Capitolo 12: La Dea della Morte
Pov Loki
Io e Thor abbiamo iniziato a camminare lungo la lunga valle innevata davanti a noi da circa un'ora.
Gli ho concesso di tenere sulla schiena Lyanna, è la cosa migliore.
Io non ho la forza e la grandezza per camminare e tenere sulle spalle un altro guerriero.
Il ghiaccio scricchiola sotto i nostri piedi, i fiocchi di neve offuscano la nostra visuale e il vento gelido mi trapassa le ossa.
Non sono mai stato ad Hel, l'ultima volta che ho visto mia figlia è quando Odino l'ha obbligato a scendere qui come Regina.
Tutti sanno che la scusa del regno dei morti era solo un pretesto per mandarla via da Asgard, forse a causa del suo aspetto, o forse perché è mia figlia e basta.
Non so dove cercare Hela, tutto ciò che c'è davanti a noi sembra uguale, identico.
Mi guardo indietro e noto che probabilmente senza alcun aiuto non riusciremo a trovare la via per tornare indietro all'entrata di Hel.
Sospiro e portando una mano davanti al viso riprendo a camminare.
Noto però un dettaglio, Thor e Lyanna sono spariti.
«Thor!»
«Thor dove sei?!»
Grido con tutte le mie forze ma l'unica cosa che ottengo è la mia voce spezzata dal vento gelido.
Sento la mia gola pizzicare e mi fermo sul posto piantando i piedi nella neve.
«Okay...vediamo se funziona» sussurro chiudendo gli occhi e unendo i palmi delle mani delicatamente.
“Hela, sono tuo padre”
Aspetto qualche minuto ma non mi giunge nessuna risposta, probabilmente non riconoscerei la sua voce d'altronde.
L'ultima volta che l'ho vista era una bambina, ora è sicuramente un'adolescente.
“Hela, so che mi senti. Questo è il tuo regno. Voglio solo parlare”
Provo nuovamente a contattare mia figlia, senza ricevere un segno in cambio.
“Ho bisogno del tuo aiuto, sei contenta? Ora lo sai”
Ammetto la mia necessità, cosa che con mia figlia non ho mai fatto, ed improvvisamente il vento e la neve si espandono allontanandosi dal mio corpo.
Mi guardo intorno e noto che io sono al centro di un cerchio, riesco a vedere la roccia su cui ho i piedi.
La neve è sparita, ma posso guardarla roteare al di fuori del cerchio.
«Ma come...»
La mio tono di voce si abbassa non appena vedo una figura femminile apparire davanti a me.
Indossa una tunica completamente nera con un mantello lungo fino al terreno.
Un cappuccino copre tutto il suo viso e non riesco a vederla, ma so che è lei.
«Hela» dico raddrizzando la schiena.
«Padre. Ho aspettato tanto questo momento. Sapevo che un giorno saresti venuto da me a chiedere aiuto. Era solo questione di tempo» dice lei prendendo i lati del cappuccio e facendolo scivolare all'indietro.
In quel momento rivedo il viso di mia figlia, anche se mi sembra una estranea.
Il suo viso, come dalla nascita, è diviso a metà.
Una parte, quella che rappresenta la vita, presenta una pelle candida, la guancia è rosea, il suo occhio azzzurro risalta grazie ai capelli corvini che le ricadono sulla tunica.
È identica a me, ma solo in parte.
L'altro lato del viso invece rappresenta la morte, il suo potere e anche ciò che l'ha condotta ad essere la Dea della morte e regina di Hel.
I capelli sono completamente bianchi e anche il suo occhio, la pelle invece è puttrefatta, in alcuni punti infatti, si può vedere chiaramente l'osso della mandibola.
«Sei cresciuta» ammetto portando le mani dietro la schiena.
«Ammetto che ti trovo bene» risponde lei iniziando a camminare verso di me.
«Allora, suppongo che la ragione dei tuoi problemi siano il mio caro zio Thor e la ragazza giusto?» chiede fermandosi a pochi passi da me.
«Si, ma non solo. Stiamo cercando la lancia dorata di Odino e Lyanna sta cercando risposte sulla sua vera natura»
Lei sorride e rinizia a camminare girandomi intorno.
«Prima di tutto. La lancia del mio caro scorbutico nonnino non è qui, per questo hai fatto un viaggio a vuoto. Ma sulla natura della ragazza possiamo discutere» conclude muovendo le dita verso terra.
Improvvisamente la roccia inizia ad alzarsi fino a modellarsi e diventare un vero e proprio masso su cui sedersi.
«Quando vuoi, padre» dice prendendo posto e facendomi segno di seguire i suoi stessi movimenti.
Mi avvicino a lei con cautela poi mi siedo al suo fianco posando i gomiti sulle ginocchia.
«Lei non proviene da Midgard, riesco a sentire che ha qualcosa di diverso» ammetto assottigliando gli occhi.
