Capitolo 1: Partenza

Sono fermo sul ponte che collega Asgard al Bifrost e fisso la navicella davanti a me mentre un leggero vento mi smuove i capelli.

Incrocio le braccia al petto notando alcuni servitori di Odino salire e scendere per sistemare le mie provviste e da lontano vedo arrivare Thor con al suo fianco una figura mai vista prima.

Mio fratello ha in mano il suo martello e se lo rigira tra le dita mentre parla con molta enfasi.

Riesco a sentire la sua voce nonostante la lontananza e mi giro nella sua direzione aspettandomi una qualsiasi battuta.

«Fratello! Guarda chi ti ho portato»

Lui indica la figura al suo fianco e quest'ultima si abbassa il cappuccio che fino a poco prima le copriva il viso, è una donna.

Ha i lineamenti delicati, gli occhi sono color nocciola, i capelli corvini raccolti in una lunga treccia e le labbra carnose e rosee.

Il suo sguardo è serio, quasi come se mi desidera morto davanti ai suoi piedi.

Scoppio a ridere allargando le braccia e noto l'espressione dei due che mi stanno fissando.

«Perchè stai ridendo Loki?» mi domanda mio fratello alzando un sopracciglio.

Continuo a ridere poi mi asciugo le lacrime con il pollice.

«Non dirmi che il soldato che mi hai promesso è lei»

Indico la donna con il braccio e lei rimane impassibile incollando i suoi occhi scuri ai miei.

«Sono sicuramente più forte di te. È una mia impressione o ti hanno scartato dalla tua stirpe perché sei troppo debole? Ah, è vero, inoltre hai anche la maggior parte dei poteri bloccati quindi...»

Rimango scioccato dalle parole che mi ha appena detto e cambio subito espressione.

«Scusami? Come osi...»

Thor non mi fa finire perché si mette in mezzo così da lasciarmi senza il mio momento di gloria.

«Okay okay ora basta, Lyanna, sali pure sulla navicella, qui ci penso io» dice mio fratello indicando il mezzo di trasporto.

La donna fa un inchino con il capo poi dopo aver sorriso ironicamente sparisce nella navicella.

Scatto in avanti verso Thor e prendo la catena che tiene unito il suo mantello sulle spalle.

«Spero tu stia scherzando, chi sarebbe questa qui?» domando corrugando la fronte.

Lui mi allontana con uno spintone e vengo travolto dalla sua forza.

Barcollo leggermente ma riesco a rimanere in piedi e noto Thor stringere il manico del martello nella mano.

«Comportati bene, se sei vivo è solo grazie a nostro padre. E ricordati un'altra cosa, quella ragazza merita di essere trattata con rispetto, non sai neanche chi è»

Le sue parole inizialmente mi fanno ridere ma poi smetto quando fa riferimento a Lyanna.

«Giusto, da quale pianeta viene? Sai sembra acida, però almeno non è verde» ammetto scrollando le spalle con fare ironico.

Thor fa un profondo respiro e noto che sta cercando di mantenere il controllo.

«Lyanna è una terrestre, viene da Midgard, la Terra. La sua famiglia è morta a causa del TUO incidente»

Non muovo un muscolo, ciò che ha detto Thor mi ha lasciato senza parole e cerco di trovare qualcosa per controbattere.

Non mi capita spesso di essere zittito, soprattutto da mio fratello e così mi ricompongo.

«Allora perché si trova qui?»

«Le ho promesso che le avrei fatto vedere chi ha ucciso la sua famiglia, era un suo desiderio. Ma quando ha iniziato a stare qui, grazie alle sue abilità di uno sport terrestre è entrata a fare parte dell'esercito e ha insistito tanto per accompagnarti. È un'ottima combattete, non preoccuparti» conclude Thor dandomi una pacca sulla spalla.

Sgrano gli occhi a gesticolo con le braccia mentre la mia espressione diventa sempre più scettica.

«Vuoi lasciarmi su una navicella con una persona che vuole uccidermi alla prima occasione?!» grido sconvolto da ciò che ho scoperto.

Mio fratello scoppia a ridere senza riuscire più a smettere poi mette un braccio attorno alle mie spalle.

«Non ti farà nulla, ora fa parte dell'esercito di Asgard, però comportarti bene oppure...beh non vorrei essere nei tuoi panni»

Dopo avere risposto Thor si allontana di qualche passo poi allunga il martello in direzione del palazzo e sfreccia lontano fino a svanire.

Fantastico, dovrò stare per chissà quanto tempo con una tizia che vuole uccidermi.

Sospiro e decido di salire sopra la navicella, i servi di mio padre hanno posizionato tutto a dovere ed ora non rimane altro che partire.

