Bucky Barnes



Cos'è il dolore? Intendo quello vero, che ti entra dentro nelle ossa e spazza via tutto ciò che c'è di buono.
Può quel tipo di dolore legare due persone?
Si, perché è quello che ha fatto con me e Bucky Barnes.

Forse eravamo incapaci ad uscire da questa cosa, incapaci di credere che qualcuno potesse amarci per davvero.
Forse avevamo paura di sporcare una cosa pulita con quel sporco che avevamo dentro.
Forse, avevamo paura dei ricordi.
Perché essi ci distruggono, perché sappiamo, che non potrebbe mai tornare indietro la persona che eravamo un tempo.
Forse il dolore era troppo, i giorni passavano lenti, uno peggio del precedente.
Forse provare dolore era l'unico modo che ci ricordava di essere ancora vivi.

Bucky arrivò all'improvviso nella mia vita, forse anch'io sono arrivata così nella sua.
Eravamo vicini di appartamento, il mio era un po' più carino del suo, almeno avevo un vero letto su cui dormire.
Sembrava che avessimo tante cose in comune, lo stesso stile di vita, lo stesso passato da cui scappare.
Ci incontrammo un giorno davanti alla porta, le nostre erano l'una accanto all'altra, ma non l'avevo mai notato prima.
Non avevamo mai parlato, solo qualche cenno di saluto e basta. Camminavamo entrambi con la testa bassa, il viso nascosto dal berretto, ci bastò poco per capire che eravamo entrambi in fuga.

«Ancora prugne?» gli dissi una mattina sbucandogli da dietro

mi guardò strano per un attimo e poi rispose «Si... Ancora cioccolato?» disse, «Già» dissi per poi continuare a camminare.

Iniziammo a parlare di più, poco a poco; non dei veri discorsi, ma era già qualcosa.
Lo trovai un ragazzo misterioso, non parlavamo mai direttamente di noi, non ci facevamo domande.

Un giorno, mentre stavo uscendo, lo vidi dolorante, era ferito, così contro la sua volontà lo portai dentro e presi il kit di pronto soccorso
«È una bella ferita» dissi preoccupata
«Non è niente» rispose Bucky
«Perde parecchio sangue per non essere niente! Devi toglierti la maglietta» dissi, mi guardò storto
«Non posso!» disse
«Non posso sistemarti così! Hai bisogno del mio aiuto» cercai di insistere
«Non...posso» disse ancora
«Perché hai paura che ti faccia domande sul tuo braccio di ferro?» dissi, vidi la sua faccia contrarsi «Sono una bava osservatrice tutto qui. Tranquillo non voglio sapere niente...» aggiunsi e finalmente lo aiutai a togliersi la felpa a zip e infine la maglietta.
Cercai di non guardare troppo il suo braccio, e mi costrinsi a non fare domande e a concentrarmi sulla ferita.

Appena gli toccai l'addome lo vidi fremere, non tanto per il dolore piuttosto per il tocco delle mie mani sulla sua pelle
«Ho sempre le mani fredde...scusami» dissi
«Non devi scusarti...è che non sono abituato» rispose guardando in basso
«Ti dovevano proprio odiare!» dissi
«Cosa?» rispose
«Quelli che ti hanno fatto questo» dissi indicando la ferita
«Già, pare siano parecchi quelli che mi odiano» cercò di sorridere
«Beh abbiamo una cosa in comune» risposi.

Da quel giorno aveva iniziato a farmi visita più spesso, quasi ogni giorno. Avevamo deciso che forse ci avrebbe fatto bene un po' di compagnia, senza troppe domande, o impegni, o cose del genere.
Ma era chiaro che stava nascendo qualcosa tra di noi.

Un giorno aveva fatto un incubo, in una di quelle pochissime volte in cui era riuscito a dormire. Io ero ancora sveglia, dovevano essere tipo le quattro di notte

«Bucky!» dissi sorpresa aprendo al porta
«Sei ancora sveglia» rispose col viso stanco e sconvolto
«Anche tu!» dissi «vuoi entrare?» aggiunsi, annui ed entrò
«Hai la faccia di uno che ha appena visto un fantasma! O fatto un incubo!» dissi passandogli del succo
«Qualcosa del genere» rispose accettando la bevanda «Tu non dormi mai?» mi chiese «La tua luce è sempre accesa...» disse quasi giustificandosi
«Si, la mattina. Di solito la sera non riesco mai a farlo!» risposi
«E come mai?» disse
«Incubi...» dissi sedendomi sul letto
«Che tipo di...» disse
«Hey! Stai infrangendo la nostra regola ricordi? Niente domande» dissi
«Si, scusami» rispose
«Vieni» dissi facendogli un cenno
«Cosa?» disse quasi spaventato
«Cosa c'è di meglio se non un massaggio per riuscire a dormire?!» dissi tirandolo verso al letto
«Non...non devi. Non sei costretta» rispose
«Si lo so...ma tu non riesci a dormire e io nemmeno. Hai un'altra soluzione?» dissi riuscendo a convincerlo.

