Capitolo 2: Scontri
Pov Lyanna
Sono seduta sul lettino infondo alla navicella e giro tra le dita le pagine di un libro di mitologia norrena.
Nonostante ho interrotto i miei studi questa fase storica mi ha sempre incuriosita e studiare da sola mi permette di allontanare i brutti pensieri.
Alzo lo sguardo e noto Loki intento ad affilare uno dei suoi pugnali.
Devo ammettere che me lo aspettavo diverso, credevo fosse un uomo terribile e spietato, dall'aspetto malvagio.
Conoscendolo invece ho constatato che non è così.
I capelli lunghi e corvini gli incorniciano il viso, gli occhi color ghiaccio rendono il suo sguardo freddo e cupo, i lineamenti sono delicati, quasi perfetti e la pelle pallida risalta le sue labbra rosee.
«Che fai, fissi?» domanda improvvisamente con tono irritato.
Sbatto le palpebre un paio di volte poi appoggio il libro sopra al letto alzando le spalle.
«Non posso osservare l'assassino della mia famiglia?» domando incrociando le braccia al petto.
Lui fa una smorfia poi mi fissa con i suoi occhi glaciali.
«Tu non sai niente, mi dispiace per la tua famiglia ok? Ma in quel momento sinceramente pensavo ad altro» ammette Loki assumendo una espressione seria.
Mi alzo in piedi e gli vado davanti puntadogli un dito contro.
Sento le lacrime che minacciano di uscire ma cerco di cacciarle indietro, non voglio sembrare debole.
«Mi hai distrutto la vita, e tutto per cosa mh? Per la tua avidità di potere? Per il tuo essere enormemente egocentrico? Pensi che tutti possano piegarsi al tuo volere? Non funziona così! E solo perché sei un Dio non significa che abbia paura di te» dico urlandogli in faccia.
Loki posa a terra i pugnali poi sfoggia uno dei suoi sorrisi maniacali.
«Sono il Dio degli inganni e delle malefatte, cosa ti aspetti? Che dichiari amore per l'umanità? Voi midgardiani siete così ingenui»
Sento il sangue ribollirmi nelle vene, odio quando sminuisce tutti in questo modo, anche al processo lo aveva fatto.
Nonostante ciò, il suo sguardo sembra nascondere altro, come se il suo essere tanto sfacciato serva a mascherare una parte più fragile.
«Hai ammazzato i miei genitori, non ti perdonerò mai per questo. Avevo una vita sai? Dovevo diventare professoressa all'università e insegnare i diversi tipi di mitologia. Avevo anche una casa in realtà, ma è crollata come sabbia, proprio sopra la mia famiglia. Io ero lì davanti, mi ha salvata Thor per un pelo, o rimanevo schiacciata anche io»
Dico tutto di un fiato, le parole sembrano uscire dalla mia bocca senza controllo e il respiro mi diventa pesante.
Chiudo gli occhi e stringo i pugni cercando di mantenere la calma, ma una lacrima mi riga il viso.
Fantastico, ora pensa che sono una rammollita.
Mi giro di spalle e torno a sedermi sopra il mio letto, non voglio più guardarlo, non adesso.
Ricordare i miei genitori è una di quelle cose che mi fa soffrire nel profondo, ma avevo bisogno di sfogarmi.
Forse è vero, Loki non voleva creare un caos del genere, o magari aveva dei motivi anche lui.
Ma non posso saperlo, anzi, non mi interessa saperlo.
«Ho studiato molto Midgard nel mio tempo libero»
Le parole del Dio attirano la mia attenzione e lo fisso da lontano con sguardo minaccioso.
«Siete un popolo bizzarro, stupido e privo di logica, ma devo ammettere che c'è qualche caso raro che si salva. Come te»
Appena conclude la frase alzo un sopracciglio e temo di aver capito male ciò che ha detto.
«Dove vuoi arrivare? Quale sarebbe il tuo scopo nel dirmi queste parole?» domando ancora più irritata di prima.
Le mani mi formicolano, come le gambe del resto, e questo non è un buon segno, non per me.
Ho sempre avuto una strana energia dentro, ecco perché fin da bambina ho praticato arti marziali, insieme alla box.
È come se il mio corpo necessitasse di eliminare tutta l'adrenalina che mi scorre nelle vene.
Loki ride dopo aver udito le mie parole e rimango impietrita dal tono della sua voce, sembra trasmettere oscurità e ghiaccio, il suo essere sostanzialmente.
