4° parte
Luis
Metto in moto il pick up di Erika.
Sono sempre stato fissato con gli odori. Associo un profumo per ogni persona che entra a far parte della mia vita
Il profumo di Erika è frizzante, un po' forte, con una briciola di dolcezza.
È diverso, molto diverso. E mi piace tanto.
Infatti apro i polmoni e respiro l'odore che ha lasciato dentro il suo pick up.
Penso che l'ultima volta che ho guidato un veicolo del genere, avessi all'incirca vent'anni.
L'avevo comprato da un tizio che puzzava sempre di erba e alcol, era un tipo parecchio svogliato. Litigava con tutti, perché non gliene fotteva di niente, e amava sentire il brivido della rissa sulla pelle.
Diciamo che... non era un tipo a posto.
Mi ricordo che pensavo che se mai fossi diventato come lui avrei preferito che mi sopprimessero.
Il pick up che mi aveva venduto era un mezzo catorcio, l'avevo comprato con l'idea di aggiustarlo e renderlo un gioiellino.
E infatti ci ero riuscito.
Mi piaceva andarci in giro, mi facevo dei giri immensi, e poi mi fermavo al mare, a bere qualcosa o a scopare con una ragazza che avevo rimorchiato.
Mi divertivo, nonostante non avessi una bella vita.
Lavoravo per studiare, per darmi da vivere.
Lavoravo perché se non lo avessi fatto non avrei mai avuto niente da nessuno.
Lavoravo perché ne avevo bisogno anche mentalmente, mi aiutava a staccare dalle urla che spesso e volentieri rimbombavano dentro di me.
Ero uno stronzo, ma non perché fossi un ragazzo traumatizzato, non mi è mai piaciuto definirmi così.
Ero uno stronzo perché l'avevo scelto.
Mi piaceva, mi piaceva da morire farmi rispettare.
Mi piaceva che nei corridoi della scuola mi si guardasse con timore.
Mi piaceva che la gente evitasse di farmi incazzare.
Perché ero uno stronzo, sì, ma non rompevo il cazzo mai a nessuno.
Una volta fuori dall'università, c'era questo ragazzo mingherlino che ci stava provando un po' troppo con una ragazza.
Lei lo respingeva, gli diceva di allontanarsi, ma lui continuava a insistere.
Guardavo la scena in lontananza, fino a quando lui gli aveva messo le mani fra le cosce, e la ragazza si dimenava.
Ero uscito dal mio pick up, e senza dire niente mi ero avvicinato alla situazione, e la sigaretta accesa che tenevo fra le labbra, l'avevo spenta sulla schiena del coglione.
Fino a quanto lui urlava, e la sigaretta gli bruciava la schiena.
Certo, poi ho fatto io lo stronzo con lei.
Dopo quella volta, l'avevo invitata a uscire, con un unico intento: volevo portamela a letto.
Ma era un osso duro.
E per far sì che ciò accadesse ero uscito con lei svariate volte.
Fino a quando aveva iniziato a provare qualcosa per me, e dopo... be' dopo essermi preso quello che volevo avevo finito per ignorarla.
Ecco lo stronzo.
E poi... a differenza di mesi, avevo scoperto che lei aspettava un figlio mio.
Sì, quella donna era Maggy, la mamma di Rebeca.
Avevo fatto di tutto per riavvicinarmi, ma lei non voleva completamente che mi avvicinassi.
Fino a quando aveva scelto di darmi una possibilità solo per la bambina.
La verità è che ho provato ad amarla, ma non riuscivo, le volevo bene, era sempre la mamma di mia figlia, ma questo non bastava.
E poi non mi sentivo pronto a formare una famiglia, non andavamo nemmeno d'accordo, ma nonostante questo io la bambina la volevo, l'ho sempre accettata e amata.
Maggy era arrivata al punto di odiarmi.
Si arrabbiava perché non l'amavo.
Si arrabbiava perché non ero quello che immaginava per lei stessa.
Non si immaginava di diventare mamma a soli vent'anni, affianco a un uomo che non riusciva ad amarla.
Da uno sbaglio che ho commesso però, ne è uscita Rebeca.
E lei è stata il mio primo vero amore.
Parcheggio il pick up sul vialetto.
E mi preparo alla ramanzina che mi farà Steve.
Sono andato via, dimenticandomi, o forse no, che c'era un pranzo ad aspettarmi.
Trovo la porta socchiusa, entro dentro e trovo Travis intento a schiacciare un pisolino sul divano.
Ma non ha una casa questo qui?
E in cucina trovo Cameron e Steve a fare le smancerie.
Si stavano baciando, e dal rossore del viso di Steve quando mi nota, penso che erano quasi pronti a fare altro.
Anche perché noto la maglia striminzita di Steve, e la zip del jeans di Cameron abbassata.
Credo proprio di aver interrotto una quasi scopata.
Questo però non mi dispiace, ho evitato che almeno adesso non lo toccasse.
Non so perché, ma sono proprio geloso.
Un po' come lo sono con Rebeca.
Non voglio immaginare i miei figli in quelle vesti.