«Sei da sola?» disse dopo un po'
«Vedi qualcun altro?» risposi
«Intendo nella vita...» disse
«Oh...Si, i miei genitori sono morti ed  ero figlia unica quindi... come mai tutta questa voglia di parlare?» risposi
«È che il silenzio con te mi fa sentire a disagio» disse
«Oh Okay... e tu sei tutto solo?» risposi
«Già...» disse
«Mmh.. e sei qui da tanto?»
«Da un bel po'...sinceramente non ricordo da quanto»
«E il braccio come lo hai perso?» dissi, lui si girò e per l'ennesima volta mi guardò storto «Che c'è? Ormai dato che ci siamo, tanto vale parlare no?» dissi per poi mordermi il labbro inferiore
«Non credo che vorresti saperlo davvero... e poi possiamo parlare d'altro?» disse con un sorriso sghembo
«Okay, di cosa vuoi parlare Bucky Non So Il cognome?» dissi
«Nemmeno io so il tuo»
«Meglio così no? È tutto più eccitante!» dissi
«Lo fai spesso, vero?» disse
«Che cosa?»
«Morderti il labbro...»
«Si... È una specie di vizio» dissi abbassando lo sguardo e rifacendo il gesto
«È carino...il modo in cui lo fai» disse
«Stai cercando di mettermi in imbarazzo?» dissi
«Perché è possibile?» disse
«No...ma tu ci riesci bene. Cos'è un dono speciale il tuo? Avrai conquistato tante donne con quello sguardo» risposi, sorrise. Forse per la prima volta.

Col tempo, dormire insieme era diventata un abitudine, anche se a dire la verità restavamo a letto a parlare fino all'alba, abbracciati a volte, di tanto in tanto ci baciavamo, poi diventò di più.
La situazione ci era sfuggita di mano.
Ormai dipendevamo l'uno dall'altra, e forse non era un bene ma ormai era così.
Anche se litigavamo spesso per delle cazzate, c'era una specie di sintonia tra di noi, che poi il resto non contava più.

Questa volta però era un po' diversa, avevamo litigato pesantemente. Ero stata aggredita, Bucky era davvero preoccupato, voleva sapere di più, voleva proteggermi.
Ma dirgli tutto lo avrebbe messo in pericolo.
Avrei dovuto dirgli che erano stati membri dell'Hydra. Quelli da cui anche lui stava scappando. Avrei dovuto dirgli che ero una cattiva persona una volta. Che sapevo benissimo chi era. Che avevo collaborato con lo S.H.I.E.L.D. una volta. Era troppo, non potevo. Dovevo tenerlo al sicuro.

Quando entrò in camera non avevo tanta voglia di parlare con lui, o meglio, non avevo voglia di litigare un'altra volta.
Ero rannicchiata sul letto, le lacrime che cadevano ancora copiose dal mio viso, cercai di nasconderle coprendomi con le mani, quando si mise accanto a me e mi strinse a se

«Ti fa tanto male?» mi sussurrò
«No, sto bene» risposi
«Mi dispiace per quello che ti è successo» mi lasciò un bacio sulla tempia
«Non è colpa tua» dissi senza guardarlo
«Vuoi restare da sola?» disse dopo un po'
«No...non andartene»
«Resto qui»
«Davvero? Senza fare domande?» mi girai dal suo lato
«Si, se è quello che vuoi» disse accarezzandomi la guancia
«Bucky...non avremmo dovuto farlo» dissi mentre le lacrime iniziavano ancora a cadere
«Che cosa?» disse asciugandomi la guancia
«Tutto...noi»
«Forse...forse è stato uno sbaglio, o forse no»
«È troppo pericoloso»
«Lo so»
Ed era vero perché entrambi ne avevamo la certezza. Ma come può una cosa così bella, essere sbagliata? Come può una cosa che ti fa sentire bene, essere un errore?

Eravamo così vicini che baciarci era inevitabile, eravamo parte l'uno dell'altra, come una sola cosa.
Quando fece incontrare le nostre labbra, mi sentii male e bene allo stesso tempo.

«Bucky?...» dissi facendolo staccare da me «è sbagliato»
«Lo so... lo è, che ci possiamo fare?» rispose per poi riprendere da dove aveva lasciato.

Si spostò sopra di me, continuando a baciarmi, mentre gli accarezzavo dolcemente i capelli.

Spostò il braccio bionico sotto la maglietta e posò la mano sul mio fianco, facendomi sussultare un po'
«Ti ho fatto male? Disse
«No la tua mano è gelata» risposi attirandolo ancora a me.

Era così, semplice e complicato allo stesso tempo.
Era evidente quello che ormai ci legava, ammetterlo però era arduo per entrambi.
Come puoi dire ad una persona che la ami, quando non sei abituata ad esprimere sentimenti? O quando è da così tanto tempo che non provi nulla, che quello che senti quando stai con lui, ti fa dannatamente paura?
Restare in silenzio era l'unica soluzione forse, non dirsi niente, sentire tutto, volere tutto, non poter smettere...








Lo so che non c'entra con Loki, però Bucky mi piace tanto 😍😂 (Non si era notato eh?)
Spero vi piaccia...

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