Mi siedo sulla mia poltrona affianco a quella di Lyanna e prendo in mano il volante.

«Se la guidi tu allora siamo al sicuro» dice improvvisamente lei facendo una risata.

Sento il mio piccolo ego urlare parole poco piacevoli ma preferisco rimanere in silenzio.

Dopotutto ha perso la sua famiglia e forse il suo atteggiamento nei miei confronti è dato anche da questo.

Quando tutti i servitori sono scesi dalla navicella premo il pulsante per chiudere il portellone e metto in moto i motori.

«Sei mai salita su una navicella?» chiedo guardandola un' istante.

Lei mi fissa per qualche secondo poi decide di rispondermi anche se con astio.

«No, quando Thor mi ha portata qui ha chiamato Heimdall e ha usato il Bifrost»

«Allora tieniti forte, una volta usciti da questo regno non sarà una passeggiata lassù»

Le indico la cintura ridacchiando poi alzo il volante verso l'alto così da fare muovere finalmente la navicella.

Lentamente prendiamo il volo ma quando oltrepassiamo il confine con il nostro mondo veniamo rissucchiati da un enorme vortice che ci proietta come saette nello spazio.

La luce diventa accecante e chiudo gli occhi senza spostare le mani dal volante, nonostante la forza data dalla velocità sia notevole.

Appena il buio permette ai miei occhi di non infiammarsi noto la navicella muoversi con lentezza nell'oscurità dello spazio.

«Benvenuta nello spa-...»

Cerco con enfasi di presentare la nuova visuale a Lyanna, ma in questo momento lei sta cercando di non vomitare.

La prima volta su una navicella è sempre quella più impegnativa.

Rimango in silenzio e metto il volante manuale per poi avvicinarmi a Lyanna con un sacchetto.

«Tieni»

Lei mi fissa con odio poi strizza gli occhi e guarda la busta con incertezza.

Non si fida abbastanza da accettare anche un semplice sacchetto.

«Avanti, o vuoi farci dormire nella puzza? Non credo sia conveniente ad entrambi»

Le mie parole la colpiscono ed è evidente dai suoi occhi che si sono leggermente allargati per lo stupore.

Subito Lyanna mi strappa dalla mano la busta e si volta da un lato per non mostrarmi ciò che sta facendo.

Da una parte mi fa pena, ma d'altro canto è come una piccola vendetta per il suo comportamento nei miei confronti.

Cammino lungo la navicella, al centro vi è un enorme tavolo con funzioni tecnologiche manuali.

Schiaccio un pulsante poi alzo la mano facendo apparire una mappa digitale davanti a me.

Focalizzo gli altri otto regni presenti sullo schermo e cerco di escludere quelli più ovvi.

«Credo che per prima cosa dobbiamo andare a Myrkheimr, la terra dei nani e degli elfi oscuri. I nani creano qualsiasi tipo di arma o macchina. Forse potrebbero aiutarci a trovare la lancia dorata» ammetto guardando nella direzione di Lyanna.

Dopo essersi ripresa lei si alza dal sedile e si mette affianco a me controllando la mappa.

«Intendi Nidavellir, credo sia...» si ferma per un istante poi sospira «credo sia una buona idea, ma non pensare che perché sono d'accordo con te allora cambi qualcosa»

Si appoggia contro la parete della navicella e mi guarda con la coda dell'occhio.

«Come fai a conoscere questi regni? Lì studiate sulla Terra?» domando incuriosito.

Lyanna alza gli occhi al cielo infastidita poi tira fuori un piccolo pugnale e se lo rigira tra le dita.

«Prima che tu distruggessi la mia casa, stavo per laurearmi in Mitologia Norrena, cioè la vostra. Nonostante non abbia il mio titolo ufficiale, le conoscenze che ho appreso sono ancora qui» risponde indicando con l'indice la sua fronte.

Mi sorprende che una terrestre si interessi alla nostra mitologia ma allo stesso tempo mi incuriosisce.

Ecco perché Thor l'ha mandata con me, oltre ad essere una ottima combattente, almeno così lui diceva, conosce più che bene i nostri regni.

«Io...»

Sto per parlare ma lei alza di scatto il capo e lancia il pugnale dall'altra parte della navicella.

Quest'ultimo mi sfiora il viso poi si incastra nel metallo creando un suono secco.

«Non voglio la tua pietà, limitati a fare il tuo lavoro e io farò il mio» conclude Lyanna tornando a sedersi sulla poltrona.

La guardo da lontano e per la prima volta sento di non voler iniziare una discussione, forse perché infondo so che se lei sta soffrendo è anche a causa mia.

Le ho portato via le uniche cose che aveva e ora devo provare a rimediare in qualche modo.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top