Capitolo 3: Nidavellir
Pov Lyanna
Loki ha appena fatto atterrare la navicella in mezzo ad un bosco e quando scendiamo l'odore della natura invade le mie narici.
Nidavellir è formata da una infinita radura dove al centro del Regno è presente un palazzo.
Quest'ultimo sorge all'interno di un enorme tronco d'albero mentre al di sotto vi è la fucina dove vengono create le arme dai nani.
In lontananza si può sentire il rumore di un ruscello e i raggi del sole filtrano tra le foglie degli alberi.
«Wow...» riesco a dire senza distogliere lo sguardo da ciò che sto osservando.
Loki si posiziona accanto a me e per un secondo credo di vederlo sorridere, anche se quando mi volto verso di lui ha la sua solita espressione glaciale.
«Ti piace questo posto? Non ti aspettare però che spunti Trilli» risponde iniziando a camminare.
Alzo gli occhi al cielo e lo seguo guardando la sua schiena, ha un portamento regale, rigido ma mai goffo ed impacciato.
«Mi chiedo come tu la conosca, ma dopotutto hai detto di aver studiato bene Midgard quindi non ti chiederò nulla» ammetto alzando le mani in segno di resa e lo raggiungo mettendomi al suo fianco.
Il silenzio cala tra di noi e il rumore del ruscello è sempre più vicino.
Dopo essere quasi inciampata due volte tra alcune enormi radici finalmente vedo l'acqua scorrere al nostro fianco.
«La corrente porta direttamente a palazzo» dice Loki senza rallentare il suo passo.
«Questo posto sembra un paradiso, pensare che ci potrebbero essere degli elfi oscuri in giro sembra davvero impossibile» ammetto rigirandomi tra le dita uno dei miei coltelli.
Lui mi osserva con la coda dell'occhio poi porta le mani dietro la schiena.
«Sono pericolosi, hanno abilità che nessuno osa immaginare. Riescono a estrapolare i tuoi ricordi per poi proiettarli davanti ai tuoi occhi. Esiste peggior tortura ? Vedere le proprie sofferenze come se fossero un'opera di teatro o chissà che altro»
Rimango allibita dalle sue parole, non sapevo che potessero arrivare a tanto.
«Speriamo allora di non incontrarli» dico cercando di sembrare tranquilla.
La verità è che l'idea di dover rivedere anche solo per un secondo le mie tragedie mi fa impazzire.
«Per ora concentriamoci sulla Lancia, sono positiva sul fatto che i nani sappiano qualcosa in più rispetto a noi»
Sorrido per rendere la situazione meno tesa e Loki inclina il capo di lato.
I boccoli del suoi capelli neri penzolano leggermente e quando il mio sguardo incontra il suo per un istante mi sembra di perdermi in quei grandi occhi chiari.
Studiando i miti nordici avevo ben capito che il Dio degli inganni fosse affascinante in tutto e per tutto, ma non pensavo così.
«Loki, riguardo a prima...» cerco di parlare ma lui alza una mano verso l'alto fermandomi.
«No, non dire nulla. Hai tutto il diritto di trattarmi così, e spero che un giorno potrai capire le ragioni delle mie azioni anche se non sono giustificabili»
So che devo odiarlo per aver distrutto la mia vita strappandomi le persone che più amo, ma per qualche motivo sto iniziando a farmelo piacere.
Averlo al mio fianco rende il vuoto dentro di me meno pesante e soffocante, forse perché a modo suo cerca di starmi accanto.
«Non lo so Loki...ti potrà sembrare assurdo ma nonostante io ti odio tanto...c'è un qualcosa in me che mi fa provare... pietà, si pietà, nei tuoi confronti» ammetto guardando altrove.
Sento i suoi occhi puntati su di me ma cerco di evitare in ogni modo di scontrarmi con lui.
Quando sta per rispondermi noto l'enorme palazzo dei nani che come avevo visto in lontananza sorge su un imponente tronco di albero.
Il ruscello ora si riversa in un grande lago dove alcuni piccoli nani stanno pescando dei pesci.
Davanti a noi invece vi è un sentiero formato da minuscoli sassi colorati e un nano viene nella nostra direzione.
Ha i capelli neri legati in un codino, la barba leggermente lunga e indossa un'armatura dorata.
«Il Dio degli inganni nelle nostre terre? Non ti è bastato di aver quasi perso la testa scommettendo con me e mio fratello?» domanda quest'ultimo guardandoci dal basso.
Vedo Loki scoppiare in una grande e fredda risata, ora alcuni nani ci osservano inquieti.
«Brokk, mio caro amico, da quando tempo. Siamo venuti in pace, cerchiamo risposte» risponde il Dio indicando prima sé stesso poi me.
Brokk mi osserva curioso poi fa un piccolo cenno con il capo.
«Figlia di Kaleal, è un piacere averti qui tra noi» dice il nano.
Alzo un sopracciglio non capendo le sue parole, evidentemente mi ha scambiata con qualcun'altra.
«Mi chiamo Lyanna e non so chi sia Kaleal, ma sono onorata di conoscere uno dei migliori fabbri della storia» ammetto facendo un piccolo sorriso.
Brokk socchiude le labbra come sorpreso dalla mia risposta poi dopo aver lanciato uno sguardo a Loki ci fa segno di seguirlo.
«Figlia di Kaleal? Ma di che parla?» sussurro mettendomi al fianco di Loki.