«Lo so, tu e lei siete connessi. Ma non sta a me dirti le origini di questo legame. In cambio di qualcosa però, posso fare qualcos'altro per la ragazza e mandarvi via senza che i demoni di ghiaccio vi uccidano nel tornare ai cancelli di Hel. Strano che non li avete già incontrati» dice Hela fingendosi ignara.
«Forse perché tu gli hai detto di non attaccarci. Pensi che sono stupido? Sei mia figlia, non sono il padre dell'anno, ma so anche che non mi odi» sussurro con un piccolo sorriso sulle labbra.
Lei non dice nulla e sospirando incrocia le braccia al petto.
«Che cos'è questo legame di cui parlavi?» chiedo dopo qualche minuto di silenzio.
«Mimir sa, e io so perché qualcuno sa. Ma ti prego padre, non chiedermi altro. Ho giurato silenzio, sarà il destino a darti le risposte che cerchi»
Abbasso lo sguardo e continuo a sorridere, questa volta con sincerità.
A quanto pare in furbizia assomiglia più a me.
«E per quanto riguarda Lyanna?» chiedo alzandomi in piedi.
Lei batte le dita sulla roccia e porta il capo all'indietro osservando le barriere del cerchio che ci tiene lontani dalla tempesta di neve.
«Per qualcosa in cambio, potrei farla parlare con sua madre. Il mio caro nonnino non può farmi più alcun male ora che Hel è sotto il mio comando, non dirà nulla» ammette con un sorrisino agli angoli della bocca.
«Puoi fare parlare Lyanna con l'anima di sua madre?» domando incredulo.
«I miei poteri sono cresciuti in tua assenza padre, ci siamo persi tanto l'uno dell'altro»
«Allora forse questo è il momento giusto per rimediare» dico invitandola ad avvicinarsi a me.
Lei dopo qualche secondo di titubanza si avvicina e lentamente le prendo le mani che sono ricoperte da guanti lunghi e neri.
«Hela io...»
Prendo un profondo respiro per cercare di essere sincero con le emozioni che provo verso mia figlia ma lei mi ferma.
«Io lo so, padre, e questo basta»
Rimango fermo per qualche secondo e noto che il suo occhio azzurro è leggermente lucido.
Sorrido e stringo con delicatezza le sue mani.
«Cosa vuoi in cambio per aiutare Lyanna?» domando tornando al nostro precedente argomento.
Hela non parla, fissa le nostre mani e dopo qualche secondo scuote la testa.
«Come ho detto, questo basta. Se un giorno avrò bisogno di te, allora lo capirai» conclude alzando le mani verso l'alto.
In quell'istante il cerchio intorno a noi sparisce e anche la tempesta di neve che vi era dall'altra parte.
Ora tutto sembra calmo, la neve è comunque sul terreno e il vento gelido mi fa leggermente tremare, ma finalmente riesco a vedere ciò che c'è intorno a me.
Anime, anime che si lamentano.
Anime con espressioni di dolore che cercano una pace che però non troveranno mai.
Passo affianco a loro seguendo mia figlia che ha iniziato a camminare e per sbaglio ne sfioro una.
La mi spalla passa attraverso l'anima che continua il percorso come se nulla fosse successo.
Sento una scossa pervadermi il corpo: non mi è mai capitato di sfiorare un'anima.
Guardo mia figlia e vedo che ha trovato Thor.
Lui ancora sta camminando con Lyanna sulle spalle ignaro di tutto.
«Zietto, ti sono mancata?» domanda Hela piombando davanti a Thor.
Thor fa un balzo e vedo il corpo di Lyanna scivolare indietro.
Per fortuna sono abbastanza vicino da riuscire a prenderla e a posarla a terra sulla neve soffice.
«Andrà tutto bene, mia figlia ti aiuterà» sussurro vicino l'orecchio di Lyanna, anche se so che lei non può sentirmi.
«Lyanna mi spiace! Ho perso l'equilibrio e...Hela, sei... cresciuta» dice Thor posando le mani sui fianchi.
«E tu dovresti tagliarti la barba, sembri un boscaiolo» dice mia Hela alzando gli occhi al cielo.
Mi scappa una risata ma cerco di trattenermi.
«Bene, ora aiutiamo la ragazza a svegliarsi, poi le farò incontrare sua madre»
Mia figlia si avvicina a me che ancora tengo la mano vicino la testa di Lyanna.
Hela appoggia per sbaglio le dita sulle mie nel sfiorare Lyanna e mi guarda.
«Tu...»
«Tu hai paura che lei muoia, sento la paura della morte in te...ma per lei» dice incredula Hela passando lo sguardo da Lyanna a me.
«Puoi aiutarla ora?» chiedo cercando di tagliare corto.
Io paura della morte? Ma quando mai.
Mia figlia annuisce e posa la mano sulla fronte di Lyanna.
Sussurra qualche parola in lingua antica e poco dopo si alza.
Io rimango fermo in attesa di un qualsiasi movimento e proprio in quell'istante vedo le palpebre di Lyanna aprirsi di scatto.
Sei tornata.
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