«Garcia, tieni giù le mani da mio figlio!»
Lui in compenso mi sorride provocatorio, e si alza su la zip.
In tutto questo Steve si è voltato di spalle, e mi ignora.
Deve essere molto imbarazzato.
Gli sta bene.
«Giusto, tu sei propenso a scandalizzarti.» Mi risponde senza mai smettere di sorridermi.
In quel momento Steve si volta verso di me.
«Dove sei stato?» Mi chiede.
«Sì, lo so, sono sparito... mi farò perdonare.»
«Ti aspettavamo.» Guarda fuori dalla porta sul retro.
«Quello non è il pick up di Erika?»
«Sì.»
«E cosa ci fa...» Non riesce a finire che il suo cellulare squilla.
Deve essere qualcuno per quanto riguarda un lavoro, perché si allontana facendoci un cenno di scuse.
«È incazzato con me?» Chiedo a Cameron.
Lui mi cammina vicino, e poi si siede in una sedia.
«No, ormai si è rassegnato e ha capito come sei.»
«E come sarei?»
«Be', saresti proprio una testa di cazzo!»
Scoppio a ridere, e mi avvio al frigorifero.
Scorgo dei tranci di pizza in un vassoio, estraggo il piatto e una bottiglia di birra, e mi siedo a mangiare tranquillamente.
«Sai con chi parla?» Gli chiedo riferendomi a Steve.
«Parla con il titolare del lido, devono mettersi d'accordo sul rientro di Steve.»
«Tornerà a lavorare lì?»
«Sì.»
Butto giù un boccone, e mi volto a guardare mio figlio ancora intento a parlare al telefono.
Lo guardo per capirne le emozioni che sta provando.
E mi sembra tranquillo e felice.
«Non me l'aveva detto.»
Cameron cambia totalmente espressione.
«Che vuoi, perché mi guardi così, moccioso?!»
Stavo per appoggiare la bottiglia alla bocca, ma lui me la strappa via, e si avvicina a me, puntandomi lo sguardo.
«Non ero molto d'accordo sull'ospitarti, credo che tu sia un coinquilino molto fastidioso, quindi... mettiamo le cose in chiaro sin da subito. Non mi romperai il cazzo, posso baciare Steve davanti a te, possiamo fare tutto quello che ti sembra disgustoso, e tu non dirai niente. Io in compenso non darò fastidio a te, puoi fumare in casa, puoi comportarti come se fossi nel tuo appartamento. Ma sappi... che se mi darai fastidio in qualche modo, ti renderò la permanenza un inferno. Steve è il mio ragazzo, è mio, e non voglio più sentirti dire di tenere giù le mani, siamo intesi?»
Gli sorrido.
Il mio è un sorriso compiaciuto e divertito.
Mi piace il carattere di questo ragazzo. Ho capito che fosse in gamba dal primo momento che l'ho incrociato.
Sono quasi sicuro che se vuole, sarebbe capace di darmi del filo da torcere. Ma questo non glielo direi mai.
Vuole giocare? Allora giochiamo, sono bravissimo a vincerle questo tipo di partite.
«Cameron Garcia... come sei sfacciato!» Mi riprendo la bottiglia, e lui non distoglie completamente lo sguardo dal mio.
«Minacciare qualcuno è un reato.» Lo accuso.
«Nessuna minaccia, Luis, ti sto solo avvertendo.»
«Credo che le due cose non siano molto diversi fra loro.»
«Sta a te captare il significato delle parole.»
«Allora facciamo così... come hai detto tu, io non darò fastidio a te e tu non lo darai a me. Ma non provare mai più a minacciarmi, potrei prenderla in un modo che nemmeno ti immagini.»
Adesso sono serio, come è serio lui.
E ci guardiamo, e credo che i nostri sguardi di sfida dicano tutto.
Perché Cameron ha parlato di fastidio, e lui me l'ha già dato con le sue parole.
Nello stesso momento rientra Steve.
Rilasso il viso solo per non fargli capire niente, e torno a mangiare.
Steve si lascia andare a peso morto su una sedia.
Sembra sfinito.
Lascia andare un respiro, e poi mi guarda.
«Sei uno stronzo!» Mi insulta.
E menomale che non era incazzato con me.
«Sì, lo so.» Rispondo sinceramente.
«Mi dispiace, farò in modo di non sparire più.»
Lui mi guarda in modo esasperato, e appoggia la testa sulla spalla di Cameron.
Quest'ultimo gli lascia un bacio.
E credo che la sua mossa sia proprio una provocazione.
Ho superato l'omosessualità di Steve.
Ho accettato la loro relazione.
Però io e Cameron abbiamo iniziato con il piede sbagliato, e lui non ha dimenticato i trascorsi che ho avuto con Steve.
Da una parte lo capisco, dall'altra non lo sopporto, perché mi dà l'impressione che vorrebbe tenerlo lontano da me.
E questo mi renderebbe uno stronzo senza fine.
Spazio autrice:
Vi piace questo nuovo capitolo?
Se avete qualcosa da dire... qui!🌹
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