due e, successivamente, il loro luogo segreto, in cui potevano stare in tranquillità a parlare per ore ed ore.

Dopo le chiacchiere, tornavano a casa, dove il suo fratellone Christian e sua madre li aspettavano per pranzare insieme.

(MD=Madre di Diana)

MD:-Dianaaaaa! Che fai li impalata? Ti ricordo che oggi devi andare a scuola! -dice sua madre, interrompendo i suoi pensieri e riportandola alla realtà.

D: -Si mamma, scusa, ma mi ero messa a pensare. -dice la ragazza, evidentemente un po' infastidita dal brusco "risveglio" che ha ricevuto.

La madre annuisce e se ne va in cucina a preparare la colazione.

Diana si dirige verso l'armadio per scegliere che cosa mettere per affrontare un nuovo giorno d'inferno all'istituto d'informatica di Torino.

Opta per il solito: un look casual, che ella adora. Perciò prende un paio di jeans aderenti e con qualche strappo, le sue adorate All Star nere e una maglia con le maniche corte a righe e uno scollo a V.

Si veste, si mette degli orecchini a forma di quadrifoglio, che ella considera un portafortuna, e si dirige verso la sala da pranzo.

Non appena entra, vede subito un sacco di pancake sulla tavola e suo fratello Christian intento a ingozzarsi con essi.

Diana prende una forchetta e afferra immediatamente quelli rimasti sul piatto, guadagnandosi un'occhiataccia da parte del fratello che, non appena finisce di masticarli, le dice: -Ma erano miei! - e le fa una linguaccia.

La ragazza, in tutta risposta, se li mangia e, dopo aver finito, esclama : -Non ti ho sentito in tempo, scusa! -, per poi rivolgergli un sorriso di soddisfazione. Immediatamente in tutta la sala da pranzo si sentono delle risate fatte con gusto.

Ad interrompere il divertente momento, è il suono della sveglia del cellulare di Christian, che informa la famiglia che è ora di separarsi.

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