9° parte

Luis

So che Erika non l'ha fatto di proposito.

So che se non fosse stata sotto pressione non l'avrebbe mai detto.

Però, so anche che le sue parole mi hanno toccato.

Con Steve va tutto bene.

Ho imparato a lasciarlo andare, a farlo vivere come meglio crede.

Non ha nessun tipo di paletto, ovvio, certe volte non siamo d'accordo su determinate cose, siamo due persone distinte.

Lui ragiona in un modo e io in un altro.

Ho capito che i miei figli non devono assomigliarmi. Ho capito che Steve è diverso da come lo avrei voluto, e l'ho accettato.

Però, mi capita di pensare a qualche aneddoto del passato quando lo guardo.

Anche se spero che lui non ci pensi, so benissimo che capita anche a Steve di pensarci.

Certe volte le sogno anche certe scene.

Oppure semplicemente sogno qualcosa che non è mai accaduto.

Come io che prendo Steve per la gola, ma non mi fermo.

Mi capita di sognare che gli succede qualcosa di brutto.

Certe volte penso di star per impazzire, e che la mia possessività nei confronti di mio figlio non passerà mai.

Quando era bambino, Katrine voleva assumere una babysitter, ma io non ho mai voluto.

Mi veniva una crisi nervosa solo a pensarci.

Non volevo che nessuno lo toccasse.

Diciamo che, ho cominciato ad assumere un comportamento di possessione verso Steve fin da quando era piccolo.

E infatti, dopo essere andato via dal lido, è da lui che sono tornato.

A parte che dovevo tornarci comunque, essendo che mi ospita fino a quando la casa nuova non sarà a posto.

Una volta entrato, invece di farmi i fatti miei, vado nella camera da letto che condivide con Cameron.

Busso per evitare di trovare scene non molto gradevoli.

Lui mi risponde con un "avanti" e lo trovo sul letto da solo, e con un libro in mano.

Entro e mi siedo ai bordi del letto, senza dirgli niente.

Steve posa il libro, e si sposta su un fianco per rivolgermi l'attenzione.

«È successo qualcosa, papà?»
Ha una voce nasale, deve essersi raffreddato.

«No, va tutto bene...» Mi appoggio e mi sdraio. Ma non guardo Steve, ma il tetto, come perso in qualche pensiero.

Cosa dovrei dire a Steve?

"Hai un'amica stronza" oppure "Sai che la tua migliore amica ha voluto che gli palpassi il seno, e poi mi ha chiesto di andarmene" oppure "ho fatto lo stronzo con la tua migliore amica, e lei ha agito di conseguenza"

Come potrei spiegarglielo? Ma soprattutto, voglio farlo?

«Tu come stai?» Steve appoggia la testa sulla mia spalla, e anche lui si perde a guardare il soffitto.

«Sono tranquillo.»

Mi volto leggermente verso di lui.

«Che intendi?»

«Intendo che non ho pensieri per la testa, perché è tutto al posto giusto.»

Al posto giusto...

Chissà come si ci sente ad aver tutti i pensieri a posto. Chissà cosa si prova a non pensare a niente.

«E cosa leggi?»

«Qualcosa che molto probabilmente non ti interessa.»

Afferro il libro, e lo sfoglio un po', facendo attenzione a non perdergli il segno.

È un romanzo.

Leggo qualcosa come "il mio amore è eterno" e altre frasi sdolcinate, e infatti lo chiudo subito, per non essere contaminato dal diabete.

«Vivi nelle favole, Steve?»

Apre anche lui il libro, e legge.

«"Lei si rese conto che non poteva vivere senza di lui. Si rese conto che lo amava, come non aveva mai amato nessuno. Si rese conto che il suo cuore gli apparteneva, e mai e poi mai se lo sarebbe lasciato sfuggire."» Si mette a recitare quel paragrafo.

E poi ci guardiamo e scoppiamo a ridere.

«Ma che cazzo, Steve. Cosa leggi?» Lo spintono e lui ride ancora.

«Questo è essere romantici, prendi esempio!»

«Ma piantala!»

Dopo aver riso ancora e ancora... regna il silenzio.

«Papà...» Conosco quel tono, deve sicuramente chiedermi qualcosa a cui non voglio rispondere.

«Dimmi.»

«Sei andato da Erika, vero?»

Esito un po' a rispondere, ma poi mi volto di nuovo verso di lui.

«Sono andato a prendere il caffè al lido.»

«E questo sta a significare che sei andato da Erika.»

«Sì, contento?» Lascio andare via un respiro che stavo opprimendo per troppo tempo.

«Ed è successo qualcosa...» Non è una domanda la sua. Steve ha capito.

Forse non sarei dovuto venire da lui.

Per cosa poi?

«E sei venuto da me per ricevere un supporto.» Nemmeno questa è una domanda.

«Ma cosa vai blaterando?!» Alzo leggermente la voce.

Ma non perché io sia arrabbiato, più che altro stupito dalla sua presunzione.

«Cosa c'è di male nel cercare del supporto dal proprio figlio?»

Non rispondo.

«Allora? Non voglio che tu mi dica cosa è successo, ma se vuoi ci sono, papà...»

Ci sono.

Che parola estranea.

«Non lo trovo corretto, Steve.»

«Cosa?»

Gli poggio le dita proprio sotto gli occhi, e poi gli afferro il viso in un modo delicato.

«Non trovo corretto appigliarsi ai propri figli quando un genitore ha un problema.»

Lui mi guarda in un modo strano che non riesco a decifrare, e io lascio la presa dal suo viso.

«Non so chi te le abbia inculcate queste cose, ma lasciamelo dire... non capisce niente!»

Sorrido amaramente.

Sicuramente chi me le ha inculcate certe cose, veramente non capisce nulla, ma io sono stato abituato così: cavatela da solo, non chiedere aiuto a nessuno.

«Io lo trovo più che giusto, e se vuoi possiamo dividere questo problema in due, così è meno pesante da portare... e non mi dire che hai la pelle dura, lo so, me l'hai detto tante di quelle volte. Ma fidati, papà, anche quelli più duri rischiano di sgretolarsi. Io non voglio che accada, quindi se non stai bene... vieni da me. Esigo che me lo prometti.» Steve si alza in piedi, gesticola, mi punta lo sguardo, e io mi rendo sempre più conto che è proprio mio figlio.

Stesso sguardo quando si innervosisce, stesse espressioni, stessa determinazione.

Cambia solo una cosa: il cuore.

Lui ha un cuore troppo buono, io al suo posto non mi sarei mai perdonato.

«Va bene, Steve, te lo prometto.»
E alla fine lo assecondo, anche se non so quanto possa valere questa promessa, dato che non ne sono convinto.


Spazio autrice:

Come vedete, il rapporto fra Luis e Steve va sempre a intensificarsi sempre di più.

Luis deve ancora impare a lasciare andare le emozioni.

Steve anche se inconsapevolmente, è riuscito ad aiutarlo, perché Luis cercava solo di capire se potesse davvero contare su suo figlio, se non lo vedesse ancora come il mostro.

Spero vi piaccia, ciauu!🌹

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