Sento i brividi lungo la mia schiena ma cerco di non cambiare atteggiamento, se mi lascio manipolare poi lui pensa di poter fare ciò che vuole.
«È stata semplicemente una osservazione sapientona. Però sai, c'è una cosa buffa in te. Non riesco a leggerti nel pensiero. È uno dei pochi poteri che mio padre mi ha lasciato ed è davvero strano, ma qualcosa mi tiene lontano dalla tua mente»
Questa volta sono io che scoppio a ridere dopo il suo discorso.
«Che peccato! Dovrò per forza insultarti a voce alta allora» ammetto fiera della mia risposta.
Lui sembra molto irritato dalle mie parole e si avvicina assottigliando gli occhi.
«Mettiamo in chiaro una cosa, io sono un Dio e non ti permetterò di trattarmi in questo modo è chiaro?!»
Loki sta urlando, i suoi occhi sono diventati rossi mentre le vene sulle tempie colorano la sua fronte di azzurro.
Questa volta sento la paura pervadere il mio corpo, rimango immobile fissando una piccola parte della sua vera natura e il cuore mi batte a mille nel petto.
Socchiudo le labbra cercando di trovare qualcosa da dire, ma non ci riesco, la voce sembra sparita.
Lui chiude gli occhi poi fa un profondo respiro, nel giro di qualche minuto torna ad essere il solito ed affascinante Loki.
«Ascoltami, so che mi odi okay? E va bene così, ma tu non mi conosci affatto, nessuno mi conosce. Pensate TUTTI di sapere chi è Loki, quando invece dite solo bugie. Come ti ho già detto mi dispiace per i tuoi genitori, sicuramente non centravano nulla con le mie faccende personali. E so che questo non serve per perdonarmi, non pretendo che tu lo faccia. Ma per una volta, una sola volta, non pretendere di sapere cose su di me di cui invece sei totalmente all'oscuro»
La sua voce è calda e pacata, come se il suo discorso fosse già pronto in qualche angolo della sua mente.
Dietro quelle parole riesco a scorgere sofferenza, rabbia e dolore.
Abbasso lo sguardo e mi alzo in piedi trovandomi davanti a lui.
«Non voglio che tu mi dica nulla, a quanto pare entrambi avevamo bisogno di sfogarci» dico senza guardarlo in viso.
Improvvisamente si crea un silenzio tra di noi, come se nessuno dei due sa come comportarsi.
Dopo pochi secondi lui prende a parlare e io a respirare, non so perché, ma il fiato mi si era spezzato in gola.
«A quanto pare siamo vicini a Nidavellir»
Lo guardo mentre si avvicina al volante della navicella e da lontano si possono scorgere delle grandi montagne.
Mi avvicino a passo lento e mi appoggio al mio sedile con il fianco incrociando le braccia al petto.
«Riusciremo a parlare con Sindri? Temo che gli elfi oscuri non ci renderanno le cose facili» ammetto con lo sguardo perso nello spazio.
Lui sorride per un istante poi torna serio.
«Sindri, quel nano mi ha fatto dannare! Lo avevo sfidato, volevo vedere se lui riusciva a creare armi alla pari di suo fratello Brokk e...»
Non lo faccio concludere perché finisco io la sua frase.
«E alla fine ha vinto perché ha creato Mjöllnir, ovvero il martello di Thor»
Lui mi guarda appena finisco di parlare e incolla i suoi occhi color ghiaccio ai miei.
Mi sento un po' a disagio dato il suo comportamento ma di certo non sono il tipo che abbassa lo sguardo immediatamente, almeno che non lo ritengo necessario.
Vedendo tale situazione Loki ride poi scuote la testa divertito.
«Sei proprio una testa calda eh?» domanda alzando uno degli angoli della bocca così da creare un mezzo sorriso, leggermente inquietante.
«Ci sarà un motivo se tuo fratello ha scelto me no? Nonostante non possiedo dei poteri» ammetto scrollando le spalle.
Noto il suo sguardo diventare cupo, sembra quasi che stia riflettendo con sé stesso.
Faccio un passo avanti per dirgli ciò che penso ma noto che ormai la nostra meta è troppo vicina per perdersi in chiacchiere.
«Credo che dovrai preparare l'atterraggio»
Indico con il dito Nidavellir e lui senza dire una parola si siede sul suo sedile prendendo il comando della navicella.
Devo ammetterlo, Loki è un vero e proprio mistero.
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