«Non ne ho idea, ma ci faremo dare delle risposte non appena sapremmo qualcosa sulla Lancia» ammette lui stringendo la mascella.
Noto che è teso, come se le parole di Brokk lo hanno fatto pensare ad un qualcosa del passato.
Possibile che lui sa chi sia Kaleal e perché il nano mi abbia denominata come sua figlia?
Scuoto il capo e cerco di non pensarci, dopotutto non me lo avrebbe mai detto in ogni caso.
Alla base del tronco dell'albero un enorme portone con incise delle rune celtiche si apre e ci introduciamo dentro il palazzo.
Brokk ci porta di fronte ad una enorme scalinata, essa conduce nei sotterranei, si nota una strana luce rossa e solo quando mi ritrovo avvolta da un calore soffocante capisco che siamo nelle fucine.
Evidentemente il nano vuole parlare con noi in presenza di suo fratello Sindri.
Camminiamo per circa qualche minuto poi Brokk si ferma davanti ad un nano che sta battendo il proprio martello su un pezzo di metallo.
«Fratello, guarda chi è venuto a trovarci» dice il primo nano indicando Loki.
L'altro alza il capo e quando vede il Dio degli inganni scoppia in una grande risata.
«Tu? Questa si che è bella» dice dopo essersi asciugato le lacrime dal viso per le troppe risate.
Il secondo nano ha i capelli ramati, la barba leggermente più lunga del fratello e la sua armatura è argentea.
«Vorremmo domandare cosa sapete della Lancia dorata» dico intromettendomi nel discorso.
Entrambi ci fissano immobilizzandosi e Sindri dopo aver dato un'ultima martellata al suo pezzo di metallo si toglie i guanti.
«Immagino sia stata una idea di Odino, comunque non c'è molto da dire» ammette Brokk incrociando le braccia al petto.
Il fratello alza gli occhi al cielo e dopo averlo affiancato inizia un lungo discorso.
«La Lancia Dorata fu creata per Odino tanti millenni fa ma andò perduta dopo una sanguinosa battaglia. Quell'arma possiede poteri immensi per chi riesce a maneggiarla. Forse però tu Loki la conosci con un altro nome, cioé Gungnir. Ciò che si giura impugnando la lancia poi non può essere spezzato. Altri poteri sono racchiusi in questo oggetto, ma immagino voi li sappiate già. La lancia che tuo padre vuole farti trovare è un'arma molto più potente di quello che pensate»
Rimango con le labbra spalancate e osservo Loki che invece sembra star collegando le informazioni tra di loro.
«E voi sapete dove si trova?» domando prendendo la parola.
«È andata persa tanto tempo fa, ma posso assicurarvi che non si trova qui. L'unica cosa che possiamo dirvi è questa, seguite il sentiero che si trova tra il mondo del ghiaccio e del fuoco, li troverete le risposte che cercate» conclude Brokk infilandosi un paio di guanti nelle mani.
«Un indovinello al Dio degli inganni? Questa si che è bella, giuro che ve la farò pagare se tutto questo è un imbroglio, piccoli e pelosi nanerottoli» Loki quasi grida e io cerco di fermarlo scuotendo le mani.
«Vi ringraziamo per le vostre informazioni, ci metteremo subito in viaggio» dico sforzando un sorriso e tirando il Dio verso le scale.
Lui lancia un'ultima occhiata ai due nani che invece se la ridono felici e finalmente riesco a portare Loki fuori dal palazzo.
Il moro è furioso, forse perché mi sono intromessa e così per circa dieci minuti non mi rivolge la parola.
Solo quando ormai siamo lontani mi ricordo che non ho domandato ai due fratelli di Kaleal, ma dopotutto non è importante.
Ora ci troviamo nuovamente all'interno della foresta e qualcosa mi dice che abbiamo sbagliato strada.
«Loki, non siamo più vicino al ruscello» dico fermandomi.
«Che importa? So dove ho fatto atterrare la mia navicella» risponde lui con tono acido.
Alzo gli occhi al cielo e in lontananza vedo una freccia arrivare alla velocità della luce verso di noi.
«LOKI»
Grido il suo nome e senza rendermene conto l'ho strattonato giù per terra.
Entrambi abbiamo la faccia contro l'erba e intorno a noi sento giungere dei passi seguiti da battiti d'ali.
Alzo il capo e vedo quelli che sembrano degli elfi, peccato che hanno delle enormi ali trasparenti e un'armatura completamente nera.
Le loro pupille sono di un colore verde acceso e in mano alcuni tengono degli archi mentre altri delle lance.
«Loki...che facciamo?» sussurro rimanendo immobile.
Lui non risponde, forse sta ragionando sul da farsi, ma purtroppo non riusciamo ad elaborare un piano in tempo.
L'elfo più grosso mi prende per il collo alzandomi da terra mentre altri due bloccano Loki inniettandogli qualcosa sul braccio.
«Lasciatemi!» cerco di urlare ma la voce sembra solo un piccolo sussurro.
Il fiato inizia a mancarmi in gola e mentre scuoto i piedi per dare un calcio all'elfo davanti a me sento le forze abbandonarmi.
Le palpebre si fanno pesanti e in un attimo tutto diventa nero intorno a me.
Spazio autrice:
Ecco il nuovo capitolo, spero vi sia piaciuto e fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate!
Volevo comunque precisare che la descrizione di Nidavellir è stata fatta interamente da me mentre altre caratteristiche le ho elaborate da libri che ho letto per conto mio e ovviamente dai film di Thor.
Baci 😘.
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